Un GRANDE ci ha lasciati. I Caporali purtroppo restano, e (stra)parlano

Un GRANDE ci ha lasciati mentre, purtroppo, i piccoli microbi, le amebe dell’umanità, i lusus naturae della razza umana, i Caporali, restano

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Un GRANDE ci ha lasciati mentre, purtroppo, i piccoli microbi, le amebe dell’umanità, i lusus naturae della razza umana, i cosiddetti Caporali così ben tratteggiati da un altro Grande: il Marchese De Curtis, in arte Totò, restano e continuano a dar fiato alla loro bocca incuranti di quello che è un mio aforisma preferito: “prima di parlare accertati di aver messo in funzione il cervello”.

Ops, ma già, come fa un “non cerebri” a mettere in funzione qualcosa che non ha mai avuto? Può bastare questo a consentire a certi Caporali fregnacciari di aprire bocca e spargere letame a più non posso? Non credo! O almeno non credo che dovrebbe essere consentito. A tutto c’è un limite ed il Caporal Salvini di limiti ne ha superati tanti anzi, in tutta la sua vita non ha fatto altro che superarne sempre di più rivestendoli del suo modo di esprimersi sempre ed unicamente da fregnacciaro,

Oddio, ad onor del vero una sola volta in vita sua gli è scappato di dire qualcosa di vero, soprattutto su se stesso.

Correva l’anno 1993 e l’allora ventenne Matteo Salvini partecipa come concorrente al quiz show televisivo “Il Pranzo è Servito” su Canale 5.

Il conduttore Davide Mengacci gli chiede che professione svolgesse:

“Nullafacente, studente all’università” la sua risposta.

Poi risolve un rebus sulle tangenti e chiude con una battuta: “Sono di Milano, ne so qualcosa”. (ASCOLTA)

Da allora di anni ne sono passati e la sua improntitudine è cresciuta a dismisura, ma sempre fine e fedele a se stesso e alla sua indole di Caporale perché, come ben dice Totò, Caporali si nasce, e lui indubitabilmente lo nacque.

Ed ecco che anche oggi, quello stesso Matteo Salvini che sbraita contro gli immigrati, gli emarginati ed anche quelli che “vivono di politica” immemore del fatto che poi, proprio lui, da 28 anni vive a nostre spese, non è riuscito a star zitto perdendo così un’altra occasione di non mostrare il suo miserevole essere di approfittatore e di jena ridens della politica, per cui, approfittando del decesso di Franco Battiato (lui sì, grande tra i grandi) ci ha “deliziati” con il suo “coccodrillo” opportunistico pubblicato di mattina presto sul suo Twuitter dove scrive:

“Perché sei un essere speciale ed io, avrò cura di te… Una preghiera, un ricordo e una canzone per il grande Maestro”

immemore (o forse anche no perché per lui le parole sono solo fiato al vento) del fatto che, il 27 marzo 2013, ebbe a scrivere, sempre su Twitter:

“Franco BATTIATO, grande artista ma piccolo uomo”,

cosa che detta con riferimento ad un immenso ARTISTA (oltretutto alto anche sul metro e novanta, quindi ALTO anche per conformazione, oltre che formazione) quale già Battiato era, è cosa assolutamente ignobile che oggi diventa ancor più volgare visto l’opportunismo che ha mostrato anche nel voler mettere giù il suo “coccodrillo” per un Grande che ci ha lasciato.

Ma Il Caporale Salvini è questo, ed anche di peggio, e purtroppo bisogna accettarlo (se poi lo si accettasse veramente, male non sarebbe, almeno per il mondo civile) per cui chiudo questo mio “sfogo” ricorrendo ancora una volta a due dei miei tre mantra che mai come in questa occasione mi sembrano appropriati:

Stanislao Barretta / Redazione

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