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Grassi fu bocciato da Sarri già in allenamento

Grassi fu bocciato da Sarri già in allenamento

La Repubblica scrive sulla gestione da parte di Sarri di Grassi, attualmente in prestito all’Atalanta: “C’è bisogno al contrario di una sinergia molto forte, tra la dirigenza e il settore tecnico: per incrementare le risorse economiche della società e e soprattutto non sprecarle. C’è già stato il doloroso caso Grassi, a gennaio: un giovane di belle speranze che è stato acquistato dal Napoli per 10 milioni e appena sei mesi dopo è stato restituito gratuitamente (in prestito) all’Atalanta: bocciato da Sarri non in partita, ma addirittura in allenamento”.

“Piatto ricco mi ci ficco”, il viaggio di De Laurentiis per la Champions

“Piatto ricco mi ci ficco”, il viaggio di De Laurentiis per la Champions

La Repubblica scrive sulla visita londinese da parte di De Laurentiis che stamattina parteciperà al meeting “The Sport Business Summit”: “Aurelio De Laurentiis è invece volato nel pomeriggio di ieri da Milano a Londra: seconda tappa della sua tournée internazionale per promuovere il brand del Napoli nel mondo. Dalle spartane università cinesi all’austera eleganza del rinnovato Stamford Bridge, il tempio del Chelsea, dove stamattina il “chairman” azzurro prenderà la parola nell’ambito di un meeting di grande interesse e prestigio: “The Sport Business Summit”. All’orizzonte c’è la nascita della Superlega europea e l’immagine della società e della squadra vanno dunque promosse ai massimi livelli: per non correre il rischio di restare fuori dalla Champions (rigorosamente a inviti…) del futuro, che i top club sognano di organizzare in proprio, con o senza l’egida ufficiale dell’Uefa. Piatto ricco mi ci ficco, insomma: un motto che è sempre stato in cima ai pensieri di Adl, più che mai proiettato verso un futuro ambizioso”.

Callejon: “La rivalità Napoli-Juve è enorme! Studio le difese avversarie…”

Le sue parole…

Josè Maria Callejon, attaccante spagnolo del Napoli, ha parlato a El País: “Ruolo? La posizione è quella di esterno, a Napoli negli ultimi quattro anni ho giocato a destra ma se il mister mi vuole da un’altra parte lo farò. In Italia gli allenatori si dedicano molto alla tattica, utilizzano molto i video e si allenano in relazione all’avversario. Ogni tanto studio le difese avversarie in vista delle partite. Non ho segnato allo Juventus Stadium, ma ho segnato a Buffon nel mio primo anno in Italia: la rivalità Napoli-Juventus è enorme, ricordo ancora il gol segnato. I miei movimenti? Mi piace sorprendere un po’ le difese, ogni tanto possono distrarsi: al Castilla mi allenavo da punta, bisogna avere il giusto timing per ricevere il passaggio e tagliare la difesa. In Italia il calcio è un po’ più lento ma tatticamente è superiore agli altri: si difende molto bene, le linee sono sempre strette ed attente, non ci si ‘addormenta’ mai”.

Morata: “Il Napoli contattò i miei agenti, ma dissi no. Higuain? Non avrei mai fatto come lui”

Le sue parole…

Alvaro Morata ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport: “Un giorno Tevez mi disse che per un attaccante andare a giocare in Italia è come andare all’università e laurearsi. Da voi ho imparato a muovermi in maniera più complessa, mi sento più forte fisicamente, mi ha fatto benissimo. Callejon? Si merita questa chiamata, è cresciuto tanto e da anni gioca a un grande livello. Sono molto contento che sia qui anche se è del Napoli come Pepe (Reina, ndr). È un duello continuo qui tra Juve e Napoli. Senza dubbio la Juve è superiore in Italia. Ha preso il migliore del Napoli e il migliore della Roma aumentando il divario con le concorrenti. Sarà di nuovo campione”

Si aspettava che la Juve investisse 90 milioni su Higuain?

“Alla fine dell’Europeo Fabio (Paratici, ndr) mi disse che la Juve mi voleva e che avrebbe fatto un’offerta importante per me e che se fosse andata male avrebbe cercato un giocatore altrettanto costoso o più caro. È andata così”

E l’interesse del Napoli per lei?

“Mio padre e il mio agente Juanma Lopez mi dissero che erano stati contattati dal Napoli e che si erano riuniti. “Scordatevi la cosa”, gli risposi subito. Dissi loro che per come ero stato trattato dalla Juventus, per quanto ero stato felice lì, non sarei mai andato al Napoli”

Higuain però il percorso inverso l’ha fatto.

“Ognuno ha le sue idee e il suo modo di essere. Io non l’avrei mai fatto perché alla fine per me contano più l’orgoglio e la lealtà alla gente che mi ha voluto e trattato bene”

ESCLUSIVA – Mainolfi, resp sett. giov.: “Settimana positiva: la Juve Stabia ha un pregio che nessuno ha”

Queste le sue parole…

Nel corso della trasmissione radiofonica di ViviRadioWeb, “Il Pungiglione Stabiese”, abbiamo avuto in collegamento Saby Mainolfi, responsabile del settore giovanile della Juve Stabia. Con lui si è parlato delle gare di questo fine settimana.

Giornata importante per tutto il settore giovanile, eccezion fatta per i giovanissimi regionali che perdono 2-1 a San Giuseppe: Quest’anno purtroppo i 2003 pagano dazio un campionato difficile, e dai risultati nazionali ad oggi abbiamo 2 vittorie su 3 partite. È un annata laddove troviamo ragazzi che hanno già avuto uno sviluppo motorio e fisico, uno scotto che pagheranno i nostri 2003 per tutti i 25 match. È un gruppo molto valido sotto l’aspetto tecnico, dobbiamo solo aspettare la loro crescita. Chi ha avuto modo di guardare la partita, avrà visto che il primo tempo è finito 1-1, poi a differenza dei campionati nazionali dell’attività di base vi è un minutaggio garantito a tutti i ragazzi e quindi naturalmente nel secondo tempo la squadra è cambiata è di conseguenza abbiamo subito la rete che ha sancito la nostra sconfitta. Sono comunque soddisfatto al di là del risultato. Per quanto riguarda le categorie nazionali, vi è un trend positivo che sta proseguendo da diverse giornate e speriamo di continuare così con questa striscia vincente, pur non dimenticando che il calcio va visto in ottica di crescita-scommessa.

Terza vittoria consecutiva per gli under 15 che si sono imposti per 3-0. Tanti calciatori dell’attività di base adesso giocano in squadra: Il gruppo è stato quasi tutto formato l’anno scorso, si so gettati le basi dall’attività di base. So ragazzi che hanno su 30 partite circa 25-26 in un intero campionato giocando sotto età di un anno, ma adesso stanno dimostrando il loro lavoro sotto la guida di Alfonso, un tecnico preparato e ovvio che i ragazzi dovranno avere i tempi giusti per continuare a crescere. Lusingato di aver ricevuto i complimenti da parte Gigi Corino, il consulente di fiducia di Arrigoni nonché ct delle nazionali; ha assistito al match  e si è complimentato con i ragazzi degli under 15, nonché con la società Juve Stabia per l’accoglienza ricevuta.

Quest’anno lei è il responsabile del settore giovanile, questa nuova qualifica cosa determina in lei: Il rapporto che mi lega con il direttore Turi va al di là di ogni rapporto lavorativo. Un rapporto affettivo tra due persone che si confrontano quotidianamente con la massima umiltà e verità. Non mi stancherò mai di dire che ho avuto la fortuna, anche da calciatore, di girare tanti campi, e il direttore Turi ha il pregio della meritocrazia che in pochi hanno nel calcio. Non esistono amici o persone che possano segnalare calciatori solo per scopi personali e quindi che lui mi abbia voluto in quel ruolo mi riempie d’orgoglio, proprio perché ha creduto in me. È una sensazione importante, positiva che mi da la forza di spingere a migliorare ed infatti disponiamo di osservatori per l’under 15, per l’under 17 e per la Berretti, inviati su altri campi per studiare i nostri avversari, pregio che non hanno altri club di Lega Pro. Cerchiamo di ricreare un’ambiente che possa mettere tutto a disposizione tutto all’occorrenza dei tecnici e dei ragazzi, poi sarà il campo a dare il suo giudizio.

La Berretti si è imposta 3-2 sul campo dell’Akragas, risultato che poteva essere più rotondo, al di là di una trasferta, l’importante è portare a casa l’intera posta in palio: Penso che ogni gara in trasferta abbia il proprio coefficiente di difficoltà, ad Agrigento ci so voluti 15 ore di pullman, ma anche su questo aspetto la Juve Stabia parte per il ritiro il giorno prima rispetto ad altre compagini, sono tanti sforzi economici che il presidente del settore, il direttore e la stessa società permettono ai ragazzi di avere i migliori confort. La Berretti la paragono più come un campionato di interregionale dove contano solo i tre punti, non è un percorso formativo come gli under di categoria.

Pareggiano 1-1 gli under 17, pur passando in vantaggio, un eurogol di D’Aniello ha ristabilito la parità: Va bene così, una vittoria e due pareggi. So campionati lunghi, è una squadra che deve ritrovare fiducia dopo le due delusioni ai play-off contro la Lazio e l’anno scorso contro il Savona. So ragazzi in fase di crescita, dobbiamo riuscire ad assemblarli per cercare di formarli più possibile.

Il Direttore Turi ha sempre manifestato stima nel suo lavoro, affermando che lei si studia i regolamenti decidendo il da farsi sempre in ogni stagione: Si esattamente. Ognuno deve svolgere al meglio il proprio lavoro concretamente per dare certezze al club, a discapito di una riconferma visto che lavoro in una società professionistica e bisogna rispettare anche i regolamenti federali. Molti club non sono interessati, vedono il settore giovanile come solo un fastidioso obbligo visto che lo impone la Figc. Mi auguro che possa cambiare questa mentalità e che il settore giovanile possa diventare da precursore, un serbatoio come trampolino di lancio per il club. Sono onorato di poter lavorare qui a Castellammare, ringrazio il direttore Turi, nonché il presidente De Lucia, e finché avrò quest’incarico, darò tutto rispettando i ruoli e i regolamenti.

Un piccolo appunto al comune di Castellammare, la Berretti non si allena al Menti, un paradosso visto che si nega il contatto con la struttura cittadina: Non sono a conoscenza dell’aspetto specifico in quanto non vivo Castellammare. È sicuramente una questione programmtiva sbagliata, nel momento in cui andiamo a giocare in un campo di dimensioni diverse dopo che ci alleniamo altrove, le misure non ci sono, quindi i campionati soprattutto Berretti e Nazionali, i ragazzi hanno bisogno di calcare sul terreno di gioco dove andranno a disputare la gara di domenica. Non credo sia un problema di orario, secondo me manca proprio la volontà da parte delle istituzioni, un vero peccato nei confronti di un’intera città che non ha l’occasione di poter vedere i propri ragazzini esercitare un paio di allenamenti a settimana.

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Bilancio de #LaBuonaSòla dopo la mobilità! (VIDEO)

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Guardando l’ultimo bollettino delle assegnazioni provvisorie (in mobilità) pubblicate sul portale dell’USP di Napoli mi vengono in mente tantissime jastemme impronunciabili rivolte a #Renzi, alla #Giannini, a #Faraone, e a chi ha contribuito a questo scempio! Centinaia di docenti assegnati su cattedre di sostegno pur non avendo la specializzazione e pur non avendo mai preso in considerazione questa strada professionale! Intanto, io che ho chiesto di essere stabilizzato su sostegno, avendo insegnato per 11 anni su questa tipologia di cattedra, ed avendo acquisito competenze e professionalità, vengo assunto su C310 (laboratorio d’informatica industriale), disciplina conseguita nel lontano 1991 e sulla quale non ho mai investito, essendomi poi laureato in Scienze biologiche ed avendo conseguito tramite SSIS le abilitazioni per A060 (biologia e scienza della Terra nelle scuole secondarie di II grado), A057 (scienza degli alimenti negli istituti alberghieri), A059 (matematica e scienze nella scuola secondaria di I grado).

La scuola alla buonaChiedo nella domanda di mobilità di essere trasferito prioritariamente sul sostegno ed indico come primo ambito quello di Scampia per poter tornare dai miei ragazzi H, ma l’algoritmo mi spara a Potenza sempre su C310! Nel frattempo decine di colleghi sono stati trasferiti su sostegno con meno punti nei miei primi 7 ambiti campani elencati nella domanda! Qualcuno mi dice che ciò è accaduto perché probabilmente il trasferimento su sostegno poteva avvenire solo se c’era la classe di concorso afferente al sostegno, quindi la C310!

Inoltro richiesta di conciliazione, ma il MIUR non concilia con noi docenti della scuola secondaria di II grado adducendo un corretto funzionamento dell’algoritmo… e così io ho avviato un ricorso contro il MIUR col mio avvocato!

Nel frattempo chiedo l’assegnazione provvisoria su sostegno, A057, A060 e ovviamente anche su C310, e vengo assegnato all’ITIS “Elia” di Castellammare di Stabia, mio ambito di residenza! Vengo a sapere poi che questa è una cattedra di diritto e non di fatto perchè la collega che la occupava ha ottenuto un passaggio di cattedra su A042 (informatica)! Un grande assist per il ricorso che ho avviato contro il MIUR!

Qualcuno mi dirà: “E che cavolo, ma nun si’ maje cuntento? Stai a casa toja e sbraiti ancora”?

Certo che sbraito! Io ne faccio una questione di principio! Sarà perché ho sempre ragionato con il cuore e mai pensando ai miei interessi personali! Infatti erano ben SEI anni che insegnavo a Scampia pur potendo scegliere cattedre molto più vicine alla mia città, e il mio cuore resta sempre vicino ai miei ragazzi di Scampia! I miei ragazzi chiedono di me e io non posso fare nulla per cambiare le cose! I primi a doversi ribellare dovrebbero essere le famiglie e non solo noi docenti, perché ogni nostra recriminazione viene vista sempre come un modo per difendere il posto di lavoro e non per difendere i diritti dei più deboli!

E’ stato più volte detto che i posti sono al nord e che non si potevano spostare i ragazzi al sud, ma ciò sarà vero per alcune classi di concorso ma non è vero per le cattedre di sostegno!

Qui a Napoli verranno date cattedre anche a persone iscritte nella III fascia d’Istituto, che con tutto il rispetto, non hanno un minimo di formazione e di esperienza!

E’ questa #LaBuonaScuola di cui vanno cianciando Renzi, Faraone e la Giannini e tutti i soloni di governo e della stampa nazionale? Questa è una mala scuola e chi ne fa le spese siamo non solo noi, ma soprattutto i nostri figli, i nostri nipoti, i nostri ragazzi! Cui prodest tutto ciò?

#MIUR #Sostegno #Mobilità #Algoritmo #Docenti #Studenti #ScuolaPubblicaStatale

Prof (Dott) Giuseppe Vollono

LEGGI ANCHE: Buona scuola? No, mala scuola!: l’odissea di un Prof (VIDEO)

Insigne-Napoli, rapporto incrinato dal post Europeo

Insigne-Napoli, rapporto incrinato dal post Europeo

La Gazzetta dello Sport scrive sul momento non proprio esaltante di Lorenzo Insigne: “Fuori dalla nazionale, precario nel Napoli: Lorenzo Insigne è già un caso. Qualcosa è cambiato negli ultimi mesi, c’è tanta tristezza nei suoi occhi, che non sanno nascondere la delusione. È un mondo nuovo per questo ragazzo, abituato ad essere protagonista, a godere del suo talento. Fa fatica, adesso, a sopportare il ruolo di comprimario, così come è debole la sua reazione. Qualcosa è cambiato da dopo l’Europeo, da quando ha raggiunto Maurizio Sarri e i compagni nel ritiro di Dimaro, a fine luglio. In quei giorni si è aperta la discussione sul rinnovo del contratto, in un incontro avuto dai suoi procuratori e Aurelio De Laurentiis. Un flash, nulla di più, giusto il tempo per scambiarsi la domanda e l’offerta, per chiuderla lì: 4 milioni di euro, la richiesta di stipendio annuo presentata dai rappresentanti del giocatore; 2,5 milioni la risposta del presidente, per giunta stizzito dalla pretesa dell’altra parte. Da allora, il rapporto tra Lorenzo Insigne e il Napoli si è incrinato, il feeling che ha sempre legato il ragazzo al suo club, s’è indebolito e non poco. Si sarebbe aspettato un trattamento ed una considerazione diversa. Invece, no, lui che ha sempre dichiarato di voler essere il Totti di Napoli, si ritrova, adesso, a vivere una condizione non proprio favorevole”

De Laurentiis-Sarri, il patron si è legato al dito la gestione di Grassi

De Laurentiis-Sarri, il patron si è legato al dito la gestione di Grassi

La Repubblica scrive suii rapporti tra De Laurentiis e Sarri sulla gestione di Rog e Diawara: “La Champions League dovrà invece fare da volano all’estero, dove ci sono ancora delle enormi fette di mercato da conquistare. È dunque impensabile che il presidente e Sarri continuino a marciare su binari paralleli, come sta succedendo da mesi. C’è bisogno al contrario di una sinergia molto forte, tra la dirigenza e il settore tecnico. C’è già stato il doloroso caso Grassi, a gennaio: un giovane di belle speranze che è stato acquistato dal Napoli per 10 milioni e appena sei mesi dopo è stato restituito gratuitamente (in prestito) all’Atalanta: bocciato da Sarri non in partita, ma addirittura in allenamento. De Laurentiis se l’è legata al dito e non vuole che succeda mai più. Per questo, in estate, il presidente ha enfatizzato, l’ingaggio di un altro baby di talento, il ventunenne croato Marko Rog. Era un messaggio trasversale rivolto all’allenatore, invitato a mettere a frutto e trasformare in un investimento vincente i15 milioni spesi dalla società sul mercato. Gli stessi soldi, più o meno, spesi per strappare al Bologna Diawara: altro talento rampante. Morale della storia? I due “rinforzi”, a ottobre iniziato, ancora devono mettere piede in campo: come Grassi. Sarri ha i. suoi tempi per inserire i baby, De Laurentiis è convinto invece (Hamsik docet) che si è già forti e pronti a tutto a vent’anni”.

Rog, c’è un motivo che rende Sarri scontento del suo rendimento

I dettagli

Il Mattino racconta come il Napoli stia preparando anche sul piano fisico Marko Rog che mostra alcuni piccoli difetti: “Sinatti, il preparatore atletico, ha per lui sviluppato uno speciale programma differenziato: nonostante sia alto un metro e ottanta, Rog non ha un grande fisico (non pesa più di 71 chili). In queste settimane il team di Sarri sta lavorando anche sulla postura del croato, che ha la tendenza a correre sempre piegato in avanti. Il punto di forza è la sua ripartenza quando ha la palla tra i piedi: ma Sarri è ancora scontento per il suo rendimento in fase difensiva”.

Sangue Express by Baldassarre Gucciardi (Mauro Lo Piano)

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L’Assessore alla Sanita’ Baldassarre Gucciardi ha firmato in questi giorni un nuovo decreto che obbliga  i Laboratori di Analisi Cliniche Convenzionati ad accorparsi (qualora non raggiungano un quorum di almeno 100 mila prestazioni annue), con strutture piu’ grandi, pena la perdita delle convenzioni.
Torniamo indietro nel tempo quando Raffaele Lombardo affido’ all’ex Magistrato Massimo Russo la guida della Sanita’ siciliana, correva l’anno astrale 2010. Questi  aveva studiato un sistema per ridurre il numero dei Laboratori di Analisi Cliniche in Sicilia : all’epoca vi erano 634 studi  convenzionati, con la sua geniale trovata sull’accorpamento, li avrebbe ridotti a 438.
Queste le sue testuali parole :
“Abbiamo….. raggiunto…… un……. risultato……. eccellente” :
che garantirà una maggiore qualità del servizio, che non comporterà la riduzione dei punti prelievo, che anzi, grazie alle incentivazioni, aumenteranno ancora, assicurando quindi ai cittadini la capillarità di un servizio che avrebbe messo in ordine il sistema sanitario convenzionato, dandogli piu’ efficienza e razionalità.
Continuando nel suo discorso, Massimo Russo affermo’ che in futuro si sarebbero dovuti ulteriormente ridurre il numero delle strutture convenzionate. Parlo’ di adeguamento alle Regioni italiane più “virtuose”, dove la quantità dei laboratori era notevolmente inferiore a quella della Sicilia.
Torniamo ai nostri giorni :
Il Decreto Assessoriale firmato da Baldassarre Gucciardi sull’accorpamento, dovrebbe essere pubblicato Venerdi’ 7 Ottobre 2016 sulla Gazzetta Ufficiale;  gli Studi di Analisi avranno 2 mesi di tempo per presentare l’istanza di accreditamento, chi non dovesse ottemperare all'”invito”, perdera’ la convenzione.
Cio’ comportera’ la chiusura di almeno il 70% delle piccole strutture, che diverranno solo centri prelievi :  il sangue di un paziente  potra’ essere spedito e analizzato in una Citta’ diversa da quella in cui si e’ effettuato il prelievo. (Sangue Express). Apriamo una parentesi sanitaria, bisogna tener presente che alcuni esami hanno dei tempi tecnici che non potrebbero essere rispettati.
Se quest’ultimo Decreto non verra’ bloccato in tempi brevi , come avvenne per quello emanato da Massimo Russo nel 2012 e quello di Lucia Borsellino nel 2015, si correrebbe il rischio che alcune centinaia di persone, impiegate negli studi privati convenzionati possano perdere il posto. In una Sicilia dove il tasso di disoccupazione e’ altissimo, rappresenterebbe un’altro colpo mortale per l’economia di quest’Isola gia abbondantemente martoriata dal punto di vista lavorativo.
Profilo degli ultimi 3 Assessori alla Salute nella Regione Sicilia :
Massimo Russo……………Laurea in Legge (Nominato da Raffele Lombardo)
Lucia Borsellino……………Farmacista         (Nominata da Renato Crocetta)
Baldassarre Gucciardi…. Laurea in Legge (Nominato da Renato Crocetta)
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Pescara: il 10 ottobre giornata nazionale contro l’obesità

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È opinione generale che l’obesità abbia ormai i caratteri di  una  vera e propria epidemia mondiale, tanto da preoccupare non solo il mondo medico scientifico, ma anche i responsabili della salute pubblica; è, infatti , una malattia e, come tale, necessita di interventi e di team ben formati.

L’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ADI Onlus promuove annualmente, per il giorno 10 Ottobre, una giornata nazionale di sensibilizzazione nei confronti dell’Obesità, denominata Obesity Day, le cui finalità sono:

  • sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dell’Obesità;
  • far conoscere l’attività dei Servizi Specialistici della struttura sanitaria di appartenenza;
  • trasmettere un messaggio forte, riguardo al ruolo dei Servizi di Dietetica e Nutrizione Clinica, ai mass-media e all’opinione pubblica.

Nell’ambito di queste iniziative, nella mattinata del 10 Ottobre 2016, l’Unità Operativa Complessa di Medicina del Presidio Ospedaliero di Popoli – diretta dal Dott. Paolo Di Berardino – resterà aperta per fornire informazioni alla cittadinanza.

Presso questa Unità Operativa,  è, infatti, attivo il  Centro per i Disturbi Alimentari, dove viene effettuato un percorso assistenziale multidisciplinare con l’intervento di un team costituito da diverse figure professionali (internista, nutrizionista, dietista, psichiatra, psicologo, psicoterapeuta, infermiere professionale).

Tale centro specialistico è inserito nella mappatura nazionale delle strutture dedicate ai disturbi del comportamento alimentare, prevista dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore della Sanità.

 

 

La Responsabile

                                                                                          Dott.ssa M. A. Ceccagnoli

Franco Colomba consiglia: “Sarri, sfrutta Milik!”

Colomba ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto l’ex tecnico del Bologna, Franco Colomba, che ha dichiarato: “Quando le squadre si chiudono e non offrono ripartenza veloci il Napoli trova delle difficoltà. Per chi gioca palla a terra ed in velocità è difficile giocare con chi si arrocca nella propria metà campo. Sicuramente il colpo di testa di Milik può essere una soluzione, provando a sfruttare le fasce senza trovare necessariamente dei varchi centrali. Quando il Napoli passa in vantaggio può fare goleade, quando invece va in svantaggio ha maggiori problemi per come è strutturato il suo gioco. Al momento vedo comunque ancora il Napoli come l’unica anti-Juve, Roma ed Inter hanno ancora troppe difficoltà in fase difensiva”.

ANSA- Marotta: “Il gioco non deve essere interrotto spesso, la moviola…”

Marotta sulla moviola in campo

(ANSA) – ROMA, 3 OTT – La tecnologia ‘var’ in sperimentazione su alcuni campi dall’inizio di questa stagione, una sorta di moviola a bordo campo, “deve essere molto moderata, anche per non essere invasiva sulla dinamica veloce del calcio, che non si può interrompere spesso”. Questo il parere del dg della Juventus Beppe Marotta. “La nuova tecnologia ben venga se è utilizzata per determinati obbiettivi che sono quelli del gol non gol, o di dare riscontri al fuorigioco, ma non si deve togliere la soggettività dell’arbitro”. Ad avviso di Marotta la ‘var’ va impiegata “per due o tre episodi nell’arco dei 90 minuti” .

Tolisso: “Io molto tentato dal Napoli, ma il Lione va al di là dei soldi”

Tolisso ai microfoni di France Football

Ai microfoni di France Football, è intervenuto il centrocampista del Lione, Tolisso, quest’estate molto vicino al Napoli, il quale ha dichiarato: “Dopo aver preso la decisione ho voltato immediatamente pagina e mi sono immerso subito nel Lione. Quando il Napoli si è fatto avanti, a luglio, ammetto di esser stato tentato. Ma quando ho detto ‘no’ la priorità è diventata vivere una grande stagione con la mia squadra. Sapevo che avrei avuto dei vantaggi a trasferirmi, ma la mia è stata una scelta di cuore: il Lione, per me, va al di là dei soldi”.

Qualificazioni Mondiali Calcio 2018: Italia-Spagna, i precedenti

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Il fantastico ottavo di finale di Euro Calcio 2016 tra Italia e Spagna è ancora negli occhi e nel cuore di tutti i tifosi italiani. I gol di Giorgio Chiellini e Graziano Pellè spinsero la nazionale di Antonio Conte ai quarti di finale, quando solo la Germania ai rigori riuscì a fermare l’avventura degli azzurri.

Quella vittoria aveva rotto un tabù che durava addirittura dal 1994, precisamente dal 9 luglio.Eravamo ai quarti di finale del Mondiale americano e i gol di Dino e Roberto Baggio trascinarono l’Italia di Sacchi in semifinale. Una partita che verrà ricordata anche per la gomitata di Tassotti nei confronti di Luis Enrique: l’arbitro non prese alcun provvedimento, poi successivamente il difensore del Milan venne squalificato tramite la prova televisiva per otto giornate, mettendo fine alla sua carriera in azzurro.

La storia di Italia e Spagna è fatta di 35 sfide in totale con gli azzurri che hanno vinto 11 volte, contro le 10 spagnole e i successivi 14 pareggi. Una rivalità vissuta soprattutto nel lontano passato con ben tre sfide alle Olimpiadi: il primo vero scontro tra le due squadre avvenne ai Giochi Olimpici del 1920 e furono le “Furie Rosse” ad imporsi per 2-0. Successivamente gli azzurri si impongono nel 1924 e addirittura per 7-1 nel 1928.

Ci sono tante amichevoli in quegli anni ed in campo c’era sempre Ricardo Zamora, storico portiere della Spagna e che diventa anche il protagonista principale del quarto di finale del Mondiale del 1934. Nella prima sfida le due squadre pareggiano per 1-1, ma per il regolamento di allora non c’erano supplementari e rigori, ma la ripetizione della partita. Il giorno dopo si torna, dunque, in campo a Firenze, ma in porta nella Spagna incredibilmente c’è Nogues e non il mitico Zamora, la cui assenza rimarrà per sempre un grande mistero (si pensa a pressioni politiche fasciste). Il gol di Meazza porta gli azzurri in semifinale e poi la squadra di Vittorio Ponzo riuscì a laurearsi Campione del Mondo.

 Fino al 1980 non ci sono scontri ufficiali, ma solo tante amichevoli ed in una di queste (giocata poco prima del Mondiale messicano del 1970) Sandro Salvadore riesce nell’impresa negativa di commettere due clamorosi autogol che ribaltano le reti di Anastasi e Riva.
Italia e Spagna si affrontano nell’Europeo italiano del 1980 e a San Siro termina 0-0; poi sono ancora gli Europei del 1988 a fare da cornice all’ennesimo scontro, ma questa volta ci pensa Gianluca Vialli a regalare tre punti alla squadra di Azeglio Vicini.

Del 1994 si è già parlato in apertura di articolo, ma da quel momento la storia gira perchè la Spagna diventa un ostacolo insormontabile per l’Italia nelle competizioni ufficiali (c’è una vittoria in amichevole per 2-1 nel 2011 con gol di Montolivo e Aquilani). Nel 2008 gli azzurri di Donadoni si arrendono solo ai calci di rigore contro una formazione destinata poi a dominare tra Europei e Mondiali. Nel 2012 ci sono addirittura due scontri: nel girone finisce 1-1 con le reti di Di Natale e Fabregas, poi la squadra di Prandelli arriva anche in finale, ma a Kiev viene spazzata via per 4-0 dalle Furie Rosse.
I rigori sono maledetti anche nel 2013 in Confederations Cup, quando è l’errore d Bonucci a condannarci. Si arriva ai giorni nostri e all’amichevole giocata lo scorso marzo e terminata 1-1 con i gol in rapida successione di Insigne ed Aduriz.

L’ultimo capitolo di questa rivalità storica si è tinto d’azzurro e la speranza è quella di scriverne un altro simile giovedì allo Juventus Stadium. Una partita che con ogni probabilità sarà decisiva per qualificarsi ai prossimi Campionati del Mondo.

foto pagina Twitter Uefa Euro 2016 / andrea.ziglio@oasport.it

 

Human technopole : un caso di sviluppo tecnologico a rischio

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Un caso di sviluppo tecnologico a rischio è Human technopole, il centro di ricerca scientifica che sorgerà sull’area Expo di Milano. I terreni dell’Expo di Milano dovevano essere venduti realizzando una ricca plusvalenza a beneficio dei contribuenti. Non se ne è fatto nulla e, dopo ipotesi varie e fantasiose, si è deciso per il progetto di un grande centro di ricerca scientifica per la salute. Ma ne vale la spesa?

Il dopo-Expo e Human technopole

Che Expo sia stato un grande successo lo affermano i promotori, anche se le analisi indipendenti sono molto più caute, come in generale sono caute le analisi ex-post di eventi di questo tipo. Ma assumiamo provvisoriamente che sia stato realmente un successo.
Vediamo anche la vivace diatriba sui conti della società Expo, che ha curato la realizzazione della manifestazione. Anche qui assumiamo che siano in pareggio, come dichiarato dai promotori. Cioè che su questo versante non vi siano stati costi per i contribuenti.

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La linea d’ombra

Tuttavia rimane una amplissima zona opaca, sulla quale nulla è dato sapere. Accanto ai costi propri della società Expo, vi sono tre altre voci di costo molto rilevanti: quelli della piastra attrezzata su cui Expo ha avuto luogo (sembra una settantina di milioni), quelli dei terreni (160 milioni, sui quali torneremo), ma soprattutto quelli delle infrastrutture, che in una stima iniziale erano di gran lunga i più rilevanti, ammontando a 9 miliardi circa. Probabilmente ne è stata spesa solo una parte, ma nulla è dato sapere. Una petizione a questo fine di una decina di studiosi, pubblicata su Arcipelago, giornale web milanese, non ha avuto alcuna risposta. I costi propri della società Expo risultano modesti rispetto a questa cifra e sull’efficienza delle infrastrutture realizzate sono legittimi fortissimi dubbi.
Ma torniamo al dopo-Expo e alla vicenda dei terreni. Il piano economico iniziale prevedeva che fossero in parte dedicati a un grande parco, in parte edificati a uso privato. Infatti era prevista la rivendita di tali terreni resi edificabili realizzando una rilevante plusvalenza: si parla di un prezzo di alienazione di 300 milioni sui 160 di costo. Costo di acquisto che era risultato rilevantissimo, a favore dei proprietari privati, in relazione al precedente uso agricolo dei terreni stessi (la vicenda fu molto chiacchierata, a suo tempo). Ma se tali soldi fossero stati recuperati con profitto, almeno i contribuenti non sarebbero stati danneggiati, anzi.
Tuttavia l’asta andò deserta né, si badi, sembra vi siano state contrattazioni successive al ribasso, al fine di recuperare almeno parte di quei soldi. Apparentemente la disponibilità pubblica di quei terreni fece tutti contenti, esclusi gli ignari contribuenti che li avevano pagati nell’implicita ipotesi di recuperarli.

Dal cilindro salta fuori Human technopole

Rimaneva tuttavia aperto il problema di che fare dell’area. Si sono nel tempo susseguite una serie di ipotesi, ed è stato anche promosso un concorso di idee, apparentemente senza esito. Si sono fatte ipotesi di strutture sportive o universitarie, poi di uso provvisorio per ospitare migranti, e molte altre. Il tutto senza esito.
È intervenuto salvificamente il governo, promettendo di realizzarvi, con ingenti investimenti sia iniziali che per l’esercizio, un centro di ricerca dedicato alle scienze per la salute, nominato Human technopole. Che, si badi, all’inizio doveva essere gestito da una importante e collaudata struttura di ricerca genovese. Scelta un po’ curiosa, data la vastità e il rilievo di molti istituti accademici milanesi impegnati con successo nello stesso settore. In ogni caso, questo nuovo complesso di edifici (perché di questo per ora sostanzialmente si tratta) coprirebbe una parte ridotta dell’area, anche se di grande parco non si sente attualmente più parlare.

Ma l’innovazione nasce anche nei garage

Immediatamente è stato fatto notare da fonte autorevolissima – la senatrice a vita Elena Cattaneo con una lettera al Corriere della Sera – che la disponibilità di spazi fisici è scarsamente rilevante per far avanzare la ricerca tecnico-scientifica, della quale il nostro paese ha disperatamente bisogno. Basti ricordare, per farsi un’idea della scarsa rilevanza della qualità degli spazi fisici, i garage in cui sono nate le principali innovazioni informatiche del secolo scorso.
Inoltre Milano abbonda di edifici e spazi inutilizzati, a volte nelle stesse strutture universitarie.Come valutare allora questa ulteriore spesa di (scarsi) denari pubblici dal punto dell’utilizzazione dell’area Expo? Sarebbe necessario, e opportuno, fare una analisi costi-benefici rispetto a localizzazioni alternative. La contiguità fisica di ricercatori di alto livello è sicuramente un fattore importante, ma solo come bacino di forza lavoro. E l’esempio della Silicon Valley è rilevante. Ma la contiguità è significativa a livello di residenze, la Silicon Valley si estende su un’area molto maggiore di quella di Milano. Lo stesso vale per altre “concentrazioni di cervelli”, come Boston o Cambridge. Esistono su realtà urbane articolate e attrezzate, e hanno strutture multidisciplinari oggi importanti per i fenomeni noti comecross-fertilization della ricerca scientifica più recente.
L’operazione in corso di riutilizzazione dell’area Expo suona  molto come una accelerazione non del tutto meditata per evitare di rendere clamorosa la mancata, e promessa, vendita dei terreni per recuperare fondi pubblici. Peccato che questa operazione sia fatta spendendone altri.

MARCO PONTIDSC_0025

Marco Ponti insegna economia dei trasporti, prima a Venezia e da tre anni al Politecnico di Milano. Ha svolto attività di consulenza per la Banca Mondiale, il ministero dei trasporti, le Ferrovie dello Stato e del ministero del Tesoro occupandosi di regolazione del settore aereo e autostradale. Ha partecipato come esperto al primo e al secondo Piano Generale dei Trasporti. Svolge attività di ricerca nell’ambito dei modelli trasporti-territorio, di analisi di fattibilità economica e finanziaria dei progetti (versioni avanzate dell’analisi costi-benefici), regolazione economica e liberalizzazione del settore (tecniche di gara, regole di accesso alle infrastrutture ecc.) e di “public choice”.

lavoce.info/Il dopo-Expo e Human technopole (Marco Ponti)

Industria 4.0 : gli investimenti che dovrebbe fare

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Senza investimenti niente crescita, ripetono spesso Renzi e Padoan E a incoraggiare gli investimenti in nuove tecnologie è dedicato il piano Industria 4.0 del ministro Calenda. Ma non tutti gli incentivi vanno bene: servono se rimediano a indubbie insufficienze del settore privato. E per decidere, meglio lasciar da parte le “cabine di regia”.

Quegli investimenti che Industria 4.0 dovrebbe fare

Per rilanciare il nostro sistema produttivo, Industria 4.0 dovrebbe colmare il ritardo nell’adozione delle Tic, con interventi per la diffusione della banda larga e dei servizi di cloud computing. Come inserirsi nelle catene globali del valore. Il secondo articolo di analisi del piano del governo.

Cos’è Industria 4.0

Nell’articolo precedente ho analizzato alcuni dati sul grado di penetrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic). L’analisi offre spunti utili per ragionare sul piano Industria 4.0, ovvero la quarta rivoluzione industriale. Cito dalla presentazione del ministro Calenda a Milano: si tratta di un modo di organizzare la produzione basato su macchine interconnesse e sull’analisi di big data. Al di là del marketing, il piano mira all’aumento della penetrazione delle tecnologie digitali nel sistema produttivo italiano sia attraverso interventi infrastrutturali (banda larga) sia con incentivi agli investimenti (superammortamento e iperammortamento, crediti di imposta per spese in ricerca e sviluppo).
Nel 2012 per un rapporto sugli incentivi alle imprese curato assieme a Francesco Giavazzi, elaborammo un semplice criterio per decidere se una misura fosse ammissibile. Primo, deve rimediare a qualche fallimento di mercato. Secondo, lo strumento utilizzato deve essere di provata efficacia. I due criteri sono utili per valutare l’approccio di Industria 4.0.
In via generale, le linee guida sono condivisibili. Si rinuncia a scegliere specifiche aree di intervento (politiche verticali) per focalizzarsi su “fattori abilitanti” (politiche orizzontali o di contesto): non è il ministro che può sapere dove andrà il mondo, meglio lasciarlo decidere agli imprenditori. In termini di strumenti di intervento, si privilegiano quelli automatici, come il credito d’imposta o l’ammortamento maggiorato, rispetto ai bandi a progetto. Anche qui, l’evidenza mostra che è la strada giusta: i primi possono funzionare, soprattutto se mirati alle piccole imprese, mentre non c’è evidenza robusta di un incentivo a bando che sia stato efficace.

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Finanziare gli investimenti immateriali

Il punto su cui servirebbe una maggiore focalizzazione è la scelta di cosa finanziare, soprattutto dati i vincoli di spesa dello stato. Non tutti gli interventi annunciati ovviano a un chiaro fallimento di mercato. Ad esempio, non credo che la sfida competitiva si vinca incentivando genericamente gli investimenti in macchinari col superammortamento. La legge “Sabbatini” è uno strumento vecchio ed è tempo di mandarlo in pensione. Meglio concentrare le risorse sugli investimenti immateriali, che per cultura imprenditoriale, esternalità e rischiosità sono più soggetti a problemi. E sono l’elemento su cui si vince o si perde la sfida competitiva nei paesi avanzati.
Possiamo essere ancora più specifici. La teoria e l’evidenza vista nell’articolo precedente ci dicono due cose. In primo luogo, pesa la struttura dimensionale delle imprese. Una caratteristica di molte Tic è una forte componente di costo fisso, che rende poco conveniente l’adozione da parte delle piccole imprese. Fanno eccezione le tecnologie cloud based, dove un’impresa può pagare un costo in base all’utilizzo, lasciando al fornitore di servizi quello fisso di fare manutenzione, gestire la sicurezza, aggiornare i software e così via. Guarda caso, la diffusione dei servizi di cloud computing ha un andamento completamente opposto rispetto al resto delle Tic: il tasso di penetrazione è quasi quadruplo in Italia rispetto alla Germania (42 per cento rispetto a 11 per cento); le differenze fra classi dimensionali sono molto contenute.
Il cloud computing è una tecnologia che potrebbe rispondere alle esigenze e specificità delle Pmi. Importante quindi favorirne la diffusione. Bene accelerare sulla diffusione capillare della banda larga. È necessario anche garantire un quadro normativo di riferimento chiaro e certo: le imprese italiane riportano che l’incertezza al riguardo è più importante nel limitarne l’utilizzo rispetto al costo dei servizi.
L’altro aspetto riguarda la diffusione delle tecnologie che permettano alle imprese di inserirsi nelle catene globali del valore, dove si registra un ritardo anche a parità di struttura dimensionale. Il processo dovrebbe essere guidato dalle “capofila”, cioè da imprese medio-grandi che spingono i loro fornitori a seguirli. La presenza di una platea ristretta di imprese medio-grandi in Italia riduce il tasso di penetrazione. Dato che il problema sono le esternalità di network — coordinare l’investimento lungo tutta la catena clienti-fornitori –, si dovrebbero prevedere incentivi agli investimenti a livello di network stesso. Ad esempio, l’impresa capofila potrebbe stilare una lista dei propri fornitori, i quali avrebbero accesso a crediti d’imposta per investimenti in tecnologie di tipo Scm (supply chain management). Le agevolazioni potrebbero estendersi a spese per formazione del personale, che sono un aspetto in cui il ritardo italiano è molto forte, particolarmente fra le Pmi.
Il sistema produttivo italiano sconta un ritardo nell’adozione delle Tic. Abbiamo bisogno di una politica industriale “umile”, che utilizzi la teoria economica e l’evidenza empirica per capire dove concentrare le poche risorse disponibili. Il ministro si consulti, ascolti e poi decida. Non credo che la “cabina di regia” in formato assembleare, di cui si sono viste alcune foto su internet, sia il modo migliore per formulare e realizzare il progetto.

FABIANO SCHIVARDISchivbardi

È titolare della Rodolfo Debenedetti Chair in Entrepreneurship presso l’Università Bocconi. Si interessa di economia industriale e del lavoro, focalizzandosi in particolare su produttività e demografia d’impresa. I suoi lavori recenti considerano gli effetti della struttura dimensionale e proprietaria sulla performance delle imprese. In precedenza ha insegnato presso la LUISS e l’università di Cagliari. Dal 1998 al 2006 ha lavorato al Servizio Studi della Banca d’Italia, dove è stato responsabile dell’Ufficio Analisi Settoriali e Territoriali dal 2004. Ha conseguito il Ph.D. in Economia presso la Stanford University e la laurea e il dottorato presso l’Università Bocconi. È fellow dell’Einaudi Institute of Economics and Finance (EIEF), dell’IGIER e del CEPR. I suoi saggi sono stati pubblicati su riviste internazionali e nazionali. Redattore de lavoce.info.

lavoce.info/Quegli investimenti che Industria 4.0 dovrebbe fare (Fabiano Schivardi)

Bonucci su Sarri: “Parole fastidiose le sue ma potrebbe essere una mossa per caricare la squadra”

Leonardo Bonucci ha commentato così le parole Di Maurizio Sarri riguardo lo strapotere della Juventus in campionato:
“Non fa piacere sentire queste parole da un allenatore. Quella di Sarri, però, potrebbe essere stata una mossa per caricare ulteriormente la squadra togliendo le pressioni dalle spalle dei suoi uomini”.

Soldati: “Stadio di proprietà grande vantaggio. Zapata? A fine prestito parleremo con il Napoli”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli è intervenuto Franco Soldati, presidente dell’ Udinese. Ecco quanto evidenziato:
“Contro la Juventus cercheremo di fare un bel regalo al Napoli, magari ripetendo il risultato della scorsa stagione. La sconfitta a Bergamo mi ha sorpreso, va dato grande merito all’ Atalanta che ha fatto una grande gara.
Il nuovo stadio ha attirato nuovi imprenditori. Abbiamo ottenuto notevoli vantaggi superando le aspettative. De Laurentiis è un grande imprenditore, avere uno stadio di proprietà sarebbe certamente positivo per la società e i tifosi.
Zielinski? Un grande giocatore che sta facendo molto bene. Del resto Sarri lo conosce molto bene.
Zapata? A Udine si trova davvero bene e siamo contenti per questo. Quando finirà il prestito valuteremo cosa fare con il Napoli”.

Koulibaly, l’ agente: “Rinnovo? Un piacere. Ad inizio gennaio partirà per la Coppa d’ Africa”

Bruno Satin, agente di Kalidou Koulibaly, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte nel corso di Marte Sport live. Ecco quanto evidenziato:
“Ha vissuto un’estate complicata, è logico che necessiti di un po’ di tempo per tornare al top. Ci siamo sentiti ieri, era deluso per la sconfitta a Bergamo. La gara con l’Atalanta è arrivata al termine di un ciclo di partite difficili e magari la squadra è calata sul piano mentale. Il Napoli ha preso il gol subito in avvio ma non è riuscito a recuperare”.
Coppa d’Africa? “Comincia il 14 Gennaio, dovrà aggregarsi alla Nazionale quindici giorni prima”.
Rinnovo? “E’ stato un piacere, devo dire una trattativa molto tranquilla. Per quanto riguarda la clausola sono cose riservate”.