Augusta. Sbarcano i migranti, sequestrata nuovamente la “Sea Watch 3”

Sbarcati ieri ad Augusta, in Sicilia, i 363 migranti tratti in salvo. Terzo sequestro consecutivo per la nave “Sea Watch 3” in meno di due anni.

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Sbarcati ieri ad Augusta, in Sicilia, i 363 migranti tratti in salvo. Terzo sequestro consecutivo per la nave “Sea Watch 3” in meno di due anni.

Augusta. Sbarcano i migranti, sequestrata nuovamente la “Sea Watch 3”

È primavera, sbocciano i controlli… nel porto di Augusta in Sicilia, ieri la “Sea Watch 3”, ormai famigerata nave tedesca ONG, ammaina la bandiera gialla, dopo 16 giorni di quarantena, per cominciare le operazioni di sbarco dei 363 migranti, tratti in salvo in tre differenti operazioni il 28 Febbraio scorso, pur non avendo potuto evitare l’annegamento di una quindicina di persone che hanno terminato, ancora una volta in acque gelide, il sogno di un futuro.

IL CASO

Il 3 Marzo, la “Sea Watch 3”, dopo reiterate richieste di sbarco all’Italia e a Malta, avendo a bordo da giorni 363 migranti, oltre l’equipaggio, riceve l’autorizzazione a dirigersi verso il porto Italiano di Augusta, di fronte al quale ha stazionato per i 16 giorni di quarantena imposti fino a ieri mattina quando lo sbarco dei migranti è avvenuto in contemporanea all’imbarco degli immancabili ispettori della Guardia Costiera addetti al “Port State Control”.

Siamo tutti automobilisti.

Or dunque, se anche non abbiamo avuto un ristorante e assistito ad un’ispezione dell’ufficio di Igiene, o un’azienda familiare durante un controllo della Finanza, siamo comunque tutti automobilisti. Sappiamo bene che anche se sei incensurato, con l’assicurazione, il bollo e il giubbottino fosforescente, nessuno ti salverà, se non un cordiale sorriso e una pronta collaborazione. Perché qualcosa, volendo, si trova sempre…

Vi risparmio quindi la sfilza di irregolarità riscontrate, che troverete in tanti altri bellissimi articoli che vi invito a consultare ma mi limiterò a comunicare il risultato, quello atteso da tutti gli automobilisti e dalla “Sea Watch 3”, ormai abituata a questi appuntamenti fissi, al termine di ogni sfiancante missione.

L’ispezione, durata oltre nove ore, ha infine prodotto il risultato atteso.

Nuovamente detenuta, la nave dell’ONG tedesca “Sea Watch 3”. Terzo blocco in meno di due anni. La quinta nave umanitaria bloccata in 5 mesi.

Del resto la soluzione trovata già da tempo al problema, era la pretesa di un certificato di categoria “Search and Rescue”, che metterebbe in regola il tutto. Il problema è che né l’ordinamento italiano né quello tedesco prevedono il rilascio di questa certificazione per le navi civili e lì sta la genialata, contro la quale il Tar è già dovuto intervenire.

L’importanza di una scelta accurata, verso la giusta fiaba da narrare a seconda se vuoi che il bimbo dorma o apprenda.

Siamo tutti al corrente del problema relativo allo sbarco dei migranti, di diversa provenienza e con differenti vissuti. Siamo altresì a conoscenza del fatto, che loro per primi, una volta tratti in salvo, sognano mete europee ben diverse, le stesse dove i nostri figli stanno lavorando. Ciò di cui, però, nessuno pare essere a conoscenza è che lo scellerato Accordo di Dublino, come tutti gli altri accordi e successivi aggiornamenti, costituiscano di fatto, l’unica causa del problema attuale del nostro paese, rispetto ad altri altrettanto europei ma meno facilmente raggiungibili.

Accordi e disaccordi o ti accordi e poi te ne scordi?

Dato che non sono documenti ancora coperti dal Segreto di Stato ma accordi siglati in piena ufficialità internazionale, che portano le firme anche di signori tutt’ora al Governo, si tratta comunque, volendo, di soggetti facilmente identificabili persino dal barista del Quirinale, non dico dai Servizi Segreti o la Segreteria di Stato.

Vitalizi>Assicurazioni. 1/0

Mi viene in mente che se anziché farci pagare indecenti vitalizi, dotassero ministri e senatori di robuste assicurazioni, atte a ripagare i danni mostruosi che possano derivare dalle loro decisioni che affettuosamente definiremo sbagliate, sarebbe certo più conveniente per la comunità. Benché forse, malgrado gli innegabili agganci dei quali disponiamo al momento, risulterà impossibile trovare un’assicurazione al mondo disposta a contrarle, vista la fama della quale godiamo, peraltro conquistata in lustri e lustri, di duro lavoro.

L’importanza delle fiabe nella formazione del bambino e non solo.

Detto e sottolineato questo, stiamo assistendo, tristemente passivi invece, al verificarsi di un fenomeno ben diverso… mai riscontrato fin’ora. Mi riferisco alla curiosa reazione del popolo italiano… si proprio quello dei navigatori, poeti e migranti, che si stanno dividendo sempre più, dando vita ad evidenti manifestazioni patologiche di sindromi di vario tipo. L’unica che non viene riscontrata è infatti una reazione sana, normale e quasi scontata, che li vedrebbe inferociti con i responsabili da loro stessi eletti, che hanno combinato ‘sto casino internazionale.

Il pesce puzza dalla testa ma poi il fenomeno si espande.

Invece, vuoi lo stress, il virus o chissà che, gli italiani liberati finalmente sui propri litorali, dopo mesi di lockdown si sono messi a menare i ragazzi di colore in spiaggia, rei di prendere il loro stesso sole, come nuovo passatempo, tipo beach volley.

Ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori e a quelli che facevano notare il fatto, che agli italiani mancasse solo il razzismo per fare bingo, la propaganda politica opponeva casi eclatanti di barboncini col cellulare.

Primavera araba.

Ci attende quindi una primavera battuta da forti venti arabi, dei quali del resto avevamo già avuto il sentore
o i miasmi, se preferite.

Senza l’intervento di ONG e volontari vari, che così fortemente ostacolano, centinaia di cadaveri si riverseranno sulle nostre coste, in favor di corrente.

Forse in bassa stagione, verrà visto come un evento attrattivo, tipo la Concordia al Giglio, ma resto convinta,
malgrado tutto, che col sopraggiungere della stagione estiva, tanto cara all’economia nazionale, qualcuno si
opporrà all’immagine del proprio bambino che gioca ignaro col cadavere di un altro, benché di diverso colore.

Riapriamo i cantieri. Nuovi appalti in vista.

Quindi concludendo, visto che l’unica soluzione che riusciamo a trovare al momento, per riparare i danni fatti dai nostri amati politici è quella di fermare chi impedisce ai migranti di affogare in mare, suggerisco di aggiudicare fin da ora qualche appalto a qualche conoscente, nelle zone interessate, per disporre fin da ora, un rapido recupero dei corpi, durante la stagione estiva, non fosse altro che per igiene e soprattutto per quei poveri imprenditori, già flagellati dal Covid, che rischierebbero così ulteriori danni economici.

Da donna di mare, invece, mi unisco all’abbraccio universale, che chi ama e vive il mare, non farà mai mancare alla Crew del Sea Watch 3, come del resto, a tutti quelli che sempre e comunque, continueranno a salvare vite da i flutti di questo mare di indifferenti senza tener conto, ad esempio, del numero dei salvagenti aventi a bordo – o della capienza della propria nave.

Non è una boutade, ma triste e tragica realtà.

Eh sì, quelle su indicate sono solo due delle amenità che normalmente vengono contestate e diventano fonte di ammonizione. Per non incorrere in queste contestazioni, il comandante della nave, ed i suo equipaggio, dovrebbe dire, a chi sta affogando: ci spiace ma non possiamo portarvi a bordo…. eccedereste il numero di “genti” che possiamo imbarcare…. e poi … anche i salvagente che abbiamo non sono in numero sufficiente.

Ci spiace! Morite pure in pace con la benedizione delle norme e delle leggi che satolli politicanti, in Italia, in Eurropa e nel mondo, hanno stilato e sottoscritto magari al termine di un qualche pranzo ufficiale sul tema. SIC!

Francesca Capretta / Cronaca Calabria

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