Due sorelle cinquantenni morte di stenti a poche ore l’una dall’altra

Le due sorelle abitavano insieme alla loro madre a Marianopoli (CL) in una casa popolare tra escrementi e immondizia. I SERVIZI SOCIALI

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Le due sorelle abitavano insieme alla loro madre a Marianopoli (CL) in una casa popolare tra escrementi e immondizia. I SERVIZI SOCIALI

Le due sorelle abitavano insieme alla loro madre in una casa popolare tra escrementi e immondizia. È in questa situazione di degrado che sono morte entrambe per stenti e fame a Marianopoli comune della provincia di Caltanissetta.

Le due sorelle avevano 53 e 56 anni e sono decedute questa mattina a poche ore l’una dall’altra.

A chiamare il vicino di casa in cerca di aiuto è stata la madre che non riusciva ad entrare nella camera delle due figlie. L’uomo ha quindi avvisato i Carabinieri della locale Stazione che sono giunti tempestivamente sui luoghi facendo la drammatica scoperta.

I Carabinieri hanno trovato una delle due già priva di vita, mentre l’altra era ancora viva seppure in condizioni gravissime, sicché è stata subito trasportata in ambulanza verso il pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta morendo lungo il tragitto.

Secondo alcune testimonianze le due donne non frequentavano altre persone in paese e vivevano in solitudine.

Al momento gli investigatori ipotizzano che siano morte per il grave stato di malnutrizione e povertà in cui vivevano, accentuato ciò dal forte caldo di questi giorni.

Anche l’anziana madre presentava gravi segni di malnutrizione.

È stata disposta l’autopsia dalla Magistratura cha ha aperto un’inchiesta.

“Devo prima capire i fatti per potermi esprimere, sicuramente quello che è accaduto mi ha molto turbato. Questa mattina sono stato tra i primi ad arrivare in via Siracusa e quella in cui mi sono imbattuto era una scena davvero drammatica” ha dichiarato il sindaco di Marianopoli, Salvatore Noto.

Il primo cittadino si è recato personalmente nel villaggio agricolo, una serie di casette a schiera di edilizia popolare.

I SERVIZI SOCIALI

La legge n. 328 del 2000 – Legge quadro per la realizzazione del sistema integrativo di interventi e servizi sociali – ha stabilito i livelli essenziali delle prestazioni sociali che ogni Comune è obbligato a garantire ai propri residenti: misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito, servizi di accompagnamento, interventi di sostegno per i minori in situazioni di disagio, ecc..

Con la legge di stabilità 2016, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stato istituito il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale perché su tutto il territorio nazionale si avvii un piano di contrasto alla povertà.

Dal 2019, come stabilito dal Decreto Legge 4/2019, questo fondo è stato interamente destinato agli Ambiti comunali per il rafforzamento dei servizi sociali, in particolare dei servizi individuati quali livelli essenziali delle prestazioni sociali nonché per la copertura degli oneri assicurativi e per la realizzazione dei progetti di inclusione sociale.

La Legge di Bilancio 2021 ha potenziato il sistema dei servizi sociali territoriali prevedendo la concessione di un contributo, a valere sul Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, per l’assunzione a tempo indeterminato di assistenti sociali da impiegare sia nell’ambito delle misure di contrasto alla povertà, sia in ambito sociale.

Ebbene, si deve prendere atto purtroppo che non sempre la persona e i suoi bisogni sono al centro delle azioni. Mancano percorsi di prevenzione, di assistenza, di cura, di inclusione sulla base della valutazione dei bisogni del cittadino.

I servizi sociali di un Comune non possono di certo limitare la propria attenzione al singolo individuo, ma devono creare delle politiche sociali che pongano attenzione ai problemi e ai bisogni della comunità.

Il Comune è il raccordo di attuazione delle politiche sociali, è il Comune che deve cogliere i bisogni dei cittadini, maggiormente quando questi sono in difficoltà, creando delle vere e proprie banche dati così che si possano trovare risposte da concretizzare in misure e/o servizi.

La parola d’ordine, soprattutto nelle piccole comunità, dovrebbe essere che nessuno va lasciato solo e nessuno va abbandonato.

L’OPINIONE

Ma siamo in Italia e in Sicilia, Nazione e Regione di trasversali pletore di retorici e mantenuti, dagli scranni più alti fino all’ultimo sgabello del sistema pubblico-politico e con rispettivi variegati codazzi. Dispiace tanto per quelle due conterranee.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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