4 chiacchiere con…Marco Capparella

Marco Capparella parla ai microfoni di Vivicentro per la settima puntata di “4 chiacchiere”  ...

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Marco Capparella parla ai microfoni di Vivicentro per la settima puntata di “4 chiacchiere”

 

Ospite della nuova puntata di 4 chiacchiere è Marco Capparella. Con l’ex Napoli parliamo degli obiettivi che la squadra di Gattuso può raggiungere in questa stagione: “Il Napoli è una squadra forte e completa. Gli azzurri a differenza degli altri anni hanno davvero tanti sostituti, giocano un bel calcio e in questo caso bisogna fare i complimenti a Gattuso che ha saputo dare una grande identità a questa squadra“.

 

Una grande identità che ha acquisito anche Lozano, el Chucky sempre più trascinatore: “L’anno scorso lo massacravano veramente tutti: io ho sempre detto che quando arriva uno straniero ha tante difficoltà, una per esempio può essere la dialettica. C’è voluto un po’ di tempo ma ora sta dimostrando tutti i 42 milioni  spesi per lui. Dobbiamo essere semplicemente più sereni ad aspettare i ragazzi perché ognuno all’inizio ha le sue difficoltà“.

 

L’allenatore dunque  c’è, la testa anche: questo Napoli può vincere e Capparella lo afferma chiaramente: “Il Napoli è una candidata a vincere lo scudetto. Insieme agli azzurri ci sono anche altre squadre  come Inter o magari lo stesso Milan ora capolista che ha grande entusiasmo, voglia di vincere e di migliorarsi in ogni partita. Sarà un campionato molto equilibrato anche perché la Juve è un po’ in difficoltà: non è più la stessa degli anni scorsi anche se resta la favorita per la vittoria finale“.

 

Il fattore aggiunto del Napoli? La lunghezza della rosa, per Capparella infatti non esistono più titolari e sostituti: “Ci sono ovviamente dei giocatori, in particolare nella zona nevralgica del campo, che sono importantissimi per una squadra. Però credo che il Napoli sia un team completo, con questo intendo che non è formato solo da undici giocatori ma da tutti e ventiquattro che possono essere determinanti. Una squadra forte si vede anche da chi hai in “panchina” e lo dico tra virgolette perché poi in realtà sono quelli che ti fanno vincere il campionato. Io ho vinto i campionati grazie ai giocatori che subentravano, perché erano loro che davano il segnale positivo a un allenatore. Lo spirito era questo e Gattuso ce l’ha“.

 

Lo spirito dunque non deve mai mancare, soprattutto domani, gli azzurri volano a San Siro: li attende l’Inter di Conte:”Se dovesse vincere il Napoli, gli azzurri diventano una super candidata per lo scudetto. Se vince l’Inter non succede niente. Non so, ma attualmente vedo più completo il Napoli dei nerazzurri”.

 

A Napoli c’è tanta attenzione intorno alla squadra, Marco ci ha giocato , lo sa e non la definisce pressione, ma amore:” Ho giocato quattro anni a Napoli e so benissimo che appena tentenni e non fai le tue solite prestazioni si inizia a criticare un giocatore. Ma una gran bella cosa di Napoli è che se poi vai bene in una partita ti fanno re. E’ una piazza particolare, per me unica al mondo. Non è pressione quella che dicono, è amore: amore di un popolo“.

 

Un pubblico caloroso come quello di Napoli non lo trovi da nessuna parte, peccato solo che ora si giochi a porte chiuse:”L’assenza dei tifosi è un grande peccato. C’è chi ne ha tratto vantaggio e chi invece no. Io ho giocato a porte chiuse e ti assicuro che se a livello mentale non stai bene ti scende un po’ la tensione. Sono partite un po’ particolari, come Barcellona-Juve: se ci fossero stati i tifosi non so se realmente il match sarebbe finito 0-3. Ma non lo dico per la Juventus, lo affermo perché penso che con i tifosi il Barcellona avrebbe fatto qualcosa in più senza dubbio“.

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