Il nitrito del cavallo al funerale del suo padrone

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Sicilia, un cavallo segue il feretro del suo defunto padrone con un ultimo nitrito.

A Gela in provincia di Caltanissetta un cavallo ha onorato la morte del padrone, un uomo di 70 anni, deceduto dopo 10 giorni di agonia per le ferite riportate in un incidente stradale nel quale è rimasto vittima il mese scorso nell’area industriale. I familiari hanno voluto che l’animale, un “grigio” lucido, seguisse in corteo con loro il feretro in carrozza nel tratto terminale fino alla chiesa madre della città. E il cavallo, al momento del distacco, ha emesso un lungo nitrito, che tanti hanno voluto interpretare come un addio al suo padrone e compagno di tante galoppate.

È sembrato di rivivere in modo inverso la storia di Nestore, il ronzino il cui vettorino romano era interpretato da Alberto Sordi. Un film del 1993 concreto ma realisticamente drammatico, poiché portava sullo schermo la morte che aspetta di solito questi cavalli una volta divenuti anziani o incapaci al lavoro.

Nel film, quando Nestore non fu più in grado di trainare il calesse, Gaetano l’anziano vettorino interpretato da Sordi, decide di venderlo a Cinecittà. Deve quindi portare Nestore al mattatoio per “l’ultima corsa”. Ma non ha il coraggio di lasciar morire quello che considera ormai un amico. Grazie all’aiuto del nipote, cerca un posto per tenerlo. E vagando per Roma ritrova una vecchia amica che sembra disposta a piazzare il cavallo nell’agriturismo che gestisce fuori città, ma la cosa finisce ben presto a far litigare la donna col genero, vero proprietario dell’immobile, costringendo quindi Gaetano a riprendersi Nestore. Mentre cerca una sistemazione al cavallo gli zingari glielo sottraggono. La polizia ritrova il cavallo nell’accampamento degli zingari che ne volevano fare salsicce. L’uomo prova quindi a piazzarlo nel garage della figlia, ma deve ben presto toglierlo da lì poiché il compagno deve posteggiare la sua lamborghini. Su suggerimento del nipote va all’ospizio che dovrà ospitarlo chiedendo che tengano il cavallo nel loro giardino. Le suore però, a loro insaputa, una notte portano il cavallo al mattatoio. Appreso del fatto Gaetano corre al mattatoio con suo nipote per tentare di salvare Nestore e di cui vengono mostrate diverse scene della macellazione, ma ormai è troppo tardi.

L’opinione.

Gli animali, specialmente quelli che hanno convissuto per secoli con gli esseri umani e con essi si sono evoluti, probabilmente comprendono più di quanto comunemente si possa immaginare. Non hanno la parola, non dispongono del nostro cervello potentemente capace di creare, pensare all’infinito e pianificare, come anche non hanno un corpo flessibile e con arti, mani e pollice opponibile, al servizio di questi super poteri naturali che ha solo l’essere umano, peraltro acquisiti in così pochissimo tempo dalla sua recentissima comparsa sulla Terra tanto che ciò è ancora un affascinante mistero della specie umana.

Tuttavia che i nostri animali, specialmente domestici, abbiano qualcosa, come dire, di consapevole, appare di tutta evidenza nei loro occhi, nei loro gesti. Si intravedono spesso in essi comportamenti simili a quelli umani e ciò non solo poiché riflettiamo in essi le nostre emozioni e sensazioni, bensì in quanto sembra a volte manchi loro solo di parlarci, carenza che peraltro surrogano con un evidente affettuosità e condivisione che ci riempie la mente.

Forse si dovrebbe riconsiderare culturalmente tutto il mondo animale in modo scientifico e umano. Forse dovremmo ripensare il modo di convivere con le altre specie animali. Ma ciò dovrebbe essere inizialmente compito delle Istituzioni più alte, ovverosia della Unione Europea e quindi dagli Stati che ne fanno parte, affinché si disponga una direttiva unitaria così che nelle scuole ciò divenga stabile materia di studio e dibattito per formare culturalmente nuove generazioni con una moderna sensibilità scientifica e coscienza civile verso i nostri cugini primati, parenti mammiferi e tutti gli altri animali e in generale verso la Natura, di conseguenza verso noi stessi umani.

Creando nuove generazioni più consapevoli e informate, forse anche noi stantii adulti potremmo, quanto meno per ineluttabile confronto intellettuale, rinnovare le nostre tramandate concezioni e non solo quelle verso i nostri animali.

L’immagine è tratta da Nestore – l’ultima corsa con Alberto Sordi.

Adduso Sebastiano

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