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Castellammare di Stabia

Si marcia contro l’emigrazione e l’annoso sistema nazionale e regionale

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Centinaia di siciliani si sono dati appuntamento a Palermo per tentare di “fermare” l’emigrazione giovanile”. Presenti anche gli arcivescovi.

Si marcia contro l’emigrazione ma si deve combattere pure l’annoso sistema nazionale e regionale

Si resti, arrinesci” (se rimani riesci) Fermiamo l’emigrazione forzata dalla Sicilia” è stato lo slogan che ha aperto il 25 u.s. il corteo, giunto al termine di assemblee pubbliche in diversi comuni dell’Isola, iniziative simboliche e flashmob.

Tanti i comuni che hanno aderito alla protesta i cui manifestanti sono giunti a Palermo con diversi pullman, organizzati per l’occasione. In piazza studenti delle scuole e dell’università, precari e disoccupati, tutti sotto lo slogan “Si resti, arrinesci. Fermiamo l’emigrazione forzata dalla Sicilia”. Un corteo si è snodato per le vie del centro storico, dopo che nei giorni scorsi sono state organizzate assemblee pubbliche in diversi comuni della regione, iniziative simboliche ed anche flashmob.

Presenti con il “Movimento delle valigie” (collettivo nato attorno a una parrocchia di periferia di Palermo per manifestare il proprio “no” all’emigrazione forzata dei giovani senza lavoro e allo spopolamento dei quartieri e dei piccoli paesi) anche padre Garau, noto prete di Palermo in prima fila contro il salasso sociale dell’emigrazione e fra i maggiori promotori della campagna insieme all’arcivescovo di Palermo Monsignor Lorefice e Pennisi di Monreale.

“Questa manifestazione è un segno forte di sensibilizzazione al tema che vogliamo portare alla coscienza di tutti – ha dichiarato l’Arcivescovo di Palermo Lorefice –. L’obiettivo è di favorire, con un impegno corale, i cammini costruttivi di chi vuole pensare e progettare per mettere a frutto le grandi potenzialità che ci sono in Sicilia. La nostra terra è molto ricca di risorse naturali ma anche culturali e artistiche che vanno valorizzate in una prospettiva lavorativa. Bisogna chiamare allora tutti ad un atto di responsabilità perché le diverse intelligenze possano ritrovarsi, ognuno con le sue competenze, per creare progettualità. Per questo il Movimento delle valigie chiede l’interlocuzione dei rappresentanti del mondo dell’imprenditoria e della politica per invertire il trend, chiedendo condizioni migliori affinché si possa dare l’opportunità di restare. Mentre lo scorso anno, secondo i dati dell’Anagrafe del Comune di Palermo, sono stati quasi 12.000 i giovani che si sono trasferiti fuori regione. “La Chiesa vuole condividere le angosce, le paure, la mancanza di futuro che è molto presente in Sicilia soprattutto nei nostri giovani – aggiunge l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi – da troppo tempo assistiamo ad un processo di abbandono dei giovani dall’Isola soprattutto delle zone interne. Senza giovani la Sicilia non ha futuro”.

“Continuando questo andazzo, la nostra Sicilia prima o poi rimarrà una terra deserta – ha affermato don Antonio Garau – e non lo dobbiamo permettere. I giovani non hanno più chi si occupa del loro futuro che deve passare in primo luogo dalla loro terra. La lotta alla mafia si fa promuovendo il lavoro per i nostri giovani, chiediamo pertanto che tutte le forze politiche si uniscano per sviluppare dei progetti credibili. La Chiesa ha il compito importante di illuminare le coscienze nel suo ruolo di guida ma anche quello di essere oggi una autentica forza sociale, voce di chi deve ritrovare la speranza”.

Anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, nella sua qualità di presidente AnciSicilia, ha espresso la propria adesione alla manifestazione di “Si resti arrinesci” e il “movimento delle valigie”. Le manifestazioni continueranno il 31 ottobre alle 16,30 a Bagheria e il 22 novembre ad Agrigento alle 17,30.

L’opinione.

Da queste pagine ci si è occupati spesso del dramma dell’emigrazione. Un’emorragia che sta svuotando l’isola della propria forza biologica e produttiva trasformando la Sicilia in un ospizio di pensionati, diversi anche benestanti e poi anziani parecchi anche al limite della povertà se non peggio e comunque spesso disagiati se non disperati. Di seguito alcuni dei nostri articoli degli ultimi anni che si ritengono più eloquenti: “29 Settembre 2017  La CORRUZIONE”, “12 Marzo 2018  Comuni, un noto “bancomat” per amministratori e codazzi“, “29 Aprile 2018  Al Sud la disoccupazione giovanile è oltre il 50%. Però …”, “6 Maggio 2018 SEI DRASTICO … sull’Italia e specialmente Meridione e Sicilia”, “4 Giugno 2018  Abbattere la corruzione sarebbe già metà della ripresa nazionale sociale ed economica”, “14 Settembre 2018  Associazionismo preda del clientelismo. Cosa dice la norma”, “7 Febbraio 2019 Sentenze pilotate al Consiglio di Stato e al Cga della Sicilia”, “8 Febbraio 2019 Pagò sentenza del CGA per tornare all’ARS”, ”10 Febbraio 2019 Sicilia, l’Isola si spopola di giovani che fuggono dalle infauste conseguenze della trasversale rancida politica e istituzioni”, “7 Aprile 2019 Mafia nei comuni, legge da cambiare. Ma cambiare pure che i cittadini non hanno alcun forzoso controllo”, “11 Giugno 2019 Famiglie siciliane sempre più indebitate”, ”6 Luglio 2019 In Sicilia cresce la disoccupazione e l’Isola continua a spegnersi come una candela”, “24 Luglio 2019  Rompicoglioni, così l’arrestato per corruzione definiva i 5stelle nelle intercettazioni“, “31 Luglio 2019 Massoneria e mafia, operazione dei Carabinieri di Agrigento tra Licata e Palermo”, “20 Agosto 2019 Centinaia di aziende artigianali nei primi 6 mesi del 2019 hanno chiuso in Sicilia”, “19 Settembre 2019 La Regione Siciliana ha un contratto con un condannato per corruzione”, “17 Ottobre 2019  In Sicilia corruzione record” e l’ultimo di ieri “26 Ottobre 2019  Roma non sarà “Gotham City” ma …” che seppure rivolto ad un mera analisi della Nazione intera, rappresenta in modo riassuntivo, a parere di queste pagine,  il vero nocciolo della questione e specialmente in Sicilia, ovverosia tutto scaturisce dalla DECENNALE QUANTO RISAPUTA E ALTRETTANTO DISSIMULATA CORRUZIONE NEL SISTEMA PUBBLICO-POLITICO-GIURIDICO-BUROCRATICO (notoriamente ipocrita e deviato). Conseguentemente a cascata si ha mercimonio, clientelismo, voto di scambio, prostituzione socio-politica, familismo, favoritismo, ingordigia, estorsione fiscale, spreco, sperpero, arroganza, norme subdole e ingannevoli, interpretazioni continue, incertezza sulle norme, sprezzo, impunità, terreno fertile per spaccio, delinquenza, sfruttamento, lavoro nero e mafia. “L’alterazione” è nello Stato, Regioni e Comuni con rispettive Istituzioni, Palazzi, Enti, Partecipate e innumerevoli propaggini. L’unica norma che potrebbe, forse, arginare questa annoso sparso degrado generale, è la cosiddetta recente “spazzacorrotti”. Ma non basta. Si deve andare al cuore del sistema, iniziando dalla Giustizia. E infatti lì si è da sempre e tutt’ora già in ripida salita. Poi a caduta rivedere tutto il resto del sistema, dagli scranni più alti all’ultimo sgabello. Se non ci si attivano in tal senso e sollecitamente la Nazione e soprattutto la Sicilia, saranno prossime a soccombere per “sepsi socio-economica-strutturale”. Il resto, manifestazioni, flash mob e similari, rischiano di divenire vani se si continuerà come in passato, con Governi e Parlamenti che di fatto non rivedono le leggi affinché queste siano chiare, serie, comprensibili, efficaci e severissime, per tutti nessuno esente. Inoltre, se non si inizia da subito, almeno con le nuove generazioni e in tutta la scuola dell’obbligo, inserendo lo studio fondamentale dei “diritti e doveri” insegnati da laureati in giurisprudenza, così diffondendo gradualmente la conoscenza e quindi la mentalità della legalità, etica e socialità, la società non potrà evolversi consapevolmente. Come anche, se parallelamente non si realizzano le urgenti, necessarie e adeguate infrastrutture viabili sui territori, degne del 21° secolo, con pure collegamenti vari continentali, insieme a quelli digitali e facendo anche la manutenzione a quelli esistenti, favorendo così flussi turistici e commerciali agevoli, transitabili e veloci, pertanto stimolando anche indotto privato quindi lavoro e allo stesso tempo tutelando il patrimonio ambientale, naturale, boschivo e marittimo, soprattutto con adeguati impianti di riciclo dei rifiuti e depurazione delle acque nere, si persevererà nel sottosviluppo e la disoccupazione, in quanto pensare che si possa risolvere la mancanza di lavoro e dunque l’emigrazione con il solo “pubblico” è di tutta evidenza un suicidio economico-finanziario che difatti si manifesta ormai: con l’opprimente estorsione fiscale che sta immiserendo definitivamente gli investimenti e il risparmio; nonché con i macigni dei mega debiti, quali quello statale, regionali e comunali, pericolosi storici baratri collettivi socio-finanziari, nazionali, regionali e locali. E all’orizzonte si starebbe generando una nuova crisi globale come quella, se non peggiore, del 2008.

A

dduso Sebastiano

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