<h2>Dell’Oglio, le sue dichiarazioni sulla Juve Stabia nel corso della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese”.
Antonio Dell’Oglio, ex centrocampista della Juve Stabia, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese”.
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Le dichiarazioni di Antonio Dell’Oglio sul momento della Juve Stabia sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.
“Mi fa molto piacere la Juve Stabia in testa alla classifica perchè ho trascorso due anni stupendi a Castellammare.Ricordo con tanto affetto tutte le persone che ho conosciuto in quegli anni con il Presidente Fiore e tante persone allo stadio.
Castellammare ha un trascorso incredibile verso i calciatori.
In quell’anno 94-95 avevamo una grande squadra e facemmo un campionato di vertice pur senza arrivare ai playoff.Battemmo il Lecce di Ventura l’anno dopo ma ci salvammo solo ai playout nello spareggio con il Nola.
La prima cosa che vado a vedere è il risultato della Juve Stabia e facendo i dovuti scongiuri merita il primo posto in questo grande campionato che sta facendo.
Venivo da un ambiente di Serie A e B e venni il primo anno a giocare nel sud quell’anno a Castellammare.
Ho tantissimi amici e in primis voglio ringraziare i due miei amici Carmine e Salvatore che mi porterò sempre nel cuore.
Vincenzo Guida è stato un amico in tutto e per tutto nella mia esperienza stabiese.Mi diceva sempre qui crescerai in fretta.
Anche Giovanni Malafronte che ricordo benissimo.
Venni prima col direttore Maglione, appena conobbi il presidente Fiore avevo un bracciale viola e un pettine viola.Fiore mi disse subito Dell’Oglio ti devi togliere il pettine e il braccialetto.
Non ho mai visto un presidente che ci dava il premio alle vittorie come lui.
Ho vissuto 4 anni stupendi, due a Castellammare e due a Torre del Greco abitando a Vico Equense e ricorderò tutte le persone che ho conosciuto e i luoghi stupendi che ho visitato.Arrivai insieme a Mattei.
Ricordo il compianto Musella ma anche Amodio, Bertuccelli, Colavitto e tanti altri.
All’Ascoli vincemmo la Mitropa Cup, in quegli anni facemmo anche 5 salvezze e una retrocessione.Per noi furono cinque scudetti.
Nella Juve Stabia di ieri ho visto unione e unità d’intenti.Tutto l’ambiente vuole vincere il campionato e si è creata un’alchimia particolare.
Senza presunzione ho fatto gli anni migliori tra gli anni 80′ e 90′.
Ho marcato il giocatore più forte di ogni epoca, Diego Armando Maradona, di cui conservo la maglietta.
Inconsciamente questi ragazzi possono ritrovarsi un domani nel calcio che conta.Si avvicina sempre di più questo traguardo.
Questa unione di squadra ci fa capire che siamo in presenza davvero di un grande gruppo.
Negli anni della Juve Stabia il calciatore che mi ha impressionato di più è stato senza dubbio Raffaele Costantino, un attaccante davvero forte che purtroppo con quell’infortunio che ebbe a Pisa vede troncare la sua carriera.
Ricordo lo spareggio playout col Nola con un Menti strapieno che ribolliva di passione e con la Juve Stabia che ribaltò il 2-0 subito all’andata ad Avellino contro il Nola.Molti ragazzi del Nola avevano tanta paura perché si sentivano urla e parolacce nei loro confronti già dal sottopassaggio dell’ingresso in campo”.