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a Juve Stabia non smette di sorprendere. In un campionato cadetto che si fa sempre più avvincente, le Vespe di Castellammare continuano a volare alto, aggrappate con le unghie e con i denti alla zona playoff e con un occhio sempre più insistente puntato al quarto posto, posizione che significherebbe un vantaggio non indifferente nella griglia degli spareggi promozione. Un percorso incredibile per una squadra che, ad inizio stagione, veniva da molti data per spacciata, se non addirittura retrocessa.
Eppure, la realtà del campo è ben diversa. La vittoria nel derby contro la Salernitana, un successo dal sapore speciale per la rivalità storica tra le due piazze, ha rappresentato l’ennesima dimostrazione di forza di una squadra che ha saputo costruire le proprie fortune con umiltà, sacrificio e tanta qualità. Un risultato che ha scatenato la gioia incontenibile dei tifosi stabiesi, ma che evidentemente ha lasciato un retrogusto amaro a qualcuno.
È così che, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato l’attacco mediatico di basso livello da parte di Ciro De Cesare, ex calciatore della Salernitana soprannominato il “toro di Mariconda”. La sua frase a Zona Mista su TV Oggi, “le piazzette attorno a noi che si pensano di fare calcio”, è un chiaro e sprezzante riferimento alla Juve Stabia, rea di aver battuto i granata e di averli relegati in una posizione di classifica tutt’altro che tranquilla. La conferma arriva proprio dall’altra frase che dice “A Castellammare fanno 5000 spettatori di media ogni partita, noi a Salerno li facciamo solo per l’allenamento”. Un’uscita infelice, che ricorda da vicino la definizione di “squadretta” coniata qualche tempo fa dall’allora tecnico dell’Avellino, Massimo Rastelli. Sebbene quest’ultimo avesse poi cercato di stemperare i toni, spiegando il termine con un’accezione più simpatica che negativa, la nuova frecciata di De Cesare suona come una vera e propria mancanza di rispetto verso una società e una tifoseria che stanno dimostrando sul campo il proprio valore.
Viene da chiedersi quale sia il vero motore di queste dichiarazioni. Forse l’invidia? È risaputo che l’invidia è una brutta bestia, capace di accecare anche chi ha calcato palcoscenici importanti da calciatore, ma che da allenatore non è riuscito a lasciare un segno tangibile nel calcio professionistico, rimanendo confinato nelle categorie dilettantistiche.
Fa sorridere, se non addirittura indignare, che a criticare la Juve Stabia siano personaggi che forse faticano a digerire il fatto che una “piazzetta”, come la definisce De Cesare, stia ottenendo risultati sportivi di gran lunga superiori alle aspettative, mettendo in discussione le gerarchie consolidate e dimostrando che la storia e i soldi, da soli, non bastano per vincere le partite.
Il segreto del successo della Juve Stabia è sotto gli occhi di tutti: una programmazione oculata iniziata nella passata stagione e proseguita con intelligenza durante le sessioni di mercato estiva e invernale. La competenza di un Direttore Sportivo come Lovisa è stata fondamentale nell’individuare calciatori affamati, magari non con una grande esperienza alle spalle, ma con una voglia matta di mettersi in mostra e di conquistare traguardi importanti. Giocatori che stanno crescendo partita dopo partita, acquisendo quella consapevolezza e quella maturità che fanno la differenza nei momenti cruciali della stagione.
A tutti gli “invidiosi” che si nascondono dietro commenti al vetriolo, la risposta più bella la sta dando il campo. Le Vespe sono lì, a lottare con le unghie e con i denti, pronte a continuare a stupire e a sognare in grande. E forse, proprio da questa piccola realtà che sta facendo tremare i grandi, qualcuno dovrebbe prendere spunto. Non sarà facile, certo, ma se si mettessero da parte gli interessi personali, pensando un po’ di più al bene della piazza in cui si opera, e se si studiasse con attenzione il modello Juve Stabia, magari, un giorno, si potrebbe assistere alla nascita di una Juve Stabia Bis.
Nel frattempo, a Castellammare di Stabia si continua a sognare. Buon campionato a tutti, e soprattutto, forza Vespe!