Fermato presunto scafista dei 186 migranti (e 10 morti) soccorsi in acque internazionali

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Messina hanno fermato un 23enne gambiano quale indiziato dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte

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Nelle prime ore del 20 novembre 2021, personale della Squadra Mobile della Questura di Messina e del G.I.C.O. – Nucleo P.E.F. della Guardia di Finanza di Messina, nell’ambito delle attività investigative connesse allo sbarco di migranti giunti a bordo della nave O.N.G. denominata “Geo Barents” (186 persone soccorse in acque internazionali in tre distinti eventi SAR e 10 cadaveri), ha sottoposto a fermo di p.g. un cittadino gambiano di 25 anni, indiziato dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro delitto.

Il giovane è stato indicato da alcuni testimoni quale conducente dell’imbarcazione sulla quale sono state rinvenute le dieci vittime della traversata alla quale hanno preso parte circa 100 migranti.

Si tratta di provvedimento precautelare urgente che sarà sottoposto al vaglio dell’Autorità Giudiziaria per la necessaria convalida.

Il 19 novembre era giunta a Messina la nave ‘Geo Barents’ di Medici senza frontiere che aveva salvato 186 migranti e recuperato 10 cadaveri ritrovati sul fondo di una barca. Detti migranti erano morti per le esalazioni da idrocarburi, e i 99 sopravvissuti, erano stati recuperati dalla nave della ong dopo 13 ore dalla richiesta di soccorso rimasta inascoltata. Grande era stato lo strazio a bordo e ripetute le richieste di un porto sicuro. Ieri l’assegnazione e poi la conclusione della drammatica odissea. A bordo della nave, assieme al medico legale Giovanni Andò, anche i Pm Silioti e Rende che hanno coordinato le indagini della Procura.

Tra i sopravvissuti vi erano 152 uomini e 34 donne, 61 erano minori: la più piccola è una bambina di soli 10 mesi. Le persone provengono da diversi paesi, fra cui Guinea, Nigeria, Costa d’Avorio, Somalia e Siria. Molti di loro hanno vissuto esperienze traumatiche in Libia, da dove è partita l’imbarcazione. Nonostante il sollievo di essere al sicuro a bordo della Geo Barents, ha spiegato il team di Msf, i sopravvissuti mostravano segni di stress acuto e trauma. La maggior parte di loro era terrorizzata dall’esperienza vissuta. Alcuni di loro hanno dovuto riconoscere il cadavere di un fratello minore o di un amico deceduto di fronte ai propri occhi appena poche ore prima.

Nell’ambito delle attività investigative connesse allo sbarco di migranti giunti a Messina nella tarda serata di del 19 novembre u.s. a bordo della nave quarantena denominata “Allegra”, infine, i finanzieri del G.IC.O. e i poliziotti della Squadra Mobile hanno tratto in arresto, in quanto responsabile del reato reingresso sul territorio nazionale, un cittadino tunisino di 38 anni, già in precedenza respinto alla frontiera dal Questore di Agrigento ed imbarcato su volo charter con destinazione Tunisia con divieto di rientrare in Italia per anni tre.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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