La Repubblica scrive su Lazio-Napoli: “Roma è l’ombelico del campionato, stanotte. Stona soltanto l’Olimpico semi vuoto: pochi biglietti venduti e trasferta vietata ai sostenitori ospiti. Ma al Napoli peseranno ancora di più le assenze di Hysaj e Allan: entrambi indisponibili per squalifica. Sarri deve rinunciare in un colpo solo a due titolarissimi: evento sgradito e soprattutto raro, osservando il cammino stagionale della capolista. Sotto esame anche le scelte fatte sul mercato da De Laurentiis, che ha integrato la rosa solo con Grassi e Regini: lasciando in tal modo la coperta corta in difesa e a centrocampo”.
Tuttosport attacca Sarri: “Si lamenta che il Napoli fattura solo 120mln…”
Tuttosport bacchetta Maurizio Sarri: “E’ una gara a chi ce l’ha più piccolo, il fatturato s’intende, perché con la mancanza di pecunia si giustifica l’impotenza, calcistica s’intende, di fronte ad avversari più dotati, finanziariamente. L’ultimo è stato Maurizio Sarri, tecnico del Napoli (ultimo fatturato 125,82 milioni di euro), ma ci sono illustri predecessori, da Rafa Benitez, che sempre dalla panchina del Napoli piangeva miseria nei confronti dell’allora juventino Conte, ma anche dello stesso Conte che sospirava davanti allo strapotere del Bayern nella primavera del 2013 e questo solo per citare i casi più celebri. La Juventus lo scorso anno non si sarebbe dovuta presentare al Santiago Bernabeu per giocarsi la finale di Berlino. Con i suoi “miseri” 295 milioni di fatturato (stagione 2013/14) come poteva confrontarsi con i 549,6 del Real Madrid? La fortuna del popolo juventino è stata la scarsa attitudine alla ragioneria di Massimiliano Allegri e di Alvaro Morata, così i bianconeri hanno conquistato la finale di Berlino. D’altra parte lo stesso Real Madrid, così come Il Barcellona, campioni d’Europa in rapida successione, si sono fatti superare dall’Atletico Madrid, campione di Spagna nella stagione 2013/14 quando il suo fatturato era di 119,98 inferiore a quello del Napoli”.
Callejon rinnovo fino 2020, poi tocca a Reina e Albiol
Come riferisce Il Corriere dello Sport, il Napoli sta già lavorando per i rinnovi contrattuali di Callejon, Reina e Albiol. L’agente dei tre spagnoli, Quilon, è venuto a Napoli prima di Natale per gettare le basi delle trattative. Per Callejon sarebbe pronto un contratto fino al 2020 con adeguamento economico. Per Reina si parla di un altro anno di contratto mentre per Raul Albiol potrebbe esserci un biennale.
Ecco come i tifosi del Napoli raggirano legalmente i divieti in trasferta
La Gazzetta dello Sport spiega come i tifosi napoletani abbiano raggirato legalmente il divieto del Casms per quanto riguarda il divieto di assistere a Lazio-Napoli da parte di tifosi provenienti dalla Campania o di fede partenopea. Il problema è sorto quando è stato comunicato che allo Juventus Stadium nessun tifoso azzurro potrà assistere alla partita in alcun modo. In effetti è stato applicato il principio della reciprocità, all’andata toccò ai tifosi juventini non poter raggiungere lo stadio San Paolo. A far ‘riaprire’ il settore ospiti dello stadio Olimpico stasera, ci ha pensato Maurizio Criscitelli del Club Napoli di Bologna che spiega a Gazzetta il suo metodo: “Essendo noi tifosi del Napoli residenti fuori dalla Campania, acquistiamo il biglietto con normale carta d’identità in qualsiasi settore dell’Olimpico. Poi inviamo una lettera alla Digos dove chiediamo che venga garantita l’incolumità ai tifosi partenopei all’interno dello stadio poichè saranno a stretto contatto con la tifoseria avversaria. A quel punto la cosa più logica è aprire il settore ospiti per evitare rischi”.
Lista Uefa Napoli, non c’è Regini per scelta del club
La scelta di non inserire Vasco Regini nella nuova lista Uefa da consegnare per la fase ad eliminazione diretta di Europa League, è stata una scelta spontanea del Napoli. Ecco nel dettaglio cosa dice il regolamento:
“Ogni club può registrare un massimo di tre nuovi giocatori per le fasi ad eliminazione diretta. Le registrazioni devono essere completate entro le 00.00CET del 2 febbraio 2016.
Di questi tre giocatori, uno può venire utilizzato pur avendo disputato la fase a gironi con un club diverso nella stagione in corso, a patto che:
Non abbia preso parte alla stessa competizione con il club precedente; O
Non abbia giocato con un club che attualmente disputa la stessa competizione (con specifico riferimento ai club che si sono piazzati al terzo posto nella fase a gironi di UEFA Champions League e vengono trasferiti in UEFA Europa League)
Uno o più dei tre giocatori sopraccitati possono venire registrati anche se hanno disputato il primo secondo e terzo turno preliminare e/o gli spareggi di UEFA Champions League o UEFA Europa League con un altro club”
Europa League, la lista completa del Napoli: fuori i nuovi acquisti
Squadra che stravince non si cambia. Deve averlo pensato il Napoli, che ha confermato in blocco gli stessi calciatori inclusi nella lista UEFA consegnata a settembre capace di strapazzare le rivali nella fase a gironi di Europa League. Per i volti nuovi di gennaio, Alberto Grassi e Vasco Regini, non c’è dunque spazio: centrocampista e difensore, prelevati rispettivamente da Atalanta e Sampdoria, in campo continentale dovranno guardare i compagni dalla tribuna.
Di seguito l’elenco completo, non presentata la lista B:
Portieri: Reina, Rafael, Gabriel
Difensori: Albiol, Chiriches, Ghoulam, Hysaj, Koulibaly, Maggio, Strinic
Centrocampisti: Allan, Chalobah, El Kaddouri, Hamsik, Jorginho, David Lopez, Valdifiori
Attaccanti: Callejon, Gabbiadini, Higuain, Insigne, Mertens.
Maradona: “Quanto è bello il Napoli, ma il pericolo si chiama Juve”
La Gazzetta dello Sport riporta alcune dichiarazioni di Diego Armando Maradona. L’asso argentino eraospite a Dubai del cilcismo tour: “Lo seguo sempre il Napoli. Ho visto anche l’ultima partita, il successo con l’Empoli, l’ottima prova di squadra e la punizione di Lorenzo Insigne. Bella. Può essere l’anno buono per vincere, ma il “problema” si chiama Juventus. Non perde mai! Nel Napoli non sta spiccando il volo solamente Higuain. Penso a Insigne, a Mertens, a Koulibaly. Tutto il Napoli gioca bene”.
La domanda di destra senza offerta GIOVANNI ORSINA*
La crisi del berlusconismo nel 2011, il governo Monti, l’incapacità del Partito democratico di vincere le elezioni del 2013, il successo e la durata del Movimento 5 stelle, il neocentrismo di Renzi: questi cinque elementi – in ordine di apparizione – ci hanno fatto credere che la fase ventennale dello scontro fra destra e sinistra fosse ormai conclusa, e che si stesse aprendo l’epoca di una nuova contrapposizione fra moderatismo europeista e populismi anti-europeisti. Bene: mi chiedo se sia ancora così. O se invece fra gli elettori, per quanto non ancora nel mondo politico, non stia in realtà riacquistando peso la più classica delle distinzioni fra conservatori e progressisti.
Leggere il Family day alla luce della divisione fra laici e cattolici è sempre possibile, certo. Ma mi pare anche una lettura un po’ vecchia – come se fossimo ancora negli anni Settanta. Altrettanto certamente, non tutti nello schieramento conservatore si sono opposti alle unioni civili, e non tutti i progressisti sono favorevoli. Nel momento in cui si pronunciano parole come «famiglia» e «tradizione», tuttavia, è impossibile non sentire l’odore consueto della dialettica fra destra e sinistra. E la piazza di sabato quelle parole non soltanto le ha pronunciate – ma le ha pronunciate in una forma esplicitamente e robustamente politica.
Un discorso analogo potrebbe farsi per quel che riguarda il tema più importante oggi in agenda, l’immigrazione. Anche questo è un argomento che tocca i nodi più sensibili del conflitto fra progressisti e conservatori: identità, ordine, interesse nazionale, solidarietà, accoglienza. E non solo: è il terreno sul quale si sta manifestando oggi una prepotente richiesta di protezione che – piaccia o non piaccia – sposta il baricentro dello spazio pubblico verso destra. Non per caso il governo Renzi ha deciso di andare avanti sulle unioni civili, ma ha rinunciato a depenalizzare l’immigrazione clandestina. Quando la globalizzazione entra in crisi perché si spostano i soldi, le merci e il lavoro, del resto, alla crisi si può rispondere o da destra o da sinistra, e forse più facilmente da sinistra che da destra. Ma quando entra in crisi perché si spostano le persone, rispondere da sinistra diventa assai difficile – se non impossibile.
Se da un lato stanno risalendo in agenda i temi tradizionali della destra e della sinistra, dall’altro appare alquanto depresso – almeno per il momento – l’oggetto sul quale negli anni passati si sono scontrati centristi e populisti: l’Europa. Le elezioni politiche del 2013 sono state segnate prima di tutto dal confronto fra Monti e Grillo, fra l’austerità tecnocratica e le sofferenze della «gente». A che punto sono oggi i due poli di quel conflitto? Non se la passa troppo bene nessuno dei due, a quel che sembra: l’Europa è in evidente difficoltà, e in Italia europeisti di peso politico non se ne trovano più; ma la vicenda greca ha pure seriamente indebolito le posizioni «no euro». E la voce grossa con Bruxelles nel nome della spesa in deficit la sta facendo da Palazzo Chigi il leader del Partito democratico.
Stiamo dunque per tornare a una dialettica «fisiologica» fra destra e sinistra? Le condizioni ci sarebbero, ma è presto per dirlo. In primo luogo perché l’agenda politica cambia ormai a gran velocità. Sono in molti a sostenere, ad esempio, che la compatibilità fra i fondamentali economici italiani e la permanenza nella moneta unica non sia affatto scontata. Se dovesse malauguratamente ripresentarsi una crisi del debito sovrano, la frattura fra europeisti e anti-europeisti si riattiverebbe di colpo. Ma soprattutto perché alla domanda di destra che monta dal paese non corrisponde un’offerta solida e credibile. La Lega di Salvini è cresciuta grazie al montare di quell’onda, ma pare aver toccato ormai il suo apice: quelli che domandano saranno pure di destra, ma certi toni evidentemente non li apprezzano. A chi gli chiede il profilo del futuro leader del centrodestra, Berlusconi continua a recitare il proprio curriculum. Sia la Lega sia Forza Italia, si dice, sono divise al proprio interno fra «falchi» e «colombe». Ma, per quel che ho detto finora, non si capisce su quali argomenti concreti avvenga questo conflitto «ornitologico», che sembra piuttosto essere uno scontro di spazi e di potere. Del resto, da sempre l’elaborazione culturale a destra è quel che è – o meglio: che non è. E lo stesso dicasi per la classe dirigente.
Eppure, quel che si muove a destra non è affatto irrilevante. Ne va del futuro del sistema politico italiano. E ne va di come saranno soddisfatte certe esigenze del Paese. Esigenze che, se insoddisfatte o soddisfatte male, potrebbero rivelarsi assai pericolose.
Palp Fiction. MASSIMO GRAMELLINI
Il capufficio toccò il sedere di una sua impiegata e il seno e le parti intime di un’altra, ma va assolto perché è un immaturo: in effetti all’epoca dei fatti aveva solo 65 anni. La sentenza del tribunale di Palermo è di quelle che faranno giurisprudenza, specie in Arabia Saudita.
Ecco come sono andate le cose, secondo la ricostruzione dei giudici.
Il dottor Domenico Lipari dirigeva l’ufficio delle tasse, gran brutto mestiere, e ogni tanto per rilassarsi palpeggiava le collaboratrici a portata di mano. Ma per scherzo. Nessuno vuole negare che un superiore che gioca alla playstation con le tette di una sottoposta stia compiendo una prevaricazione. Eppure, nel caso in esame, va considerata la gioiosità del contesto. Tanto più che, e qui le virgolette della motivazione sono d’obbligo, «nel comportamento del Lipari non è ravvisabile alcun fine di concupiscenza o di soddisfacimento dell’impulso sessuale». Capito? Le toccava per sgranchirsi le nocche, arrugginite dai troppi accertamenti fiscali. Con la stessa partecipazione emotiva avrebbe potuto strizzare una pallina antistress o quelle del suo vice, anche se così avrebbe corso il rischio di ricevere la patente di «frocio», che forse per tribunali del genere configura giusta causa di licenziamento.
La vera piaga, sembra suggerire l’augusto consesso, è stata la reazione seriosa delle palpeggiate, che anziché prestarsi allo scherzo e magari sbottonare la camicetta per agevolare le operazioni, hanno denunciato il giocherellone. Rivelando, a differenza sua, una mancanza assoluta di tatto.
P.S. Il giudice estensore della sentenza è una donna, purtroppo (ndr: giudice estensore Annalisa Tesoriere).
Maxi sequestro di droga a Sant’Anastasia, nel Napoletano.
NAPOLI – La scorsa notte i carabinieri di Giugliano hanno sequestrato 1600 chili di hashish nascosti in un autoarticolato parcheggiato in un deposito a Sant’anastasia.
Il carico, proveniente dalla Spagna, ha un valore stimato di 10 milioni.
Nel deposito i militari hanno trovato anche cinque persone, uno spagnolo al volante e 4 italiani, che sono state arrestate.
SASSUOLO 0 ROMA 2 | Due egiziani per il ritorno di una Roma vincente. Ottimo esordio di Perotti
Roma – Al Mapei Stadium la Roma di Spalletti affronta il Sassuolo per la 23esima giornata di campionato. È il giorno dell’esordio di Perotti, il secondo acquisto giallorosso del 2016, che andrà a rinforzare l’attacco a fianco di El Shaarawy e Salah. Una scelta che si rivela vincente, sono i due egiziani a firmare i gol della vittoria, ottimo l’assist di Perotti per la rete di El Shaarawy allo scadere del recupero. La Roma torna a vincere in trasferta dopo 3 mesi.
Primo tempo
Al Mapei Stadium scende in campo una Roma viva e grintosa che è tutto un crescendo rispetto alla gara contro il Frosinone in cui è tornata alla vittoria.
Nel primo tempo è decisivo il risveglio di Salah che all’11’ porta in vantaggio i giallorossi. Servito da Pjanic, l’egiziano piazza nell’angolino in basso a sinistra il suo tiro da fuori area incorniciando un bellissimo gol con un sinistro a giro.
Sassuolo 0- Roma 1.
Al 14’ episodio dubbio in area del Sassuolo: El Shaarawy subisce un fallo da Sime Vrsaljko, il faraone cade, si rialza, poi viene definitivamente steso con una ginocchiata da Acerbi ma l’arbitro lascia proseguire, per lui è tutto regolare. C’era un doppio rigore!
C’è tecnica e velocità con ripartenze pungenti e pericolose in questa Roma rinnovata. Il Sassuolo fatica a crearsi un varco anche se fa un discreto possesso palla, ma deve vedersela con un grande De Rossi che non si risparmia neppure per un attimo e con Maicon ed El Shaarawy che giocano in modo perfetto.
Al 29’ Keita ammonito per intervento falloso.
Alla mezz’ora Maicon sfiora il raddoppio con un formidabile tiro che esce fuori di poco a sinistra.
Poi si accende il Sassuolo, al 38’ Berardi, di destro, ci prova dalla distanza ma la conclusione è fuori di poco. Subito dopo ci riprova Trotta su assist di Berardi, con un tiro a sorpresa da fuori area, ma Szczesny è attento e blocca con sicurezza.
Al 43’ De Rossi ha problemi muscolari ed è costretto a lasciare il campo, entra Gyombér. Sono 2 i minuti di recupero, il primo tempo si chiude con il vantaggio giallorosso deciso dal gol di Salah.
Secondo tempo
Nella ripresa nessun cambio. Al 52’ gran respinta di Szczesny che mette in corner il mancino a giro di Berardi.
Tre minuti dopo, Salah spreca una buona occasione calciando sul portiere, avrebbe potuto servire Nainngolan in mezzo all’area per un tiro a sorpresa.
Al 62’ in campo Vainqueuer che va a sostituire Pjanic.
I ritmi sono più blandi mentre gli emiliani provano gradualmente a reagire. Di Francesco mette dentro Falcinelli e Pellegrini al posto di Trotta e Biondini. I padroni di casa guadagnano terreno impegnando la difesa avversaria.
Ammonito Nainggolan per intervento falloso su Pellegrini. Poco dopo giallo anche per Duncan.
Al 78’ gioco fermo per una testata al volo subita da Gyombér. Emerson sostituisce Maicon mentre Gyombér rientra con la testa fasciata.
All’85’ ancora una super parata di Szczesny che qualifica il portiere come uno dei migliori in campo.
All’87’ seconda ammonizione e dunque espulsione di Nainggolan per intervento in area, in ritardo su Pellegrini.
E’ rigore per il Sassuolo.
Berardi sul dischetto. Clamoroso errore: calcia male sopra la traversa, palla fuori!!!
Roma in 10, Sassuolo in attacco. Soffre la Roma nei 4 minuti di recupero, ma i giallorossi non abbassano la guardia e difendono il vantaggio con ardore, un atteggiamento vincente che non si vedeva da tempo.
Finale a sorpresa. Assist vincente di Perotti per El Shaarawy in zona cesarini, il faraone trova il tocco vincente con cui batte Consigli e chiude una gara avvincente e sorprendente.
Sassuolo 0- Roma 2
(di Maria D’Auria)
FORMAZIONI
SASSUOLO:Consigli; Vrsaljko, Cannavaro, Acerbi, Peluso;
Biondini, Magnanelli, Duncan; Berardi, Trotta, Sansone.
A disp.:Pegolo, Pomini, Antei, Gazzola, Adjapong, Longhi, Pellegrini, Broh, Falcinelli, Defrel, Politano.
Allenatore: Eusebio Di Francesco.
ROMA:Szczesny;Maicon,Rüdiger,De Rossi(43′Gyomber), Zukanovic;Pjanic,Keita,Nainggolan; Salah,Perotti,El Shaarawy.
A disp.:De Sanctis,Lobont,Castan,Emerson, De Santis, Vainqueur,Uçan,Di Livio,Totti,Sadiq.
Allenatore: LucianoSpalletti.
Arbitro:Calvarese di Teramo
Palermo, molestò due impiegate in ufficio, assolto direttore: “Era immaturo, agì per scherzo”
L’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Palermo 1 accusato di avere palpeggiato due dipendenti.
Se il capo palpeggia la collega, non è detto che sia una molestia sessuale. Può essere infatti che lo faccia perchè mai cresciuto, nonostante i 65 anni di età. Se lo fa per scherzo, cioè, può essere un gesto “inopportuno e prevaricatore”, segno di “immaturità”, ma il reato non c’è. Così ha stabilito il tribunale di Palermo, nell’assolvere (il 23 novembre, ma ora sono state depositate le motivazioni della sentenza) l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Palermo 1, Domenico Lipari, accusato proprio di avere molestato due impiegate del suo ufficio: a una diede una lieve pacca sul sedere, all’altra mise il dito sul bottoncino della camicetta, proprio all’altezza del seno, sfiorandole in un’altra circostanza la zona genitale.
Nella decisione, la seconda sezione del tribunale (collegio presieduto da Bruno Fasciana, giudice estensore Annalisa Tesoriere) ritiene che questi gesti non procurarono appagamento sessuale a Lipari e non limitarono la libertà sessuale delle due donne palpeggiate. E poi bisogna tenere conto del contesto, che sarebbe stato scherzoso, anche se le due vittime, pur essendo state ritenute pienamente attendibili, non la videro affatto così. E’ per questo che la Procura valuta se fare appello, così come la parte civile.
La sentenza da’ comunque atto che Lipari fece effettivamente quel che gli viene contestato. Ma lo fece per gioco e senza trarne alcun piacere: le vittime, peraltro, non sarebbero state “danneggiate” ne’ limitate nella loro libera autodeterminazione, perche’ quegli atti – secondo i giudici e nonostante le osservazioni delle due donne – erano “privi di connotato sessuale”. Il comportamento del capufficio imputato, cioe’, secondo la valutazione del tribunale, “era oggettivamente dettato da un immaturo e inopportuno atteggiamento di scherzo, frammisto ad una larvata forma di prevaricazione e ad una, sia pur scorretta, modalita’ di impostazione dei rapporti gerarchici all’interno dell’ufficio”.
Predomina l’immaturita’, dunque, che porta a scherzare troppo e in maniera poco consona al ruolo del dirigente. Ma non per questo c’e’ il reato, nonostante i lievi toccamenti del sedere, del seno e della “zona vaginale”: “Non si deve cioe’ fare riferimento alle parti anatomiche aggredite e al grado di intensita’ fisica del contatto instaurato – prosegue infatti la sentenza – ma si deve tenere conto dell’intero contesto. Nel comportamento del Lipari non era ravvisabile alcun fine di concupiscenza o di soddisfacimento dell’impulso sessuale”.
“JOY”. (critica di Francesco Capozzi + trailer)
Joy vive nello sprofondo di uno Stato dell’est, attorniata da una famiglia a dir poco vivace e complicata. Ma ha un sogno: inventare oggetti utili e mettere a frutto le sue invenzioni, combattendo con le unghie e coi denti. Ci riuscirà col mop. Detta così il film (USA,15) sembra una delle tante success story che sono l’ossatura della mitologia Usa: la realizzazione del famoso réfrain ”chiunque può farcela”, ad arricchirsi e diventare famoso. E in parte lo è. Anzi , la vita di Joy Mangano, che realmente ha creato questo e altri oggetti per la casa, divenendo capo di una conglomerata multimilionaria, è stato lo spunto del film. L’ha diretto regista David Owen Russell – autore che nelle sue opere ha ottenuto il maggior numero di nomination e Oscar, compresa la Lawrence-; oltre che sceneggiato e prodotto insieme alla brava e multitalentosa (è attrice già famosa, scrittrice, producer tv) Annie Mumolo. E ne ha fatto un’opera di riflessione autorale su cosa ci “sia dietro e dentro” il vivere una vicenda così esemplare e unica. E tale in ogni senso. La famiglia non è propriamente disfunzionale, ma poco ci manca: lei ha due figli; un padre (Robert De Niro) che pensa soprattutto a ”fidanzarsi”; la mamma divorziata (Virginia Madsen) che vive autorelegata a letto tra soap operas e pianti; l’ex marito (Edgar Ramirez), che però ha grande affetto e fiducia in lei, che abita nello scantinato; una sorellastra, Peggy (Elizabeth Rohm) che la invidia e la odia. La nonna (Diane Ladd che ad 80 anni ha fascino da vendere), che è la voce narrante, e lei, Joy, sono le uniche che hanno la testa sulle spalle: lei soprattutto facendosi carico, con più realismo e concretezza, dei problemi della casa e della famiglia nel suo insieme; ma è così stressante. Eppure, in lei abita un’indomita energia, che non la fa perdere di vista i suoi sogni: solo “adattandoli” al suo ruolo attuale. Ed è così, riflettendo su uno dei tanti episodi di ordinaria disfunzione domestica, che le viene l’idea del mop. Eppure tutta la cornice narrativa sembra, come dire?, distorta fin dall’inizio. Il film inizia con delle scene di una soap tv in bianco e nero (con gli stessi personaggi che ritorneranno a colori più avanti), dai dialoghi e movimenti volutamente molto schematici e piatti prospetticamente, come era lo stile della tv anni 50. E’ evidente la finezza ideativa di una sorta di parallelismo tra la visione che la tv dava della vita ordinaria di quegli anni e la stessa immagine che la “gente” aveva di sé e del suo fare. Essa era, già allora, ispirata, anzi condizionata dalla tv, che diveniva modello di spettacolarizzazione “diffusa”, perché tutti si adeguavano, inconsapevolmente, ma profondamente, a quei modelli valoriali di vita. Questo tema ritornerà più tardi: sia perché noi rivedremo la tv che a colori presenta le vicissitudini senza fine degli stessi personaggi, benché invecchiati, ma con la stessa presa sui pubblici; e sia perché Joy, acutamente consapevole dalla pervasività della tv, capirà a volo l’importanza della televendita: e sarà lei stessa, presentandosi come una casalinga alle prese coi problemi di casalinghe, a veicolare, grazie a questa, il successo strepitoso della sua creazione. E la vicenda personale di Joy si articola, con un montaggio spezzato, molo vivace (curato da ben quattro editors) e di grande efficacia emotiva, all’interno di quest’atmosfera scenografica (della brava Judy Becker che ha già validamente e spesso collaborato col regista) della famiglia che è, allo stesso tempo, storico-sociale e psicologica, scandita dai tempi del vivere televisivo. E che si insinua nelle banalità quotidiane di questo nucleo polimorfo, i cui comportamenti sono spessi survoltati, e di cui lei è ostaggio e vittima. Specie all’inizio abbondano le visuali a fish-eye, in cui tutti sembrano ripresi non sul piano ma su una sfera. E’ chiaro che il regista, come ha dichiarato, sottolinea così anche stilisticamente l’aspetto corale: la visuale sferica, azzardata e innovativa, è più efficace, specie in una scenografia d’interni. Poi, man mano che Joy diventa padrone di sé, la vista diventa tradizionalmente prospettica e frontale. E parte dal momento in cui lei esce e cammina, mentre la macchina da p. le è davanti “in carrello” sulla strada, dopo aver affrontato vittoriosamente quell’affarista-cowboy, in realtà ‘mbrugliunciello di mezza tacca, e ritorna finalmente compos di sé e dei suoi sogni realizzati. E nel sottofinale c’è una tradizionale carrellata-panoramica dove sono ripresentati i membri, ahimé meschini e poveretti “dentro”, della famiglia: ma Joy ne è fuori: li guarda come dall’esterno; non come all’inizio in cui, come era espressivamente suggerito, lei stessa era parte e concausa della nevrosi collettiva. Come pure molto efficaci sono le sequenze del set delle televendite: la scansione, l’illuminazione e il movimento sia di montaggio che scenografico degli spazi suggeriscono un’impressione profonda, dall’impatto quasi di una fantasmagoria collettiva. L’attrice protagonista è Jennifer Lawrence che, a dispetto dei suoi 25 anni, ha duttilità, bravura, potenza innata e capacità di “riempire” lo schermo senza stancare (lei è presente quasi in ogni scena); che già ora la fanno la più pagata a Hollywood.
Lazio-Napoli: probabili formazioni. (Pasquale Ammora)
Archiviata la pratica Empoli, si torna subito in campo per il turno infrasettimanale. Il Napoli sarà in scena all’ Olimpico di Roma contro la Lazio,domani alle 20:45, per la 23esima giornata di campionato.
Sarri è costretto a rinunciare a Hysaj e Allan fuori per squalifica, al loro posto ci saranno Maggio e David Lopez; per il resto non ci dovrebbero essere sorprese. Figura tra i convocati il neoacquisto Regini mentre Grassi continua la riabilitazione.
Diversa la situazione in casa Lazio. Pioli ha gli uomini contati viste le squalifiche di Cataldi, Milinkovic Savic e Matri oltre agli innumerevoli infortuni, nel pomeriggio sembra essersi fermato anche Felipe Anderson.
LE PROBABILI FORMAZIONI:
LAZIO(4-3-3): Marchetti,Basta,Mauricio,Hoedt,Konko,Parolo,Onazi,Lulic,Candre va,Klose,Keita B. All. Pioli
NAPOLI(4-3-3): Reina,Maggio,Albiol,Koulibaly,Ghoulam,David Lopez,Jorginho,Hamsik,Callejon,Higuain,Insigne. All. Sarri
Lazio-Napoli: i convocati. (Pasquale Ammora)
Dopo l’ allenamento tenutosi nel pomeriggio ecco la lista dei convocati per la partita di domani, allo stadio Olimpico di Roma, contro la Lazio:
Reina, Gabriel, Rafael, Maggio, Strinic, Ghoulam, Albiol, Regini, Koulibaly, Luperto, Chiriches, Chalobah, David Lopez, Valdifiori, Jorginho, Hamsik, El Kaddouri, Callejon, Mertens, Insigne, Gabbiadini, Higuain
Strangola per gelosia l’ex compagna a Misterbianco, aveva già ucciso in passato. NATALE BRUNO*
Movente passionale e diverbi per la gestione del figlio di quattro anni, che era in casa al momento dell’omicidio. Nel 2012 la donna aveva denunciato e fatto arrestare il convivente ma poi aveva ritirato la denuncia. Nel 2000 l’assassino in cella per l’omicidio di un vicino di casa, sempre per gelosia.
Strangolata nella sua casa perfettamente in ordine in via Garibaldi, la strada che taglia in due Misterbianco. Hanno pochi dubbi gli investigatori dei carabinieri che ieri sera hanno scoperto il corpo senza vita di Luana Finocchiaro, 41 anni, separata e mamma di tre bambini: era riversa sul pavimento della camera da letto, con ecchimosi sul collo. Dopo una notte di interrogatori, questa mattina è stato fermato Vincenzo Di Mauro, l’ex convivente di 37 anni che Luana aveva più volte denunciato perché la picchiava, il padre del terzo figlio di appena 4 anni. Per tutta la notte, in caserma, l’uomo è stato interrogato dal sostituto procuratore Alessia Natale che coordina le indagini. Secondo gli investigatori, a spingerlo a uccidere sarebbe stata la gelosia e i diverbi per la gestione del figlio.
Di Mauro nel 2000 aveva ucciso un vicino di casa per le avance fatte alla sua fidanzata ed era stato condannato a 11 anni di reclusione. Secondo l’accusa, il 17 luglio del 2000 assassinò Francesco Tirendi, di 47 anni, perché aveva insidiato la sua ragazza allora diciassettenne. Scontò la pena ma nel 2012 fu di nuovo arrestato dai carabinieri della tenenza di Misterbianco per lesioni personali nei confronti di Luana Finocchiaro. L’uomo, sorvegliato speciale, era stato posto ai domiciliari, ma dopo tre giorni la donna aveva ritirato la denuncia e lui era tornato in libertà. In caserma ieri notte Di Mauro ha negato ogni coinvolgimento nel delitto, dichiarandosi innocente.
Al momento del’omicidio in casa c’era pure il figlio di 4 anni nato dalla relazione tra la vittima e l’assassino. Per gli investigatori il piccolo era a letto quando Di Mauro ha strangolato la donna. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Di Mauro avrebbe consumato il delitto e portato via il bambino, che adesso è stato affidato ai nonni materni.
Il delitto è stato scoperto intorno alle 20, ma Luana potrebbe essere morta durante la mattinata. E’ stata sua madre dopo troppe ore di silenzio, a recarsi nell’abitazione in affitto della figlia. Ha aperto il portone di via Garibaldi e ha notato la porta socchiusa al primo piano. Preoccupata ha bussato in casa di un vicino, che le ha riferito di aver notato la porta aperta fin dal mattino. Un fratello della vittima, allertato dalla madre, è entrato e ha ritrovato il corpo senza vita di Luana Finocchiaro. Poi la chiamata ai carabinieri, che hanno subito intercettato l’ex convivente. Increduli i parenti della vittima. “Le cose non andavano bene – racconta un fratello della vittima – so che più volte l’aveva denunciato perché non smetteva di picchiarla. Ma non riesco ad immaginare che lei non ci sia più”.
Il sette giugno 2014 giorno un altro femminicidio a Misterbianco: Un marocchino di 40 in preda alla gelosia uccise la moglie, una donna di 38 anni e poi si è suicidato, impiccandosi. I due che avevano avuto un figlio ancora in tenera età avevano avuto un violento litigio.
*larepubblica
GIOVANISSIMI NAZIONALI, ISCHIA K.O CONTRO IL MELFI
MELFI-ISCHIA ISOLAVERDE 1-0
MELFI: Marino, Cardiello, Marsala, Radano, Grimolizzi, Catone, Monaco, Morena, Labruzzo, Petraglia, Lo Buono. In panchina Brescia, Palumbo, Cataldo, Bifano, Cestaro, Potenza, Di Stasi, Giudice, Sciota. All. Cicchetti.
ISCHIA ISOLAVERDE: Ventriglia, Piscitelli, Tamburro, Lauro, De Simone, Di Salvatore, Zaccaro, Brandi, Battipaglia, Colantonio, Graziani. In panchina Ingenito, Ceparano, Oliva, Del Gaudio, Sansone, Domigno, Lepre, Sgambato, Chiocchetti. All. Borrelli.
ARBITRO: Centrone di Venosa.
MARCATORE: 25’ s.t. Labruzzo.
Nonostante una prova incoraggiante, la formazione Giovanissimi dell’Ischia non riesce ad evitare la sconfitta sul campo del Melfi, che sigla il gol vittoria nelle battute finali: punizione a scavalcare di Labruzzo e pallone nell’angolo. La partita non è stata bella. Nei primi trentacinque minuti c’è equilibrio, con poche occasioni degne di nota. Nel secondo tempo, l’estremo difensore melfitano si erge a protagonista.Al 15’ interviene su Battipaglia, respingendo la sfera nell’angolo e mette in angolo. Poi su tiro di Graziani, Marino respinge la sfera diretta all’incrocio.
Al 20’ Del Gaudio da fuori area manca il bersaglio. Quando il pareggio sembra il risultato inevitabile, arriva la rete decisiva dei lucani che in classifica agganciano l’Ischia all’ultimo posto.
CLASSIFICA Gir. G:
- Benevento 33;
- Bari 32;
- Martina Franca 26;
- Casertana 25;
- Lecce 23;
- Avellino 20;
- Juve Stabia 19;
- Fidelis Andria 18;
- Monopoli 12;
- Foggia 10;
- Ischia Isolaverde e Melfi 8.
I Risultati Girone G
- Fidelis Andria-Martina Franca 0-1
- Bari-Foggia 3-0
- Melfi-Ischia 1-0
- Avellino-Lecce 2-3
- Benevento-Monopoli 0-0
- Juve Stabia-Casertana 1-0
BERRETTI, UNA DOPPIETTA DI D’ANGELO TRASCINA L’ISCHIA ALLA VITTORIA
ISCHIA ISOLAVERDE-SALERNITANA 3-2
ISCHIA ISOLAVERDE: D’Errico, De Palma (26’ s.t. Vorzillo), Petruccio, Esempio, Todisco, Miranda (16’ s.t. Vincenzi), Borrelli (5’ s.t. Belmonte), Agrillo, D’Angelo, Coppola, Di Bello G.M. In panchina Di Donato, Nocerino, Caracciolo, Gonzales. All. Porta.
SALERNITANA: De Felice, Costabile, Menna, Bevilacqua, Alivernini, Imperiale, Delli Santi, Falivene (31’ s.t. Esposito), Tandara, Mercogliano, Anzalone (11’ s.t. Trové). In panchina Jusufi, Sorrentino, Franzoni, Buonocore, Naso. All. De Cesare.
ARBITRO: Palma di Napoli (ass. De Marco e Catone di Napoli).
MARCATORI: nel p.t. 20’ Anzalone (rig.); nel s.t. 3’ D’Angelo, 8’ Tandara, 14’ Coppola, 29’ D’Angelo.
NOTE: ammoniti Esempio, Petruccio, Di Bello G.M., Anzalone, Falivene. Recupero: p.t. 1’, s.t. 4’.
Ancora un risultato positivo per l’Ischia Isolaverde che piega la Salernitana e fa un bel passo avanti in classifica. La rivoluzionata squadra di mister Antonio Porta rimonta due volte i pari età di mister Ciro De Cesare, a fine gara polemico con l’arbitraggio. Ma Porta nemmeno è rimasto soddisfatto dalla direzione del signor Palma di Napoli. Infatti, dopo venti minuti ben giocati dai gialloblù, un difensore locale protegge palla ma viene travolto da un attaccante: tra lo stupore generale l’arbitro assegna la massima punizione, trasformata da Anzalone. L’Ischia prova a pareggiare con Coppola che impegna il portiere De Felice. Nel secondo tempo, Ischia subito in gol. Cross di Belmonte da sinistra e colpo di testa vincente di D’Angelo: 1-1. La foga di ribaltare il risultato gioca un brutto scherzo all’Ischia che perde palla a centrocampo, con Tandara bravo a superare D’Errico. Poco dopo Coppola su traversone di D’Angelo insacca il pallone del 2-2. I gialloblù ci credono e spingono. Ad un quarto d’ora dalla fine, lo stesso D’Angelo viene servito da Coppola in profondità, supera sullo scatto un difensore e sigla il gol-vittoria.
CLASSIFICA Gir. C:
- Arezzo 44;
- Tuttocuoio 35;
- Teramo 31;
- L’Aquila 30;
- Juve Stabia e Lupa Roma 27;
- Paganese* 24;
- Pisa e R.Siena 23;
- Ischia Isolaverde 22;
- Lupa Castelli Romani 18;
- Virtus Lanciano 17;
- Salernitana 12;
- Pontedera* 11;
- Avellino 2.
(* una gara in meno)
I RISULTATI
- Tuttocuoio-Arezzo 3-1
- Avellino-l’Aquila 0-1
- Juve Stabia- Lupa Castelli 3-1
- Robur Siena-Lupa Roma 0-2
- Teramo-Pisa 2-3
- Ischia Isolaverde-Salernitana 3-2
ALLIEVI NAZIONALI, ISCHIA BEFFATA NEL FINALE CONTRO IL MESSINA
ISCHIA ISOLAVERDE-MESSINA 2-2
ISCHIA ISOLAVERDE: Cappa, Barrella, Vanacore, Cardone, Sivero, Vitiello, Catavere, Vecchione, Coratella, Guadagno, Vatiero. In panchina Vatiero, D’Amato, Panico, Rinaldi, Esposito, Severino, Buonocore, Gaglione, Sicoro, Mancini. All. Fusaro.
MESSINA: Meo, Mendolia, Scaffidi, Cavarra, Leo, Chiofalo, Benfatta, Maresca, Di Vincenzo, Carini, Rossano. In panchina Benfatta, De Luca, Selvaggio, Latella, Amoroso, Tritone, Mulé.
ARBITRO: Somma di Castellammare di Stabia (ass. Avitabile e Sorrentino di Castellammare di Stabia).
MARCATORI: nel p.t. 8’ Carini 15’ Vitiello, 25’ Coratella, 41’ Maresca.
Imprevista battuta d’arresto della squadra Allievi nazionali che si fa fermare in casa, all’ultimo minuto, dal Messina fanalino di coda. La Juve Stabia prima della classe perde col Napoli e viene avvicinata in classifica. Buon avvio di gara dei ragazzi di mister Fusaro che però non incidono e vanno sotto all’8’ in seguito ad una bordata di Carini dalla lunga distanza (Cappa prende gol sul suo palo). Reazione dei gialloblù che nel giro dieci minuti ribaltano il risultato. Tiro di Vatiero deviato, Vitiello sottomisura non sbaglia. Poi su cross di Vecchione, Coratella di testa non sbaglia. Il Messina, schierato col 5-3-2, gioca con la palla lunga. Nella ripresa i neo entrati Buonocore e Mancini sfiorano il gol della sicurezza. Nel terzo minuto di recupero, Carini, all’ennesimo tentativo su calcio piazzato, mette un pericoloso pallone in area che viene deviato imparabilmente da Maresca. Prossimo turno domenica alle 12.00 in casa del quotato Matera.
CLASSIFICA Gir. F:
- Juve Stabia 38;
- Ischia Isolaverde 36;
- Martina Franca 34;
- Matera 26;
- Monopoli 24;
- Cosenza e Catanzaro 22;
- Napoli 18;
- Paganese e Akragas 17;
- Fidelis Andria 14;
- Catania 13;
- Lecce 12;
- Messina 11.
I Risultati Girone F
- Monopoli-Akragas 1-0
- JuveStabia-Napoli 2-3
- Ischia-Messina 2-2
- Catania-Paganese 1-2
- Lecce-Cosenza 2-2
- Martina Franca-Fidelis Andria 2-0




