<span style="color: #ff0000;">Continua da parte della Guardia di Finanza il sequestro di detergente venduto per igienizzante. A Bronte (Ct) e Trabia (PA).
Ci eravamo occupati recentemente di analoghi casi nei quali si vendeva detergenti spacciandoli per igienizzanti “18 Marzo 2020 Coronavirus: continuano azioni fraudolenti che sfruttano l’epidemia “, “25 Marzo 2020 Frode in commercio: la GDF di Roma sequestra mascherine e igienizzanti” e “2 Aprile 2020 Semplice gel detergente venduto per dispositivo medico”. Come dire: tutta l’Italia è “paese” quando si tratta di raggirare il concittadino persino in drammatici contesti come questo in corso della epidemia Covid-19.
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito dei servizi volti alla verifica delle misure per il contenimento dell’epidemia Coronavirus, hanno sottoposto a sequestro 6074 confezioni di normale prodotto detergente, corrispondenti a 7115 litri, illecitamente posto in vendita quale sanificante senza che ne fossero state preventivamente verificate le reali qualità biocide.
In particolare, i Finanzieri della Compagnia di Paternò, impegnati nel controllo delle caratteristiche dei prodotti maggiormente richiesti dopo l’inizio dell’allarme sanitario (maschere protettive, guanti, gel igienizzanti, ecc.), hanno individuato il soggetto economico a seguito di una specifica ed attenta attività di Polizia Economico-Finanziaria. Recatisi presso un deposito all’ingrosso di detersivi di Bronte, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto decine di confezioni di detergente, qualificati sull’etichettatura quali sanitizzante, pronti per l’illecita vendita. Infatti, la capacità battericida, ovvero l’essere in grado di eliminare i virus eventualmente presenti sulle superfici del mobilio e delle suppellettili, deve essere appurata nel corso di approfondite analisi chimiche e comprovata da una specifica autorizzazione ministeriale prima che il prodotto venga immesso in commercio. Tale circostanza è molto importante per evitare sia potenziali rischi per la salute pubblica, non avendo cognizione delle reali caratteristiche e delle eventuali controindicazioni del prodotto, sia che i clienti vengano semplicemente indotti in errore a seguito delle false indicazioni riportate sulla confezione.
Per tale ragione, i Finanzieri hanno proceduto al sequestro della merce ed hanno segnalato il titolare della società alla locale Autorità Giudiziaria per frode in commercio. Nel contempo, altri Reparti del Corpo sono stati interessati perché procedano al sequestro del medesimo prodotto già distribuito a diversi clienti sull’isola.
I Finanzieri del Gruppo di Termini Imerese, nell’ambito dell’intensificazione dei controlli volti a verificare il pieno rispetto delle misure adottate dal Governo per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, ha posto sotto sequestro penale, presso un minimarket nel comune di Trabia, 15 flaconi di prodotto igienizzante per mani recanti etichette con diciture ingannevoli circa la provenienza del prodotto.
La successiva e conseguente attività di approfondimento, diretta a ricostruire la filiera commerciale attraverso le fatture d’acquisto, ha portato all’individuazione di un’impresa di commercio all’ingrosso di prodotti per la persona e per la casa, con sede in Ficarazzi, nella quale venivano stoccati, per la successiva distribuzione al dettaglio – numerosi prodotti di saponi igienizzanti.
Le Fiamme Gialle hanno proceduto quindi al sequestro amministrativo di circa 19.000 flaconi di gel igienizzante (da circa 100 ml) venduti senza alcuna etichetta. Si trattava di prodotti tutti potenzialmente pericolosi in quanto non presentavano alcuna indicazione del produttore, dell’origine, data di scadenza e precauzioni d’uso, in spregio alle normative comunitarie ed alla disciplina nazionale sulla sicurezza dei prodotti cosmetici (D.lgs. n. 204 del 2015).
Il titolare dell’esercizio commerciale è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci mentre al titolare dell’azienda distributrice è stata contestata la violazione della specifica fattispecie prevista dal regolamento comunitario n.1223 del 2009, punita con la sanzione amministrativa che può arrivare fino a 30.000 euro.
Continuano, incessanti, i controlli delle Fiamme Gialle in tutta la Sicilia, così come concordato in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, al fine di controllare il rispetto delle misure di sicurezza adottate dall’Autorità governativa nonché contrastare possibili speculazioni o insidie derivanti dalla commercializzazione di materiale non conforme alle norme.
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