Licata (AG), disabili torturati da due 14enni (VIDEO)

I CC di Licata (AG) hanno eseguito due misure cautelari per due 14enni accusati di avere per mesi inflitto violenze e minacce a tre disabili

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I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Licata, comune della provincia di Agrigento, al termine delle indagini coordinate dalla Procura per i minorenni di Palermo, diretta da Massimo Russo, hanno eseguito due ordinanze di misura cautelare nei confronti di due minori. I militari hanno accompagnato i quattordicenni, incensurati licatesi, in due comunità.

LE INDAGINI

Insieme con altri maggiorenni, già arrestati per lo stesso reato, per mesi hanno inflitto violenze e gravi minacce alle vittime tutte e tre disabili. Sono stati numerosi gli episodi legati al gruppo licatese. Spesso si tratta di scene drammatiche, riprese al telefono e poi condivise sui social con l’obiettivo di deridere anche sul web le vittime.

Le violenze si sono ripetute per mesi su un gruppo di tre persone disabili. In un’occasione, i due minorenni e un gruppo di altri quattro maggiorenni sono entrati di notte in casa di una delle vittime e, immobilizzandolo, hanno schiacciato testa e collo col piede fin quasi a soffocarlo. Quindi gli hanno tagliato i capelli con un rasoio elettrico, cercando anche di dargli fuoco con l’accendino. Con una sigaretta, poi, hanno tentato di ustionare la pelle della vittima. I due, inoltre, hanno fatto irruzione in casa di un altro invalido e lo hanno schiaffeggiato, umiliato, gli hanno tirato la barba e sputato addosso.

AGGREDITO E SFREGIATO ANCHE UN EX ASSESSORE COMUNALE

La gang ha anche aggredito un ex assessore comunale che si trovava nella villa comunale, a Licata: è stato preso a bastonate dai due minorenni che erano stati poco prima rimproverati poiché stavano distruggendo un tabellone posto nel giardino pubblico.

L’uomo ha riportato la frattura di un dito della mano e un trauma cranico alla fronte con punti di sutura e un pericolo di sfregio permanente.

LA CONFERANZA STAMPA DEL COMANDO PROVINCIALE DEI CARABINIERI DI AGRIGENTO

«I due, seppur quattordicenni e incensurati, in un breve periodo di tempo hanno mostrato una preoccupante attitudine criminale. Ecco perché il loro comportamento è stato fermato per evitare che potesse fare ancora del male». Lo ha evidenziato, durante la conferenza stampa svolta al Comando provinciale dell’Arma di Agrigento, il capitano Francesco Lucarelli, comandante della compagnia di Licata. «In un caso di tortura – ha spiegato l’ufficiale – uno dei due non era ancora imputabile, perché aveva 13 anni. La pericolosità sociale non è una questione anagrafica, è una questione di contesto sociale e sviluppo della persona. Il degrado sociale porta ad un abbassamento dell’età criminale».

«Noi non dobbiamo soltanto arrestare, ma vogliamo – ha sottolineato il comandante provinciale dei Carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo – curare e per farlo dobbiamo essere tutti insieme con le istituzioni, riuscendo a veicolare un messaggio di positività che determini una vera crescita sociale».

L’INTERVENTO DELLA MINISTRA ALLE DISABILITÀ

Sul caso è intervenuta anche Erika Stefani, Ministra alle Disabilità “I ripetuti casi di violenze a danno di persone con disabilità, registrate anche negli ultimi giorni, devono alzare immediatamente il livello dell’attenzione – scrive Stefani in una nota -. E’ assolutamente inconcepibile che la ferocia non si fermi nemmeno di fronte a persone con fragilità. Ciò denota che c’è ancora molto da fare sul fronte culturale e che nuove azioni devono essere messe in campo per prevenire simili fatti. Su questi punti vorrei richiamare l’attenzione di tutti”.

Adduso Sebastiano

 

(tutte le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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