Corbo: “Una vittoria carica di messaggi”

Antonio Corbo-La Repubblica Vittoria carica di messaggi, ma facile da decifrare. Manda a Roma una...

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Antonio Corbo-La Repubblica

Vittoria carica di messaggi, ma facile da decifrare. Manda a Roma una squadra ottimista, rigenerata, felicemente aggressiva. Il Napoli non ha neanche il tempo né voglia di chiedersi che cosa sia successo a Milano. Stanco e monotono sabato, agile e ispirato ieri, gioca sottoritmo con l’Inter e palleggia veloce stavolta. Impossibile una simile metamorfosi in 72 ore, che è successo? Più di un test atletico, occorre che il Napoli si sdrai su un sofà per una profonda analisi, di quali complessi soffre in trasferta? A Udine si lascia stendere dall’arbitro più che dall’Udinese, subisce due rigori in un baleno e le scenate pacchiane dell’arbitro Irrati: espelle Sarri, poi si misura nel finale con l’ira di Higuain. A Milano ancora il Napoli bello e fragile si abbatte: non si rialza più dopo il gol in fuorigioco dell’Inter. In 4 partite due sconfitte raccontano un Napoli succube di arbitri, di avversari, una usura mentale e muscolare. Nello stesso arco di tempo, di nuovo in casa, due vittorie offrono perentorie smentite. Il Napoli ritrova la sua immagine di gioco, l’irresistibile allegria dei triangoli ritmati, la sbarazzina ansia di stupire. Donadoni intimorisce solo a parole il Napoli, «per un colpo il Bologna ha tutte le carte in regola ». Le avrà lasciate alla reception dell’albergo, se è stato solo un onesto spettatore: crolla là dove era temuto, Zuniga neanche prova a danzare calcio con il suo faccione giulivo, ma si piega a destra sul versante di Ghoulam, che con Hamsik e Mertens rimette in moto la catena di sinistra. Taider cade nel vortice di Allan, signore del centrocampo, sovraccaricando il senegalese Djawara e Brighi a sua volta travolto con il confuso Constant dall’asse di sinistra Hysay-Callejon. In tre giorni riscatta i suoi effettivi valori Gabbiadini, non è Higuain, non può esserlo, ma lo sostituisce con decoro, tre gol in tre gare. Il primo, ieri, è di assoluta qualità: si contorce e s’infila, in agilità sistema un diagonale corto che nuovo certifica la sua abilità di cinico bomber. Una vittoria che riscatta anche Sarri, apparso poco innovativo negli ultimi tempi. Dà spazio a Mertens, finora subalterno a Insigne. E Mertens si scatena. Ancora Sarri prova una variante tattica alla fine, inserisce Insigne a sinistra, ritira Callejon e prova Mertens punta centrale, che ricambia con una tripletta, i suoi gol rivelano tutta la rabbia accumulata tra le quinte. Avverte la Roma, che ha imposto la tregua dopo la lite tra Spalletti e Totti. Lunedì riceve un Napoli finalmente in pace con se stesso, ancora più forte: ha slegato dalla panchina tre che forse meritavano più attenzione. Occhio: i gol sono due di Gabbiadini, due di Mertens, ultimo di David, e sembra questo l’ultimo messaggio da decifrare.

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