Arrestati degli imprenditori per riciclaggio dei capitali del clan

Arrestati a Gela per concorso esterno in associazione mafiosa. Indagato un poliziotto per corruzione e...

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Arrestati a Gela per concorso esterno in associazione mafiosa. Indagato un poliziotto per corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio.

Sono 7 le aziende sequestrate tra Gela e Ragusa, e sigilli anche a disponibilità finanziarie e a beni immobili, tutti riconducibili all’impero economico e finanziario della famiglia Luca di Gela (CL) per un totale complessivo stimato in 63 milioni di euro. Gli imprenditori erano attivi nei settori della vendita di auto di lusso e dell’immobiliare. È il bilancio di un’operazione dei Finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caltanissetta.

Sono finiti in carcere gli imprenditori Franco Luca, Totò Luca e Rocco Luca (quest’ultimo figlio di Totò) indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, i tre avrebbero riciclato il denaro del clan Rinzivillo. Gli imprenditori sono noti perché a Gela hanno una concessionaria di auto di lusso e diverse aziende edili.

Nell’indagine è coinvolto anche un funzionario di Polizia che, secondo l’accusa, avrebbe agevolato gli indagati. Si tratta di un Primo Dirigente della Polizia di Stato, all’epoca dei fatti in servizio a Gela e successivamente a Caltanissetta e ad Agrigento, indagato per corruzione, accesso abusivo a sistemi informatici in uso alla polizia e rivelazione di segreto d’ufficio.

A fare i nomi dei Luca di Gela sarebbero stati alcuni collaboratori di giustizia. I contatti dei Luca con la criminalità organizzata si sarebbero poi estesi ad alcune famiglie mafiose di Catania, quali i Mazzei (detti i Carcagnusi), i Carateddi ed i Santapaola.

Le indagini del Gico di Caltanissetta della Guardia di Finanza hanno trovato conferme alle rivelazioni dei pentiti e accertato il sistema “money laundering” (lavaggio del denaro sporco) attraverso spostamenti di capitali tra i conti dei vari componenti della famiglia e delle imprese che avevano avviato, ma anche tramite “scontrini vincenti” del gioco del lotto.

Nel corso dell’operazione, denominata “Camaleonte”, che ha visto impiegati circa 80 militari del comando provinciale delle fiamme gialle di Caltanissetta, sono stati sottoposti alla misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Caltanissetta e Ragusa per il reato di riciclaggio, Francesco Gallo, genero di Salvatore Luca e gestore di alcune imprese di famiglia, Concetta Lo Nigro, moglie di Salvatore Luca e rappresentante legale di diverse aziende, Emanuela Lo Nigro, sorella di Concetta e prestanome della famiglia Luca, e Maria Assunta Luca, figlia di Salvatore e socia in molte aziende della famiglia.

Adduso Sebastiano

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