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Castellammare di Stabia

Danilo Rufini: “Juve Stabia da 9, ma che peccato la semifinale! Pagliuca e Lovisa fondamentali per il futuro”

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anilo Rufini, ex centrocampista della Juve Stabia, ha analizzato con lucidità e passione il cammino delle “Vespe” nella recente stagione, intervenendo nel corso della trasmissione “Il pungiglione stabiese” su Vivicentro.it.

Le sue dichiarazioni, raccolte e sintetizzate dalla redazione, offrono uno spaccato interessante sulle vicende gialloblu e le prospettive future.

Un plauso alla stagione, con un pizzico di rammarico

Rufini ha elogiato senza riserve la Juve Stabia, definendo la stagione “al di sopra delle possibilità”. Il suo voto per la squadra è un 9 pieno, che sarebbe stato un 10 in caso di accesso alla finale. Il rammarico è evidente, soprattutto per la semifinale contro la Cremonese. Secondo Rufini, il gol subito all’andata ha “compromesso il ritorno”, e la Cremonese, inizialmente “impaurita” dall’energia dello Stabia, ha saputo far valere la propria esperienza.

“Il ritorno è stata una gara brutta, troppe palle lunghe, meno gioco solito dello Stabia,” ha commentato Rufini, aggiungendo che “gli episodi hanno penalizzato la Juve Stabia”, riferendosi alla contestata espulsione mancata per la Cremonese (De Luca n.d.a.) e all’espulsione di Andreoni al ritorno. Tuttavia, sottolinea come l’esperienza in queste fasi finali sia cruciale e la Juve Stabia, nonostante le tante grandi partite disputate in campionato, non era la “solita Juve Stabia” in semifinale, mostrando anche “un po’ di passività rispetto al solito”.

Gli errori e l’esperienza che fa la differenza

Rufini non ha lesinato critiche sugli errori tattici e individuali commessi, definendoli “non da Serie B”. “Ci sono stati errori su errori che non avrebbero mai fatto in un’altra partita, la posta in palio era altissima,” ha affermato “e anche la tensione ha inciso”. L’esperienza, invece, ha giocato a favore di Stroppa e della Cremonese, che ha saputo sfruttare il fatto che la Juve Stabia non fosse abituata a certi palcoscenici. “Quando sei a pari livello e la differenza è sottile, l’esperienza fa la sua parte,” ha spiegato, riconoscendo a Stroppa la capacità di essere stato “astuto” nel gestire la partita.

Il futuro di Pagliuca e le parole “stonate”

Il futuro di Guido Pagliuca è un tema caldo e Rufini si è soffermato sulla difficoltà di ripetere l’impresa appena compiuta. Pur ritenendo che la volontà del mister sia quella di restare, ha evidenziato come le piazze come Castellammare “ti inducono a restare, ma se non ti ripeti, si rischia di dimenticare il passato”. Ha poi espresso una certa perplessità sulle dichiarazioni post-partita di Pagliuca riguardanti l’aver giocato “in 10”. “Da allenatore non avrei detto di aver giocato in 10, è una affermazione forte, è una cosa che non mi è quadrata,” ha confessato, suggerendo che possa esserci stato un “sentirsi tradito nella fiducia”.

Obiettivi chiari e sostenibilità

Rufini ha poi affrontato il tema delle ambizioni future, sottolineando che una semplice salvezza potrebbe non bastare più ai tifosi. Tuttavia, ha enfatizzato l’importanza di mantenere i conti in ordine. “In questo periodo tenere conti a posto e salvarsi è un grande successo, società importanti rischiano di fallire,” ha detto. La Juve Stabia, a suo avviso, “dimostra solidità e sostenibilità” e deve puntare a valorizzare le risorse.

La chiave per il futuro: Pagliuca e Lovisa

Per Rufini, il valore aggiunto della Juve Stabia sono stati l’allenatore e il direttore sportivo, Pagliuca e Lovisa, che hanno fatto rendere la squadra “più delle attese”. “Si deve ripartire da loro,” ha ribadito, paragonando il loro potenziale a figure come quelle di Gasperini e altri che fanno bene da anni in altre piazze.

Pazienza e programmazione

Infine, l’ex centrocampista ha invitato alla pazienza. La Juve Stabia sta maturando e “tra qualche anno forse si può fare altro”, ma è fondamentale evitare “brutte figure in A”. Meglio, a suo parere, “vivere sempre nell’entusiasmo” e continuare sulla strada della programmazione con persone competenti, senza pressioni esagerate. “Non bisogna prendere in giro la gente con le dichiarazioni, il progetto deve essere valorizzazione dei giocatori e protezione della categoria,” ha concluso Rufini, esprimendo la sua convinzione che con chiarezza di obiettivi, sia Lovisa che Pagliuca resteranno a Castellammare.


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