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Castellammare di Stabia

Juve Stabia e Guido Pagliuca: la fine di un’era. Grazie Mister ma ora si volta pagina

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ono stati due anni davvero molto importanti quelli di Guido Pagliuca al timone della Juve Stabia, due campionati bellissimi che resteranno impressi nella memoria dei tifosi. Un percorso culminato con il trionfale accesso ai play off di Serie B con il sogno serie A fermatosi solo nella semifinale di Cremona. Guido Pagliuca ha vinto e, forse, avrebbe potuto continuare a farlo ma nel calcio di oggi queste dinamiche non fanno più notizia.

Ora per il tecnico di Cecina si apre una nuova sfida: avrà il compito di vincere ancora ma lontano da Castellammare, alla guida di una piazza ferita da una recente retrocessione. Un compito non dissimile da quello che seppe affrontare al suo arrivo alla Juve Stabia quando fu bravo a raccogliere in pochi mesi i resti delle gestioni precedenti e a trasformarli in un gruppo vincente. Questa capacità di ricostruzione sarà fondamentale ad Empoli dopo il disastro a firma di Mister D’Aversa che ha ridotto la squadra Toscana da squadra tosta a squadra materasso con il passare delle giornate della Serie A poi vinta dal Napoli. Una sfida da raccogliere e stimolante quella di Pagliuca, una eredità pesante per il prossimo allenatore della Juve Stabia.

La piazza di Castellammare ha già salutato con grande affetto il tecnico, come è giusto che sia. Naturalmente, come spesso accade, non è mancata qualche voce critica pronta a sputare il classico veleno su alcune scelte o su certi atteggiamenti fin troppo animati dalla panchina. Ingratitudine? Assolutamente no. Il calcio non è una scienza esatta e queste dinamiche fanno parte del gioco. Una cosa è certa: la futura partita tra la Juve Stabia e l’Empoli, nuova squadra di Pagliuca, non sarà una gara come le altre.

Ma chi è stato Guido Pagliuca per Castellammare? Un uomo sanguigno, che spesso a microfoni spenti ha “duellato” con la stampa ma che alla fine, pur partendo da vedute non sempre allineate, è riuscito in questi due anni a mettere quasi tutti dalla sua parte. Lo stesso vale per i tifosi: anche chi ha criticato un modulo o una formazione iniziale alla fine ha dovuto riconoscere che i risultati gli hanno dato ragione. È quasi superfluo ricordare ancora una volta i suoi successi, le tante emozioni che è riuscito a regalare al suo popolo. Senza dubbio il tecnico toscano occuperà un posto speciale nel cuore dei tifosi stabiesi.

Sarà strano vedere un nuovo allenatore al “Menti”, così come sarà strano vedere Pagliuca indossare la tuta dell’Empoli. Ma questo “strano” è solo una conseguenza di uno sport dove, è ormai palese, non esistono più le bandiere e nemmeno gli allenatori di lungo corso.

Piero Braglia, con i suoi quasi quattro anni (uno in condominio con Fulvio Pea), e Fabio Caserta, con i suoi tre, appartengono a un’altra epoca calcistica. Con i tempi moderni due anni possono essere considerati un ciclo più che accettabile. Persino la nostra amata Nazionale sembra aver smarrito la via della continuità su questo tema, e l’addio di Luciano Spalletti ne è l’esempio più calzante.

Insomma non è tempo di rimpianti o polemiche. È il tempo di celebrare e ringraziare Mister Guido Pagliuca per il capitolo di storia che ha scritto. Ma adesso, per la Juve Stabia, è anche tempo di voltare pagina e guardare avanti.


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