I pendolari uccisi dal binario spezzato a Pioltello: l’incidente e lo scaricabarile (VIDEO)

Il treno regionale 10452 di Trenord, in servizio sulla Cremona-Milano, è deragliato, ieri mattina, a...

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Il treno regionale 10452 di Trenord, in servizio sulla Cremona-Milano, è deragliato, ieri mattina, a Pioltello, alle porte di Milano, provocando la morte di 3 donne che stavano andando a lavorare e il ferimento di circa 80 persone. A causare l’incidente un pezzo di binario mancante. Il macchinista sotto choc: “Ho provato a frenare ma era troppo tardi”. I sopravvissuti raccontano gli attimi di terrore: “Due minuti eterni, c’era chi urlava, chi piangeva e chi si faceva il segno della croce”. Sotto accusa finisce tutta la linea ferroviaria Milano-Cremona, una delle peggiori del Nord per la scarsa manutenzione e i treni vecchi. Luigi La Spina parla della “tragedia di una realtà quotidiana, cruda e inaccettabile”.

Morte per 20 cm di acciaio mancante

Il deragliamento, a Pioltello, del treno regionale 10452 di Trenord sulla Cremona-Milano: tre vittime. Sotto accusa il binario spezzato. Il macchinista: «Ho frenato ma era tardi»

MILANO – Una lastra in acciaio di 20 centimetri e un bullone. Due pezzi mancanti capaci di far deragliare un treno regionale con 350 pendolari, lanciato verso Milano a 140 all’ora, causare la morte di tre passeggeri, ferirne altri 80.

Un’inezia, apparentemente. Una tragedia, nei fatti.  

Il treno regionale 10452 di Trenord alle 6 e 57 di ieri mattina ha appena superato la stazione di Pioltello. Siamo a una quindicina di chilometri da Milano. Intorno campagne, fabbriche, aree industriali, nebbia e freddo. Dopo 27 minuti, come tutti i giorni, il treno è atteso alla stazione di Porta Garibaldi. Dentro, centinaia di lavoratori e studenti provenienti dalla «Bassa»: Cremona – la partenza è prevista alle 5 e 32 -, Treviglio (Bergamo).

La corsa sulla ghiaia

Ieri, poco prima della stazione di Pioltello, il convoglio composto da 6 vagoni, motrice in coda e macchinista in testa, improvvisamente «scarroccia». Intorno è ancora buio. Esce dai binari e, per due chilometri, trascina il suo peso sulla staccionata. L’ammasso di lamiere travolge tutto ciò che incontra. La carrozza numero tre piega la sua corsa sul lato destro. Abbatte tre pali dell’alta tensione, al quarto si accartoccia letteralmente in due.

È chi,ieri mattina, andando al lavoro come tutti i giorni, ha scelto il posto al centro del treno ad avere la peggio. Tre donne di 39, 51 e 61 anni muoiono quasi all’istante. Una era medico, stava raggiungendo l’ospedale Besta, un’altra era in viaggio con la figlia diciassettenne che si è salvata. La terza è una ragioniera e andava, anche lei, semplicemente in ufficio. Altre 80 persone verranno ricoverate, 4 in codice rosso. Fino a ieri sera erano gravi dopo aver subito delicati interventi chirurgici, ma per fortuna non più in pericolo di vita. Per estrarre i feriti dalle lamiere del terzo vagone, i vigili del fuoco hanno usato anche la fiamma ossidrica.

Le prime immagini girate subito dopo il deragliamento
Vagoni accartocciati e carrozze squarciate, cosa resta del treno

Il pezzo mancante  

A metà mattinata, quando la macchina dei soccorsi ha smesso di correre, gli elicotteri sono atterrati negli ospedali vicini, le ambulanze a sirene spiegate arrivate a destinazione, lo scenario impressiona.

Cosa ha causato la tragedia in mezzo alle campagne di Limiti di Pioltello? La magistratura, con il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, ipotizza il reato di disastro ferroviario colposo. Dopo i primi accertamenti, verranno iscritti nel registro degli indagati i responsabili della sicurezza sulla tratta di Reti ferroviarie italiane (Rfi). I periti stabiliranno cause e responsabilità. È stata sequestrata l’area, i vagoni, la scatola nera del convoglio e le pratiche sui controlli e la manutenzione dei tracciati. Fino a ieri sera, però, l’ipotesi più probabile era quella del «cedimento strutturale». Un chilometro prima di entrare alla stazione di Pioltello, gli investigatori hanno ritrovato un binario danneggiato. Poco più di 20 centimetri mancanti, come il bullone sottostante, con il pezzo ritrovato poco distante. Ad alcuni metri iniziano anche i segni dello «scarrocciamento».

Il macchinista ha frenato  

Il treno andava alla velocità consentita e il macchinista – che prima di essere ricoverato ha ricostruito la dinamica con i vigili del fuoco -, non sembra avere alcuna responsabilità. Ha azionato i freni poco dopo aver sentito forti e anomale vibrazioni. Agli atti dell’indagine anche i video di sorveglianza della stazione rafforzano questa ipotesi. Un passeggero su una banchina viene immortalato mentre si scansa, spaventato, al passaggio del treno 10452. Chi ha visto quelle immagini, nota distintamente fiamme che escono dal basso dei convogli. Le rotaie uscite dalla loro guida urtano sul pietrisco a lato del tracciato e si surriscaldano.

Nel giorno del lutto e delle lacrime, le segnalazioni su una linea che tutti descrivono oggi come poco sicura, si moltiplicano. A luglio, un episodio simile, sempre su un convoglio di pendolari. Per fortuna, dagli esiti meno nefasti.

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