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La Juve mette i bastoni tra le ruote al Napoli sul mercato: ‘rubati’ due talenti

La Repubblica scrive di un possibile duello di mercato tra Juventus e Napoli, con la squadra bianconera che potrebbe mettere i bastoni tra le ruote alla società di De Laurentiis per quanto riguarda la sessione invernale dei trasferimenti: “C’è anche la Juventus, infatti, dietro alle impreviste difficoltà che sta incontrando il Napoli nel suo tentativo di rinforzarsi: per il presente e perfino in proiezione futura. Il club azzurro aveva adocchiato due giovani di belle speranze: Sensi (Cesena) e Trotta (Avellino). E la stessa resistenza di Cairo per lo stravalutato Maksimovic alimenta il dubbio di una sinergia torinese: già sperimentata con Ogbonna”.

Quarto, i dubbi dei pm. La sindaca di nuovo convocata in Procura

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Il prefetto chiede gli atti al pool anticamorra per valutare l’invio della commissione d’accesso

Non è ancora finita. Rosa Capuozzo  non ha convinto la pubblica accusa e la Direzione distrettuale antimafia torna a sentire, oggi pomeriggio, la sindaca di Quarto.

Intanto il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone, come annunciato da Repubblica, ha chiesto per iscritto alla Procura gli atti depositati e quindi non più coperti da segreto, sui quali procedere alla valutazione degli elementi che potrebbero giustificare l’invio di una commissione d’accesso nel comune felgreo. Sono le stesse carte dalle quali ormai emerge con chiarezza che nel primo filone, quello del racket sulle pompe funebri, ci sono già almeno 13 persone indagate.

La Capuozzo si ripresenterà dunque nel palazzo di via Grimaldi alle 14. Per la sindaca di Quarto, è la sesta volta dinanzi agli inquirenti, sempre nella veste di testimone: ma stavolta a porre le domande sarà il procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli, che coordina l’inchiesta del pm Henry John Woodcock.

Saranno verosimilmente affrontati ancora una volta, i nodi che riguardano il voto di scambio aggravato dalla finalità mafiosa, la tentata estorsione messa a segno ai danni del primo cittadino dal suo ex consigliere grillino Giovanni De Robbio, e i tentativi di infiltrazioni mafiose che sarebbero state portate con l’aiuto dell’imprenditore vicino al clan Polverino, Alfonso Cesarano.

Oltre tre ore di faccia a faccia non sono bastate evidentemente, martedì sera, alla Capuozzo, per colmare tutte le lacune della storia e fornire elementi utili al pm. Il primo cittadino, appena espulsa dal Movimento Cinque stelle, sarà poi, martedì prossimo, a Palazzo San Macuto per rispondere alla commissione parlamentare Antimafia.

Intanto la prefettura diretta da Gerarda Pantalone ha chiesto ai pm le carte dell’inchiesta nell’intento di verificare se sussistano i presupposti per insediare la commissione d’accesso nella città dove da venti anni nessun sindaco porta a termine un mandato: un comune già sciolto due volte per infiltrazioni camorristiche.

Ma è l’istruttoria della Procura, a tenere banco in queste ore. Perché, si chiedono i pm, la Capuozzo non ha denunciato le pressioni di De Robbio, il più votato dei grillini? E soprattutto, quando e come erano stati informati i vertici del Movimento di ciò che stava accadendo nell’unica amministrazione campana a guida pentastellata? Nel verbale di martedì, la sindaca ha sostenuto aver compreso solo in un secondo momento la portata intimidatoria delle azioni di De Robbio. Non ho denunciato, ha aggiunto, perché volevo tutelare il Comune. Capuozzo ha inoltre escluso di aver mai parlato direttamente con i leader di M5s di ricatti né delle amicizie pericolose di De Robbio, confermando così quanto affermato dal presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico e dal vice presidente della Camera Luigi Di Maio. Ma questa ricostruzione contrasta con altri elementi investigativi emersi dalle intercettazioni.

“Le conversazioni via whatsapp che ho avuto con Di Maio rappresentano unicamente la condivisione con i vertici del M5s delle difficoltà politiche che stavamo affrontando”, ha ribadito ieri la Capuozzo in una nota con la quale ribadisce stima al capogruppo Alessandro Nicolais, perquisito insieme a lei lunedì e sentito in Procura come teste.

“È una persona la cui onestà intellettuale e rettitudine morale non sono in contestazione. La decontestualizzazione delle conversazioni pubblicate può indurre in errore”, ha sottolineato il sindaco.

All’esame della Procura ci sono ora 13 nomi. I filoni sono tre: la tentata estorsione aggravata ai danni del sindaco, contestata a De Robbio e al geometra Giulio Intemerato. Il sostegno elettorale garantito a De Robbiodall’imprenditore Cesarano in cambio della possibilità di ottenere la convenzione con lo stadio comunale (ma il sindaco Capuozzo, dopo aver tolto la gestione alla squadra antiracket Nuova Quarto per la legalità, ha affidato l’impianto al Comune), vicenda in cui è indagato anche l’ex consigliere comunale del Pd Mario Ferro. E il racket delle pompe funebri. Proprio da qui, è partita l’indagine che ha scatenato il terremoto nei Cinque Stelle.

* dai nostri inviati DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO

Obama chiude sperando nel “triplete” GIANNI RIOTTA*

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Nel 1948 gli exit poll elettorali, condotti solo via telefono, allora gadget di lusso, previdero la vittoria del candidato repubblicano alla Casa Bianca, Dewey, sul presidente democratico uscente Truman. 

Contati i voti vinse invece il saggio Harry Truman, che si fece fotografare ridendo con la prima pagina del «Chicago Daily Tribune» dal titolone sballato «Dewey defeats Truman». La vittoria era la quinta di seguito dei democratici, dopo le quattro presidenze di F. D. Roosevelt e da allora il partito non è più riuscito a vincere le presidenziali per tre volte di fila. Johnson non si ricandida nel 1968, umiliato dal Vietnam, e da quell’anno fino al 1992, i democratici prevalgono solo una volta, nel 1976 con Carter. Gore, con il pasticcio del voto in Florida, non prolunga i due mandati di Bill Clinton, e dunque il sogno del presidente Barack Obama – che nella notte di martedì ha letto l’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione – è far vincere l’ex segretario di Stato Hillary Clinton, ottenendo lo storico «triplete», il primo del XXI secolo, e la garanzia che la sua eredità, dalla riforma sanitaria all’accordo nucleare con l’Iran, non verrà smantellata.  

Era un Barack Obama lucido, maturo ma senza gli slanci 2008, quello di martedì. Non ha chiesto nulla al Congresso, controllato dai repubblicani, perché sa che nulla gli sarà concesso, e, per la prima volta, ha ammesso lo scacco che la Storia gli rimprovererà, non essere riuscito, in alcun modo, a ridurre il livore che ottunde il dibattito politico americano. Non voglio un paese che si colori sul volto simboli tribali – scriveva otto anni or sono Obama – siamo americani, non militanti. Con i capelli incanutiti dalla fatica di quello che John F. Kennedy chiamava «il più solitario lavoro al mondo», Obama riconosce la sconfitta «siamo più divisi che mai», dichiarando con umiltà che «sarebbero serviti i talenti di Lincoln o Roosevelt» per unire un paese diviso da crisi economica (la tecnologia distrugge posti di lavoro per gli operai, osserva Obama) e guerra delle identità. 

Senza nominare né i media, né il capofila dei candidati repubblicani, il populista Donald Trump, Obama si chiede come mai i giornalisti diano tanta attenzione alle voci stridule, e mette in guardia il paese: criminalizzare tutto l’Islam isola l’America, non la rende più forte. Né, ammonisce con amaro realismo il giovane Presidente che fece innamorare il mondo, gli Stati Uniti possono costruire libertà e democrazia dove non ci sono, «è l’amara lezione di Vietnam e Iraq». 

Il presidente ha concluso col calore da sermone della chiesa battista, che da qualche tempo accende la sua cerebrale prosa, «continuerò la battaglia da cittadino», richiamando le virtù civiche del votare, del partecipare, del dibattere insieme nella comunità, care all’America dei film di James Stewart, con Mister Smith che va a Washington, di Frank Capra, delle tavole domenicali del pittore Norman Rockwell, una democrazia popolare e condivisa, perduta nell’epoca delle lobby miliardarie e dei candidati loro robot. È la crociata, isolata, del senatore democratico Sanders, socialista del Vermont, che gli ultimissimi sondaggi danno in rimonta sulla Hillary Clinton nei primi caucuses, assemblee elettive, dell’Iowa e alle primarie in New Hampshire. Obama, con cautela, la premia, da «cittadino» si impegnerà contro i troppi soldi in politica. 

Nell’ultimo discorso, in sostanza, un Obama doc, valori, idee, ideali, ma senza piattaforma di contratto negoziale, per condividerli con l’opposizione e senza la spregiudicatezza del politico capace di trasformare le aspirazioni in leggi approvate a maggioranza. I pericoli indicati sono reali, ma ora sarà la Storia a giudicare il presidente Obama, in attesa di ascoltare la voce, prossima e sicura di sé vedrete, del Cittadino Barack. 

* Facebook riotta.it  / lastampa

CivitaNuova. MASSIMO GRAMELLINI*

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Con un’iniziativa senza precedenti, se non forse in qualche villaggio della savana governato da uno stregone particolarmente eccentrico, il sindaco cinquestelle di Civitavecchia ha chiesto al prefetto di sospendere tutti, ma proprio tutti, i consiglieri d’opposizione, rei di avere bloccato l’assegnazione di un appalto dove le ditte in lizza erano un po’ pochine: una. Si spera che il prefetto non assecondi le smanie del primo cittadino. Nel caso lo facesse, Civitavecchia sperimenterebbe l’ebbrezza di un consiglio comunale nelle grinfie del partito unico, con un sindaco fuori controllo che parla a un’aula mezza vuota. Fosse venuto in mente a Renzi, il grillino Di Battista ci avrebbe imbastito sopra un monologo della durata di due tempi regolamentari più recupero sulla deriva della democrazia.

Come era fin troppo prevedibile, il movimento di Grillo sta fallendo nella mancata selezione della classe dirigente. Se in Italia procedi con la pesca a strascico, non tiri su la Svezia, ma pur sempre l’Italia. Bisogna avere il coraggio di riconoscere che il governo dell’uomo qualunque è una boiata pazzesca. Che «uno vale uno» è una boiata pazzesca. Che eleggere il primo cazzone che ha cento amici su Facebook è una boiata pazzesca. Per fare politica ci vogliono persone che escano da una competizione dura dentro partiti strutturati. Ci vuole la Prima Repubblica, ma con una variante fondamentale, giustamente pretesa dai Cinquestelle: il limite dei due mandati, unico vero argine contro la corruzione. Mentre i partiti padronali e i movimenti di protesta sono solo un argine contro l’intelligenza.

*lastampa

Kramer ha detto sì al Napoli

Il Napoli prepara il blitz in Germania per Christoph Kramer: contatti avviati tra il direttore sportivo Cristiano Giuntoli ed il Bayer Leverkusen per fissare un appuntamento al termine della tournèe americana del club tedesco. Novità importante: c’è l’ok del giocatore, consapevole che un trasferimento in Italia può risultare determinante per il suo futuro. A convincerlo sono stati il primato in classifica degli azzurri e la possibilità, concreta, di lottare fino alla fine per lo Scudetto. Lo riferisce Sky Sport.

UFFICIALE – Zuniga in prestito al Bologna

La SSC Napoli, con una nota sul proprio sito, ufficializza la cessione di Juan Camilo Zuniga a titolo temporaneo al Bologna fino al 30 giugno 2016.

Al capolinea. Un patto scellerato LORENZO VIDINO*

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«Zero problemi con i vicini». Era questo il celebre motto con cui Erdogan e Davutoglu ridefinirono la politica estera turca allorché il loro partito, l’Akp, giunse al potere nel 2002.  

Sospinta dal boom economico e da un ritrovato fervore neo-ottomanista, la nuova Turchia si vedeva come una potenza regionale, in progressivo allontanamento da un’Europa che l’aveva respinta e volta a giocare un ruolo guida nel bacino mediorientale. E l’Occidente stesso, Washington in primis, vedeva gli «islamisti moderati» turchi come modelli per la regione e alleati affidabili.  

La realtà turca di oggi, dopo quasi quindici anni di strapotere dell’Akp, è tutt’altra cosa. Internamente, Erdogan, dopo aver coltivato un’immagine di moderato, ha chiaramente dimostrato forti tendenze autoritarie. Nemici politici, militari, giudici e critici vari sono stati eliminati con mezzi che vanno da investigazioni giudiziarie kafkiane alle minacce a, in certi casi, violenza pura. E’ indicativo in tal senso che «Reporters Senza Frontiere» metta la Turchia, Paese che imprigiona più giornalisti di Cina e Iran, al 148mo posto al mondo per libertà di stampa. Le politiche di Erdogan hanno anche portato ad una recrudescenza del terrorismo domestico, sia di matrice marxista-leninista (con vari attentati compiuti dal gruppo Dhkp-c) che curda (visto anche il fallimento dei colloqui di pace con il Pkk). 

Ma i recenti attentati di matrice jihadista in Turchia (di cui quello alla piazza Sultanahmet è solo l’ultimo di una lunga scia) dimostrano il totale fallimento della politica estera turca, in particolare dall’inizio delle Primavere Arabe. Dapprima Erdogan ha supportato il fallito progetto dei Fratelli Musulmani e delle loro emanazioni nella regione, provocando le ire della maggior parte dei regimi arabi. Ma è con l’inizio del conflitto siriano che la vera spirale turca ha inizio. Il supporto cieco per l’opposizione crea tensioni per Ankara non solo con il governo di Bashar al Assad, ma anche con l’Iraq e soprattutto l’Iran, il grande protettore di Damasco. Per non parlare di Mosca, il grande vicino del Nord con il quale le tensioni, in particolare dopo l’intervento russo in Siria, sono al massimo.  

Nonostante questi crescenti problemi, Ankara ha continuato a sostenere vari gruppi dell’opposizione siriana, incluse le più estremiste. I detrattori di Erdogan, curdi in primis, parlano di aperto supporto da parte dei servizi turchi all’Isis, con tanto di forniture di armi e intelligence. Prove provate in tal senso mancano. Ma è evidente che per anni la Turchia ha facilitato l’operato di vari gruppi islamisti operanti in Siria, da Jabhat al Nusra all’Isis stesso, consentendo loro di agire impunemente da entrambi i lati del confine turco-siriano. Che la Turchia sia il punto di passaggio in entrata e in uscita per le migliaia di foreign fighters europei (attentatori di Parigi inclusi) è risaputo. Come è ben noto che il governo turco abbia consentito scambi commerciali clandestini, quali quello del petrolio, che hanno permesso all’Isis di arricchirsi.  

Questa politica scellerata ha portato Ankara a scontrarsi non solo con le varie forze regionali, mutando la politica dello «zero problemi con i vicini» in quella del «molti problemi con tutti i vicini», ma anche con l’Europa e l’America. Tutto ciò ha comportato una scia di attentati di matrice jihadista che non pare fermarsi. Negli ultimi mesi, infatti, da quando la Turchia, nonostante le sue ambiguità, si è unita alla coalizione internazionale anti-Isis, il network di cellule e strutture di supporto creato dall’Isis in tutta la Turchia ha cominciato a mobilitarsi per compiere attacchi. Gli obiettivi svariano dall’opposizione curda a turisti stranieri (com’è accaduto ieri). Ma anche obiettivi militari, civili e politici turchi. La strategia di Erdogan pare aver avuto un effetto boomerang e, ora che il governo turco cerca di staccare il cordone che lo lega al jihadismo in salsa siriana che ha nutrito per anni, non ci si può aspettare altro che una risposta di sangue da parte dell’Isis.  

 

*Lorenzo Vidino è il direttore del Programma sull’Estremismo alla George Washington University  / lastampa

Roberto Fico: “Da noi la camorra non ha ottenuto nulla ma siamo stati traditi”. ANNALISA CUZZOCREA*

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Il deputato mostra i suoi messaggi WhatsApp con il consigliere M5S: “Nessun riferimento a intimidazioni, non ne sapevo niente”

ROMA. “Mai, mai, mai ho pensato che su Rosa ci fossero pressioni della camorra. Nessuno di noi è venuto a conoscenza di minacce o ricatti, altrimenti avremmo subito denunciato”. Roberto Fico è seduto davanti al suo computer nell’ufficio da presidente della commissione di Vigilanza Rai. Ha appena postato su Facebook le immagini della conversazione WhatsApp avuta col consigliere di Quarto Alessandro Nicolais il 16 dicembre. Quella in cui dice “Andate avanti e cercate di lavorare tranquillamente”.

Sembra un invito a mettere tutto a tacere, a nascondere le minacce di De Robbio. È così?
“Non lo è. Per questo ho deciso di pubblicare le immagini della conversazione. Il consigliere Nicolais, che nel messaggio si presenta perché non ci conoscevamo, mi chiedeva delucidazioni sull’espulsione di De Robbio e proponeva un incontro con gli eletti di Quarto sulla vicenda. La mia è stata a una risposta veloce a questa richiesta, non c’è nessun riferimento a presunte intimidazioni di cui sarei stato a conoscenza. Semplicemente perché non lo ero”.

Lei non sapeva che il sindaco fosse ricattata per la vicenda dell’abuso edilizio?
“Non sapevo di alcuna minaccia o ricatto. Come avrei potuto se è stata lei stessa  –  a più riprese  –  a negare di aver avuto questa percezione? “.

Eppure, intercettata con un’amica, Rosa Capuozzo dice di aver chiesto un incontro a Luigi Di Maio, chiedeva un “commissariamento” da parte del direttorio, perché?
“Ci sono piani che si sovrappongono nelle intercettazioni e l’interpretazione è fatta ad arte da certa stampa e dai manipolatori di mestiere del Pd. Quando Rosa parla di “commissariamento” non si riferiva a minacce o intimidazioni. Parlava del capogruppo in consiglio comunale Nicolais che voleva aumentare l’importo dei gettoni di presenza. Su questo aveva chiesto l’intervento di Luigi”.

Ma se non sapevate nulla, perché avete espulso De Robbio il 14 dicembre?
“Rosa ci aveva già segnalato di avere avuto problemi con questa persona, De Robbio chiedeva di fare cose opposte a quelle previste dal programma. Come la privatizzazione dello stadio, che è un baluardo anticamorra e che noi vogliamo resti pubblico”.

Quando avete deciso la cacciata di De Robbio, però, il sindaco era già stato sentito da Woodcock. Sapevate che il consigliere stava per essere indagato?
“No. Sapevo che Rosa era stata sentita in procura e che c’erano state delle domande su di lui, sulle richieste che aveva fatto, ma la sua espulsione è avvenuta in base alla violazioni del programma segnalate del sindaco con un’e mail allo staff di Beppe”.

Secondo alcuni esponenti del Pd le intercettazioni dimostrano che lei e Di Maio eravate al corrente, chiedono le vostre dimissioni. Come risponde?
“Le intercettazioni dimostrano esattamente il contrario ed è per questo che oggi abbiamo pubblicato gli screenshot dei messaggi e chiesto che vengano pubblicate tutte le intercettazioni. Chiunque affermi che io o Luigi sapevamo di minacce o ricatti mente sapendo di farlo e sarà querelato”.

Lei è il responsabile nazionale dei meet up, fa battaglie sulla legalità da oltre10 anni. Se la tesi dei pm sarà confermata la camorra si è infiltrata nelle vostre liste. Ha fallito?
“De Robbio è stato espulso dal Movimento prima ancora che fosse indagato e poi si è dimesso dal consiglio. Questo per lei è un fallimento? La Camorra da noi non ha ottenuto nulla, questa è per noi una vittoria”.

Senza una struttura è più difficile conoscere i propri candidati, non crede?
“La struttura ce l’ha il Pd e non si contano gli indagati e i condannati nelle file dei loro eletti. Se si facesse un diagramma, noi saremmo un puntino infinitamente piccolo e il Pd una grande curva di indagati”.

Non crede che dobbiate migliorare i meccanismi di selezione?
“Noi siamo un Movimento, abbiamo un processo di miglioramento costante anche a seconda degli errori che facciamo. Ma se l’animo di un uomo ti tradisce non c’è regola che possa tenere. Quel che conta è la risposta che dai, e noi l’abbiamo data”.

*larepubblica

Debora Novellino: quando sport e bellezza coincidono

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deboraChi pensa che sport e bellezza non possono stare a braccetto si sbaglia di grosso.  Debora è la testimonianza vivente di come una bella ragazza possa essere anche un’ ottima sportiva. Parliamo della giovane Novellino che è stata eletta prima Miss dell’ anno solare, avendo la possibilità di partecipare direttamente alle prefinale di Miss Italia.

Giocatrice di calcio a 5  e difensore della Pink Sport Time che milita in Serie A. E’ figlia di Giuseppe Novellino, ex Fiorentina negli anni ottanta. Vive il mondo del calcio in famiglia e già dall’età di 4 anni si appassiona da esprimere il desiderio di praticarlo. Così i genitori la tesserano con il Real Pulsàno, società dell’omonima cittadina salentina, dove apprende i fondamentali e gioca per undici anni nelle formazioni miste.

Insomma, 19 anni ricchi di soddisfazioni. Nella figura di Debora si concilia la bellezza e la fisicità di una sportiva.  Tanta soddisfazione anche da Antonio Cosentino, presidente della Lega Nazionale Dilettanti che ha dichiarato di essere orgoglioso di avere una ragazza come Debora a rappresentare la categoria.

Non è la prima volta che sport e passerelle si intrecciano. A 1976 vinse Paola Bresciano, una calciatrice.L’anno scorso toccò ad Alice Sabatini, cestista del Santa Marinella che milita nella categoria A2.

Questo binomio si riproporrà ancora e potrà divenire occasione per far appassionare tante ragazze allo sport, in special modo al calcio.
Emilio D’Averio

*Foto estrapolata dal clip 04 su Debora Novellino del canale “Miss Italia Official”

CIVITAVECCHIA. Scoppia il caso del sindaco Cozzolino: l’opposizione lo contesta e lui chiede al prefetto di sospenderla

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L’opposizione contesta l’assegnazione di un bando pubblico e la furia del sindaco 5stelle Cozzolino si scatena e, proprio come se fosse “il podestà” di Civitavecchia, tuona: “Via la minoranza” e chiede al prefetto di “Sospendere tutti”

A Quarto i consiglieri 5Stelle vengono epurati, mentre a Civitavecchia i grillini epurano i consiglieri degli altri partiti. La storia è questa. Nel Comune in provincia di Roma, il sindaco pentastellato Antonio Cozzolino ha fatto richiesta per sospendere tutti gli esponenti dell’opposizione. Se ciò avverrà, tutto a un tratto, durante le riunioni del consiglio comunale di Civitavecchia, nel periodo della sospensione, saranno presenti solo gli esponenti 5Stelle, senza contraddittorio. Sa di assurdo ma è così. Un’assemblea comunale monocolore.

Lunedì il sindaco Antonio Cozzolino incontrerà il Prefetto per discutere dell’eventuale sospensione dei consiglieri. Il motivo? “Un’ingerenza di una gravità inaudita – spiega il primo cittadino – da parte dell’opposizione in una gara d’appalto non ancora chiusa: un vero e proprio atto intimidatorio”. Il riferimento è al bando per la costituzione del fondo immobiliare. Tutti i consiglieri di opposizione hanno presentato una “diffida” all’amministrazione e alla commissione di gara “dal procedere all’aggiudicazione in favore della Namira (unica società in gara ndr) per carenza dei presupposti soggettivi stabiliti nel bando”. Alla fine la gara non è stata aggiudicata ma rinviata per la quarta volta. Il bando infatti, come spiega lo stesso Cozzolino, “è andato deserto. Non c’è stata alcuna aggiudicazione in quanto l’unica società che ha partecipato non ha fornito nei tempi previsti le auto certificazioni richieste. Il problema quindi non è stato quello della mancanza di requisiti, ma dell’assenza di documentazione”.

Al di là dell’esito, il primo cittadino vuol procedere alla cacciata dei consiglieri di opposizione, rei di aver presentato la diffida e sulla base dell’articolo 142 del Tuel, che prevede la sospensione dei consiglieri per atti contro la costituzionale, atti ripetuti contro la legge o per motivi di ordine pubblico. “Il loro comportamento è inqualificabile, impossibile da pensare in un paese civile. Hanno fatto sì che la diffida ad aggiudicare la gara a Namira fosse notificata venerdì scorso anche ai membri della commissione che si sarebbe riunita lunedì”.

I consiglieri sono sbalorditi. “Il nostro è un atto politico”, spiega la consigliera del Pd Rita Stella, che aggiunge: “La diffida è un avviso che si invia quando la gara è in corso. L’abbiamo mandata per conoscenza anche al ministero dell’Interno e all’Autorità anticorruzione, come può esserci una volontà intimidatoria? Per noi ci sono delle incongruenze perché la società in realtà non ha i requisiti richiesti. Avrebbe dovuto avere la maggioranza di capitale detenuta da un istituito bancario o assicurativo e invece questa società è formata da persone fisiche e capitali privati. La verità è che il sindaco Cozzolino si sta comportando come uno sceriffo e a noi non sembra di essere incorsi nei reati di cui parla”. Far west grillino a Civitavecchia. Una Quarto al contrario.

 /  huffingtonpost

NEL MERITO, Carlantonio Solimene de Il Tempo, intervista il Sindaco Cozzolino.

 

Questa l’intervista:

 

Antonio Cozzolino è il sindaco di Civitavecchia. Per la precisione, uno dei sedici sindaci eletti in tutta Italia con il MoVimento 5 Stelle. E uno dei pochi a non essere finiti nell’occhio del ciclone. Fino a ieri. Perché in pieno «caso Quarto» sulle agenzie appare un flash: «Sindaco di Civitavecchia vuole sospendere l’opposizione». Possibile? Proviamo a chiederlo a lui.

 

Sindaco Cozzolino, ci spiega cosa succede a Civitavecchia?

«Una cosa di una gravità inaudita. Era in corso una procedura di gara per la selezione di una società che avrebbe dovuto gestire il fondo immobiliare del Comune. I lavori della commissione per esaminare l’unica offerta si sarebbero conclusi lunedì scorso. Venerdì 8, invece, tutta l’opposizione ha inviato a me, al segretario generale, al Prefetto, al ministero degli Interni, alla Corte dei Conti, all’Anac e ai membri della commissione una diffida a procedere all’aggiudicazione al soggetto che aveva presentato l’offerta. Un atto di ingerenza in procedure gestionali di gravità inaudita».

 

Su cosa si basava la diffida?

«Secondo l’opposizione la società non avrebbe avuto i requisiti richiesti dal bando. Una falsità che era già stata smentita. Peraltro alla fine l’aggiudicazione non è avvenuta per la mancanza di alcune certificazioni. Ma il punto non è questo. Il punto è che degli esponenti che oggi sono in minoranza ma che in passato sono stati anche alla guida del Comune e fanno parte della classe politica di questa città da decenni, hanno interferito in una procedura di gara pubblica con un atto di intimidazione gravissimo».

 

Ma non le sembra eccessivo chiedere per questo la sospensione di tutta l’opposizione?

«Se lei consulta il Testo unico degli enti locali all’art. 142 si dice che con decreto del ministro dell’Interno i consiglieri possono essere rimossi qualora compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge. Al comma due è scritto che in attesa dell’eventuale decreto il Prefetto può sospendere tali amministratori qualora sussistano motivi di urgenza. Le chiedo: secondo lei ora mi sarà facile rimettere in piedi una nuova commissione esaminatrice?».

 

D’accordo, ma in piena «bufera Quarto» non era meglio evitare di passare per il «sindaco grillino che vuole eliminare la minoranza»?

«Io non voglio eliminare nessuno. La sospensione sarebbe temporanea. E se il ministero rimuovesse i consiglieri nei subentrerebbero altri».

 

Che idea si è fatto dell’espulsione del sindaco di Quarto Rosa Capuozzo?

«A Quarto si doveva scegliere tra due strade. Ammettere che la tornata elettorale era stata viziata dal voto della Camorra, dire che quei voti non li vogliamo, chiedere al sindaco di dimettersi e ricandidarlo, perché Rosa Capuozzo è una bravissima persona. Oppure dire che saremmo rimasti alla guida di Quarto perché se ce ne andassimo noi la criminalità organizzata tornerebbe a insinuarsi nella macchina amministrativa in maniera più profonda. Di certo il direttorio non avrà preso questa decisione a cuor leggero».

 

Quindi nel momento in cui Rosa Capuozzo ha rifiutato di dimettersi è stato giusto cacciarla?

«Su questo francamente non so che dire, non ho avuto una discussione approfondita con i vertici da poter conoscere il ragionamento che ha portato all’espulsione».

 

Ma oggi, da sindaco grillino, non si sente più esposto? Un sospetto qualsiasi e Grillo prenderebbe le distanze da lei…

«Qui non è questione di sospetti, nessuno sospetta di Rosa Capuozzo. Il problema è la visione della politica, ovvero la necessità di prendere le distanze non dal sindaco, ma dal modo in cui si è svolta la tornata elettorale».

Carlantonio Solimene / iltempo

Binario morto. MASSIMO GRAMELLINI

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Nella civilissima Ferrara un ragazzo nigeriano si butta sotto un treno in corsa e subito sul web cominciano le olimpiadi del disumano: brindisi, evviva, uno di meno. Chi si azzarda a commiserare il suicida viene accusato di ipocrisia: ma come, per una volta che uno di questi mangiatori a sbafo si toglie spontaneamente dai piedi? La medaglia d’oro della desolazione va al tizio che critica quelli che gioiscono, ma solo perché non si rendono conto che la disgrazia ha provocato disagi ai passeggeri.

Questi commenti anonimi, denunciati dal giornale online «Ferrara Italia», registrano un umore sempre più diffuso. A dettarli sono la paura dell’immigrato non integrabile, la rabbia per i trattamenti di favore di cui godrebbe rispetto ai residenti. Quel rancore del piccolo borghese impoverito verso i miserabili e i poteri forti che storicamente è alle origini di tutti i movimenti razzisti. Il cosiddetto «buonismo» finge di ignorare il problema e finisce per annegarlo in una melassa di buone intenzioni impraticabili. Ma quando la morte di un essere umano non suscita più neanche un sussulto di immedesimazione significa che la guerra di civiltà, agognata dal Califfo e non disdegnata dai lepenisti d’Europa interessati a fare cassa elettorale a qualunque costo, ha piantato il suo seme venefico nei cuori. Resta da capire quale sia la civiltà sotto attacco che certa gente si sente in dovere di difendere: quella che esulta per un giovane depresso gettatosi sotto un treno non sembra, a occhio, troppo superiore alla visione del mondo reclamizzata dai tagliagole dell’Isis.

Napoli campione d’inverno: ma dove nasce questo primato?

Sarà anche una sorpresa o meno, al termine del girone d’andata, il Napoli al comando della classifica con 41 punti, davanti a Inter e Juventus (39), Fiorentina (38) e Roma a 34.

Ma il primato è meritato e a dirlo sono i numeri. In primo luogo quelli, per così dire, macroscopici. La squadra di Sarri è quella che ha segnato più gol (38), ha la migliore differenza reti (+23) e schiera il capocannoniere (Higuain, 18 gol di cui uno solo su rigore). Ma altri numeri, più nascosti, confermano che il primato è tutt’altro che un caso. Dalle statistiche fornite da Opta risulta per esempio che il Napoli è non solo la squadra che tira di più, ma è anche la più precisa: i ragazzi di Sarri hanno infatti tirato 328 volte. Dietro di loro la Juventus (306), poi la Fiorentina (287), il Milan (279), la Roma (273), l’Empoli (260) e l’Inter (259). Il Napoli, però, è primo anche nella classifica totale dei tiri che hanno centrato la porta: 116. Come media è leggermente superiore la Roma (103), ma se il Napoli deve effettuare 2,82 tiri per centrare la porta, a Juventus e Inter ne servono più di 3.

La legittimazione del primato del Napoli, però, arriva dall’incrocio con un altro dato. I gol sono solo un aspetto del gioco di una squadra. Quelli della squadra di Sarri, però sono evidentemente frutto di un’idea di gioco forte e di un’identità precisa. Tanto per cominciare, il Napoli è la squadra che nelle 19 giornate del girone d’andata, ha effettuato il maggior numero di passaggi riusciti: 12.083. Che sono tantissimi (una media di 635, 95 a partita), se si considera che in Serie A solo la Fiorentina ha superato quota 10.000 (11.720, 616,84 a partita). I viola, d’altra parte, sono l’unica squadra che ha un possesso palla medio superiore a quello del Napoli: 62,84% contro il 62,35%. Juventus (9.733 passaggi e 55,62% di possesso medio), Inter (9.300 e 54,66%) e Roma (9.124 e 55,59%) sono abbondantemente sotto.

Quando si dice che il possesso palla può essere inutile se non si traduce in gol e vittorie, non è del Napoli di Sarri (e della Fiorentina di Paulo Sousa) che si deve parlare. La squadra di Sarri, infatti, comanda anche la classifica del vantaggio territoriale, cioè il rapporto tra palloni giocati e dove sono stati giocati. In altri termini, dove è stata più spesso la palla (più alta è la percentuale di vantaggio territoriale, più una squadra ha giocato la palla nella metà campo avversaria). Ebbene, la percentuale di vantaggio territoriale del Napoli è del 55,89%, davanti a due nomi sorprendenti: Sampdoria e Palermo. Il Napoli, tra l’altro, è la squadra meno fallosa del campionato: 242 i falli fischiati, due in meno dell’Inter (seconda), 40 meno della Roma (terza).

Sarri è riuscito a fare in modo che i reparti della squadra restino sempre vicini e il prima nasce proprio da questo aspetto. Ora è il momento del mercato e De Laurentiis lo ha detto: si aspettano solo i rinforzi per continuare a sognare.

a cura di Ciro Novellino

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L’esordiente De Remigis dirige Juve Stabia-Melfi

Per la prima giornata di ritorno del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà sabato 16 alle ore 14 e 30 al “Menti” di Castellammare è stato designato Daniele DE REMIGIS della sezione di Teramo a dirigere la gara tra Juve Stabia e Melfi.

De Remigis, nato a Teramo l’8 maggio 1987 è al suo primo campionato in Lega Pro, nelle stagioni passate ha diretto in due occasioni la Juve Stabia nel campionato nazionale allievi, il 7 ottobre 2012 in Virtus Lanciano-Juve Stabia e il 3 febbraio 2013 in Pescara-Juve Stabia.

L’assistente numero uno sarà: Manuel GIULIANI della sezione di Teramo mentre il numero due Enrico MONTANARI della sezione di Ancona.

Giovanni MATRONE

Finite le feste natalizie ecco che arrivano subito Carnevale, Pasqua e San Valentino

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Calendario alla mano prendiamo nota che quest’anno, la PASQUA, sarà “bassa” visto che si avrà non tanto tempo dopo le appena finite feste natalizie e cioè, domenica 27 marzo il che colloca il CARNEVALE già alle porte con date oscillanti tra le regioni che vanno dal 6 febbraio in Piemonte al 12/13 in Lombardia (per il rito ambrosiano). Tanto per gradire, aggiungiamoci anche il 14 febbraio, SAN VALENTINO e, per Brescia, anche il 15 Febbraio, San Faustino e Giovita.

Ma vediamo ora, regione per regione, il calendario delle festività per Carnevale e poi per la Pasqua.

CARNEVALE.

Come già indicato, sarà il Piemonte ad aprire – il 6 febbraio – il periodo carnevalesco che durerà fino al 9 febbraio

A seguire ci saranno:

  • Valle D’Aosta e Alto Adige, 8/13 febbraio;
  • Basilicata, Campania e Trentino, 8/9
  • Veneto e Friuli, 8/10
  • Sardegna, 9
  • Lombardia, 8/9 e 12/13 per il rito ambrosiano

(per le altre regioni non si conoscono ancora) 

Sempre nel mese di febbraio da non dimenticare la festa degli innamorati, San Valentino, che – come ogni anno – cade il 14 febbraio.

A Brescia poi, ci si allunga fino al 15 con la festività dei patroni della Città, San Faustino e Giovita.

PASQUA

Ne consegue che la Pasqua, quest’anno, cadrà il 27 marzo e pasquetta il 28, e si avrà quindi la cosiddetta Pasqua bassa e pertanto tutte le scuole saranno chiuse dal 24 marzo al:

  • 28 marzo in Liguria;
  • 29 marzo in Campania, Basilicata, Calabria, Lazio, Emilia R, Friuli V. Giulia, Marche, Lombardia, Piemonte, Molise, Toscana, Sicilia, Puglia, Sardegna, Veneto, Valle d’Aosta, province di Trento e Bolzano;
  • 30 marzo in Abruzzo e Umbria.

A tutti quindi, nuovamente ed ancora …. BUONE FESTE imminenti in attesa degli altri ponti dell’anno che saranno:

  • Il 25 aprile che quest’anno cade di lunedì e permette quindi un fine settima lungo per staccare dal lavoro un giorno in più.
  • Il 2 giugno, Festa della Repubblica, che cadrà di giovedì per cui, prendendo un solo giorno di ferie, sarà possibile tornare al lavoro direttamente il lunedì successivo.
  • Il 15 Agosto, Ferragosto, sarà di lunedì e quindi, per chi in quei giorni non sarà in ferie, ci sarà un giorno di riposo in più attaccato al fine settimana.
  • Il 1 novembre, festa di Ognisanti, arriverà di martedì e darà la possibilità, prendendo il 31 ottobre di ferie, di stare a casa dal lavoro dal sabato al martedì.
  • L’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione presenterà lo stesso scenario del 2 giugno cadendo di giovedì, con un solo giorno di ferie, infatti, si avrà la possibilità di stare a casa dal giovedì alla domenica.
  • Per le festività natalizie, invece, non ci sono giorni favorevoli visto che la vigilia sarà di sabato mentre il 25 dicembre domenica; solo il giorno di Santo Stefano offrirà un gradito stacco ulteriore dal lavoro.

Stefano Del Sante: Felicissimo della scelta fatta. Sono qui per fare bene.. (VIDEO)

 

StefanoDelSante

 

Prima dell’allenamento di oggi si è soffermato ai nostri microfoni il nuovo attaccante delle Vespe, Stefano Del Sante.

Ecco le sue dichiarazioni:

 

Ottimo esordio in maglia gialloblù a Foggia ed ottima prestazione di squadra: Sì, sono molto soddisfatto. Non era facile giocare su un campo difficile contro una squadra collaudata, che gioca insieme da due anni e che ha valori tecnici importantissimi. Anche per ciò che riguarda la prestazione personale sono contento; certo la condizione fisica non è ancora al top ma giorno dopo giorno l’intesa coi compagni migliora così come la mia forma fisica.

 

L’anno scorso hai toccato quota 10 gol in campionato, una cifra importante: Sono venuto qua per aiutare la Juve Stabia a risalire la classifica ed a centrare i play off, a prescindere dai gol che farò. L’anno prossimo, quando inizierò la stagione qui, penseremo meglio ai gol, fermo restando che la squadra viene prima dei numeri personali.

 

Manniello è stato determinante nel convincerti a venire alle Vespe: Non ci è voluto molto a convincermi perchè avevo tanta voglia di venire in una squadra importante e che poteva darmi più spazio come è la Juve Stabia. La grande voglia di calcio del Presidente poi ha fatto il resto. A Pavia anche Giovanni La Camera mi ha parlato in termini ottimi di Castellammare e della Società quindi non ho avuto alcun dubbio quando si è presentata l’occasione di venire qui.

 

Purtroppo i discorsi sul calcioscommese e sul possibile coinvolgimento della Juve Stabia si fanno sempre più insistenti: Sinceramente non so di cosa si parli. Posso solo dire che a noi calciatori interessa poco e che siamo concentrati soltanto su quello che dobbiamo fare in campo. Il nostro unico obbiettivo è fare più punti possibili, già da sabato contro il Melfi.

 

Infine un messaggio ai tifosi che in questo momento non sono numerosi come in passato: Mi sento di dire che io darò il massimo per questa maglia; da avversario il Menti ha sempre fatto paura e spero possa tornare presto ad essere così pieno perchè abbiamo bisogno più di ogni altra cosa dell’appoggio dei nostri tifosi.

 

Raffaele Izzo

 

Jan Polak: C’è grande voglia di scalare la classifica.. (VIDEO)

Alla ripresa degli allenamenti in casa Juve Stabia abbiamo ascoltato il difensore delle Vespe Jan Polak.

Ecco le parole del giocatore ceco:

 

Si torna da Foggia con un’ottima prestazione ed un buon punto guadagnato: Sicuramente è stata un’ottima partita. Magari abbiamo sofferto un po’ nel primo tempo mentre nella ripresa abbiamo fatto bene; direi che il punto è più che meritato.

 

Migliorini sembra ormai in partenza mentre il bulgaro Atanasov è pronto a prendere il suo posto: Non so ancora cosa succederà. Di certo, se Marco andrà via, mi dispiacerà tanto perchè abbiamo giocato un anno insieme e ci troviamo bene. E’ ancora presto comunque per parlarne.

 

Sabato arriva il Melfi al Menti, dove la vittoria manca da troppo tempo: Sarà una partita difficile perchè loro verranno qui a chiudersi e poi ripartire. Dovremo essere bravi a non distrarci in difesa e poi a sfruttare al massimo le occasioni da gol che ci capiteranno.

 

Inevitabilmente i discorsi sulle penalizzazioni e sul calcioscommesse influenzano l’umore del gruppo: Sì, dispiace per queste cose. Francamente non so come esprimermi perchè non conosco i fatti, posso solo dire che la squadra è concentrata esclusivamente sul campo e che i discorsi extracalcistici non ci toccano.

 

Ormai sei da un anno uno dei leader della squadra: Fa piacere essere importante per la Juve Stabia. L’anno che ho trascorso qui è stato bellissimo. Dei primi sei mesi l’unico episodio che vorrei dimenticare è la partita di Bassano. Quell’ingiustizia brucia ancora perchè la partita l’avevamo vinta regolarmente. Della seconda parte dell’anno non mi è piaciuta la poca continuità di risultati che abbiamo avuto ed i pareggi di troppo. Ora daremo il massimo per riportare la Juve Stabia dove merita.

 

Raffaele Izzo

 

Sarri-De Laurentiis, il patron mostrò 5 contratti al tecnico

La Gazzetta dello Sport scrive sul contratto di Sarri: “La lungimiranza ha consentito a De Laurentiis di andare oltre, nella scorsa estate, presentando al nuovo allenatore cinque contratti, uno per stagione, con tutta una serie di clausole e bonus che dovrebbero scattare in base ai risultati ottenuti. Gli stessi che, poi, permetteranno al presidente di confermargli o meno la fiducia, anno dopo anno. «E se dovessimo arrivare alla scadenza di questo lungo accordo potremmo anche pensare di legarci per altri cinque anni», ha annunciato De Laurentiis. Resta soltanto da aspettare, dunque”

Sarri non ama i tour in città: l’ultimo è di 5 anni fa

Il Corriere del Mezzogiorno scrive di un Maurizio Sarri tutto casa e lavoro: “Il resto della vita napoletana di Sarri è il tragitto in auto tra la sua abitazione e il centro sportivo di Castel Volturno. Punto. Una banale spesa al supermercato, una corsa al tabaccaio sotto casa? Nulla. Il proprietario della villetta dove risiede abita accanto e quasi ogni giorno prepara un piatto anche per il mister. Le sigarette non possono mancare, ma a casa Sarri c’è sempre un rifornimento. Una passeggiata a Napoli? Neanche a parlarne. L’ultima volta era stato cinque anni fa. Allenava il Sorrento e non era così conosciuto. Prese l’aliscafo e si concesse una traversata fino a Mergellina. Poi una sortita a Bagnoli, veloce. Un’ora, riuscendo a non farsi vedere”.

Giuntoli è pronto a sferrare l’assalto a Kramer

Idee chiare per il Napoli: si cerca una mezzala che faccia rifiatare Allan ed Hamsik. Non solo. deve avere determinate caratteristiche: 23-25 anni, qualità e quantità e adatto al gioco di Sarri. Secondo l’edizione de il Mattino, l’ideale sarebbe Christoph Kramer e il direttore sportivo Giuntoli è pronto a sferrare l’assalto, Il prezzo stabilito dai tedeschi si aggira attorno ai 15 milioni per il centrocampista che guadagna circa 1.6 milioni a stagione.

Zielinski, l’agente: “Piotr al Napoli? Difficile che l’Empoli se ne privi a gennaio”

A Radio Crc nel corso di “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Franco Soldati, presidente dell’Udinese: “Questo è un campionato estremamente difficile da comprendere perché quasi mai negli ultimi anni era successo che ci fossero cinque squadre in grado di lottare per lo scudetto. Il giro di boa è stato per noi abbastanza soddisfacente per ciò che concerne le ultime partite, ma non è ciò che ci aspettavamo.

Non sono stupito dal Napoli al vertice del campionato e il merito va alla dirigenza e a Sarri, un allenatore competente che riesce a far rendere i giocatori acquistati al massimo. E’ un cocktail quello tra dirigenza e allenatore difficile da trovare.

A gennaio ci sono dei prezzi troppo alti per provare a chiudere operazioni anche per le big perché tra far play finanziario e liquidità diventa complicato fare mercato. La nostra rosa è fatta anche di piccole stelle che possono interessare alle grandi squadre, ma operazioni a gennaio in uscita non ne vedo se non di contorno, per sfoltire la rosa.

Zielinski al Napoli? E’ un ottimo giocatore, a Udine ha giocato poco ma ad Empoli sta facendo bene, vedremo cosa succederà ma credo che se ne riparlerà a giugno. Il Napoli è interessato a diversi nostri giocatori, non solo a Zielinsky, leggo sui giornali anche di Badu e Widmer e questo perché il club azzurro è interessato ai giocatori che hanno dei prezzi accessibili anche perché poi riesce a farli crescere grazie alla guida tecnica. Allan, per esempio, vale molto di più rispetto alla cifra con cui il Napoli lo ha acquistato, merito di Sarri.

A gennaio non credo che Zielinski possa vestire l’azzurro, è un calciatore troppo importante per l’Empoli e sarà difficile farlo spostare.

Udinese-Juventus? Sarei felice se si ripetesse lo stesso risultato dell’andata, lo stadio sarà pieno per cui ci aspettiamo una grandissima festa”.