ESCLUSIVA – Castellammare, Paduano, Pres. dell’Associazione Stabiae 79 ad: “Non bisogna fermarsi, bisogna insistere e far conoscere la cultura di Stabia”

Castellammare di Stabia, ecco le parole di Andrea Paduano, il Presidente dell’Associazione “Stabia 79 ad”...

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Castellammare di Stabia, ecco le parole di Andrea Paduano, il Presidente dell’Associazione “Stabia 79 ad”

Castellammare di Stabia, conosciuta come la città delle acque, è un luogo ricco di storia. Conosciuta come Stabia, ha origine intorno all’VIII secolo a.C. per terminare simbolicamente nel 1086, quando in un documento compare per la prima volta il nome di Castrum ad Mare; venne distrutta insieme a Pompei ed Ercolano durante l’eruzione del Vesuvio del 79, anche se la ripopolazione avvenne immediatamente dopo, al contrario delle altre due città.

Originariamente borgo fortificato, dopo la conquista di Lucio Cornelio Silla divenne luogo di villeggiatura per i patrizi romani, i quali costruirono principalmente ville d’otium, incentrate principalmente sulla collina di Varano. Nel territorio circostante sorgevano invece ville rustiche, adibite all’agricoltura. Sulla spiaggia di Stabia, durante l’eruzione del Vesuvio, trovò la morte Plinio il Vecchio.

Ed è in questo panorama storico – culturale che ancora oggi sul territorio possiamo ammirare le opere di quella che fu l’antica Stabia: Ville Romane tra cui Villa San Marco, Villa Arianna, Villa del Pastore, Villa di Anteros e Heraclo e tante altre ville che si trovano sul territorio di città limitrofe che facevano parte dell’ager stabianus. 

Sul nostro territorio sono diverse le associazioni che operano per mantenere vivo l’interesse dei cittadini, e che soprattutto lavorano affinchè si dia dignità e decoro ai resti di quella che fu un’antica e fiorente città, Stabia. Tra questi vi è l’Associazione Stabiae 79 ad, che grazie al lavoro costante del suo Presidente, Andrea Paduano, e del suo team di volontari, organizzano eventi culturali e di promozione e tanto altro.

La Redazione di Vivicentro.it ha avuto la possibilità di scambiare due chiacchiere con il Presidente Paduano:

Come nasce l’Associazione Stabiae 79 ad?

E’ nata un anno e mezzo fa da 4 amici con obiettivi in comune e date le condizioni in cui verteva Stabia, rispetto alle vicine Pompei ed Ercolano, avevamo pensato di valorizzare il sito, attraverso la condivisione social, video e aneddoti, di tutte le ville dell’Ager Stabianus, tra cui 50 ville ancora interrate tra Gragnano, Varano, e Sant’Antonio Abate.

Da chi è composto il team dell’Associazione?

Io sono il Presidente e sono un archeologo, poi vi è un Dottore Commercialista appassionato di storia, fa parte anche mio fratello laureato in Sicurezza del lavoro e anche lui molto appassionato di storia, Rita Barretta che è un’organizzatrice di eventi, ed un docente di lingue, anch’egli appassionato di storia. Come puoi vedere, siamo tutti legati fortemente alla storia e in particolar modo a quella di Stabia. 

Questa è un’associazione senza scopo di lucro? Come vi sovvenzionate?

Fino ad ora ci siamo autofinanziati, organizzando eventi culturali e pagandoli di tasca nostra. Abbiamo messo in pratica anche un merchandising archeologico, cioè attraverso le ricostruzioni, attraverso stampanti 3D, di alcuni modelli come un vaso o portachiavi, cover per cellulari, in stampa archeologica, e questo è stato il primo passo per autofinanziarci. 

Quali sono stati i vostri progetti sul territorio?

Un’associazione del nostro calibro, nata da poco, è riuscita grazie tramite una convenzione con la Sovrintendenza, a fare una ricerca geo – radar nel parcheggio di Villa San Marco, e tramite questa scansioni abbiamo potuto fare un controllo del territorio fino ad 8 metri di profondità, per constatare se ci sono resti di antichità passate. Il risultato verrà divulgato dalla stessa Sovrintendenza da qui a pochi mesi.

Per quanto riguarda i progetti futuri?

La nostra associazione si propone per la prima volta di ricostruire il sito di Stabia attraverso una ricostruzione con dei software digitali, cioè:  tramite alcuni software di google abbiamo intenzione di ricostruire virtualmente Villa San Marco, Villa Arianna e le altre ville interrate. Tutto questo progetto porterà il nome di “Stabia Re-born”. Poi abbiamo altri progetti, come insegnare queste tecnologie nelle scuole della città.

Avete quindi tentano un approccio vergo i giovani? Un’apertura anche a stage formativi?

Certo, perchè i giovani sono il nostro futuro, sono loro che devono far conoscere gli scavi di Stabia. Per quanto riguarda gli stage formativi, si, ci abbiamo assolutamente pensato, cercando di far rientrare la nostra associazione in un progetto di alternanza scuola- lavoro.

E’ circa un mese che si è insediata la nuova amministrazione, ha un pensiero personale, un messaggio, una richiesta da fare ai politici stabiesi?

In questi giorni abbiamo visto sui vari mass media che il primo passo del sindaco è stato quello dell’istituzione del museo archeologico a Castellammare, ma non bisogna fermarsi, bisogna insistere perchè Stabia merita di entrare nel giro di importanza archeologica come Ercolano e Pompei, in quando non abbiamo nulla da invidiare agli altri siti.

Sarebbe corretto quindi affermare, che serve una valorizzazione della passeggiata archeologica?

Assolutamente si, infatti a pochi metri da Villa San Marco, vi è quello che era il centro della città di Stabia, non scavato del tutto: vi era un foro, una via basolata, con ai lati taverne e botteghe, edifici commerciali. Ora sopra questi edifici, in parte ci sono costruzioni abusive, in particolar modo a Villa del Pastore, che è stata scavata negli anni ’60 da Libero D’Orsi, e questa risulta essere la Villa più grande, una villa imperiale, paragonabile a Villa dei Papiri ad Ercolano. E nella stessa condizione, ovvero interrate, ci sono molte altre ville, compresa Villa Arianna. La speranza è quella che si possano effettuare nuovi scavi, usufruendo anche di molti giovani stabiesi, laureati in archeologia e beni culturali. Noi tramite l’associazione cerchiamo di invogliare i giovani verso questa arte,  diamo una possibilità a loro, agli studiosi di storia, ai laureati in archeologia, beni culturali,  di farsi conoscere.

 

a cura di Vincenza Lourdes Varone

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