2 arresti per l’attentato al Centro vaccinale di Via Morelli a Brescia VIDEO

Contestualmente, sono state eseguite nelle province di Brescia e Verona delle perquisizioni nei confronti di persone amici degli indagati.

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Nella mattinata odierna i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Brescia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura di 2 arresti emessa dal GIP del Tribunale di Brescia dott.ssa Alessandra Sabatucci, su richiesta della Procura della Repubblica diretta dal Dr. Francesco Prete, nei confronti di PLUDA Paolo, cl.1969, di Brescia e ZANARDELLI Nicola, cl.1970, di Monticelli Brusati (BS), gravemente indiziati dei delitti di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi (art. 280 bis c.p.) e porto e detenzione di armi da guerra (art. 4 l. 895/67) commessi ai danni del centro vaccinale di via Morelli a Brescia.

Contestualmente, sono state eseguite nelle province di Brescia e Verona delle perquisizioni nei confronti di alcune persone rientranti nel circuito relazionale degli indagati.

In particolare, il provvedimento cautelare è il risultato delle indagini condotte dal Dipartimento antiterrorismo della Procura di Brescia e dai Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Brescia, coordinati dal sostituto procuratore dott. Francesco Carlo Milanesi e dall’aggiunto dott. Silvio Bonfigli, sull’attentato perpetrato in danno del centro vaccinale di via Morelli a Brescia lo scorso 3 aprile, allorquando due individui lanciavano due ordigni incendiari del tipo “molotov” che causavano dei danni ad uno dei padiglioni del complesso.

L’incendio alimentato dagli ordigni – non propagatosi all’intero padiglione solo per la resistenza ignifuga della tensostruttura e per altre cause fortuite- era potenzialmente idoneo a causare danni devastanti alla struttura nella quale erano stoccate diverse centinaia di dosi di vaccino nonché altro materiale infiammabile, danni che avrebbero potuto ripercuotersi negativamente sulla campagna vaccinale anti COVID 19.

A pochi metri dal principio di incendio corrono cavi elettrici che se fossero stati interessati dalle fiamme avrebbero interrotto l’alimentazione della catena del freddo così rendendo inutilizzabili i vaccini. Nel sito colpito vengono infatti somministrate circa 1000 dosi di vaccino al giorno.

Le indagini, condotte in tempi brevi anche mediante il ricorso alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, si sono subito concentrate sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza e rilevazione targhe dei veicoli presenti sul territorio del Comune di Brescia, consentendo di individuare quello utilizzato dai rei per raggiungere l’area teatro del fatto criminoso e indirizzare le investigazioni sulla figura di PLUDA Paolo, il quale, sebbene incensurato e mai emerso in indagini di criminalità eversiva, evidenziava una convinta adesione alle tesi negazioniste e no vax , con una marcata ostilità nei confronti delle Istituzioni in relazione alla gestione della crisi sanitaria in atto.

Le indagini consentivano inoltre di individuare – quale correo – anche ZANARDELLI Nicola, soggetto appartenente alla cerchia relazionale del PLUDA e risultato anch’egli convintamente orientato, dal punto di vista ideologico, verso le interpretazioni più violente ed oltranziste delle tematiche populiste, no vax ed anti-istituzionali, manifestate in particolare attraverso il web e i social networks.

La svolta nelle indagini avveniva dall’isolamento di alcune immagini che fornivano la prova della preparazione degli ordigni da parte degli indagati.

Dalle risultanze investigative è emersa la chiara volontà dei presunti attentatori di bloccare e sabotare la campagna vaccinale in corso, intimidendo la popolazione ed alimentando il clima d’incertezza del particolare momento storico, nonché di reiterare nel breve termine ulteriori azioni violente e di danneggiamento.

È significativo infatti la circostanza che il Pluda la mattina poco prima dell’attacco abbia postato sul proprio profilo Facebook la frase “se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma “la paura” e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni”.

Redazione Lombardia  / Cristina Adriana Botis

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