Roma non sarà “Gotham City” ma …

È tutto lo Stato italiano, non solo Roma, che da decenni appare come “Avariato City”...

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È tutto lo Stato italiano, non solo Roma, che da decenni appare come “Avariato City” mentre il resto d’Italia sembra quasi un regredito mega quartiere.

Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli ha detto ieri, commentando l’omicidio nella Capitale del giovane Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa per avere reagito al tentativo di due spacciatori che cercavano di infierire sulla sua ragazza “… che Roma abbia i suoi problemi credo nessuno non lo riconosca, ma non la rappresentiamo come Gotham City”.

I responsabili, ha aggiunto Grabrieli “sono stati subito individuati e sono stati definiti i contorni di una vicenda che con una città alla deriva e in mano al crimine ha poco a che fare. Sono soddisfatto della risposta che le forze di Polizia hanno dato, in maniera sinergica e senza gelosie, perché l’interesse della collettività era in qualche modo di trovare il filo che può consentirci di comprendere questo grave delitto”.

L’opinione.

Infatti, viene ragionevolmente da ritenere che la città di Roma, Capitale della Nazione, centro nevralgico del Governo, Parlamento e delle più alte Istituzioni democratiche e repubblicane dello Stato, non può essere la sola “Gotham City”, poiché appare lampante (quanto dissimulato) che è lo Stato italiano da decenni un “Avariato City” e a cascata, conseguentemente,  il resto d’Italia che sembra trasformatosi in un mega quartiere sempre più regredito economicamente e degradato socialmente (tranne per chi non può o non vuole vedere).

Si devono urgentemente istituire revisioni attitudinali e psicologiche per tutti, nessuno indenne nello Stato e in ogni Istituzione, dalle poltrone più altissime, quindi il pianeta Giustizia, Burocrazia, Forze dell’Ordine, ecc. per finire all’ultimo sgabello del più piccolo Comune.

Si devono rivedere (e sfoltire) tutte le leggi, in maniera chiara, seria, comprensibile, efficace e severissima, per tutti, nessuno esente. E che siano anche proporzionate, in crescendo, al livello, funzione, incarico e nomina, rivestiti dal condannato. Le pene e le sanzioni infatti, non possono e devono essere analoghe per lo scranno alto come per il cittadino comune. Chi ha disponibilità in Italia e di solito occupa livelli più alti, si può permettere fior fiore di legali. Al contrario il comune cittadino spesso rinuncia ormai anche a denunciare, come pure ad affrontare costosissimi e imprevedibili giudizi, considerata anche la onnipotente ermeneutica di ogni Giudice che di fatto vale più di un legislatore ad ogni verdetto e indipendentemente dalle norme. Ma questo anche perché i trasversali Governi e Parlamenti degli ultimi decenni hanno sostanzialmente pensato alle “cose proprie” e quelle dei rispettivi codazzi, trascurando invece di legiferare e lavorare (e per questo indicati, eletti e strapagati) per la società italiana allo scopo di raggiungere, ma tutti, fini e interessi comuni.

Si deve iniziare dalla scuola primaria e per tutta quella dell’obbligo, ad introdurre proporzionalmente al corso di studi e alla pari delle materie fondamentali, l’apprendimento dei “diritti e doveri ma insegnati da un laureato in Giurisprudenza.

Si deve avviare una martellante e continua negli anni, campagna di civiltà e progresso almeno in tutte le Tv pubbliche.

Si deve rivalutare la meritocrazia, fare i concorsi esterni in tutta la Pubblica Amministrazione, nello Stato, nelle Regioni, nei Comuni e rispettive propaggini, verificando con scrupolosità lauree e titoli presentati, poiché il cittadino è risaputamente spesso nelle mani di approssimativi, oltre che svogliati, indolenti, sprezzanti e rispondenti nel lavoro al padrone o consorteria che li ha raccomandati.

Poi certo, si possono e si devono anche additare e soprattutto perseguire i cittadini corrotti, delinquenti, violenti e mafiosi, senza distinzione di colore, estrazione, concetti e credenze. Ma contestualmente va curata la “Testa” marcia che è da sempre il sistema pubblico-politico italiano, il quale nel tempo ha finto con l’infettare gravemente a macchia d’olio la società italiana.

Purtroppo è da temere anche che non si riuscirà come sempre e come al solito a cambiare alcunché, in quanto il trasversale fradiciume etico e ipocrita dei Governi e Parlamenti nazionali e Regionali, non deciderà mai contro se medesimo.

Nei partiti e nei movimenti abbonda l’ipocrisia e il cafechantant. Quelli di sinistra con la smorfia dei saccenti. Quelli di destra con la boria dei rigoristi. Nei movimenti con il cipiglio dei militanti. Ma tirate fuori le gonadi o le ovaie per criticare i decennali “piani alti” e tutti, alcuno risparmiato.

Siamo di tutta evidenza e notoriamente da anni, sulla via finanziaria, corruttiva e criminale, dell’Argentina, Somalia e Messico.

Siamo annosamente stipati e dappertutto, in politica, nei media e cosiddetta società civile e intellettuale, di (uomini e donne) profittatori, mercenari, squillo e anche peggio, fatti, alcolizzati, anabolizzati, psicofarmati, senza scrupoli, arrivisti, misantropi, teatranti, deliranti di onnipotenza quando sono sullo scranno o su uno sgabello. E gli altri, non allineati a tutto ciò, sono però omertosi. In Sicilia anni addietro ci si sentiva dire da blasonati conduttori e ospiti televisivi che essere omertosi in una società è come quasi essere mafiosi. Ma a maggior ragione la sostanza non cambia nel sistema pubblico-politico-giuridico-burocratico dello Stato.

Una generale collettrice umana quella pubblico-politica che sta ormai ammorbando irreversibilmente la Nazione.

La domanda che purtroppo ancora echeggia è sempre analoga: Se ne uscirà mai ? La risposta rimane: ?

Non s’immagini però o propagandi un “Batman” eroe dello Stato e della società. Abbiamo già attraversato questo periodo il secolo scorso. È finita ancora peggio come anche in altri luoghi della Terra e tutt’ora. Solo collettivamente, confrontandosi, tollerandosi, certo poi decidendo e facendo, la società umana può evolversi e civilizzarsi. Diversamente sarà il caos socio-economico-occupazionale verso il quale, cantando, ballando e divagando, pare stiamo da anni invece marciando.

Adduso Sebastiano

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