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Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia: Regina delle acque e non solo, se si volesse!

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<strong>Il 5 Maggio, anche a Castellammare, si è celebrata la giornata della Terra, dell’Ambiente. E questo ha inteso far sentire subito la sua voce.

Breve premessa.

Castellammare di Stabia è una cittadina affacciata sul golfo di Napoli del quale è una delle perle e che, solo volendo, con uno sforzo di volontà e serietà congiunta, cittadini-amministrazione, tra le tante potrebbe essere la più preziosa visti i tanti doni che la natura ha inteso darle: mare, collina, monti ed acque.

Acque in abbondanza di ogni tipo per un totale di ben 16:

Acque solforose

  • Acqua Muraglione
  • Acqua Solfurea
  • Acqua Solfurea Carbonica
  • Acqua Solfurea Ferrata
  • Acqua Stabia

Acque bicarbonato calciche

  • Acqua Acidula
  • Acqua Ferrata
  • Acqua Magnesica
  • Acqua Media
  • Acqua Pozzillo
  • Acqua San Vincenzo

Acque medio minerali

  • Acqua Acetosella
  • Acqua della Madonna
  • Acqua San Giacomo
  • Acqua Rossa
  • Acqua Ferrata
Questa la locazione, questo è il quanto madre natura ha voluto donare alla nostra città e agli stabiesi.

Un Paradiso in terra ed un’immensa ricchezza che non necessitava d’altro che di essere ben gestita e ben amministrata ma, purtroppo, quel “non necessitava d’altro” si è rilevata essere, in loco, merce ormai non disponibile per cui, anche se altrove, tanto per fare un esempio, con UNA SOLA SEMPLICE ACQUA sono prosperate Città, e cittadini, qui le fonti sono state scambiate come mammelle della classica mucca da mungere senza pensare che anche una mucca va non solo munta, ma anche BEN accudita.

Castellammare, combi

E così è successo per:

  1. i cantieri navali (già Regio Arsenale) che sono la più antica fabbrica di navi intesa in senso moderno. Venne realizzata e inaugurata al tempo dei Borbone di Napoli poi sovrani del Regno delle Due Sicilie;
  2. la Corderia (anch’essa fondata da re Ferdinando IV di Napoli nel 1796, è la corderia italiana di più lunga tradizione ancora in attività);
  3. la ferrovia risalente, sa va san dire,  al Re del Regno delle Due Sicilie, Ferdinando II di Borbone e fa parte della Prima Ferrovia in Italia. Inaugurata il 2 agosto 1842, uccisa del tutto nel 2010;

 ecc ecc ecc stendendo un velo pietoso:

  1. sul suo magnifico lungomare,
  2. sulla sua spiaggia,
  3. sulla magnificenza della sua collina con, ad esempio, quella che è nota come la Reggia di Quisisana,
  4. sui monti Lattari che la incorniciano con, in particolare, Monte Faito (1.131 mt) che guarda occhi negli occhi il simbolo di Napoli e del suo golfo, il Vesuvio (1.232 mt) ed

ancora una volta ecc ecc ecc.

Castellammare, Reperti di Stabiae

Confidando che anche i veli non siano esauriti, un altro, ma bello grosso, va di diritto a coprire le nefandezze commesse con/per gli Scavi dell’Antica Stabiae che, tra l’altro, ne testimonia e certifica la sua naturale vocazione ad essere luogo ameno di villeggiatura sin dall’antica Roma e, anch’essa sepolta con Pompei (città praticamente attigua alla stessa), Oplontis e Ercolano, all’epoca dell’eruzione del Vesuvio del 24 Ottobre 79 d.c.

Destino di “sepoltura” che perdura ancora oggi se consideriamo che, tanto per citarne una, durante gli Scavi per realizzare, guarda caso, un bel grande parcheggio in Piazza Unità d’Italia ma più nota, almeno a quelli della mia età, come Piazza Orologio (dall’antica torre inaugurata il 18 settembre 1871), vennero fuori muri di epoca romana di epoca augustea e potrebbe trattarsi di un’abitazione o di un complesso termale, così come si evince dalla tecnica edilizia del paramento murario. ( https://vivicentro.it/ultime-notizie/castellammare-dal-suolo-a-piazza-unita-ditalia-spuntano-muri-di-eta-romana/  – https://vivicentro.it/ultime-notizie/castellammare-tavolo-tecnico-soprintendenza-comune-per-il-futuro-dei-lavori-in-piazza-unita-ditalia/) e la soluzione quale fu? Sotterrare tutto e non se ne parli più. Come si dice?: occhio non vede, cuore non dole.

Castellammare, Piazza Orologio o Piazza Unità d'Italia

Magari è vero, forse è così, ma di sicuro è vero che, per il cumulo di ricchezze sperperate, quello della Città di Castellammare magari non dolerà, ma di sicuro sanguina, e lo fa da decenni, lustri, e continua a farlo per cui ormai è quasi esangue eppure potrebbe essere ancora salvata.

Come?

Non sta certo a me fornire una soluzione, ma una libera valutazione della situazione e un raffronto derivante da altrui (ed altrove) esperienze credo di poterlo fare, e quindi mi spingo ed accingo a farlo convinto di non dire ne astruserie, men che meno corbellerie ma pure, semplici e naturali sistemi di vita e di corretta amministrazione di un bene, tanto più perché comune e non personale.

Partiamo quindi dalla testa visto che, come si sa, il pesce, quando comincia a puzzare, lo fa a partire da questa.

E la testa, in una società, in una Città, cos’è se non l’amministrazione? Ecco che quindi si può affermare che, per essa, dovrebbero essere assunte (votate) unicamente persone veramente capaci e dotate non solo di cultura generica, ma anche, ed ancor più, di cultura politica ed amministrativa congiunte e collocate su un canovaccio non solo pulito, ma asettico e trasparente, tramite l’unico collante che può esserci per certe funzioni: indiscutibile serietà e preparazione personale senza alcun “ma”.

Il tutto, tanto per ben vedere, capire, scegliere, controllare, dovrebbe essere posto ben in vista in una solida teca a prova di ogni tentazione e ben direzionata affinché mantenga il tutto indirizzato in un’unica direzione: l’interesse pubblico della Città senza alcuna devianza con “se” o “ma” di qualsiasi genere. PUNTO!

Poi, ma forse anche prima, vengono i Cittadini e cioè quelli che queste persone scelgono ed eleggono affidando loro la gestione di quella che magari, per alcuni, è la loro unica ricchezza: il bene comune della Città affinché sia non solo ben accudito ma anche fatto ben fruttare nell’interesse di tutti.

Una Città ben gestita che sappia far ben fruttare le sue ricchezze naturali (e non) è, di riflesso, una ricchezza per tutti eppure, forse, questo è il concetto meno percepito dagli stabiesi.

Qual’è?

Semplice: è il concetto di essere loro, e solo loro i “padroni” della Città e che, con le elezioni, non fanno altro che dar seguito a quello che può essere paragonato ad un colloquio d’assunzione con corretto esame dei curricula (alias, in questo caso, campagna per le elezioni) al termine dei quali scegliere veramente i migliori, quelli cioè più affidabili e qualificati per gestire, con correttezza e competenza, il tutto.

Fatta questa premessa che pensavo potesse essere breve, vediamo ora di arrivare a tirare le somme del tutto e, francamente, comunque la rigiri, mi viene fuori una somma algebrica, cioè con segno negativo.

Una riprova?

Vediamo di analizzare la giornata del 5 giugno u.s., giornata più solita delle altre visto che, per la ricorrenza della Giornata Mondiale della Terra, è stata abbondantemente condita dell’unica ricchezza rimasta alla nostra martoriata, e trascurata, Città: le chiacchiere.

Chiacchiere, badate bene, che abbondano a partire dalla testa ma che arrivano fino alla coda ed in effetti è cosa più che naturale visto che “la testa” viene insignita tale dal resto del corpo, coda inclusa, che giocoforza tende a scegliere tra i suoi simili. Simili quindi, non superiori, non più in gamba, ed allora ecco il dilagare del bla bla bla e del personalismo spinto anche oltre il lecito, comunque anche contro ogni personale interesse.

E veniamo alle chiacchiere.

Di queste troverete nota nell’articolo che abbiamo pubblicato ieri mattina (https://vivicentro.it/ultime-notizie/il-programma-di-cimmino-per-risolvere-le-problematiche-ambientali/) dove troverete quelle che, ad ora, possono benissimo essere etichettate come tante altre: chiacchiere e/o promesse al vento, o poco più, spesso anche meno.

Cassarmonica a Castellammare di Stabia

Di quelle di ieri si potrà aver contezza di reali intenti, o meno, solo con il tempo ma intanto possiamo sin da subito dare un’occhiata all’attuale situazione frutto di anni, decenni, lustri di – quantomeno – mal governo in ogni campo e quindi, tanto per restare nel tema di ieri, l’Ambiente, non possiamo non annotare che, a poche ore dall’aver sparse tante parole e tanti buoni propositi, ecco che la realtà si fa carico di mostrare subito la corda delle chiacchiere e lo fa utilizzando un’altra delle cose preziose di Castellammare, e oltretutto tra i simboli della stessa: la Cassa Armonica, opera di Eugenio Cosenza, considerata tra le più belle al mondo.

L’opera fu consegnata alla Città il 28 aprile del 1900 ed ancora il 4 Agosto 1011 dopo la sua ricostruzione resa necessaria a seguito di una libecciata.

In seguito poi, alla fine degli anni ‘80, a seguito di gravi dissesti statici e a qualche devastazione vandalica, si sono resi necessari dei lavori di restauro che, nel 1987,  la riportarono all’antico splendore.

E quella è l’ultima data in cui la Cassa Armonica di Castellammare di Stabia, uno fra i pochissimi podi bandistici d’Italia e tra essi il più grandioso e di notevole interesse artistico in stile ispano-moresco, ha avuto vita.

A quel periodo ormai lontano nel tempo e nella memoria è succeduto un lunghissimo periodo di lassismo da una parte, inciviltà dall’altra (ecco che il pesce si ricompone dalla testa alla coda), che perdura ancora ora tanto che, come scrivevo, ieri sera, nella giornata in cui si celebrava la Terra, l’Ambiente con le dovute forme verbali, questa si ribellava e cominciava a far perdere pezzi alla Cassa Armonica creando così anche pericolo per i cittadini che, a quel punto, unitamente agli amministratori, non hanno potuto continuare a far finta che tutto andasse bene o, peggio, che non esistesse affatto e quindi ecco che sono dovuti intervenire i pompieri per spogliarla dei pezzi pericolosi e poi lasciarla al suo triste destino in attesa di un prossimo intervento, d’emergenza ovviamente.

E questa è una responsabilità dell’Amministrazione ma anche dei cittadini che, per questa come per tante altre situazioni, hanno peccato di ignavia facendo finta di nulla (peggio ancora, magari, rassegnati).

Chiuso questo passaggio veniamo ad un altro non meno emblematico e, questa volta, con responsabilità maggiore di quella parte del pesce a partire dal dopo testa, i cittadini insomma.

L’incuria per il territorio ed anzi, l’operare per distruggerlo, magari con qualche “bel” incendio.

13 Fiamme

E questo è quanto, guarda caso, si è avuto nella serata/notte tra i 5 ed il 6 maggio quando, emeriti imbecilli e delinquenti, hanno acceso focolai di incendi sul Monte Faito nel versante di Vico Equense.

Anche qui sono accorsi i Vigili del fuoco da entrambi i fronti (Castellammare e Vico) a dar man forte a dei volontari che, per fortuna, si erano subito attivati.

E questo è.

Questa è la realtà che urge cambiare con un’amministrazione sempre più attenta e puntuale del territorio e delle sue ricchezze ma anche con una presa di coscienza della cittadinanza tutta, magari supportata, sollecitata, da leggi ad hoc (e coscienza civica) chiare ma, soprattutto, realmente poste in essere e fatte rispettare, pene concrete incluse.

Castellammare di Stabia: Regina delle acque e non solo, se si volesse! / Stanislao Barretta / Redazione Campania


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