Escalation inattesa e senza precedenti della Corea del Nord che ha annunciato in mattinata ora locale di aver fatto esplodere in un centro atomico al nord del Paese una bomba termonucleare all’idrogeno.
Seul – L’annuncio di un nuovo test atomico, stavolta con una bomba a idrogeno (più potente di una bomba nucleare), da parte del regime di Pyongyang torna a far innalzare la tensione nel penisola coreana. Di seguito alcuni interrogativi, i dubbi e le conseguenze sul piano diplomatico e di sicurezza del nuovo test.
E’ CREDIBILE L’ANNUNCIO DI PYONGYANG? – Gli analisti concordano sul fatto che il regime nordcoreano con ogni probabilità ha effettivamente condotto un qualche tipo di esplosione nucleare, ma sono scettici sull’affermazione che si sia trattato di una “bomba a idrogeno”. Il primo indizio che qualcosa è effettivamente accaduto è venuto dal terremoto di magnitudo 5,1 registrato vicino all’impianto nucleare di Punggye-ri. Ma gli esperti osservano che i dati tellurici registrati indicano che la violenza dell’esplosione è stata decisamente al di sotto di quella che ci si aspetterebbe da una bomba a idrogeno; il che probabilmente significa che il regime ancora non è riuscito a completare la seconda fase dell’esplosione a idrogeno.
DOVE E’ STATO REALIZZATO IL TEST? – Nello stesso laboratorio che i precedenti, nel sito nucleare di Punggye-ri, in una regione isolata e montagnosa del nord-est del Paese, a circa 100km dalla frontiera con la Cina e 200km dal confine russo. Secondo gli esperti, il sito -largamente documentato dai satelliti-spia- è stato costruito in oltre 20 anni.
COSA INDICA IL TEST IN RELAZIONE ALLO SVILUPPO DEL PROGRAMMA NUCLEARE NORDCOREANO? – Assodati i dubbi sull’effettivo test di una bomba a idrogeno, l’esplosione odierna conferma l’impegno del regime a portare avanti comunque il suo programma nucleare. La Corea del Nord ha realizzato tre test nucleari tra il 2006 e il 2013 (i primi due molto probabilmente con bombe al plutonio a bassa resa; il terzo con una bomba all’uranio forse con un dispositivo miniaturizzato) e lo scorso anno ha annunciato di aver messo a punto una bomba a idrogeno. Christopher Hill, l’ex capo negoziatore americano per i colloqui a sei sulla denuclearizzazione della Corea del Nord, ha rilevato che il regime sta continuando il suo programma di esperimenti a dispetto della comunità internazionale: “Il problema è enorme indipendentemente dal tipo di esplosione odierna”, ha detto alla Bbc.
COSA SIGNIFICA IL TEST PER L RELAZIONI DIPLOMATICHE IN ASIA? – Il test segna un nuovo ribasso nelle relazioni tra la Corea del Nord e la Cina, per decenni il suo principale sostenitore: Pechino ha subito condannato formalmente il test e questo indica che la pazienza del potente vicino si sta esaurendo perchè considera il regime un elemento di instabilità nella penisola coreana, dove la Cina ha forti relazioni commerciali con la Corea del Sud.
PERCHE’ ORA? – Il giovane dittatore al potere a Pygonyang, Kim Jong-Un, che ha effettuato numerose epurazioni da quando è salito al potere dopo la morte del padre, Kim Jong-Il, nel dicembre 2011, vuole probabilmente consolidare la sua base di consenso e dimostrare che porta a termine risultati addirittura superiori a quelli del padre e del nonno, il fondatore della dinastia nordcoreana, Kim Il-Sung.L’annuncio precede di due soli giorni il suo compleanno, l’8 gennaio, e precede anche l’atteso congresso del partito unico al potere, il Partito dei Lavoratori, il primo congresso in 35 anni.
COSA ACCADRA’ ORA? – Nel passato, i test nucleari e di missili balistici del regime nordcoreano sono stati seguiti da risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e da sanzioni. In questo caso, è già stato convocato per oggi su richiesta di Giappone e Stati Uniti, una riunione del Consiglio di Sicurezza al Palazzo di Vetro.

La Juve Stabia, nelle persone di Franco Manniello e Pasquale Logiudice, dopo aver rinforzato l’attacco con l’innesto di Stefano Del Sante, punta a migliorare l’organico a disposizione del tecnico Nunzio Zavettieri con un difensore centrale, un regista e un esterno capace di agire su entrambi gli out, quello destro e quello sinistro.
I lavori in villa comunale procedono a rilento e l’unico tratto concluso, quello in mosaico, ha già subito vari danni e tante critiche. Una storia infinita quella dei lavori di restyling del lungomare stabiese che forse, purtroppo, vedrà l’inizio di un nuovo capitolo: quello della pista ciclabile che, prevista dal progetto iniziale, a quanto pare non si farà più. La questione è stata posta dagli “Amici della Filangieri”, associazione stabiese che negli ultimi anni si è distinta con numerose attività finalizzati a promuovere l’uso della bicicletta a Castellammare. “Ma la ciclabile?” , una domanda molto semplice quella espressa con un manifesto comparso in villa comunale a cui ha fatto seguito un comunicato dell’associazione stabiese:
Diffondere la cultura della bici a Castellammare è sempre stata la nostra mission fin dai primi giorni di vita dell’associazione: la bicicletta non migliora “solamente” la qualità dell’ambiente e della salute, ma incrementa anche l’economia! Nonostante il caos dei vari progetti che si sono susseguiti, ricordiamo benissimo che la pista ciclabile è sempre stata un punto fermo, anche perché è un ottimo alibi per ottenere finanziamenti europei. E il progetto del waterfront? La pista ciclabile di corso De Gasperi, solo in minima parte completata, doveva collegarsi “naturalmente” a quella della villa comunale, ma allo stato attuale delle cose resterà una cattedrale nel deserto. Se si vuole incentivare una mobilità alternativa bisogna concentrarsi sui collegamenti dalle periferie al centro e sull’incremento del trasporto pubblico. Siamo stanchi di accontentarci, di giocare al ribasso, la nostra generazione e quelle che verranno meritano dignità! Aspettiamo delucidazioni dagli organi competenti”.
La targa è stata scoperta dal presidente


