BCC Agropoli – Coach Paternoster:” Chi parla di crisi non sa nulla di noi”

Le dichiarazioni di Antonio Paternoster, head coach della BCC Agropoli L’aplomb misto a savoir ar fer...

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Le dichiarazioni di Antonio Paternoster, head coach della BCC Agropoli

L’aplomb misto a savoir ar fer tipico di un lord inglese, ma con all’occorrenza il fuoco dentro; è tutto questo Antonio Paternoster.

Il capo allenatore della BCC Agropoli, team cestistico cilentano che da quest’anno milita per la prima volta nella sua seppur breve ma intensa storia in un massimo campionato dilettantistico (nella pallacanestro italiana soltanto la Serie A è considerato campionato professionistico ndr), sta stupendo anche i più scettici disputando un favoloso torneo di A2 grazie ad un mix di esperienza e freschezza giovanile che si sta rivelando vincente.

Agropoli è attualmente la quarta forza del torneo a quota 18 punti, a pari merito con squadre ben più blasonate come Casale Monferrato ed addirittura più in alto di team del calibro di Casalpusterlengo, Siena, Roma, Barcellona e Biella soltanto per citarne alcune. Un successo senza precedenti per una cittadina di appena 21mila abitanti che mai, prima d’ora, aveva calcato i palcoscenici del secondo campionato italiano di basket.

Nonostante un grandissimo avvio, i cilentani sono reduci da due successi e ben sette sconfitte nelle ultime nove uscite stagionali; totalmente fantascientifico pensare che potessero vincerle tutte fino alla fine, in fondo. Esattamente da qui, la BCC Agropoli riparte nelle parole di Coach Paternoster che spiega, nel dettaglio, cosa non è andato in queste ultime gare:

”Non è questo un periodo felice – dichiara Paternoster – soprattutto dal punto di vista degli infortuni (Trasolini, Spizzichini e Carenza ndr). Nell’ultima gara disputata a Barcellona abbiamo fatto una partita convincente tirando anche con una buona percentuale, unica pecca la percentuale realizzativa dei liberi (soltanto il 50%) e la scarsa predisposizione al rimbalzo. L’assenza di Marc Trasolini si è fatta sentire, il suo valore è fondamentale in maniera esponenziale per il nostro equilibrio di squadra. Certo dopo queste sconfitte non ci fasceremo la testa dato che non credevamo nemmeno di essere la squadra più forte dopo le quattro vittorie consecutive ad inizio campionato; il nostro obiettivo è e resta la salvezza.”

Un’ analisi lucida, ma soprattutto sacrosanta che rispecchia la bontà e l’onesta del lavoro svolto dai cilentani fino a questo punto del torneo, tuttavia numeri alla mano c’è chi ha azzardato la parola ”crisi” e l’ha accostata in maniera decisa alla squadra di Patron Russo – ”ci tengo a dire innanzitutto che non voglio fare assolutamente polemica ma la parola crisi è una parola che non ci appartiene e che non può essere accostata mai ad una squadra che al suo primo anno di A2 gira a +1 in media inglese e che, oltretutto, è il secondo migliore attacco del girone. Chi parla di crisi non sa nulla di noi, quasi mi viene da pensare che queste persone non abbiamo mai assistito ad un nostro allenamento e che non vengano nemmeno a vedere le nostre partite. La crisi è un’altra cosa.”

Più chiaro di cosi.

Mario Miccio

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