Juve Stabia, Branduani: I miei numeri merito della squadra. Queste le parate dell’anno…

Ospite della trentunesima puntata di Juve Stabia Live Talk Show, programma di ViViCentro in onda...

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Ospite della trentunesima puntata di Juve Stabia Live Talk Show, programma di ViViCentro in onda sulla pagina Stabiesi al 100%, è stato Paolo Branduani.

Questo un estratto delle dichiarazioni del portiere gialloblu:

La stagione è stata incredibile. Abbiamo centrato un risultato straordinario certificato dai numeri, che parlano tutti per noi. Miglior difesa non solo in Italia, attacco tra i migliori e rendimento strepitoso. In sostanza non abbiamo mai temuto di non vincere questo campionato, anche in quel momento di leggera flessione, in noi c’è sempre stata massima fiducia.

La supercoppa è un obiettivo concreto, sarebbe certamente una gran bella ciliegina da mettere sulla torta ma se non dovesse arrivare nulla toglierebbe a questa magnifica stagione. Non abbiamo ancora iniziato a studiare Entella e Pordenone ma ho visto che sono compagini forti, già pronte per la Serie B, ma ovviamente hanno giocato ad un’ intensità diversa rispetto al campionato.

Se mi avessero detto la scorsa estate che avremmo sollevato il trofeo come squadra vincitrice del campionato non ci avrei mai creduto. Ho iniziato a capire che c’era qualcosa di speciale nella squadra dopo la prima gara, col Siracusa: quella vittoria ed il modo in cui arrivò, fece intuire che c’erano possibilità di fare qualcosa di importante. Se devo scegliere due episodi fotografia della stagione dico i festeggiamenti dopo la gara di Trapani, con gol nel finale di Mezavilla, e la mia esultanza a Rende, sempre con rete a tempo scaduto ma di Paponi: mentre la squadra festeggiava in avanti io abbracciai fisicamente i tifosi che erano in curva dietro di me.

Parate dell’anno? Ce ne sono tante ma ne scelgo due. Parlo di quella con la Paganese in casa, su Cesaretti, e di quella a Vibo Valentia che pure fu poi decisiva per quel pareggio. In più penso che anche quella di Cava, con il gol di Paponi sul ribaltamento di azione abbia avuto un peso notevole.

Sono un portiere che bada molto al sodo. Tra le mie caratteristiche migliori metto la tranquillità e la reattività, mentre sento di dover migliorare in vari aspetti ma soprattutto sulle uscite, che per un portiere sono sempre un’incognita. Sicuramente il mio rendimento è stato facilitato dalla vicinanza del Direttore Polito e del preparatore dei portieri Petrazzuolo. Con loro il confronto è continuo, mi danno consigli e vediamo spesso le cose con gli occhi che solo portieri, ed ex portieri, possono avere.

Il mio arrivo alla Juve Stabia si concretizzò in modo rapido ed inaspettato. Venivo da una stagione condita da un infortunio alla spalla e dal prestito non positivo al Teramo; ero ai margini della Spal tanto da allenarmi con la Primavera. Arrivò il penultimo giorno di mercato la chiamata di Ciro Polito che mi prospettò la possibilità di vestirmi di gialloblu. Accettai ovviamente subito con tanta voglia di ripagare la scelta della Juve Stabia, spero di esserci riuscito e di fare sempre meglio.

Imbattibilità prolungata? È stata ovviamente una gioia, un vanto, ma alla lunga era diventata pesante da sopportare. Non nascondono che non appena il gol della Cavese ha interrotto il mio record ho pensato “Finalmente è finita!”. Alla fine non si parlava d’altro: era diventata quasi una fonte di distrazione. Ho sempre detto che gli obiettivi ed i risultati di squadra vengono prima di quelli del singolo.

Rigore di Giannone? Sono stato aiutato da un precedente avvenuto sempre con Giannone. In quell’occasione mi fece il cucchiaio, segnandomi, ma l’arbitro fece ripetere il penalty, lui lo calciò in modo normale e lo parai. Ero convinto, quando me lo sono ritrovato avanti col Catanzaro, che non ci avrebbe riprovato, invece dalla sua rincorsa ho capito che stava per rifarlo e sono rimasto fermo. Dopo non posso dire cosa gli ho urlato, diciamo che l’ho rimproverato per aver tentato di nuovo di beffarmi.

Tutti i ragazzi della difesa sono stati straordinari. È senza dubbio la miglior retroguardia in cui sono mai stato, ma senza dubbio. Vitiello ha esperienza infinita, Troest e Marzorati sono calciatori di categoria superiore, ed Allievi e Germoni hanno sempre messo in campo spinta e cuore. Come loro anche Melara, Schiavi e tutti i ragazzi della difesa hanno fatto un grandissimo lavoro. Dico sempre però che il merito della difesa così ermetica è di tutta la squadra, anche degli attaccanti che per noi fanno un gran lavoro.

Tra l’altro i nostri attaccanti sono tutti fortissimi, è un reparto completo. Se dovessi dire, da avversario, il più temibile sceglierei Di Roberto. È un calciatore di fantasia, di cui difficilmente si riesce a intuire la giocata; va da una parte all’altra senza problemi, in allenamento mi fa impazzire spesso. È stato sfortunato quest’anno a causa dei tanti problemi fisici ma sono certo che in Serie B ci darà una grande mano.

Caserta e Manniello? Il Mister è stato fondamentale. La sua forza è far sentire tutti importanti; non conta solo su 11 calciatori ma su un gruppo, non precludendo a nessuno il posto da titolare. Il Presidente è colui che ha reso possibile tutto ciò; vederlo commosso in tribuna, quando la curva gli ha dedicato la coreografia, mi ha molto colpito.

In serie B voglio fare bene. È una categoria che in passato ho solo assaggiato quindi voglio dire la mia, ma è presto per parlarne. Mi si è rinnovato il contratto con la promozione e voglio fare bene anche in cadetteria con la Juve Stabia.

Portiere di riferimento? Julio Cesar, con cui ho avuto la fortuna di allenarmi nei suoi anni d’oro all’Inter, e attualmente Handanovic, di cui mi piace lo stile in campo e fuori.

Il numero 26 è stata una scelta obbligata lo scorso anno. Quest’anno l’ho mantenuto anche a discapito del 22, mio numero preferito, e ha portato bene. Mia mogli mi ha aiutato nella scelta; a lei e a mio figlio va la dedica di questa stagione da incorniciare.

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