La Regione Siciliana ha un contratto con un condannato per corruzione

La Regione Siciliana ha rinnovato un contratto di affitto del 1998 con l’ex Presidente di...

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La Regione Siciliana ha rinnovato un contratto di affitto del 1998 con l’ex Presidente di Sicindustria condannato per associazione a delinquere.

Lo ha scoperto il deputato regionale dei 5stelle, avvocato Antonio De Luca nonché componente la Commissione Regionale Antimafia, il quale in un suo intervento in Assemblea Regionale Siciliana (ARS), rivolgendosi all’Assessore Gaetano Armao nonché vicepresidente della Regione nel Governo di centrodestra del Presidente Nello Musumeci, ha ribadito la propria richiesta di risposta urgente ad una interrogazione che aveva presentato.

Il deputato regionale pentastellato ha chiesto di sapere del contratto di locazione da 114 mila euro l’anno tra la Regione Siciliana e uno studio di architettura” di cui in questi giorni i 5stelle regionali hanno scoperto che ad esserne il principale partecipante è Antonello Montante”, imputato per corruzione, associazione a delinquere e condannato recentemente in primo grado dal Tribunale di Caltanissetta a 14 anni di reclusione “Sentenza del Gup di Caltanissetta: condannato Montante a 14 anni (la sentenza)”.

E ha continuato il Componente la Commissione Regionale Antimafia dei 5stelle che “… da una determina della Regione Siciliana ha scoperto che questo contratto è stato sottoscritto per la prima volta nel 1998, era un 6+6, c’è stato poi un tacito rinnovo, quindi nel 2016 a ottobre è stato sottoscritto un nuovo contratto.

“Ora – ha concluso Antonio De Luca – essendo che le notizie riguardanti il coinvolgimento nell’inchiesta di Antonello Montante risalgono al 2015, si vuole capire se, a differenza dei rinnovi, la sottoscrizione dell’allora Assessore o dirigente era accompagnata dal controllo sulla certificazione antimafia o se questo certificato non c’era, poiché in quel caso e immediatamente la Regione dovrebbe provvedere non solo contestare questo addebito agli uffici che si sono occupati ma dovrebbe anche esporre la questione alla competente Procura”.

Del “sistema” Montante, del quale, continua al Tribunale di Caltanissetta il giudizio, ci si è occupati diverse volte in questo ultimo anno, tra cui “, “Maggiore della Guardia di Finanza cerca di inquinare le prove. Arrestato” e “I Pm di Caltanissetta chiedono 10 anni per l’ex leader di Confindustria Sicilia Antonello Montante”.

In quest’ultimo articolo, conoscendo certe carte, avevamo pure brevemente ripercorso in calce, una vicenda di quasi 30-20 anni addietro, rimasta per la gran parte senza una spiegazione giudiziaria “Intanto si apprende che è in difficoltà la società messinese Jonica Trasporti, la cui proprietà è al 51% dell’AST l’Azienda Siciliana Trasporti di proprietà della Regione Sicilia e al 49% della Msa (Mediterr Shock Absorbers) di proprietà del presidente della Confindustria siciliana, Antonello Montante,  che a sua volta sarebbe entrata anche nel capitale dell’ Azienda siciliana trasporti di cui oggi detiene lo 0,038% delle quote, una sottoscrizione di poche decine di migliaia di euro che avrebbero garantito all’ imprenditore nisseno un diritto di prelazione nelle operazione di privatizzazione dell’AST. Conseguentemente i 18 lavoratori che l’espletamento il pubblico servizio nella provincia Jonica messinese di trasporto di persone su strada, rischiano il posto di lavoro. L’Azienda Siciliana Trasporti aveva anche indetto un’asta per la cessione della quota del 51% del capitale sociale. Asta che è andata deserta. La Jonica Trasporti era una s.r.l. costituita nel 1999 a capitale totalmente pubblico con unico socio l’AST, l’Azienda Siciliana Trasporti di proprietà della Regione Sicilia (in sostanza un’azienda pubblica regionale per trasporto di persone all’interno un’altrettanta pubblica del medesimo settore). Per decreto assessoriale regionale, acquisì tutte le concessioni insieme ai rispettivi contributi cosiddetti a chilometro e per acquisto pullman nonché il personale maschile, di una ditta locale di Santa Teresa Riva, la STAT, dopo che quest’ultima venne dichiarata fallita a seguito di una serie di attentati di alcuni anni prima definiti di “matrice mafiosa” che ne minarono il patrimonio economico. Dopo la Jonica Trasporti è stata trasformata in S.p.a. e il 49% ceduto a privati”.

Ciò che ci ha infatti ulteriormente attenzionati nel video sopra linkato del Deputato regionale dei 5stelle è quando dice, a proposito del contratto tra la Regione Siciliana e (implicitamente) l’ex presidente di Sicindustria Montante “…. è stato sottoscritto per la prima volta nel 1998 …”. Evidentemente c’era questo “sistema Montante” anche all’epoca del fallimento nel 1999 di quella società di trasporti Stat, la quale negli anni anteriori aveva pure subito degli attentati definiti di “matrice mafiosa” e le cui concessioni, personale e contributi regionali passarono per decreto Assessoriale passarono ad una ditta creata ad hoc, appunto la Jonica Trasporti, nella quale c’erano circa una decina di avvocati, amministratori, ecc. (di fatto più dei lavoratori acquisiti) ed il cui unico socio era l’AST (l’Azienda Siciliana Trasporti della Regione Siciliana) che poco dopo ha ceduto il 49% della Jonica alla società Msa (Mediterr Shock Absorbers) di proprietà di Montante.

Inoltre un aspetto oltremodo inquietante in quella vicenda, come risulta dagli atti, è che dopo quel fallimento, un avvocato curatore fallimentare di Messina e un Giudice del Tribunale fallimentare di Messina, inoltrarono una relazione alla Procura della città, nella quale scrissero che l’impresa Stat era in difficolta sin dagli anni 1995 e che la situazione si era aggravata a seguito di attentati. Sia il Pm che il Gip del Tribunale di Messina fecero sostanzialmente propria quella relazione, tanto che quest’ultimo scrisse nel rispettivo dispositivo che ciò risultava dalle “indagini esperite” (?). Anche la Cassazione rigetto il ricorso a quel verdetto.

Gli attentati però erano avvenuti, storicamente e come dai precedenti atti processuali, nel 1991 e 1992. Misteri italiani e siciliani, soprattutto di una Giustizia abbuia.

L’opinione.

Quando da queste pagine ci si è occupati di vicissitudini, soprattutto inerenti Servitori dello Stato uccisi dalla mafia, come il caso del Magistrato dr. Borsellino, ad esempio con l’articolo “Fiammetta Borsellino “Abbiamo avuto indagini e processi fatti male”, seppure si cerchi di rimanere distaccati, ci si compenetrata nell’amarezza dei familiari delle vittime. Chi infatti ha, per sua sfortuna, conosciuto e vissuto certo annoso e deviato pianeta politico-istituzionale-giuridico-burocratico-professionale-sociale (italiano e soprattutto siciliano) fatto di “consorterie”, “compiacenze”, “connivenze” “clientelismo”, “mercimonio” e da destra a sinistra, si vede di solito ineluttabilmente obbligato, per avvilimento, prostrazione e se vuole sopravvivere almeno socialmente, a raggiungere quasi uno stato di rassegnazione addirittura prossimo all’assoggettamento, poiché fino ad ora, che risulti, non l’ha mai spuntata alcuno, in quanto per combattere la mafia criminale ci si rivolge giustamente e civilmente alla Magistratura e alle Istituzioni in generale, ma per far fronte a certo incancrenito e trasversale deviato “sistema” pubblico-politico, quello in sostanza che proprio il dr. Borsellino definiva “favoritismo”, da queste pagine non si saprebbe suggerire a chi in Italia e specialmente in Sicilia, ci si potrebbe con fiducia indirizzare. Rimane l’ovvia speranza, civile e umana, che prima o poi un Governo intellettualmente onesto e indipendente e per esso specialmente il Ministro della Giustizia, adotti quelle RIFORME, serie, chiare, efficaci, concrete e severissime verso tutti, nessuno indenne incluse le varie blasonate corporazioni dallo scranno più alto all’ultimo sgabello. Diversamente si dirà ipocritamente ancora che cambierà tutto per non modificare forzosamente nulla (nulla: “l’ordine delle cose” arroganti, deviate, corrotte, profittatrici, mendaci e dissimulatrici).

Adduso Sebastiano

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