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Castellammare di Stabia

Juve Stabia, 19 Giugno 2011: Un giorno indelebile in cui i tifosi gialloblù toccarono il cielo con un dito

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i sono giorni che smettono di essere semplici caselle sul calendario e diventano pagine indelebili nella storia di una comunità.

Per Castellammare di Stabia e per i suoi appassionati tifosi, il 19 giugno 2011 è uno di questi. Una data che evoca un’esplosione di gioia, il coronamento di un sogno lungo oltre mezzo secolo: la Juve Stabia tornava in Serie B.

Quel pomeriggio di quattordici anni fa, lo Stadio Flaminio di Roma fu teatro di un’impresa che resterà per sempre scolpita nel cuore dei sostenitori gialloblù. Le Vespe, guidate da un carismatico Piero Braglia, affrontavano nella finale di ritorno dei playoff l’Atletico
Roma.

La posta in gioco era altissima, il sapore della cadetteria era a portata di mano.
L’Atletico Roma forte di una rosa esperta e del pareggio a reti inviolate ottenuto nella gara d’andata al “Menti” di Castellammare partiva con i favori del pronostico. Molti li davano per sicuri vincitori ma il calcio si sa è imprevedibile e spesso riserva sorprese per chi ha il cuore e la determinazione.
E le Vespe, quel giorno, dimostrarono di avere entrambi. Fu una prestazione epica, la classica “partita perfetta” che ogni allenatore sogna e ogni tifoso desidera.

La Juve Stabia scese in campo con una ferocia e una lucidità tattica ammirevoli. Il vantaggio arrivò in pieno recupero del primo tempo, un gol liberatorio firmato da Morris Molinari, che con un destro al volo sbloccò il risultato e aprì la strada alla leggenda.

Con l’Atletico Roma costretto a scoprirsi, la Juve Stabia trovò spazi per colpire ancora. A chiudere i conti, a pochi minuti dal triplice fischio, ci pensò il “bomber” Giorgio Corona, che con un tap-in preciso mise la parola fine a una partita che non ammetteva repliche.

Il 2-0 finale fu un trionfo meritato, una vittoria che andava oltre il campo e si trasformava in un’autentica apoteosi. Al triplice fischio dell’arbitro, lo stadio si trasformò in un’onda gialloblù. I tifosi della Juve Stabia, accorsi in massa nella Capitale, esplosero in un boato di gioia.

Una festa che si propagò in un baleno fino a Castellammare di Stabia, dove la città intera impazzì di felicità. Caroselli di auto, bandiere sventolanti, cori a squarciagola: una notte indimenticabile, che protrasse l’euforia fino alle prime luci dell’alba.

Quella promozione non fu solo un traguardo sportivo; fu un momento di unità e orgoglio per un’intera comunità. La Juve Stabia tornava in Serie B dopo sessant’anni (l’ultima volta era stata nella stagione 1950-51), riscrivendo una pagina gloriosa della sua storia e regalando un’emozione che, per i fan delle Vespe, è e resterà un ricordo indelebile, un pomeriggio al Flaminio che non andrà mai via.


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