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Eseguite 11 misure cautelari tra Palermo, Trapani e Torino, per spaccio ed estorsione

Alle prime ore di questa mattina, in Palermo, Balestrate (PA), Alcamo (TP), Custonaci (TP) e Giaveno (TO), i Carabinieri della Compagnia di Partinico (PA) hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 11 indagati (di cui 9 destinatari della custodia cautelare in carcere e 2 dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza) che, secondo l’ipotesi accusatoria contenuta nel provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, sarebbero ritenuti responsabili, a vario titolo, di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione.

LE INDAGINI

L’indagine, condotta da marzo 2019 a settembre 2020, è scaturita da un incendio doloso che aveva interessato uno stabilimento balneare di Balestrate (PA). L’immediata attività investigativa ha consentito di far emergere la presenza, nel territorio balestratese e nei Comuni limitrofi, di due gruppi criminali attivi nell’approvvigionamento e nella commercializzazione di sostanze stupefacenti.

Tali gruppi, sulla scorta del grave compendio indiziario raccolto, avrebbero gravitato attorno alle figure di due degli odierni indagati, che, in concorso con gli altri soggetti destinatari del provvedimento cautelare, sarebbero stati operativi uno nello spaccio di cocaina e l’altro nello spaccio di marijuana e altre droghe.

Gli indagati, inoltre, avrebbero utilizzato anche un linguaggio criptico per comunicare tra loro cessioni e forniture di sostanze stupefacenti nel vano tentativo di eludere le captazioni telefoniche o ambientali. I militari dell’Arma, altresì, hanno documentato un episodio che allo stato appare di natura estorsiva, consistente in reiterate minacce da parte di uno degli indagati nei confronti di un uomo, al fine di costringerlo a saldare un debito maturato per l’acquisto di alcune dosi di stupefacente.

Le attività di indagine, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, avevano già portato, nel febbraio 2020, all’esecuzione di un fermo di indiziato di delitto nei confronti di uno degli odierni indagati, il quale, sulla base delle risultanze investigative e in concorso con soggetti terzi avrebbe pianificato un’azione di fuoco in pregiudizio di un uomo, debitore nei suoi confronti di una somma di circa 45.000 euro, quale corrispettivo per l’acquisto di 1 kg di cocaina.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

Arrestato pusher 19nne con crack e cocaina. Evade 2 volte dai domiciliari: nuovamente ai domiciliari

SIRACUSA. GIOVANE AL PARCO CON 12 DOSI DI DROGA, ARRESTATO DAI CARABINIERI.

I Carabinieri della Stazione di Siracusa Principale durante un servizio di pattuglia in una delle aree del capoluogo nota anche come piazza di spaccio, hanno arrestato, in flagranza, un giovanissimo siracusano di 19 anni ma già con diversi precedenti per droga.

Il presunto pusher si trovava nei pressi di un parco pubblico in via Santi Amato e alla vista della pattuglia dei Carabinieri ha gettato un pacchetto di sigarette dentro un cespuglio dandosi alla fuga.

I militari in pochi secondi lo hanno bloccato, recuperando anche il pacchetto di cui si era disfatto, al cui interno erano presenti 12 dosi tra cocaina, marijuana e crack, tutte divise nei cosiddetti “quartini”. Lo stupefacente è stato sequestrato mentre l’arrestato è stato sottoposto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

SIRACUSA. PREGIUDICATO PER FURTO E SPACCIO EVADE DAI DOMICILIARI, ARRESTATO DAI CARABINIERI.

Un 28enne, già con diversi precedenti per spaccio di stupefacenti e furto, è stato ieri arrestato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Siracusa per evasione dagli arresti domiciliari, per la seconda volta in soli 4 giorni.

La pattuglia non lo ha trovato nell’abitazione durante il controllo e lo ha rintracciato anche grazie al braccialetto elettronico che ha fatto scattare l’allarme dopo l’allontanamento del soggetto dal suo domicilio.

Tratto in arresto è stato ricondotto nuovamente agli arresti domiciliari.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

Le prestazioni odontoiatriche offerte dal SSN

Obiettivo di questo documento, dopo quello sui Denti (Questi CARI denti: postura, malattia parodontale, carie. Cosa fare?), è ancora fornire informazioni sull’importanza di aver cura dei propri denti e di quanto ci rende disponibile, in prestazioni, il nostro SSN.

Le prestazioni odontoiatriche offerte dal SSN

La normativa nazionale in materia di assistenza odontoiatrica è costituita principalmente dal D.lgs. 502/1992 e successive modifiche e integrazioni, che definisce i criteri per la determinazione dei livelli essenziali di assistenza (L.E.A.) e dal DPCM 12 gennaio 2017 “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”.

Tali disposizioni nazionali prevedono che l’assistenza odontoiatrica a carico del SSN sia limitata a:

  1. programmi di tutela della salute odontoiatrica nell’età evolutiva (0-14 anni)
  2. determinate categorie di soggetti in condizioni di particolare vulnerabilità.

Programmi di tutela della salute odontoiatrica nell’età evolutiva (0-14 anni)

I programmi di tutela della salute odontoiatrica in età evolutiva (0-14 anni) prevedono:

  • monitoraggio della carie e delle malocclusioni
  • correzione delle patologie ortognatodontiche a maggior rischio: gradi 4° e 5° dell’Indice di Necessità di Trattamento Ortodontico – IOTN. (Lo IOTN è stato ideato per stadiare la necessità di un trattamento ortodontico in funzione della presenza o meno di alterazioni nella disposizione dentale, associate o meno ad alterazioni funzionali. E’ raccomandato dalla British Orthodontic Society e prevede 5 classi di gravità: grado 1 – nessuna necessità di trattamento; grado 2 – insufficiente necessità di trattamento; grado 3 – casi border line; gradi 4/5 – necessità di trattamento).

Tali programmi devono consentire di giungere alla diagnosi precoce delle patologie orali, con particolare attenzione agli individui in età evolutiva provenienti da contesti socio-economici problematici.

Le prestazioni erogabili sono:

  • visita odontoiatrica, senza limitazione di frequenza, comprensiva di radiografia endorale e eventuale rimozione di corpo estraneo
  • altre prestazioni cui è associata la condizione di erogabilità “0-14 anni” (allegato 4 del DPCM 12 gennaio 2017): estrazioni, interventi di chirurgia parodontale e ricostruttiva, ablazione del tartaro, incappucciamento indiretto della polpa, trattamenti ortodontici (limitatamente ai minori con patologie ortognatodontiche a maggior rischio che versano in condizioni di vulnerabilità sanitaria e/o sociale), ecc.

Assistenza odontoiatrica e protesica a determinate categorie di soggetti in condizioni di particolare vulnerabilità

Possono essere individuate due distinte tipologie di vulnerabilità:

  • vulnerabilità sanitaria: si tratta di condizioni di tipo sanitario che rendono indispensabili o necessarie le cure odontoiatriche. Per l’individuazione di questo tipo di vulnerabilità si adottano due differenti criteri:
    • criterio “ascendente” che prende in considerazione le malattie e le condizioni alle quali sono frequentemente o sempre associate complicanze di natura odontoiatrica (ad esempio: labiopalatoschisi e altre malformazioni congenite, alcune malattie rare, tossicodipendenza, ecc.)
    • criterio “discendente” che prende in considerazione le malattie e le condizioni nelle quali le condizioni di salute potrebbero risultare aggravate o pregiudicate da patologie odontoiatriche concomitanti.
      Le discipline regionali intervenute su questa materia associano, in genere, entrambi i criteri, identificando platee più o meno ampie di destinatari.
  • vulnerabilità sociale: si tratta di condizioni di svantaggio sociale ed economico (correlate di norma al basso reddito e/o a condizioni di marginalità e/o esclusione sociale) che impediscono l’accesso alle cure odontoiatriche a pagamento per gli elevati costi presenti nelle strutture private.

VULNERABILITA’ SANITARIA

La vulnerabilità sanitaria deve essere riconosciuta almeno alle persone affette da gravi patologie, le cui condizioni di salute possono essere gravemente pregiudicate da una patologia odontoiatrica concomitante (criterio “discendente”), al punto che il mancato accesso alle cure odontoiatriche possa mettere a repentaglio la prognosi “quoad vitam” del soggetto.

Sono individuabili almeno le seguenti 5 condizioni:

  1. pazienti in attesa di trapianto e post- trapianto (escluso trapianto di cornea)
  2. pazienti con stati di immunodeficienza grave
  3. pazienti con cardiopatie congenite cianogene
  4. pazienti con patologie oncologiche ed ematologiche in età evolutiva e adulta in trattamento con radioterapia o chemioterapia o comunque a rischio di severe complicanze infettive
  5. pazienti con emofilia grave o altre gravi patologie dell’emocoagulazione congenite, acquisite o iatrogene.

I soggetti affetti da altre patologie o condizioni alle quali sono frequentemente o sempre associate complicanze di natura odontoiatrica (criterio “ascendente”), potranno accedere alle cure odontoiatriche solo se la condizione patologica stessa risulta associata ad una concomitante condizione di vulnerabilità sociale.

Relativamente alle prestazioni, quelle erogabili sono riportate nell’allegato 4 del DPCM 12 gennaio 2017 cui è associata la condizione di erogabilità “vulnerabilità sanitaria”.

Alle persone condizioni di vulnerabilità sanitaria devono essere garantite tutte le prestazioni odontoiatriche incluse nel nomenclatore dell’assistenza specialistica ambulatoriale, con l’esclusione dei manufatti protesici e degli interventi di tipo estetico.

VULNERABILITA’ SOCIALE

E’ la condizione di svantaggio sociale ed economico correlata di norma a condizioni di marginalità e/o esclusione sociale che impedisce l’accesso alle cure odontoiatriche oltre che per una scarsa sensibilità ai problemi di prevenzione e cura, anche e soprattutto per gli elevati costi da sostenere presso le strutture odontoiatriche private.

Tra le condizioni di vulnerabilità sociale si possono individuare tre distinte situazioni nelle quali l’accesso alle cure è ostacolato o impedito:

  • situazioni di esclusione sociale (indigenza)
  • situazioni di povertà
  • situazioni di reddito medio/basso.

E’ demandata alle Regioni e alle Province autonome la scelta degli strumenti per valutare la condizione socio-economica (ad esempio indicatore ISEE o altri) e dei criteri per selezionare le fasce di popolazione in condizione di vulnerabilità sociale da individuare come destinatarie delle specifiche prestazioni odontoiatriche indicate nel nomenclatore.

Relativamente alle prestazioni  quelle erogabili sono riportate nell’allegato 4 del DPCM 12 gennaio 2017 cui è associata la condizione di erogabilità “vulnerabilità sociale” (vedi allegato 4D). Pertanto a tutti i soggetti riconosciuti in condizioni di vulnerabilità sociale devono essere almeno garantite:

  • visita odontoiatrica
  • estrazioni dentarie
  • otturazioni e terapie canalari
  • ablazione del tartaro
  • applicazione di protesi rimovibili (escluso il manufatto protesico)
  • applicazione di apparecchi ortodontici ai soggetti 0-14 anni con indice IOTN = 4° o 5° (escluso il costo del manufatto)
  • apicificazione ai soggetti 0-14 anni

Popolazione generale

A tutti i cittadini, inclusi quelli che non rientrano nella categorie di protezione indicate (tutela età evolutiva e condizioni di vulnerabilità), devono essere, comunque, garantite le prestazioni riportate nell’allegato 4 DPCM 12 gennaio 2017 cui è associata la condizione di erogabilità “generalità della popolazione” e, in particolare, le seguenti:

  • visita odontoiatrica: anche al fine della diagnosi precoce di patologie neoplastiche del cavo orale
  • trattamento immediato delle urgenze odontostomatologiche (con accesso diretto): per il trattamento delle infezioni acute, emorragie, dolore acuto, (compresa pulpotomia, molaggio di irregolarità smalto-dentinali conseguente a fratture).

Giornata mondiale delle acque; celebrazione fondamentale

Oggi si celebra una componente essenziale della vita dell’uomo e non solo

 

La notizia

 

La vita sulla terra si è creata attraverso un insieme di processi chimici e fisici che hanno portato allo svilupparsi della crescita della flora, della fauna e della civiltà umana; la maggior parte di tali processi riguarda proprio l’acqua, da sempre ritenuta la base di ogni forma di vita sulla terra.

Oggi, in data 22 marzo, ricade la giornata mondiale delle acque, un momento in cui l’intero pianeta ferma le proprie attività per riflettere su cosa essa simboleggia per ognuno di noi; una giornata che ognuno dovrebbe celebrare, e in particolare chi abita a Castellammare di Stabia, da sempre soprannominata “città delle acque”.

 

Una ricorrenza particolarmente speciale

 

Vivere nella città delle acque equivale allo stare a contatto con una risorsa unica nel suo genere, una risorsa che potenzialmente potrebbe guidare l’intera città verso uno splendore e un prestigio mai avuto prima d’ora; le numerose sorgenti provenienti dalle montagne dei dintorni sono una vera e propria fortuna nelle mani degli stabiesi, o per meglio dire, nelle mani delle istituzioni che finora non hanno saputo averne cura.

Ciascun cittadino stabiese merita di sapere quanto valore e quanto potenziale la propria città possiede, e buona parte è rappresentato proprio dalle acque; è corretto quindi dire che per Castellammare ed i suoi cittadini la frase “l’acqua è fonte di vita” ha un sapore particolare.

 

Giornata mondiale delle acque; celebrazione fondamentale/Antonio Cascone/redazionecampania

 

 

Tramparulo: “Dalla gara con l’Andria ho capito che l’obiettivo massimo era la salvezza. La Juve Stabia a cui sono più legato è quella del 1971”

Francesco Tramparulo, tifoso della Juve Stabia e nostro fedele web-spettatore, è intervenuto nel corso della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese” per parlarci del momento delle Vespe.

Le dichiarazioni di Tramparulo sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.

“E’ inspiegabile questo cambiamento di rotta delle Vespe. Forse la Juve Stabia ha abbassato un po’ i toni dell’aggressività ed è arrivata scarica mentalmente al match col Monterosi. E’ stata davvero una grande delusione. Dalla gara con l’Andria in casa ho capito che questa squadra non poteva raggiungere più della salvezza E’ una squadra con troppi alti e bassi. Inevitabilmente – aggiunge Tramparulo – Sottili doveva andare via. Con l’arrivo di Novellino si sperava di aver cambiato rotta definitivamente. Speriamo nel carattere per domenica, per portare almeno un pari a casa contro un grande Catanzaro. Faccio un appello anche ai tifosi: tornate a riempire le scalee del “Romeo Menti.

Anche il primo tempo di Bari una certa speranza ce la dava. Ma la partita di ieri è stata una delusione totale sotto questo aspetto. 

Il campionato è talmente scarso rispetto a ciò che abbiamo visto in altre epoche, per esempio negli anni ’90 durante la presidenza Fiore, che tutto è possibile. Io dico che ci dobbiamo salvare ma con questa alternanza di risultati potremmo anche trovarci nei playoff. Prima però – prosegue Tramparulo – occorre raggiungere la salvezza e poi per questa mediocrità del torneo ci potremo trovare nei playoff.

La Juve Stabia che ricordo di più affettivamente nei miei ricordi è quella del 1971. Quella di Horton, Rotili, Pirone. I giocatori a cui sono più legato sono Lusuardi, Cesari, Pirone.

Mi ricordo la partita col Bari all’andata in cui giocavano Troest e Caldore che fecero un grande match. Credo che ora debba tirare un po’ i remi in barca Troest. Non era il caso di fargli fare tre partite di seguito. Purtroppo la carta d’identità non gioca più a suo favore. Mi piacerebbe – continua Tramparulo – un ritorno della Juve Stabia al 3-5-2.

Il mio sogno è quello di vedere Gianluca Colavitto con Salvatore Di Somma l’anno prossimo. Col Catanzaro ci vorrà una partita tatticamente perfetta. Ci vorrà – conclude Tramparulo – una Juve Stabia pronta soprattutto mentalmente”.

GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA SOSTENIBILITÀ, CULTURA E SENSIBILIZZAZIONE

Sensibilizzare le nuove generazioni alla tutela della risorsa idrica, accompagnandole alla scoperta di questo
elemento essenziale per la vita attraverso tre dimensioni tra loro correlate: arte, cultura, scienze. In
occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2022, Gori celebra la più preziosa delle risorse aderendo
all’iniziativa
Le figlie dell’Acqua
, organizzata dall’associazione culturale
Terre di Campania
presso il
complesso religioso della Madonna dell’Arco, a Sant’Anastasia. L’iniziativa, articolata in un laboratorio
culturale che durerà l’intera settimana, ruota attorno alla mostra collettiva in cui circa 900 studenti degli
istituti d’arte campani hanno illustrato il legame tra acqua e vita, sviluppando un percorso espositivo
composto da 896 gocce sagomate in legno, lavorate in diversi stili e diverse tecniche, che consentono al
visitatore di immergersi nell’elemento acqua attraverso la contemplazione dell’arte. L’obiettivo, però, è
anche quello di coinvolgere attivamente le numerose scolaresche in visita, mostrando ai più piccoli cosa
succede “dietro le quinte” della gestione del servizio idrico e cosa vuol dire lavorare per la sicurezza
dell’acqua di rete. Per questo, anche il 24 e 25 marzo, personale specializzato di Gori sarà impegnato nei
laboratori
Acque certificate
e
I viaggi di Gorion
, con l’ausilio di alcuni materiali didattici messi a
disposizione nell’ambito del progetto
Gori Educational
. Stamane, inoltre, gli studenti della scuola
secondaria di primo grado “Fucini – Roncalli” sono stati protagonisti di visite guidate nel meraviglioso
scenario naturale della Valle dei Mulini di Gragnano, per ammirare le sorgenti e conoscere il mulino “Porta
del Castello di Sopra”, riattivato a scopo didattico e turistico anche grazie al contributo di Gori.
Tutelare la risorsa idrica è di certo uno dei nostri obiettivi prioritari, a cui stiamo destinando investimenti
per la riduzione delle perdite, innovazioni tecnologiche e l’impegno quotidiano delle nostre persone. Ma
riteniamo importante, al tempo stesso, sviluppare azioni per sensibilizzare la comunità al rispetto
dell’acqua e dell’ambiente: due valori nei quali crediamo fortemente, e che sono alla base di tutte le nostre
principali attività
” dichiara l’Amministratore Delegato di Gori, Vittorio Cuciniello. Tante, infatti, le iniziative
per l’ambiente lanciate da Gori: come il progetto
Plastic Free
, per la riduzione dell’utilizzo della plastica
monouso, attraverso il quale Gori ha incontrato quasi 30.000 bambini tra il 2019 e il 2021. “
Il dialogo con le
nuove generazioni è per noi una ricchezza da preservare, un momento di scambio significativo, che siamo
felici di aver ritrovato dopo le restrizioni legate alla pandemia
– sottolinea la Responsabile Comunicazione
e Corporate Social Responsibility di Gori, Mara De Donato –
Siamo tornati dai bambini con strumenti
digitali e interattivi, che stiamo divulgando anche attraverso il nostro nuovo progetto di educazione
ambientale denominato Gori Educational, con l’obiettivo di avvicinarli alla sostenibilità privilegiando il
gioco, l’emulazione e l’interazione”.
GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA SOSTENIBILITÀ, CULTURA E SENSIBILIZZAZIONE/Antonio Cascone/redazionecampania

Imparato: “Contro il Monterosi è scesa in campo una Juve Stabia appagata e scarica mentalmente”

Michele Imparato, giornalista di Metropolis Quotidiano, è intervenuto nel corso della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese” per parlarci del momento delle Vespe.

Le dichiarazioni di Imparato sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.

“Non ho capito perché Novellino abbia mandato in campo anche a Viterbo gli stessi giocatori per 4 turni di seguito. Domenica col Monterosiaggiunge Imparato – ci voleva anche la gamba e il fisico per fronteggiare la squadra di mister Menichini. Siamo passati da un estremo all’altro. Sottili in qualche occasione è ha cambiato anche 10 uomini da una gara all’altra, Novellino non cambia nessuno in 4 gare. Non capisco perché Esposito abbia trovato per esempio così poco spazio rispetto allo scorso anno.

Secondo me ieri è subentrato un appagamento mentale per la Juve Stabia. Con Sottili era tremata la terra sotto i piedi. La Juve Stabia veniva da un bel derby contro la Turris e dalla vittoria di Messina. Forse si sentivano un po’ appagati. Ma se è così, consiglio a Novellino di guardare a qualche giovane che magari è più stimolato a fare bene nelle ultime gare. Se dobbiamo assistere a questo stillicidio come ieri meglio mandare in campo diversi giovani in questo finale di campionato anche perché la società ha fatto minutaggio per larga parte del campionato. La Juve Stabia – prosegue Imparato –  ha tenuto un andamento troppo altalenante in tutto il campionato.

Quando la Juve Stabia ha subito il secondo gol è stata una mazzata. Il mister l’aveva preparata diversamente. Purtroppo in campo c’è anche l’avversario, il Monterosi, allenato da un buon Menichini, che era più motivato e ha mostrato più fame in mezzo al campo. Dispiace anche per il pubblico stabiese presente al “Rocchi”. E’ stata una domenica mortificante per i colori gialloblè. I playoff sono ancora raggiungibili purché non si abbia lo stesso atteggiamento di ieri. Meglio fare un’altra vittoria e mettersi al sicuro in un campionato in cui potrebbero arrivare anche uno o due punti di penalizzazione. Già domenica – continua Imparato – ci sarà una brutta gatta da pelare perché il Catanzaro è una grande squadra.

Tra i calciatori che mi avevano deluso nel girone di andata c’era Altobelli che ora però ora sta facendo molto bene. La delusione più grande in assoluto è stato l’attaccante Panico che poi è stato ceduto alla Pro Vercelli. Da lui ci si aspettava molto di più.

Tonucci non si spiega perché non venga utilizzato. E’ scomparso dai radar anche inspiegabilmente.
Dini e Schiavi sono ottimi giocatori ma dipenderà dall’0allenatore e dal direttore sportivo se potranno essere dei punti di partenza per l’anno prossimo. Bisognerà vedere anche cosa accadrà con la richiesta di concordato fatta all’Agenzia delle Entrate. La Juve Stabia – conclude Imparato – dovrà decidere cosa vuole fare da grande”.

Filcams CGIL : Atto di vandalismo alla sede della Campania

Nella notte dei vandali hanno devastato la sede sindacale della filcams CGIL di Piazza Garabaldi a Napoli, da sempre ospitano l’associazione Libera per la promozione di eventi.

Un vero atto intimidatorio consumatosi ieri notte, subito dopo la commovente manifestazione per la giornata della lotta contro le mafie. Da sempre il sindacato operante a Napoli oltre alle attività di difesa dei lavoratori del terzo settore, ha rapporti attivi con l’associazione libera impegnata quotidianamente nella lotta contro le mafie tanto è vero che nelle ultime settimane ha usato la sede come centro operativo per la manifestazione del 21 marzo.

Questo il comunicato leggibile sulla pagina facebook dell’ente:

” Stamattina la nostra sede, la nostra casa, la casa delle lavoratrici e dei lavoratori del terziario, si presenta così. Degli ignoti hanno vandalizzata gli uffici della struttura della sede della Filcams CGIL Napoli e Campania di Piazza Garibaldi 101.Sono ormai settimane che ci stiamo adoperando per la raccolta solidale in favore del popolo ucraino e in questo fine settimana, la sede era stata utilizzata come base operativa per la manifestazione di Libera che si è tenuta ieri a Napoli, contro tutte le mafie, quindi la cosa oltre a destare un profondo senso di tristezza in tutte e tutti noi, ci lascia dire a coloro che hanno fatto questo una sola parola: vergogna. Oltre a denunciare l’accaduto, vogliamo qui ribadire un concetto semplice e fermo.

NOI NON CI FERMIAMO!

NON UN SOLO PASSO INDIETRO.

Sia nella difesa delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo, che nella lotta contro tutte le mafie e l’illegalità.

Le sedi sindacali, da sempre, sono luogo di libertà e democrazia.

E la nostra sede lo è sempre stata in modo universale.

Ed è con questo spirito, che vogliamo continuare a difendere i nostri valori.

“QUESTA È CASA NOSTRA!”

Alle 12 si è svolto un presidio sotto la sede: la partecipazione è stata notevole e tutte le sigle sindacali hanno espresso la loro solidarietà per l’accaduto. Ancora ignoti i colpevoli, sono in corso  le indagini della polizia.

Redazione Campania – Michele De Feo

Cimmino e la super dirigente con pieni poteri

Tra le nomine di Cimmino che fanno discutere è che sono finite sotto la lente di ingrandimento dei commissari prefettizi spunta la figura della della super dirigente.

M. L., nominata dirigente da Pannullo e poi riconfermata da Cimmino, durante la giunta di centrodestra ha assunto incarichi di vera importanza strategica per il funzionamento della macchina comunale stabiese. È stata infatti a capo dei settori affari generali, personale e avvocatura.

Il primo cavillo su questa nomina riguarda il conflitto di interessi che colpisce la dottoressa in prima persona la quale aveva un contenzioso in corso con il comune stabiese per circa 120mila euro. Infatti essendo a capo del settore dell’avvocatura lei stessa avrebbe dovuto difendere l’ente in questo procedimento che lei aveva mosso contro il comune.

Determinate nella nomina tanto discussa fu l’ex primo cittadino Cimmino che nonostante la candidatura di un’altra persona con più titoli ha puntato ugualmente sul di lei.

La commissione di accesso, anche con l’aiuto delle forze dell’ordine, si è inoltre soffermata anche sui presunti contatti tra  la camorra e la super dirigente riguardanti alcuni appalti pubblici. E inoltre proprio nel corso delle verifiche della commissione d’accesso, l’amministrazione ha provato a nascondere la faccenda togliendo il settore avvocatura dalle sue competenze.

L’ennesima vicenda che fa luce sulle ombre che ormai da troppi anni oscurano la verità che si cela dietro i banchi di palazzo Farnese.

Tanti sono i nomi che stanno uscendo, molte le storie da raccontare che aprono centinaia di filoni, e soprattutto quei nomi che più saltano all’occhio nella relazione della commissione d’accesso siedono a palazzo Farnese da anni. Cimmino forse ha le sue responsabilità, saranno le indagini e i processi a deciderlo, ma il rischio che sia stato l’ennesimo burattino della camorra è concreto.

Dietro determinate scelte pare ci sia sempre una sola mano e un filo logico: L’interesse dei clan stabiesi a spartirsi nomine, potere politico e appalti.

Redazione Campania – Michele De Feo

Ambulatorio di proctologia attivato al San Leonardo di Castellammare Stabia

Attivato, al San Leonardo di Castellammare Stabia, un ambulatorio di proctologia per la continuità assistenziale dedicata ai pazienti sottoposti ad interventi colo-proctologici.

CASTELLAMMARE DI STABIA (NAPOLI), 21 MAR – Un servizio ambulatoriale di continuità assistenziale dedicata ai disturbi della funzione intestinale per i pazienti sottoposti ad interventi chirurgici colo-proctologici.

Obiettivo, aumentare l’offerta assistenziale specialistica.

È il senso del nuovo ambulatorio di proctologia e disturbi della defecazione, attivato presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli), con il quale si intende affiancare questa innovativa possibilità di trattamento dei disturbi della funzione intestinale alla comune pratica ambulatoriale proctologica. Un’opportunità per tutti i pazienti del territorio campano, che in questo modo hanno la possibilità di accedere a trattamenti che altrimenti sarebbero preclusi per le persone sottoposte ad interventi chirurgici per patologia colo-rettale presso altre sedi.

L’ambulatorio di proctologia afferisce alla Chirurgia diretta dal professor Francesco Bianco. ”Di norma – spiega Bianco – il percorso dei pazienti non si esaurisce con il solo intervento chirurgico, ma è seguito da un lungo follow-up riabilitativo.

Grazie alle giuste pratiche ambulatoriali, questi pazienti possono superare parzialmente o totalmente tutte le defaillance legate all’incontinenza”.

I percorsi terapeutici, non sempre e solo chirurgici ma anche riabilitativi, vengono definiti da un team specialistico multidisciplinare coordinato dallo specialista chirurgo (dottor Sebastiano Grassia per la proctologia e disturbi della defecazione, dottoressa Simona Gili per stomaterapia) che viene affiancato dalla presenza di un’infermiera stomaterapista (Annarita Coppola) ed un team di specialisti.

Parallelamente, presso l’ambulatorio verrà assicurata l’attività di stomaterapia volta all’assistenza del paziente stomizzato. Attraverso il processo riabilitativo chiamato ”stomacare”, i pazienti vengono assistiti, seduta dopo seduta, nella riabilitazione e nella gestione della stomia, fornendo loro indicazioni igieniche per la migliore conservazione dello stoma, la prevenzione delle complicanze e tutte le informazioni necessarie per ottenere i presidi e le agevolazioni previste dalla legge.

Metti “mi piace” alla nostra pagina Facebook! – Cristina Adriana Botis / Redazione Campania

fonte ANSA

Questi CARI denti: postura, malattia parodontale, carie. Cosa fare?

Obiettivo di questo documento è fornire informazioni sull’importanza di aver cura dei propri denti che tanti problemi fisici (inclusi quelli del peso) ed economici possono darci.

Questi CARI denti: postura, malattia parodontale, carie. Cosa fare?

Quanto a seguire riportiamo è un condensato di informazioni tratte dal Ministero della Salute e, ripetiamo, vuole essere solo l’accendere un faro su un problema ancora sottovalutato, in parte anche sconosciuto per i problemi correlati che possono sorgere, fornendo alcuni dati e punti base che potrebbero spingervi ad un vero ed approfondito controllo presso un serio e capace professionista e qui si potrebbe aprire un altro lunghissimo capitolo sulla giungla che invede, ed ingoia, il sistema delle cure odontoiatriche vuoi per capacità reali che per COSTI spesso esorbitanti e, cosa ancora peggiore, in cambio di qualcosa di non realmente valido, se non proprio addirittura disastroso. Ma questo è altro e magari vedremo, in futuro, di trattare anche questo argomento provando, quantomeno, a disisboscare, per quanto possibile, questa folta e nera foresta fornendovi anche tutte le informazioni sulle prestazioni odontoiatriche offerte dal SSN che troverete nel prossimo articolo.

Per ora, però, cominciamo a prendere atto che un problema può esserci e proviamo a bloccarlo sin dalla sua nascita evitando quindi tutti gli altri problemi della “giugla odontoiatri e odontoiatrica”

Le regole della prevenzione – In generale

Partendo dalla definizione di salute data dall’OMS: “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non solo l’assenza di malattia od infermità”, per salute orale non si vuole intendere solamente assenza di malattia, ma molto di più: si tratta, infatti, di una condizione che influenza fortemente lo stato di salute e di benessere della persona; esistono, ad esempio, correlazioni tra malocclusione dentale e alterazioni della postura corporea e tra parodontopatie e patologie dell’apparato cardiovascolare e diabete.

La funzione dei denti non è limitata alla sola masticazione, questi, infatti, per la loro collocazione ed il rapporto con labbra, guance e lingua, hanno un ruolo essenziale anche nella fonazione (articolazione della parola) e nella vita relazionale: l’impossibilità di sorridere, a causa di una bocca poco “curata” può rappresentare una notevole limitazione ai rapporti sociali e quindi alla vita di relazione dell’individuo.

Le malattie del cavo orale colpiscono la stragrande maggioranza della popolazione italiana, sono strettamente legate agli stili di vita (igienici e alimentari) e sono provocate in larga misura da batteri contenuti nella placca dentaria.

La mancanza di adeguati interventi di prevenzione porta ad alti valori di prevalenza di carie e di parodontopatie, con perdita precoce di elementi dentari causa di edentulismo (parziale o totale) e di conseguenti disagi funzionali ed estetici.

Le principali malattie dei denti e dei loro tessuti di sostegno sono determinate da condizioni ben individuate e controllabili. La carie dentaria e la malattia parodontale vedono nella placca batterica il principale fattore responsabile; la malocclusione, invece, è frequentemente determinata, o comunque aggravata, dall’abitudine che si protrae oltre tempo a succhiare il dito o il ciuccio, e dalla tendenza del bambino ad assumere atteggiamenti a bocca aperta.

La prevenzione delle malattie dei denti e delle gengive si fonda sull’adozione e la pratica quotidiana di precise norme di comportamento legate a pratiche di igiene orale e igiene alimentare. Inoltre, periodiche visite specialistiche permettono il precoce intercettamento di eventuali processi patologici.

Una buona igiene orale prevede innanzitutto il corretto spazzolamento dei denti, che deve avvenire almeno tre volte al giorno (dopo i pasti principali), e l’uso quotidiano del filo interdentale. Tali manovre hanno lo scopo di eliminare meccanicamente la placca batterica dalle superfici dei denti allontanando eventuali residui di cibo.

Per quanto riguarda invece le abitudini alimentari, è stato dimostrato che un abbondante apporto di zuccheri con la dieta determina, da parte dei batteri cariogeni, la formazione di sostanze acide responsabili della demineralizzazione della componente inorganica dello smalto e della dentina.

Le visite a cadenza periodica, invece, oltre a creare una consapevolezza del proprio stato di salute, servono a far conoscere i mezzi oggi a disposizione per una buona prevenzione ed a intercettare precocemente eventuali patologie.

Igiene orale

Per una corretta igiene orale è indispensabile lavarsi i denti con spazzolino e dentifricio dopo ogni pasto, quindi, almeno tre volte al giorno e utilizzare quotidianamente il filo interdentale in maniera corretta. Esiste evidenza scientifica che le corrette abitudini di igiene orale vadano acquisite durante l’infanzia, per poi essere rafforzate durante l’adolescenza.

In particolare, si consiglia di:

  • spazzolare i denti dopo ogni pasto per un tempo di almeno 2-3 minuti
  • usare uno spazzolino dalla testina medio-piccola in modo da arrivare in tutte le zone della bocca; è preferibile che sia provvisto di setole artificiali di durezza media
  • sostituire lo spazzolino almeno ogni due mesi
  • spazzolare accuratamente tutti i denti sia quelli anteriori che quelli posteriori
  • completare la pulizia dei denti mediante l’uso regolare del filo interdentale che rappresenta un sistema insostituibile per eliminare la placca batterica dalle zone interdentali che non possono essere raggiunte dalle setole dello spazzolino. L’uso del filo non è consigliato in età evolutiva
  • usare possibilmente un dentifricio a base di fluoro

Il fluoro rappresenta un altro valido aiuto nella prevenzione della carie poichè rende lo smalto più resistente e lo protegge dall’azione demineralizzante degli acidi della placca batterica.

Igiene alimentare

Anche una dieta appropriata rappresenta un importante contributo alla prevenzione delle malattie dei denti. È possibile ridurre la formazione della placca batterica limitando il consumo di dolciumi e di altri cibi ricchi di zuccheri; è poi consigliabile seguire una dieta equilibrata e ricca di frutta e verdura, alimenti contenenti vitamine e minerali essenziali (vitamine C, A e D, calcio, fosforo, potassio, sodio, ferro e magnesio) per la salute dei denti.

Visite periodiche

È importante sottoporsi regolarmente a visite periodiche dal proprio dentista/odontoiatra di fiducia per identificare e poter curare, sin dalle prime fasi, eventuali processi patologici a carico dei denti e delle gengive. Altresì importanti ed opportune sono le sedute d’igiene orale professionale per la rimozione del tartaro che si forma nelle zone dove è più difficile la pulizia domiciliare e maggiore il ristagno di saliva.

La malattia parodontale

La malattia parodontale colpisce in Italia circa il 60% della popolazione. Circa il10% manifesta forme avanzate. Particolarmente colpite sono la fascia di età compresa tra i 35 ed i 44 anni.

La malattia parodontale comprende le gengiviti e le parodontiti, patologie che riconoscono un’eziologia multifattoriale essenzialmente batterica con l’interazione di tre cofattori:

  • suscettibilità dell’ospite
  • fattori ambientali
  • fattori comportamentali.

La placca batterica, pur essendo condizione necessaria, risente del ruolo indispensabile dell’interazione con l’ospite. Numerosi fattori locali e sistemici (es. diabete) influenzano il decorso clinico.

Le gengiviti interessano la gengiva vicina al dente (gengiva marginale) e sono caratterizzate da arrossamento del margine gengivale, edema, sanguinamento sotto stimolo meccanico ed a volte da aumenti di volume. Si tratta di quadri clinici completamente reversibili  se adeguatamente trattati.

Le parodontiti sono un gruppo di patologie che hanno in comune la distruzione del sistema di sostegno del dente. Si manifestano con una perdita di attacco e di osso, formazione di tasche e recessione della gengiva. Sono sempre precedute da gengivite e, quindi, se si previene quest’ultima, è possibile prevenire la ben più grave parodontite.
Il segno caratteristico delle parodontiti è la formazione della tasca parodontale associata a mobilità dentaria.

La distruzione dei tessuti di sostegno dei denti è nella maggior parte dei casi irreversibile. Relativamente alle condizioni parodontali, a 4 anni il 3.56% degli individui presenta tartaro mentre, a 12 anni, i tessuti parodontali appaiono sani nel 47.81% dei casi; la presenza di tartaro si attesta al 28.33% e la presenza di sanguinamento al sondaggio è del 22.46%.

Terapia

Obiettivo principale del dentista di fronte ad un paziente con malattia parodontale è quello di arrestare la progressione della malattia ed evitare o ridurre l’insorgenza di eventuali recidive.

La terapia delle parodontiti deve tener in adeguata considerazione la multifattorialità della malattia e comprendere procedure e trattamenti clinici volti a trattare il problema nella sua complessità.

Il controllo degli agenti causali viene perseguito e raggiunto attraverso il controllo della placca batterica sopragengivale (mediante l’igiene orale domiciliare, l’utilizzo di collutori, gel o paste a base di clorexidina e la detartrasi) e della placca batterica sottogengivale (levigatura radicolare) e con l’eventuale ausilio di farmaci locali o sistemici.

La detartrasi è una metodica di igiene professionale di tipo meccanico volto alla rimozione della placca batterica e dei depositi di tartaro dalle superfici dentali sopragengivali; si esegue con strumenti manuali (scaler o curette) o strumenti meccanici (strumenti sonici o ultrasonici).

La detartrasi deve essere completata con la lucidatura delle superfici strumentate, per mezzo di spazzolini o coppette con pasta pomice. Gli spazi interdentali vengono rifiniti con strisce abrasive. A volte sono necessarie più sedute.

La levigatura radicolare è una metodica di igiene professionale di tipo meccanico utilizzata per rimuovere il tartaro sottogengivale, adeso alla superficie delle radici dei denti e a rendere queste ultime lisce e compatibili con i tessuti parodontali. Può essere fatta a “cielo chiuso”, cioè senza scollamento della gengiva, o a “cielo aperto”, cioè mediante il sollevamento di lembi chirurgici gengivali per migliorare l’accesso e la visibilità del sito da trattare.

La carie e la malattia parodontale possono essere, se non adeguatamente trattate, causa di edentulismo, parziale o totale ovvero della perdita parziale o totale dei denti.

In merito all’edentulismo, pur non avendo dati relativi al territorio nazionale, a seguito di un indagine effettuata nell’area milanese è emerso che il 42,3% di un campione di individui anziani, ospedalizzati e non, presenta edentulismo, con un numero medio di denti permanenti per persona di 3,95 negli ospedalizzati e di 10.02 nei pazienti non ospedalizzati.

L’edentulismo ovvero, in termini tecnici, la mancanza di denti. Nello specifico questo fenomeno si distingue in edentulia  parziale o totale a seconda che manchino tutti i denti o alcuni di essi

Terapia

Il trattamento dell’edentulismo prevede, a seconda del numero di elementi dentari mancanti, l’utilizzo di protesi mobili o fisse e, a volte, la combinazione delle due.

Tra le prime vanno annoverate le protesi scheletrate che, preparate sull’impronta presa al paziente, servono a ripristinare la masticazione di zone edentule tramite strutture in metallo che supportano denti in resina.

Per la loro stabilità viene sfruttata la perfetta aderenza alle zone gengivali prive di denti (selle edentule) e la presenza di ganci oppure di attacchi di precisione. Per un loro corretto funzionamento vanno riadattate (“ribasate”) periodicamente e deterse dopo ogni pasto principale.

Un’altra metodica di risoluzione dell’edentulia è quella che prevede l’utilizzo di protesi fissa. Gli elementi dentari precedenti e seguenti la zona edentula vengono ridotti di volume (“preparati”) dal dentista e “foderati” con strutture in metallo-resina/ceramica costruite in laboratorio dall’odontotecnico. Gli elementi dentari preparati rappresentano i pilastri del “ponte” che vanno a sostituire gli elementi dentari mancanti.
La preparazione dei denti pilastro si rivela particolarmente destruente se si è in presenza di denti sani privi di carie. Di conseguenza, a volte, i denti devono essere devitalizzati dopo la preparazione. Altro problema, in caso di preparazione dei denti, consiste nella possibilità di insorgenza di recessioni gengivali con conseguenti risultati estetici sicuramente poco soddisfacenti.

Un altro sistema utilizzato per la risoluzione dell’edentulia è quello che prevede il posizionamento di impianti dentari, a supporto di corone protesiche.

Gli impianti costituiscono le radici dentarie artificiali, sono fatti di materiale biocompatibile (titanio) e vengono impiantati nell’osso mascellare o mandibolare al quale si legano intimamente attraverso un processo noto come osteointegrazione Hanno forma varia, cilindrica o conica a vite, sono di lunghezza e diametro variabile. 

L’intervento di inserimento dell’impianto è preceduto da un’accurata pianificazione (valutazione delle condizioni generali e locali dell’individuo, misurazione radiografica dell’osso disponibile, valutazione della posizione ideale di inserzione) e viene fatto, nella stragrande maggioranza dei casi, in anestesia locale.

A seconda delle tecniche operative, solitamente la gengiva della zona edentula viene delicatamente aperta tramite un’incisione. Con una serie di frese calibrate si prepara il letto ricevente l’impianto all’interno dell’osso. L’impianto ritenuto adatto viene inserito nel sito e la gengiva viene quindi richiusa con suture che andranno rimosse dopo 8-10 giorni.

Dopo una fase di guarigione, normalmente di 3-4 mesi, l’osteointegrazione dell’impianto è completa; si procede, quindi, alla scopertura della testa dell’impianto e, dopo qualche settimana, viene presa l’impronta della posizione dell’impianto con la quale l’odontotecnico sarà facilitato nella costruzione delle varie componenti protesiche sovra-implantari (perno-moncone e capsula singola e/o ponte).

Gli impianti possono anche fare da ancoraggio per protesi mobili. I limiti anatomici che riducono l’utilizzo degli impianti vengono ampiamente superati con tecniche di rigenerazione ossea tramite innesti prelevati in altri siti donatori, con metodiche di rialzo del seno mascellare o con tecniche di trasposizione di tronchi nervosi.

Metti “mi piace” alla nostra pagina Facebook! –  Cristina Adriana Botis / Redazione

Perugia, Comotto sul futuro di Alvini: «Sono sicuro che rimarrà con noi»

PERUGIA COMOTTO ALVINI – Intervenuti a Grifo Stadium, trasmissione interamente dedicata al Perugia Calcio in onda il lunedì su Tef Channel, il Direttore generale del Perugia Gianluca Comotto ed il difensore Aleandro rosi

COMOTTO

Il Direttore di Tef Channel Giulio Nardi raccoglie dagli studi la fiducia rinnovata a Massimiliano Alvini dallo stesso dg del Perugia Gianluca Comotto a margine della serata dedicata Premio Nestore al teatro Concordia di  Marsciano.  «Sono sicuro che rimarrà con noi – ha detto a Tef channel il Direttore generale biancorosso intervistato da Alessio Romanelli – noi abbiamo bisogno di Alvini e lui ha bisogno del Perugia. Da entusiasta dico che Alvini resterà ancora con noi perché è un allenatore bravo che stimiamo. E’ bello lavorare insieme. C’è sintonia a 360 gradi con il Direttore Sportivo e con il Presidente. Quindi non vedo difficoltà, semmai il nostro presidente è rimasto scottato in annate precedenti dove sembrava tutto a posto e poi subentrava qualcosa. L’entusiasmo di Alvini di inizio anno di venire a Perugia si è sempre più concretizzando anche nel corso dell’intera stagione. Per quanto riguarda il prossimo anno, anche se faccio fatica a parlarne perché c’è ancora un obiettivo da giocarci con 7 partite in ballo, aggiungeremo giocatori funzionali ad una base che assolutamente c’è”. 

Aleandro Rosi resterebbe a vita a Perugia con un allenatore che sta stupendo tutti trasmettendo tanta voglia di crescita.

Carmine D’Argenio, Autore a VIVICENTRO

Sanzionato guidatore in serio stato di ebbrezza: ritirata la patente, sequestrato il veicolo e denunciato

Percorreva la A 18 Catania – Messina in maniera irregolare, andando a zigzag e mettendo a rischio tutta l’utenza stradale. Così, grazie ad una comunicazione pervenuta dal Centro Operativo Compartimentale di Catania nonché alcune segnalazioni di utenti in transito sulla stessa A 18, una pattuglia della Sottosezione Polizia Stradale di Giardini Naxos (ME) è riuscita a rintracciare l’auto ed il conducente poco “attento” nella guida. Sanzionato e deferito il guidatore.

IL FATTO

È accaduto nella mattinata di ieri. Ricerche lungo la tratta stradale per circa un’ora fino al fermo del veicolo che, per motivi di sicurezza, è stato accompagnato fuori dalla sede stradale. Appena sceso dal veicolo, il conducente a stento riusciva a tenere gli occhi aperti, emanava un forte alito vinoso, manifestava un eloquio incerto e biascicato, con un equilibrio precario ed evidenti problemi di coordinazione motoria.

Adottando tutte le procedure previste dalla Legge e, nel rispetto delle normative anti-Covid, veniva richiesto all’utente di sottoporsi alle prove etilometriche dell’alcotest, riscontrando in due momenti diversi un tasso alcolemico di 2,32 g/l e di 2,62 g/l. La guida in stato di ebbrezza prevede, in particolare, tre fasce di assunzione di alcool per le quali sono inficiate le capacità di guida; tali fasce sono 0,5 – 0,8; 0,8 – 1,5; superiore a 1,5 grammi per litro. Tolleranza zero, invece, per i conducenti di età inferiore a ventuno anni, per i neo-patentati e per chi esercita professionalmente l’attività di trasporto di persone o di cose.

Nel caso di specie, che visto coinvolto l’incauto conducente, i limiti erano notevolmente superati. Per la guida tenuta e, secondo le previsioni di legge, al guidatore qualche bicchiere “di troppo” è costata la patente, ritirata per la successiva sospensione, e l’auto, sequestrata per la successiva confisca, oltre ad essere stato deferito all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza.

NOTA

È stato così sanzionato un comportamento che avrebbe potuto trasformare in dramma la giornata autostradale. Quanto accaduto serve a mantenere elevata l’attenzione verso un fenomeno che non è solo legato, come ovvio, alla sicurezza sulle strade, ma che riveste anche carattere “sociale”. L’assunzione di alcolici e di droghe è, come emerge da tutte le analisi statistiche degli ultimi anni, sempre tra le prime cause di morte sulle nostre strade. Il consiglio della Polizia Stradale è di non mettersi mai alla guida se sono state assunte sostanze alcoliche o sostanze stupefacenti di qualsivoglia genere, ma anche in tutti quei casi in cui il nostro corpo accusa stanchezza, perché la sicurezza sulle strade è sicurezza della vita.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

Il procuratore antimafia Federico Cafiero De Raho e il rapporto dei clan sulla guerra

Le mani dei clan sulla guerra mettono in allerta le organizzazioni che combattono la criminalità organizzata, cosi Federico Cafiero De Raho, procuratore antimafia, lancia il suo monito.

Laddove c’è una crepa, un debolezza del sangue, la criminalità organizzata si è sempre lanciata per accrescere il proprio patrimonio. Ora il business è in Ucraina.

“Le mafie sfrutteranno le difficoltà del mercato e lo stesso andamento della guerra, per acquisire vantaggi, da un lato sui prodotti, dall’altro sulle armi”. Così il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho.

“Pensiamo ai prezzi e ai prodotti che possono essere più facilmente trovati o sottratti al mercato per sviluppare la massima speculazione oppure alla possibilità di acquisire armi attraverso percorsi paralleli illegali – ha aggiunto de Raho -.

La guerra in Ucraina determinerà profili di operatività della criminalità organizzata, che di certo non dovrà rispettare i canali bancari per le proprie liquidità”.

Insomma una scenario perfetto per le mafie e per far accrescere il loro patrimonio. Inoltre Cafiero de Raho ha ricordato come l’ndragheta si infiltrò e ne approfittò per accrescere i propri affari dopo il crollo del muro di Berlino

“Ogni volta che c’è un’emergenza le mafie tentano di sfruttare i canali in cui potersi infiltrare e trarne profitti, un meccanismo di vantaggio per le mafie che si è replicato e che nella storia giudiziaria è stato ripetutamente rilevato.

Basti pensare già all’intercettazione che fu rilevata subito dopo un evento come la caduta del muro di Berlino, quando tra mafiosi uno diceva all’altro: ‘vai a comprare tutto quello che puoi'”.

Secondo le stime di alcune agenzie di comunicazione di fatturati di guerra nel territorio ucraino nei prossimi 5 anni camorra e ndrangheta saranno tra le organizzazioni criminali che guadagneranno di più anche attraverso investimenti legali e al business dell’energia.

Da fonti certe si evidenzia come alcune delle cosche che fanno riferimento alle 2 macro organizzazioni campana e calabrese siano presenti e radicate ormai da anni nei territori ucraini. Uno dei business nei quali si infiltreranno sarà sicuramente quella della ricostruzione post bellica che frutterà miliardi di euro.

Un film visto e rivisto. Aveva ragione Gramsci “La storia insegna ma non ha alunni”.

Michele de Feo  – Redazione Campania

Arrestati tre corrieri di droga provenienti dalla Calabria e sequestrati oltre 1,5 kg di cocaina

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, in due distinte operazioni eseguite con l’ausilio delle unità cinofile, hanno sequestrato oltre 1.500 grammi di cocaina in transito dagli imbarchi di Messina e tratto in arresto 3 soggetti ritenuti responsabili dell’illecito traffico di narcotico.

In particolare, nella prima operazione, grazie al fiuto del cane antidroga Dandy, altamente specializzato in operazioni della specie, durante il controllo di una autovettura appena sbarcata dalla costa calabra, le Fiamme Gialle del Gruppo di Messina hanno rinvenuto un panetto contenente mezzo chilo di cocaina, trasportato all’interno della borsa di una giovane donna che accompagnava il marito, alla guida del veicolo.

Sulla base delle risultanze investigative, che dovranno comunque trovare conferma in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, entrambi gli indagati sono stati tratti in arresto, in flagranza di reato, per traffico di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato sottoposto a custodia cautelare in carcere, mentre la donna è stata posta agli arresti domiciliari.

Nell’ambito della medesima intensificazione dei controlli alla Rada S. Francesco, qualche giorno dopo, sempre i Finanzieri del Gruppo peloritano fermavano un’altra donna, alla guida della sua auto, e su segnalazione delle unità cinofile Ghimly e Dia, due giovani pastori tedeschi, rinvenivano un panetto da oltre un chilo di cocaina, occultato nel vano motore dell’autovettura. Le successive attività di perquisizione presso l’abitazione dell’indagata, domiciliata nella fascia tirrenica della provincia, consentivano di rinvenire ulteriori 40 grammi di sostanza stupefacente e 4.300 euro in contanti, sottoposti a sequestro perché ritenuti provento dell’attività illecita.

Anche in questo caso, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi gradi di giudizio e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, la donna è stata tratta in arresto ed associata alla locale Casa Circondariale, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Il complessivo quantitativo di droga sottoposto a sequestro, opportunamente miscelato con altre sostanze da taglio, avrebbe potuto fruttare, sulle piazze di spaccio della provincia, oltre 250 mila euro.

NOTA

Le odierne attività confermano l’impegno nel particolare comparto e testimoniano la rilevanza attribuita alla tematica dalle Fiamme Gialle peloritane e dall’Autorità Giudiziaria di Messina: l’attenzione è altissima rispetto a tale fenomeno criminale, sintomatico, peraltro, dell’esistenza di agguerrite e strutturate organizzazioni criminali, in grado di gestire così rilevanti quantitativi di droga.

Un fenomeno, altresì, di grave impatto sociale che costituisce, come ormai documentato da numerose operazioni di polizia, una delle primarie fonti di finanziamento della locale criminalità organizzata, così confermando la centralità del comprensorio messinese quale porta d’ingresso dello stupefacente in Sicilia, nonché punto strategico per il transito ed il traffico di ingenti quantità di narcotico.

Adduso Sebastiano

 

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

Il comune di Castellammare ha saldato evasori e aziende in odore di camorra

Tra il 2018 e il 2021 il comune della città delle acque ha saldato, ottemperando agli obblighi di controllo, aziende che erano in odore di camorra e che avevano conti in sospeso con il fisco.

L’episodio che subito salta agli occhi dei commissari prefettizi è quello relativo al saldo avvenuto nel 2020 all’azienda dei Cesarano che si occupava e garantiva i servizi cimiteriali. Nel 2019 l’azienda era stata raggiunta e poi fermata da un’interdettiva anti mafia della prefettura di Napoli. Cosi senza aspettare nessun esito di ricorsi da parte dell’azienda nel 2020 il comune ha saldato fatture relative al 2019. Secondo la relazione della commissione d’accesso il comune avrebbe dovuto quantomeno aspettare il termine e l’esito della vicenda e quindi sospendere il pagamento di una ditta in odore di camorra.

Ma non è l’unico pagamento contestato dalla commissione d’accesso. L’azienda Allestilux dell’imprenditore Alfonso Castellano e dei volontari del ROSS (Reparto operativo soccorso stabia) hanno conti in sospeso con il fisco per centinaia di migliaia di euro. Nonostante ciò hanno continuato ad incassare dal comune denaro per i servizi resi.

Il mancato controllo su queste pendenze delle ditte appaltatrici, avrebbero prodotto pagamenti irregolari che sono finiti sul banco della corte dei conti che dovrà valutare gli eventuali danni erariali causati dai funzionari comunali.

Ora è compito dei commissari prefettizi quello di ristabilire la normalità e di resettare una macchina comunale allergica alla legalità e che ha sperperato il denaro dei contribuenti stabiesi.

Michele de Feo  – Redazione Campania

Ospina verso l’addio. Il Napoli ha individuato il sostituto

Il prossimo calciomercato estivo si preannuncia ricco di addii in casa Napoli: dopo quello già annunciato di Insigne, anche Ospina, Mertens, Malcuit e Ghoulam potrebbero non rinnovare il proprio contratto e lasciare il club a parametro zero.

Per il direttore sportivo Cristiano Giuntoli sarà una estate di fuoco poiché dovrà sopperire a queste partenze con diversi acquisti.

La società azzurra è convinta di puntare su Alex Meret per la prossima stagione. Di conseguenza il portiere Colombiano potrebbe essere sacrificato.

Ma se Ospina lascerà il club, Giuntoli dovrà trovare un nuovo secondo portiere da affiancare a Meret.

Secondo quanto riporta LA NAZIONE, uno dei nomi sulla lista del direttore sportivo azzurro è quello di Bartolomiej Dragowski, al momento secondo portiere della Fiorentina.

L’estremo difensore Polacco ha perso in questa stagione il posto da titolare nella Fiorentina.

I miglioramenti tecnici di Terraciano hanno fatto sedere in panchina Dragowski e la Fiorentina sarebbe disposta a cedere il Polacco già nella prossima sessione di mercato.

Il contratto del portiere Polacco scade nel 2023 e per non perderlo a zero, la Fiorentina dovrà venderlo nell’immediato.

Napoli e Borussia Dortmund interessati al portiere della Fiorentina:

Purtroppo non solo il Napoli è interessato a Dragowski ma il numero 69 viola è seguito anche dal Borussia Dortmund che come il Napoli sta cercando un nuovo secondo portiere da affiancare a Kobel (al momento portiere titolare del Dortmund) nella prossima stagione.

Se Napoli e Dortmund decideranno di puntare su di lui nella stagione 22/23, dovranno offrire minimo 11 milioni di euro per assicurarsi il Polacco.

Il Napoli è molto interessato al giocatore in questione e ad oggi sembra che la squadra Campana sia in vantaggio rispetto al club Tedesco.

De Laurentis ad oggi è molto concentrato sul campionato del Napoli e di acquisti se ne riparlerà direttamente questa estate quando il campionato sarà finito.

A cura di Simone Improta

Marcia a Napoli contro le mafie, lo stendardo del comune stabiese in prima fila

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Ieri si è svolta a Napoli, come ogni anno, la marcia di commemorazione per la giornata del ricordo e della memoria delle vittime innocenti delle mafie, in prima fila presente lo stendardo del comune stabiese e i probabili candidati sindaco Diego Belliazzi e Luigi Vicinanza.

La giornata è stata molto sentita in Campania anche per i recenti fatti di cronaca che hanno colpito il comune stabiese, tanto è vero che lo stendardo del comune ha sfilato in prima fila. Migliaia di giovani e studenti hanno partecipato, numerose le associazioni che hanno aderito. In particolare l’associazione Libera che da anni ormai collabora attivamente nella lotta contro la criminalità organizzata.

Da segnalare inoltre la presenze del Pd Stabiese nella persone di Peppe Giordano, segretario cittadino, e di Andrea Buonocore, coordinatore dei Gd, e dei 2 aspiranti candidati sindaco Diego Belliazzi e Luigi Vicinanza.

Lo scacchiere politico sembra orami delinearsi: dopo il fallimento del centrodestra è probabile che un centrosinistra forte e ben organizzato possa riprendersi la poltrona di palazzo Farnese. È apprezzabile la presenza e la solidarietà di esponenti politici a tali ricorrenze, ma la solidarietà senza provvedimenti concreti rimane fine a se stessa. Data la crisi dei partiti che ormai dura da quasi 30 anni e l’incapacità di creare proposte politiche serie, ci si aspetta il solito carro di liste per assicurarsi quanti più voti e seggi possibili. E anche in questa debolezza della politica che la camorra anche sotto gli occhi di politici onesti riesce ad infiltrarsi nella cosa pubblica: come può un partito, un candidato sindaco o un collegio di garanzia interno controllare l idoneità di oltre 200 250 candidati a consigliere comunale?

La speranza è anche nel lavoro dei commissari prefettizi, ma non basta. Occorre scoprire la verità e stanare gli insospettabili perché come è stato detto da un senatore dell’anti mafia ”Se un consigliere comunale, un assessore o un sindaco ha intrattenuto rapporti con la camorra, va allontanato”.

Michele de Feo  – Redazione Campania

Riso basmati al vapore con curcuma e verdure: ottimo per diete e celiaci

Il riso basmati al vapore con curcuma e verdure è un primo saporito e buono per la salute, che puoi consumare anche se sei a dieta o sei celiaco.
La curcuma conferisce al piatto una nota speziata inconfondibile, oltre a donare moltissime proprietà benefiche come quelle per prevenire tumori allo stomaco unite a quelle per disintossicare il fegato ed antinfiammatorie.

 Riso basmati al vapore con curcuma e verdure: ottimo primo per diete e celiaci

Un primo leggero e gustoso, ideale per diete e celiaci, il riso basmati al vapore con curcuma e verdure è una scelta salutare e deliziosa.

Scopri il piacere di un primo piatto leggero e nutriente con il nostro riso basmati al vapore, arricchito con gli aromi della curcuma e l’aggiunta di verdure fresche. Ideale per chi segue una dieta o ha esigenze alimentari specifiche come la celiachia. Buono per la salute e pieno di sapore, è una prelibatezza da gustare senza sensi di colpa.

INGREDIENTI (per due)

  • 160 g riso basmati
  • 1 carota piccola (sui 60 g)
  • 60 g di sedano coste
  • Cipolla q.b.
  • 60 g di cavolo verza
  • 50 g di funghi champignon
  • 1 cucchiaio di curcuma per condire il riso cotto
  • 1 cucchiaino di curcuma per aromatizzare l’acqua di cottura
  • 1 cucchiaio olio extravergine di oliva
  • Pepe q.b.
  • sale aromatizzato q.b.

NOTA: se non siete in possesso di una vaporiera potete usare una pentola o padella di quelle con il coperchio di vetro che chiude bene ed un “cestino” di quelli bucherellati e magari pieghevoli fatti apposta per la cottura a vapore (spesa di pochi euro, circa 6) nel quale porre gli alimenti da cucinare.

PREPARAZIONE

La cottura andrà fatta in due tempi, uno per il riso ed uno per le verdure (non importa quale si fa prima nel caso che non si vogliano utilizzare due fornelli) e, per entrambe, necessiteranno un 20’ (e per questo potrebbero essere fatte anche in parallelo su due fornelli)

Iniziamo con lo sciacquare il riso e lasciarlo in ammollo nell’acqua pulita per un 30 minuti. Quindi sciacquarlo nuovamente.

Mentre il riso sarà in ammollo passiamo a preparare le verdure pelando bene la carota e lavandola poi con le altre verdure che andrete ad utilizzare. Tagliate poi il tutto in pezzi non troppo piccoli ed aggiungete il sale aromatizzato ( in alternativa: un ciuffo di salvia e rosmarino tritati con uno spicchio di aglio). Mischiate tutti gli ingredienti e lasciateli riposare per una ventina di minuti.

COTTURA

A questo punto potrete cominciare a preparare la vaporiera (o, in sostituzione, quello che avrete) ponendoci un dito d’acqua che magari aromatizzerete con un cucchiaino di curcuma e un pizzico di pepe nero e mettere in cottura il riso basmati lasciandolo cuocere al vapore per una decina di minuti. Sgranarlo e, all’occorrenza, aggiungere dell’acqua tiepida, proseguire e terminare la cottura coprendo. Per i tempi di cottura regolatevi in base a quelli riportati sulla confezione del riso.

Nell’altra vaporiera, o dopo la cottura del riso, passiamo a cuocere le verdure.

Per questa cottura basteranno circa una decina di minuti. Controllate comunque a vista che il loro colore rimanga brillante e vivace.

Ultimate le cotture passate alla composizione ma, ancor prima, ad aromatizzare ancor più il riso con il cucchiaio di curcuma che avrete preparato a parte (questa fase, successivamente e se non di gradimento, potrete anche saltarla), versatelo nel riso e mischiate per bene e questo è tutto.

Ora non vi resta che comporre il piatto di portata porzionando il riso adagiandoci intorno una parte del mix di verdure.

A piacere (se non a dieta), condire con un filo di olio extravergine di oliva e buon appetito

 

Ciambelle al formaggio: antipasti – Gogosi cu telemea: aperitiv

Le ciambelle al formaggio (Gogosi cu talamea), oltre ad essere un buon antipasto, possono essere consumate anche a colazione o usate per un aperitivo tra amici. Sono facili da preparare e sono gustosi e nutrienti.

Ciambelle al formaggio: ricetta per antipasti

Ingrediente per 30/40 ciambelle

– 500 g di farina

– metà cubetto di lievito di birra oppure 50 g di lievito madre

– mezza tazza di latte caldo

– mezzo bicchiere di olio d’oliva (8 cucchiai)

– una tazza di acqua tiepida (circa 200 ml)

– un pizzico di sale

Ingrediente di riempimento:

– 100-150 g di “telemea *

– 250 g di ricotta (o urda *)

– 1 tuorlo d’uovo

Olio per friggere

Preparazione:

Sciogliere il lievito in acqua tiepida.

In una terrina setacciate la farina e al centro mettete l’acqua con il lievito sciolto, l’olio, il latte e il sale.

Impastare la pasta; deve essere morbido e non aderire alle mani.

Lascia riposare per mezz’ora.

Schiacciare il formaggio e la ricotta e mescolare con il tuorlo d’uovo.

Formare delle palline delle dimensioni di una pallina da ping pong, spingere un po’ di formaggio con il dito e rimettere insieme la pallina.

Quando si frigge, utilizzare una padella di diametro sempre più piccolo in modo che le ciambelle siano ricoperte d’olio.

Quando saranno dorate, toglile e mettile su tovaglioli assorbenti.

Sono molto gustosi quando sono caldi, ma sono buoni anche freddi.

Gogosi cu telemea: rețetă de aperitiv

Ingredient pentru 30/40 gogosi

– 500 g faina

– 2 lingurite de drojdie uscata

– o jumatate de cana de lapte caldut

– o jumatate de cana de ulei de masline (8 linguri)

– o cana de apa calduta (200 ml)

– un praf de sare

Ingrediente umplutura:

– 100-150 g branza telemea

– 250 g branza ricotta (si urda)

– 1 galbenus de ou

Ulei pentru prajit

Preparare:

Dizolvati drojdia in apa calduta.

Intr-un castron cerneti faina si in mijloc puneti apa cu drojdia dizolvata, uleiul de masline, laptele si sarea.

Framantati aluatul; trebuie sa fie moale si sa nu se lipeasca de maini.

Lasati-l sa se odihneasca o jumatate de ora.

Zdrobiti branza si ricotta si amestecati cu galbenusul de ou.

Formati bile de marimea unei mingi de tenis de masa, impingeti cu degetul putina branza si refaceti bila la loc.

Folositi la prajire o tigaie mai mica in diametru si mai inalta, pentru ca gogosile sa fie acoperite de ulei.

Cand sunt rumenite le scoateti pe servetele absorbante.

Sunt foarte gustoase cand sunt fierbinti, dar la fel de bune sunt si reci.

Metti “mi piace” alla nostra pagina Facebook! – Cristina Adriana Botis / Redazione