ESCLUSIVA – Redolfi: “Vicino alle Vespe da tre anni. Bisceglie da cancellare, col Trapani meritavamo di più. Castellammare? L’adoro!”

Queste le sue parole in esclusiva a ViViCentro.it Alex Redolfi, difensore centrale della Juve Stabia,...

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Queste le sue parole in esclusiva a ViViCentro.it

Alex Redolfi, difensore centrale della Juve Stabia, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di ViViCentro.it:

“Di difensori forti in Italia ce ne sono pochi e Redolfi può diventarlo. Ha tutte le carte in regola”. Chi ha detto queste cose è l’ex Ds della Juve Stabia Logiudice. Che effetto ti fanno?

“Ricevere attestati di stima da un qualsiasi addetto ai lavori fa sempre molto piacere. Sono contento che Logiudice abbia una buona opinione di me. Continuerò a lavorare sodo per confermare la sua tesi”.

Hai questa aspirazione, ti senti pronto per ‘sfondare’?

“L’aspirazione credo che ce l’abbiano tutti i giovani che amano questo lavoro. Io l’ho sempre avuta e cercherò di aumentarla per arrivare a sfondare”.

Facciamo però un piccolo passo indietro, alla trasferta di Bisceglie. Autogol, espulsione e sconfitta, è una pagina da cancellare…

“Assolutamente sì. In quella partita non ero in me, non so perché l’ho fatto e sono profondamente pentito. Un capitolo che voglio subito cancellare”.

Poi il Lecce, non eri in campo ma le Vespe sono cadute nuovamente. Un vero peccato, il match avrebbe meritato un altro risultato

“Sì, è stato un risultato bugiardo. Vedendola da fuori, la squadra non ha nulla da rimproverarsi. I ragazzi in campo erano uniti e compatti, lottavano su ogni pallone proprio come vuole il mister. Niente da invidiare al Lecce, potevano benissimo avere la meglio sulla capolista. I miei compagni meritavano il pareggio se non addirittura la vittoria”.

Ora la trasferta a Catania, contro la Sicula Leonzio. Un match da vincere per ripartire.

“Siamo già proiettati a sabato. Una gara da vincere a tutti i costi. Al mondo di sicuro c’è solo la morte, ma noi entreremo in campo come se fosse la partita della vita, da affrontare con la voglia e con lo spirito di chi ha un solo obiettivo, i tre punti”.

Mister Caserta ha rivelato che i punti ottenuti sono in linea con quanto ci si aspettava. A parte Bisceglie, quale la gara dove avreste meritato di più?

“Quello che dice il mister è verissimo. Sono d’accordo con lui. La gara dove avremmo meritato di più è quella con il Trapani. Novanta minuti atipici, dove eravamo in vantaggio per 1-0 per poi ritrovarci sotto di due gol. Stesso copione nell’ultimo match contro i pugliesi. Due match simili dove potevamo portare a casa punti preziosi”.

Sei cresciuto nell’Atalanta, sei di proprietà dell’Atalanta ma hai fatto anche un’esperienza in Portogallo. Che tipo di calcio è quello?

“Sì, dopo la partentesi in serie D, sono stato in Portogallo. Lì il calcio è completamente diverso; si basa più sull’aspetto fisico che su quello tattico. Tanta corsa e meno schemi rispetto al nostro modo di vivere questo sport. A paragone quello italiano è decisamente migliore”.

Poi Como, Pontedera, Pro Vercelli, Cremonese, questa alla Juve Stabia è la tua prima esperienza al Sud. Come ti stai trovando in città?

“A Castellammare mi trovo da Dio. E’ una grande piazza, per un calciatore giovane come me che ha voglia di mettersi in mostra, è davvero l’ideale. A pensare che questo matrimonio poteva concretizzarsi anche prima; per tre anni sono stato vicino a vestire la maglia gialloblù. Per varie vicissitudini è sempre saltato, purtroppo il calcio è strano. Quest’anno, però, ci sono riuscito e sono davvero entusiasta”.

Cosa ti piace di più?

“Mi piace tutto, ma principalmente l’idea di stare in una città sul mare. Per un ragazzo di Bergamo è una sensazione indescrivibile. Strana ma bella”.

Meglio i casoncelli oppure lo spaghetto alle vongole?

“E’ una scelta ardua, ma non posso tradire la mia patria. Meglio i casoncelli”.

Polenta o pizza?

“Un’altra bella lotta. Uno dei piccoli motivi per cui sono approdato a Castellammare è proprio la pizza seguita dalla mozzarella. In questo caso prevale il segno X”.

Sbottonati un po’, cos’è per te il calcio?

“In questo momento per me il calcio è la mia priorità lavorativa. E’ il mio sogno; ho avuto la fortuna di poterci provare e ci starò dentro fino a quando avrò forza nelle gambe”.

Attendiamo tutti l’ok definitivo e la possibilità di tornare al Menti. Quanto vi manca poter giocare sul vostro terreno di gioco visto che in pratica avete giocato 7 gare in esterna?

“A noi il Menti manca tantissimo. La percezione di sentirci a casa, protetti e incitati, nel corso del campionato è fondamentale. Il calore del nostro stadio e della nostra curva sarà l’arma vincente. A Caserta sono accorsi tantissimi tifosi ma non è la stessa cosa, sia per noi che per loro. Per tutti noi sono state davvero sette partite in trasferta ed è per questo che non vediamo l’ora di ritornare finalmente a casa”.

a cura di Ciro Novellino

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