I Carabinieri sono impegnati quotidianamente nella lotta al narcotraffico sui Monti Lattari, la catena montuosa che domina la costiera sorrentina e si estende verso l’Agro Nocerino-Sarnese. L’operazione, denominata “Continuum Bellum”, è giunta al suo terzo anno consecutivo e, dal 14 maggio, sta vedendo un’intensificazione delle attività di repressione e bonifica.
I Monti Lattari, con la loro fitta vegetazione e la particolare esposizione alla luce solare, offrono un terreno fertile per la coltivazione di cannabis indica, facilitata dalle condizioni climatiche favorevoli. Tuttavia, la conformazione geografica, ricca di anfratti e rifugi naturali, è stata sfruttata dalla criminalità organizzata per nascondere droga e armi, rendendo le aree quasi inaccessibili.
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Un Monitoraggio Continuo e Tecnologicamente Avanzato
Per contrastare questo vantaggio ambientale, i militari della compagnia di Castellammare di Stabia stanno conducendo un monitoraggio continuo lungo i declivi montuosi. A supporto dei carabinieri locali, operano lo squadrone eliportato Cacciatori “Calabria”, l’occhio elettronico del drone a guida remota del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata e gli elicotteri del 7° nucleo carabinieri di Pontecagnano. Questa scansione terra-aria, funzionale e costante, sta portando quasi quotidianamente a risultati operativi significativi, confermando la massiccia presenza di piantagioni di droga sui Monti Lattari.
Nuovi Ritrovamenti e un Bilancio Già Consistente
Solo ventiquattro ore dopo l’ultimo rinvenimento, i carabinieri hanno scoperto un’altra consistente piantagione. Nella località Pozzano di Castellammare di Stabia, all’interno del bosco, i militari hanno individuato 3 piazzole contenenti 120 piante di Cannabis Indica alte circa 120 centimetri. La droga è stata immediatamente distrutta e le operazioni di rastrellamento proseguono senza sosta.
Dal 14 maggio ad oggi i Carabinieri di Castellammare di Stabia affiancati dagli Squadroni Eliportati “Cacciatori Calabria” hanno tracciato un bilancio già significativo dell’Operazione “Continuum Bellum 3” che continuerà per tutta l’estate:
- Oltre 670 piante di cannabis sono state individuate e distrutte, distribuite in almeno 17 piazzole tra Gragnano, Castellammare e Lettere. Molte di queste piante, in diverse fasi di crescita, hanno raggiunto altezze superiori al metro e mezzo indicando una coltivazione ben avviata e curata.
- In diverse zone del territorio, tra grotte, anfratti e insenature, sono stati rinvenuti due chili di marijuana già essiccata e pronta per lo spaccio corredata da bilancini di precisione, chiara testimonianza della preparazione alla vendita.
- Sono state sequestrate diverse armi da fuoco nascoste sotto terra: due pistole con matricola abrasa, tre fucili (incluso uno semiautomatico), 107 munizioni, caricatori e materiale per la manutenzione delle armi.
L’area più colpita dalle operazioni è quella tra Gragnano, Vallone Fondica e il Monte Muto, ma interventi rilevanti sono stati condotti anche nei boschi di Castellammare e nelle zone di confine con Lettere.
La “Giamaica del Sud” nel Mirino
I rastrellamenti, supportati dall’occhio aereo dell’elicottero, stanno permettendo ai militari di mappare con precisione un territorio aspro, dove la fitta vegetazione è spesso utilizzata come copertura naturale per attività illecite. L’uso di cunicoli e nascondigli sotterranei evidenzia un livello di organizzazione sempre più sofisticato da parte dei gruppi criminali dediti alla coltivazione e alla distribuzione di cannabis.
La presenza capillare delle forze dell’ordine – a piedi, con elicotteri e unità specializzate – ha l’obiettivo di smantellare le basi logistiche del traffico di droga e disarmare i gruppi che gestiscono questi affari illeciti, spesso pronti a ricorrere alla violenza per difendere i propri “campi”.
L’Operazione “Continuum Bellum 3” è tuttora in corso e rappresenta uno dei più vasti interventi di bonifica e repressione mai attuati sui Monti Lattari. L’obiettivo finale rimane quello di liberare il territorio da droga e armi, restituendolo ai cittadini e spezzando le radici del narcotraffico nella cosiddetta “Giamaica del Sud”.
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