Lega Pro, la moda del cambio allenatore (anche prima che inizi il torneo) – La Bastonatura di ViViCentro.it

Lega Pro, gli ultimi campionati sempre più all'insegna dell'esonero degli allenatori. Singolare quanto avvenuto a Torre del Greco dove l'esonero dell'allenatore, Canzi sostituito da Padalino, è arrivato addirittura prima che iniziasse il campionato

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Lega Pro, gli ultimi campionati sempre più all’insegna dell’esonero degli allenatori. Singolare quanto avvenuto a Torre del Greco dove l’esonero dell’allenatore, Massimiliano Canzi (sostituito da Pasquale Padalino), è arrivato addirittura prima che iniziasse il campionato e che il pallone iniziasse a rotolare.

Ma in Lega Pro il cambio allenatore è diventato praticamente una moda sempre più diffusa che ovviamente quasi mai porta ad un miglioramento dei risultati sul campo. Con l’aggravante che molto spesso una squadra costruita in sintonia con il primo allenatore diventa non più adeguata ai desiderata del tecnico subentrante rendendo necessari nuovi investimenti sul mercato e costi di gestione che aumentano.

I TANTISSIMI ALLENATORI ESONERATI IN LEGA PRO NEGLI ULTIMI DUE ANNI.

Due stagioni fa nei tre gironi di Lega Pro addirittura 96 cambi di allenatore per 59 squadre che componevano i tre gironi di Lega Pro. Un numero assolutamente spropositato che la dice tutta sulla poca lungimiranza di molte società di questo campionato.

Limitando la nostra analisi al Girone C che è quello che più ci riguarda da vicino, due anni fa sono state solo sette le isole felici rappresentate dalle squadre che non hanno cambiato tecnico nel corso della stagione. Si tratta di Avellino, Casertana, Catanzaro, Foggia, Juve Stabia, Monopoli e Ternana.

Nello scorso campionato 2021-2022 di Lega Pro Girone C, ha salutato tutti per primo Raffaele Di Napoli, a cui la Paganese aveva rinnovato la fiducia dopo il lavoro dell’anno precedente culminato con la salvezza ai playout. Fiducia che è però venuta meno il 5 settembre, dopo la sconfitta di Latina. A prenderne il posto è stata una vecchia conoscenza della società azzurrostellata, ovvero Gianluca Grassadonia.

Poi a Messina è toccato abbandonare il proprio posto in panchina a Sasà Sullo. Fatale la quarta sconfitta consecutiva rimediata dal Messina col Monterosi. Al suo posto Ezio Capuano, successivamente mandato via anche lui.

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Poi, la decisione della Fidelis Andria di esonerare Luigi Panarelli a beneficio di Ciro Ginestra. Alla nona giornata è stata la Juve Stabia a sollevare dall’incarico Walter Novellino dopo il ko interno per 2-3 contro il Picerno. Poi l’interregno di Sottili che ha peggiorato la situazione e il ritorno di Novellino che avrebbe anche conquistato i playoff se non fosse stato per la penalizzazione di due punti.

Poi il Potenza, che dopo due sconfitte consecutive ed un inizio poco produttivo in termini di risultati dopo 10 giornate ha deciso di esonerare Fabio Gallo affidandosi a Bruno Trocini. Anche a lui è poi toccata la stessa sorte, lasciando il posto a Pasquale Arleo.

Il 10 novembre è stato il giorno dell’annuncio al Monterosi di Leonardo Menichini che ha sostituito l’esonerato D’Antoni: fatale all’allenatore un filotto di quattro sconfitte consecutive. Menichini ha poi centrato i playoff a fine stagione.

Poi il Picerno, con l’addio ad Antonio Palo e l’arrivo in panchina dell’ex Bologna Leonardo Colucci. Anche il Catanzaro, con Antonio Calabro esonerato e sostituito da Vivarini. È poi toccato a fine dicembre a Giacomo Filippi lasciare la panchina dopo risultati altalenanti: è subentrato infatti Silvio Baldini alla guida del Palermo che ha centrato ai playoff lo storico ritorno del Palermo in Serie B.

Ma il caso del Palermo di Baldini è più unico che raro ed è la classica eccezione che conferma la regola. In tempi di profonda crisi economica, appare quanto meno fuori luogo questa girandola di allenatori che aggrava solo la situazione dei bilanci di queste società costrette a pagare più di un tecnico nel corso dell’anno, dimostrando pochissima lungimiranza nelle proprie strategie. Con l’aggravante che molto spesso i risultati non sono migliorati sul piano squisitamente sportivo.

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