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Maxi sequestro di beni a trafficante di droga napoletano

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Ammontano a un milione di euro i beni sequestrati dalla divisione Anticrimine di Milano a Ciro Spavone, pregiudicato di 41 anni originario di Napoli che da oltre 20 anni è coinvolto nel traffico di droga. Oltre a due conti correnti, il sequestro ai sensi del codice antimafia proposto dal questore di Milano Marcello Cardona, riguarda una villa con box e giardino a Rozzano (con tanto di dipinto del Vesuvio e del golfo di Napoli), un appartamento con box nello stesso Comune e un bar in zona Navigli (il cui titolare è risultato estraneo a qualunque vicenda criminale). Spavone è ritenuto “soggetto ad alta pericolosità sociale”, la sua fedina penale parte dal 1995, quando a 19 anni fu arrestato a Riccione per furto pluriaggravato. Nel 1999 è stato condannato in via definitiva con altre 37 persone per associazione per delinquere finalizzata allo spaccio. Il terzo arresto per droga è avvenuto da parte degli agenti della Squadra mobile di Pavia per reati commessi tra il 2001 e il 2003.

 

FONTE: ANSA

Migranti, nuovo sbarco in quel di Salerno

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Nella mattinata di domani arriverà al molo Manfredi di Salerno una nave spagnola con 400 persone a bordo, e con oltre venti salme. Dalle prime informazioni, pare che si stia cercando di individuare i luoghi per una degna sepoltura dei cadaveri non solo nel comune di Salerno ma anche nelle città limitrofe. Intanto, questa mattina, in Prefettura si riunirà come di consueto l’unità di crisi per coordinare le operazioni. Il Prefetto di Salerno Salvatore Malfi, a margine della festa delle Forze Armate e dell’unità d’Italia, ha detto: “Ci addolora sapere che ci siano dei morti a bordo della nave. Si cerca di salvare quante più persone possibile, ma capita, purtroppo, che non tutti ce la facciano ad arrivare sani e salvi sulle nostre coste. Anche loro, in qualche modo, sono vittime delle guerre”

 

FONTE: ANSA

Universiadi, Malagò: “Serve un commissario di governo”

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“Penso che l’intervento di un commissario di governo sia l’unica soluzione. Tutti ritengono questa procedura giusta, corretta, per non dire indispensabile. Per cui bisogna fare in fretta: non dipende da me”. E’ l’appello del presidente del Coni, Giovanni Malagò, riguardo l’organizzazione delle Universiadi in programma nel settembre 2019 a Napoli.
“Voglio levare qualsiasi tipo di dubbio e polemica – ha sottolineato il capo dello sport italiano – perché in questi giorni ne ho sentite tante, qualcuna imbarazzante. Il Coni non è interessato ad alcun ruolo, ma vuole solo che si facciano le Universiadi e che si facciano bene, non vogliamo fare brutta figura. Siamo a novembre 2017, le Universiadi si svolgeranno a settembre 2019: il discorso sul commissario mi sembra di buon senso, un commissario nominato dal ministro dell’Interno, un prefetto”.

Napoli, colpi di pistola esplosi contro negozi al Rione Sanità

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Sei colpi di pistola sono stati esplosi, probabilmente nella notte, al Rione Sanità di Napoli contro due esercizi commerciali.Uno dei due titolari aderisce ad una associazione anti-racket. La denuncia dell’ accaduto è stata presentata questa mattina alla Polizia. Tre proiettili si sono conficcati nel muro accanto alla saracinesca di una macelleria in via Sanità. Altri tre nella saracinesca di un negozio di biancheria intima. La “stesa” (esplosione di colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio contro un bersaglio) avviene a pochi giorni dall’ entrata in funzione delle prime telecamere nel Rione Sanità, teatro da tempo di una lotta tra clan camorristici.

Ostia, seggi aperti per le elezioni del municipio

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Ostia, tutto ok e pronto per le operazioni di voto. La Sindaca Raggi seguirà spoglio dalla Polonia

Le 183 sezioni elettorali per il rinnovo del X Municipio di Roma, commissariato da due anni per infiltrazioni mafiose, sono state aperte alle 7 di stamani e chiuderanno alle 23 .

In corsa per la carica di presidente di Municipio 9 candidati. Se nessuno di loro dovesse ottenere la maggioranza assoluta il 19 novembre è previsto il turno di ballottaggio.

L’area del Litorale romano e del X municipio comprende oltre 185mila residenti iscritti nelle liste elettorali ed abbraccia i quartieri Ostia, Acilia, Castel Porziano, Castel Fusano, Infernetto, Malafede, e Palocco. La sindaca di Roma, Virginia Raggi – secondo quanto si è appreso dal Campidoglio – attenderà lo spoglio dei voti da Cracovia. La prima cittadine è in Polonia per compiere l’annuale viaggio della memoria sui luoghi della Shoah organizzato dal Campidoglio ed intanto in città c’è chi tra gli abitanti del X Municipio vedrebbe bene un referendum, come in Veneto e Lombardia, per il rilancio del territorio: “Che le tasse che paghiamo restino qui”, chiede un dipendente di un bar nella zona di Ostia Ponente, non nascondendo la voglia di ‘secessione’ da una Capitale che troppo prende e nulla dà.

redazione/aska/adnkronos

Voto in Sicilia: seggi aperti. Si profila sfida all’ultimo voto M5s-centrodestra

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Breve guida al voto in Sicilia, dove l’avversario da sconfiggere è anche l’astensionismo. Ed è polemica sullo spoglio il giorno successivo. Qual è la vera posta in gioco. Chi sale e chi scende in vista delle urne

Seggi aperti in Sicilia. Oltre 4 milioni e 600mila di elettori sono chiamati ad eleggere il presidente della Regione e i componenti dell’Assemblea siciliana, che da quest’anno passano da 90 a 70 dopo le modifiche introdotte dalla legge costituzionale n. 2 del 7 febbraio 2013. Test importante che, oltre a decidere il governo dell’isola, può essere considerato come banco di prova per possibili alleanze in vista delle prossime politiche.

IL VOTO – Le operazioni di voto per eleggere il presidente della Regione si svolgono solo oggi dalle 8 alle 22. Lo scrutinio delle schede sarà effettuato domani, secondo quanto stabilito dagli articolo 49 e 50 della legge regionale 20 marzo 1951 n. 29.

Per quanto riguarda i risultati ufficiali, si legge sul sito della Regione, “saranno proclamati dagli appositi Uffici centrali circoscrizionali costituiti presso i Tribunali dei nove Comuni capoluogo e dall’Ufficio centrale regionale, costituito presso la Corte d’Appello di Palermo”.

La cinquina per Palazzo d’Orleans

Cinque, dunque gli aspiranti governatori. Per il Movimento Cinque Stelle Giancarlo Cancelleri. Per il centrodestra Nello Musumeci, schierato da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Udc, #DiventeràBellissima e Autonomisti). Il rettore di Palermo Fabrizio Micari è l’uomo del centrosinistra sostenuto dal Partito democratico, Alternativa popolare, Sicilia Futura, Idv e Arcipelago Sicilia. La Sinistra punta su Claudio Fava, con Sinistra italiana, Mdp-Articolo1, Verdi, Rifondazione comunista e movimenti civici. C’è, infine, il candidato indipendentista Roberto La Rosa, sostenuto da Siciliani liberi.

LA SCHEDA – Nei seggi ogni elettore avente diritto riceve dagli scrutatori una scheda gialla, suddivisa in rettangoli, ognuno corrispondente a una lista provinciale. La scheda contiene il contrassegno di ciascuna lista che concorre nell’ambito provinciale, affiancato da una riga riservata all’eventuale indicazione della preferenza per un candidato alla carica di deputato regionale appartenente alla lista.

A destra è riportato il nome del candidato alla carica di presidente della Regione, affiancato dal relativo contrassegno: si dovrà barrare con una ‘X’ la lista provinciale prescelta, poi bisognerà mettere un’altra ‘X’ sul nome del candidato alla presidenza della Regione.

VOTO DISGIUNTO – In Sicilia è previsto il voto disgiunto: gli elettori possono votare per un candidato alla presidenza e per una lista provinciale a lui non collegata. Se si dovesse decidere di indicare solo la preferenza per la lista provinciale, invece, il voto andrà automaticamente al candidato della lista regionale.

Sul voto incombe poi l’incognita astensionismo: nel 2012 si recarono al voto solo 2,2 milioni di siciliani, appena il 47% degli aventi diritto. Un astensionismo che sembra destinato a crescere alla luce del fatto che, come sembra dagli ultimi sondaggi, il 26% dei siciliani non sa neanche che si vota.

redazione/agi/aska/adnkronos

Il fattore Gentiloni per ricucire lo strappo tra generazioni

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La continuità dura mezzo secolo. Poi avviene la rottura con i suoi effetti sulla politica.

Gentiloni Non è affatto escluso che il presidente del Consiglio sia il successore di se stesso

LA STORIA e la filosofia della storia si pensano e si scrivono in vari modi. Si cerca anche di scoprire quali sono gli elementi essenziali e ricorrenti che alla storia danno un carattere, ma finora quell’elemento non è stato individuato tranne che in rare occasioni. Lo individuò a suo modo Cartesio e poi Kant e poi Hegel e Benedetto Croce. Molti altri la storia la fanno ma senza studiarne il carattere.

Quasi nessuno, ch’io sappia, ha studiato l’importanza delle generazioni, eppure quella è la vera legge che ha governato e governa l’andamento della storia. Le generazioni si succedono, il padre e la madre guidano ed educano i figli, la loro sensibilità, il loro modello di comportamento e anche la vita del loro futuro, gli studi che dovranno fare, la qualità degli amici che frequentano, la scuola dove vengono istruiti. Naturalmente i genitori, madre e padre, hanno compiti diversi ma — se la famiglia è omogenea — i figli crescono tra loro.

Il frutto di questo pensiero comincia fin dall’inizio dell’adolescenza, verso i 14, 15 anni. A quel punto figli e figlie cominciano a pensare in modo indipendente anche se in parte informati e influenzati dai genitori e anche dalla scuola. A 20 anni sono ormai del tutto autonomi e i pensieri e i comportamenti sono decisi da loro anche se i suggerimenti dei genitori continuano e vengono ascoltati. Tra i 22 e i 25 anni è ormai il loro tempo e la loro generazione comincia ad operare in modo non più guidato ma autonomamente consapevole.

Ora la domanda è questa: la nuova società rinnovata ma continuativa fino a quando sarà in grado di trasmettere alla successiva la continuità con la precedente? L’esperienza insegna che la continuità dura di solito tre o al massimo quattro generazioni, un secolo; ma più spesso mezzo secolo o poco più, cioè 50 o 60 anni al massimo. Dopo questo lasso di tempo avviene la rottura generazionale, con i suoi effetti sulla cultura ma soprattutto sulla politica: i suoi vizi ma anche le sue virtù. In teoria la società ( polis) ha il compito di fare il bene del popolo e chi governa conferma sempre che questo è il suo compito e questo il suo obiettivo. Talvolta coincide con la realtà ma più spesso no o per errori commessi da chi governa o con il desiderio di potere che induce a decisioni che spesso producono rotture inconciliabili. Bisognerebbe cambiare questa storia ma essa coincide con la storia del mondo, e cioè con la storia delle rotture, di generazione in generazione.

Sono di vario tipo queste rotture e avvengono soprattutto per lo scorrere del tempo che segna cambiamenti epocali e nuove attitudini per viverli e gestirli. Esigono anche che vi siano personalità che guidino questi mutamenti con l’intento esplicitamente dichiarato, anche se non sempre aderente alla realtà, di gestire quella rottura e le cause che l’hanno determinata. Bisognerebbe raccontarla questa storia, ma equivale alla storia del mondo. Occorre però capire in quale situazione si trova la generazione che attualmente decide le sorti del Paese. Non c’è modo migliore per l’inizio di un’epoca nuova recependo e guidando il cambiamento che la rottura ha prodotto ma assicurando nel contempo la continuità.

La cosa più singolare è che in questo momento la rottura si è verificata in tutto il mondo democratico occidentale e non soltanto nella politica ma nella vita e nella sua complessità: la famiglia, i rapporti uomo donna, la scuola per i figli, le Istituzioni che debbono governare e controllare il Paese, la propria professione, il lavoro, il futuro.

Naturalmente la rottura epocale della quale stiamo vivendo l’inizio non ha le stesse motivazioni in tutti i Paesi dell’Occidente. Noi dobbiamo comunque essere al corrente di quella prodotta nel nostro Paese e in quella Europa nella quale viviamo. Personalmente credo che la nostra rottura politica sia stata motivata dal sistema nel quale operano molti partiti. Negli altri Paesi d’Europa e d’America non è così: nella generalità dei casi esistono Parlamenti con due partiti, una destra e una sinistra che hanno in comune il sentimento democratico e cioè fare il bene del popolo, ma inteso e applicato in modi diversi. Uno dei due vince e ha quindi la maggioranza assoluta anche se l’affluenza al voto dei cittadini elettori è in costante diminuzione. A differenza degli altri Paesi, nel nostro i partiti che hanno un rilievo, anche se si distinguono tra quelli maggiori e quelli minori, sono a dir poco cinque e questa situazione determina uno stato confusionale molto elevato. Nella storia italiana c’è sempre stata, dalla caduta della Destra storica, una molteplicità di partiti dovuta al trasformismo imperante. Naturalmente questo trasformismo fu influenzato dall’avvicendarsi delle generazioni. L’Italia, proprio per questa ragione, non è mai riuscita a unirsi sostanzialmente. Esistono un Nord, un Centro, un Sud e due isole. Affermare che le condizioni di questo territorio siano comuni a tutti è un errore madornale. Lo Stato in Italia è una costruzione più formale che sostanziale. Fu fondato nel 1861 non a caso da personaggi molto diversi l’uno dall’altro: Mazzini, Garibaldi, Cavour. Fu un’operazione della massima importanza e pluralità, ma insieme all’unità formale e politica non ci fu l’unità sostanziale dei sentimenti, del lavoro, delle risorse, dei costumi. Rimasero differenti e in parte tuttora lo sono. L’unità d’Italia fu una rottura dell’equilibrio politico precedente ma, come già detto, fu istituzionale ma non sostanziale e se guardiamo all’Italia di oggi questa situazione risulta ancora più evidente.
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Mentre leggete queste righe si sta votando in Sicilia per eleggere il governatore di quella Regione a statuto speciale e i membri del suo Parlamento. I sondaggi che precedono il voto danno la destra di Berlusconi e di Salvini in gara per il primo posto. Chi perderà sarà il secondo; la competizione al vertice è dunque tra la destra e il Movimento 5 Stelle. Il terzo — risulta dai sondaggi — sarà il Pd. Comunque l’ingovernabilità non è prevista perché, se saranno i 5 Stelle a vincere saranno loro a governare.

Le elezioni siciliane avranno una influenza negativa sul partito renziano quando si andrà alle elezioni generali nella primavera del 2018? La maggior parte dei commentatori sostiene questa tesi. Personalmente ho molti dubbi e anzi ho quasi la certezza che questa influenza negativa non ci sarà. La ragione è questa: l’influenza delle elezioni regionali o comunali dura sicuramente il primo mese e quello successivo; a volte arriva a tre mesi ma certamente non di più. Il popolo degli elettori che va a votare alle elezioni nazionali si è già scordato di quello che è avvenuto in Sicilia, è normale che avvenga così; può influenzare alcuni professionisti della politica ma non il popolo che va a votare. Tra quelle siciliane e quelle nazionali corrono quattro mesi o forse cinque secondo che il voto si faccia a febbraio o a marzo o addirittura ad aprile. Quindi non è questa la ragione che in questo momento turba fortemente il Partito democratico.

In Italia, come abbiamo già detto, la democrazia è affidata a un numero piuttosto elevato di partiti, per consistenza maggiori alcuni e minori altri ma tutti comunque operanti attivamente nella società e nelle istituzioni.
Negli altri Paesi europei questa molteplicità di partiti non esisteva o perlomeno era di scarsissima influenza rispetto alla governabilità. Adesso tuttavia la situazione in Europa è profondamente cambiata, perlomeno in alcuni Paesi: la Spagna sta vivendo una crisi addirittura di sopravvivenza unitaria; la Germania ha subito (ed anche l’Austria) un profondo mutamento. Dopo la fine dell’ultima guerra mondiale il cancelliere Adenauer governò la Germania nella sua ripresa dopo la sconfitta nazista e nel suo europeismo che peraltro non arrivò mai oltre la confederazione dei vari Stati tra di loro. Quando arrivò Merkel esisteva già l’alleanza tra il suo partito, Cdu, e il Csu bavarese. Questa alleanza, con la legge elettorale tedesca, riuscì per un periodo a governare da sola o a passare all’opposizione di fronte a una vittoria dell’Spd, il partito socialdemocratico tedesco. Successivamente però la situazione cambiò e la Cdu ebbe sì il maggior numero di parlamentari ma non la maggioranza assoluta. Cominciarono dunque le “grandi coalizioni”. Quelle più frequenti furono con il partito socialdemocratico che però ebbe un peso molto notevole sulla politica generale del Paese.

Questa volta la situazione elettorale è andata diversamente: il Partito socialdemocratico aveva già perso la sua ala sinistra (Linke) e Schulz che ne era diventato da poco tempo segretario ha dovuto registrare una perdita molto pesante nelle ultime elezioni. In conseguenza ha deciso di passare comunque all’opposizione per tentare di risollevare il suo partito e in tal modo ha messo Merkel in seria difficoltà: deve cercare alleanza alla sua destra dove i liberali- liberisti sono decisamente conservatori nell’economia del rigore e antieuropei: l’Unione confederata sì, la federazione no a nessun patto. Ora Merkel si trova in questa molto scomoda ma inevitabile situazione: il suo partito di centrodestra si allea con la destra. Il suo peso in Europa è inevitabilmente diminuito; il tandem con la Francia è diventato di fatto inesistente perché Macron si avvale della situazione tedesca e si è posto come numero uno dell’europeismo operante. Per alcuni versi la situazione italiana somiglia a quella tedesca anche se gli attori sono profondamente diversi da quelli della Germania. Esaminiamo questa situazione.

Cominciamo dal Movimento 5 Stelle nel quale si è prodotta una situazione completamente diversa da prima: il candidato premier e quindi il capo del partito è da poche settimane Di Maio il quale sta dimostrando un’attitudine a guidare un movimento ormai di fatto diventato partito, molto diversa da quella del suo predecessore. Grillo aveva in mente soltanto l’abbattimento di tutti gli altri partiti. Il fatto di raggiungere una maggioranza assoluta lo lasciava abbastanza indifferente perché non avrebbe mai raggiunto il 51 per cento da solo. Del resto, come ho già detto, a lui non interessava governare: voleva soltanto una scopa per portar fuori l’immondizia degli altri partiti; poi sarebbe accaduto quello che nessuno avrebbe potuto prevedere e tantomeno Grillo.

Di Maio è invece completamente diverso e Grillo è ormai diventato una sorta di suggeritore, ascoltato o no. Di Maio non vuole spazzar via gli altri ma vuole vincere. Sa benissimo però che quand’anche vincesse le elezioni di primavera da solo non potrebbe governare e quindi qualche alleanza dovrà pure prevederla visto che il premio esistente nella precedente legge elettorale è ormai del tutto scomparso. È pur vero che un 5 Stelle alleato direttamente con un altro partito allo stato dei fatti è imprevedibile anche perché probabilmente provocherebbe una forte diminuzione degli aderenti i quali sono grillini per protestare. Se gli domandi il programma ti rispondono che ce l’hanno ma non te lo vengono a spiattellare. Protestano e quindi sono dei protestatari, il che in qualche modo li avvicina ai populisti.

Di Maio non può certo abbandonare questa posizione ma deve in qualche modo inserirsi nella politica e non sputarle contro. Infatti ha previsto che alle prossime elezioni inviterà anche e soprattutto persone competenti nelle materie principali del governo, in economia, politica sociale, scuola, problemi europei, immigrazione. Personalità competenti e simpatizzanti anche di altri partiti. Se riuscirà in questo disegno avrà alcune alleanze indirette ma operanti e quindi il suo 25 per cento potrebbe avvicinarsi addirittura al 40. Insomma dei Verdini su misura 5 stellata. Non a caso ci sarà nei prossimi giorni un lungo incontro- scontro tra Di Maio e Renzi. Ho la vaga sensazione che l’incontro sarà più interessante dello scontro, altrimenti non ci sarebbe questo appuntamento televisivo da entrambi desiderato. Mostreranno tutti e due i muscoli al pubblico, ne parleranno tutti i giornali. Non ho ben capito quali siano le ragioni di Renzi per questo appuntamento ma si capiscono benissimo quelle di Di Maio, dunque è lui a guadagnare più dell’altro. Comunque con Di Maio i 5 Stelle, diventati ormai un partito, possono guadagnare qualche punto: dall’attuale 28 possono anche arrivare alla trentina, certo non di più.

La destra berlusconiana. Non può che chiamarsi così anche se è alleata di Salvini e di Meloni che insieme i sondaggi li prevedono al 18 per cento mentre Forza Italia di Berlusconi gira tra il 12 e il 14. Uniti insieme arrivano più o meno al 30. Ma chi è il capo? Salvini rivendica questa posizione e numericamente insieme ai Fratelli d’Italia ce l’ha, ma Berlusconi è un giovanotto di ottant’anni ancora interessante e soprattutto interessato. L’alleanza con Salvini è indispensabile per lui ma può eventualmente cercarne altre, mentre con Salvini non ci va nessuno; è lui che deve raccogliere voto per voto come ha tentato di far perfino in Sicilia. Ma, Meloni a parte, nessun altro si alleerà con Salvini al posto di Berlusconi quindi Salvini ha un percorso solitario, Berlusconi può cambiare gioco come vuole. Non a caso il primo è antieuropeista e il secondo è europeista in piena regola anche se dell’Europa non gli importa assolutamente niente ma gli è molto utile conservare l’immagine e non a caso è tuttora iscritto al partito popolare dell’Unione. Comunque l’alleanza attuale gira anch’essa intorno al 30 per cento, alla pari più o meno con i 5 Stelle.

Il Partito democratico è guidato da un Renzi che ha riscoperto, dopo la celebrazione del decennale dalla fondazione del partito, il fascino del “Comando io”. Evidentemente è un atteggiamento caratteriale dal quale non si separerà mai.

Il “Comando io” è una realtà generale nella storia dei popoli: se non c’è un leader non esiste un partito. Il tema però non è quello di mirare la leadership ma la sua struttura operativa che deve essere collegiale come è sempre stata la civiltà occidentale. C’è uno Stato Maggiore sempre e dovunque: negli eserciti, nelle comunità, nelle religioni, nei sindacati, nelle famiglie. Un leader e i suoi compagni. Il “Comando io” ce l’hanno soltanto i dittatori ma quelli ormai, almeno in Occidente, non esistono più.

Del resto il Partito democratico è percorso da crescenti fremiti: Orlando freme, Franceschini freme, tutte e due sono nel governo ma tutte e due controllano pacchetti di voto nel partito. Ma poi c’è un altro gruppo di comando di grande autorevolezza a cominciare da Veltroni, da Prodi, da Enrico Letta, che dovrebbero far parte dello Stato Maggiore. Quindi il “Comando io” è pura follia in un sistema democratico. Naturalmente c’è un Rosato, una Boschi, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Serracchiani, ma quello è il giglio magico non uno Stato Maggiore.

Dopo avere esaminato i tre principali raggruppamenti politici, contornati da raggruppamenti minori, a cominciare dai dissidenti di D’Alema e di Bersani, chiudiamo parlando del governo Gentiloni. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, si è rivelato in pochi mesi un vero uomo di governo, fu investito di questa funzione quando Renzi la rifiutò dopo la sconfitta referendaria e indicò lui al presidente della Repubblica. Sembrava un suo sostituto messo a Palazzo Chigi e obbediente alle sue indicazioni.

Che Gentiloni sia riconoscente e quindi affettuosamente amico di Renzi è pacifico ed è dovuto, ma Gentiloni, che è persona di notevole intelligenza politica e moralità, si è immedesimato, come era ovvio e necessario fare, con la carica che gli fu affidata. L’ha condotta con indipendenza e intelligenza e ha creato un binomio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che rappresenta uno dei punti più saldi di una situazione peraltro molto agitata. Nel suo governo ci sono alcune personalità di prim’ordine sulle quali una dominante: il ministro dell’Interno, Marco Minniti. Ne parlo perché la sua personalità politica è piuttosto rara: oltre che ministro dell’Interno lo è anche dell’Immigrazione, degli Esteri per quanto riguarda la costiera africana del Mediterraneo e perfino dell’Economia per quanto riguarda le ripercussioni migratorie. È legato soprattutto a Gentiloni ed è di fatto il suo braccio destro. Questo governo condurrà l’Italia fino alle elezioni generali di primavera, ma non è affatto escluso che Gentiloni sia il successore di se stesso. Gli uomini su cui contare per il nuovo governo li conosce benissimo. Una parte saranno di nuova provenienza politica e una parte saranno quelli riconfermati. Se Renzi formasse il suo Stato Maggiore probabilmente riguadagnerebbe punti e arriverebbe di nuovo al 30. Tre gruppi al 30 rendono il Paese ingovernabile, tanto più che una nuova generazione non è ancora operativa e quindi il popolo sovrano è ancora di vecchio stampo.

In realtà la nuova maggioranza la deve trovare Gentiloni altrimenti l’ingovernabilità non è superata. I Verdini non bastano, bisogna che il Pd cresca e non si chiami più partito renziano. Lui resti il leader ma senza Stato Maggiore è meglio che si ritiri a Pontassieve.

repubblica/Il fattore Gentiloni per ricucire lo strappo tra generazioni di EUGENIO SCALFARI

FOTO e VIDEO ViViCentro – Gruppo Per Castellammare: “E’ arrivato il tempo zero, il tempo per cambiare”

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Gruppo Per Castellammare: “E’ arrivato il tempo zero, il tempo per cambiare”

Questa mattina al Circolo Velico di Castellammare di Stabia si è tenuto un incontro organizzato dall’associazione Per Castellammare. A dare inizio al meeting è stata Marida Polito, presidentessa dell’associazione con il seguente discorso: “E’ arrivato il tempo zero, il tempo per cambiare. L’obiettivo di questa time quesion è quello di esternare i nostri dubbi per capire dove gli amministratori vogliono andare, dato che Castellammare ha molte potenzialità, ma al momento vive nel degrado. Stiamo perdendo i cantieri, non c’è lavoro. Le terme sono fallite. Castellammare ora è una città senza speranza. Noi vediamo una città ferma.”

Cantieri e terme sono stati gli argomenti principali degli interventi, su cui si è dibatutto animosamente per tutta la durata dell’incontro. Anche l’ex vicesindaco Andrea Di Martino è intervenuto affermando che era stato intrapreso un progetto di rivalutazione e rilancio delle strutture stabiesi, le quali necessitano di una risposta concreta per la loro riattivazione. Si è soffermato poi sullo stato attuale delle terme e sulle possibili destinazioni d’uso degli impianti termali di cui i cittadini potrebbero usufruire. L’ex vicesindaco si è infine focalizzato sulla questione Fincantieri, spiegando i progetti e gli impatti che avrebbero avuto e potrebbero continuare ad avere sulla città.

Gaetano Cimmino e Vincenzo Ungaro, membri dell’opposizione presenti all’incontro odierno, sostenevano che durante i 16 mesi di governo del centrosinistra, il sindaco Pannullo non ha mantenuto le promesse fatte nella sua campagna elettorale: “Noi abbiamo fatto molte proposte, ma sono state continuamente ignorate perché non abbracciavano l’idea politica della maggioranza, ma non demordiamo“. Non vi è stata alcuna risposta alle provocazioni lanciante dall’opposizione poiché all’appello mancava il primo cittadino della città di Castellammare Antonio Pannullo.

A concludere l’intervento è stato l’ex consigliere comunale Vozza, che ha lasciato la sua carica la settimana scorsa: “Noi come opposizione stiamo facendo proposte. Le terme sono abbandonate, sfasciate. Ci sono oltre 10 milioni di euro di danni. Le opposizioni hanno fatto proposte per rivalutarle. Per Fincantieri sono stati stipulati accordi con il governo nazionale, affinché si realizzi il bacino di costruzione. I bacini sono di proprietà delle autorità portuali e non di Fincantieri. A Castellammare sono in arrivo fondi e risorse, ma serve programmazione, c’è bisogno di un disegno per la città, senza il quale si va incontro all’immobilismo. Nel 2017 la voce investimenti è pari a zero. I lavori attuali dei cantieri sono legati alle amministrazioni passate. La città ha molte cose positive per poter essere rilanciata, non solo cose negative.”

Di seguito alcuni scatti dell’incontro di oggi a cura del nostro fotografo Antonio Gargiulo

A cura di Antonio Gargiulo

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Altri tifosi del Benevento incastrati dalle telecamere, Daspo per due anni anche per loro

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Nella gara Benevento-Lazio dello scorso 29 ottobre i tifosi giallorossi hanno tentanto di aggredire i supporter laziali. Le immagini riprese delle telecamere hanno tolto ogni dubbio sull’accaduto

Altri sei Daspo, dopo i due di ieri, sono stati notificati dalla Questura di Benevento ad altrettanti tifosi giallorossi che, in occasione di Benevento-Lazio del 29 ottobre scorso, si erano organizzati per assalire alcuni supporter laziali rimasti isolati perché coinvolti in un incidente stradale in via Avellino, a Benevento. Dopo un inseguimento della Polizia, intervenuta per evitare il contatto, sei tifosi del Benevento, due dei quali avevano anche opposto resistenza, furono fermati. La ricostruzione dell’ accaduto, grazie anche alla visione delle immagini riprese da telecamere ha portato all’emissione dei Daspo per due anni.

/Ansa

Nasce “Mo Veng”: l’app per risolvere il problema dei parcheggi in doppa fila

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A chi non è mai capitato di parcheggiare pochi minuti la propria auto in doppia fila per fare una commissione o, al contrario, di trovarsi bloccato in un parcheggio a causa di una autovettura posta in doppia fila?

Per tentare di ridurre le conseguenze dei parcheggi in doppia fila, le perdite di tempo e, spesso, le discussioni, un gruppo di giovani napoletani ha sviluppato l’applicazione “Mo Veng”, totalmente gratuita e facilmente scaricabile.

Nel caso in cui si debba lasciare l’auto in doppia fila, basterà inserire il proprio numero di targa e l’indirizzo mail nell’app. Chi dovesse trovarsi bloccato dal parcheggio potrà fare una foto alla targa della vettura mal parcheggiata ed automaticamente arriverà un avviso sul cellulare del proprietario. Ovviamente entrambe le persone coinvolte dovranno avere l’app “Mo Veng”.

Un’idea sicuramente innovativa e funzionale, già in uso a Napoli e che presto potrebbe diffondersi in molte altre zone.

Sequestrati beni di oltre un milione di euro a un trafficante di droga napoletano

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Sequestrati beni di oltre un milione di euro a un trafficante di droga napoletano. L’uomo era in possesso di immobili nelle zone in di Milano

Ammontano a un milione di euro i beni sequestrati dalla divisione Anticrimine di Milano a Ciro Spavone, pregiudicato di 41 anni originario di Napoli che da oltre 20 anni è coinvolto nel traffico di droga. Oltre a due conti correnti, il sequestro ai sensi del codice antimafia proposto dal questore di Milano Marcello Cardona, riguarda una villa con box e giardino a Rozzano (con tanto di dipinto del Vesuvio e del golfo di Napoli), un appartamento con box nello stesso Comune e un bar in zona Navigli (il cui titolare è risultato estraneo a qualunque vicenda criminale). Spavone è ritenuto “soggetto ad alta pericolosità sociale”, la sua fedina penale parte dal 1995, quando a 19 anni fu arrestato a Riccione per furto pluriaggravato. Nel 1999 è stato condannato in via definitiva con altre 37 persone per associazione per delinquere finalizzata allo spaccio. Il terzo arresto per droga è avvenuto da parte degli agenti della Squadra mobile di Pavia per reati commessi tra il 2001 e il 2003.

/Ansa

Coppa del Mondo – Sciabola maschile: Enrico Berrè sfiora il secondo successo il carriera

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Coppa del Mondo – Sciabola maschile: Enrico Berrè sfiora il secondo successo in carriera posizionandosi al secondo posto. Dopo aver vinto sulla Russia perde contro gli USA

ALGERI – Il tricolore sale sul podio nella gara d’esordio stagionale del circuito di Coppa del Mondo di sciabola maschile. Il merito è di Enrico Berrè che sulle pedane di Algeri sfiora il secondo successo in carriera e sale sul secondo gradino del podio.
Dopo aver vinto la semifinale contro il russo Kamil Ibragimov con il netto punteggio di 15-6, l’azzurro è stato superato 15-9 nell’assalto conclusivo dallo statunitense Eli Dershwitz.
Lo sciabolatore dei Castelli romani, aveva iniziato la sua giornata col successo contro l’ucraino Oleksiy Statsenko per 15-8, proseguendo poi con le vittorie in sequenza sul romeno Alin Badea per 15-14 e agli ottavi sull’altro azzurro Riccardo Nuccio per 15-11.
Ai quarti è stato poi il francese Bolade Apithy a fermarsi sotto i colpi dell’atleta romano, che è avanzato chiudendo il match sul 15-12.
Si ferma ai piedi del podio invece Alberto Pellegrini. Il veneto può rammaricarsi per non aver trovato il podio al termine di una giornata che l’ha visto esprimere il suo talento e che solo il russo Kamil Ibragimov ha interrotto per 15-8.
Nel turno dei 32 si erano invece fermati Aldo Montano, Diego Occhiuzzi e Luigi Samele. Il primo è stato sconfitto 15-10 dal bicampione olimpico, l’ungherese Aron Szilagyi, Diego Occhiuzzi è stato fermato anche lui per 15-10 dal tedesco Max Hartung, mentre Luigi Samele è uscito di scena per 15-8 contro il sudcoreano Kim Juhno.
Si era rivelato “fatale” il primo match di giornata per Lorenzo Romano, fermato 15-8 dal tedesco Szabo, Dario Cavaliere, sconfitto 15-9 dal romeno Alin Badea, Leonardo Affede, eliminato15-9 dall’iraniano Pakdaman, Leonardo Dreossi, superato dal sudcoreano Kim Junghwan per 15-12, Matteo Neri, uscito di scena contro l’iraniano Abedini per 15-9, e per Luca Curatoli che ha subìto la stoccata decisiva del 15-14 dal francese Ballorca.

COPPA DEL MONDO – SCIABOLA MASCHILE – Algeri, 03-04 novembre 2017
Finale
Dershwitz (Usa) b. Berrè (ITA) 15-9

Semifinali
Berrè (ITA) b. Ibragimov (Rus) 15-6
Dershwitz (Usa) b. Reshetnikov (Rus) 15-14

Quarti
Ibragimov (Rus) b. Pellegrini (ITA) 15-8
Berrè (ITA) b. Apithy (Fra) 15-12
Derswitz (Usa) b. Szatmari (Hun) 15-10
Reshetnikov (Rus) b. Kim Junho (Kor) 15-13

Tabellone dei 16
Pellegrini (ITA) b. Gu Bongil (Kor) 15-11
Berrè (ITA) b. Nuccio (ITA) 15-11

Tabellone dei 32
Pellegrini (ITA) b. Bazadze (Geo) 15-13
Nuccio (ITA) b. Trushakov (Rus) 15-7
Berrè (ITA) b. Badea (Rou) 15-14
Szilagyi (Hun) b. Montano (ITA) 15-10
Hartung (Ger) b. Occhiuzzi (ITA) 15-10
Kim Junho (Kor) b. Samele (ITA) 15-8

Tabellone dei 64
Pellegrini (ITA) b. Pianfetti (Fra) 15-11
Szabo (Ger) b. Romano (ITA) 15-8
Nuccio (ITA) b. Anstett (Fra) 15-12
Badea (Rou) b. Cavaliere (ITA) 15-9
Berrè (ITA) b. Statsenko (Ukr) 15-8
Pakdaman (Iri) b. Affede (ITA) 15-9
Montano (ITA) b. Ha Hansol (Kor) 15-9
Kim Junghwan (Kor) b. Dreossi (ITA) 15-12
Occhiuzzi (ITA) b. Seitz (Fra) 15-13
Samele (ITA) b. Yagodka (Ukr) 15-9
Abedini (Iri) b. Neri (ITA) 15-9
Ballorca (Fra) b. Curatoli (ITA) 15-14

Tabellone dei 64 – qualificazione
Cavaliere (ITA) b. Pitura (Can) 15-6
Neri (ITA) b. Yoshida (Jpn) 15-13
Romano (ITA) b. Bazadze (Geo) 15-10
Nuccio (ITA) b. Saron (Usa) 15-9
Montano (ITA) b. Efimov (Rus) 15-11
Dreossi (ITA) b. Bucur (Rou) 15-10
Affede (ITA) b. Prochinak (Usa) 15-5

Fase a gironi
Leonardo Dreossi: 3 vittorie, 3 sconfitte
Riccardo Nuccio: 3 vittorie, 3 sconfitte
Aldo Montano: 4 vittorie, 1 sconfitta
Alberto Pellegrini: 6 vittorie, nessuna sconfitta
Matteo Neri: 4 vittorie, 2 sconfitte
Leonardo Affede: 3 vittorie, 2 sconfitte
Dario Cavaliere: 4 vittorie, 2 sconfitte
Lorenzo Romano: 4 vittorie, 2 sconfitte
Diego Occhiuzzi: 5 vittorie, nessuna sconfitta

Classifica (131): 1. Dershwtiz (Usa), 2. Berrè (ITA), 3. Ibragimov (Rus), 3. Reshetnikov (Rus), 5. Szatmari (Hun), 6. Pellegrini (ITA), 7. Apithy (Fra), 8. Kim Junho (Kor).
16. Nuccio (ITA), 18. Samele (ITA), 24. Occhiuzzi (ITA), 27. Montano (ITA), 33. Curatoli (ITA), 44. Romano (ITA), 52. Neri (ITA), 54. Affede (ITA), 61. Dreossi (ITA).

Napoli – La storia di Gennaro Mannuzza, lo chef travolto in strada tra l’indifferenza

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Era stato travolto mentre era sul suo scooter a Via Marina la tarda sera del 24 ottobre, mentre rientrava da una lunga giornata di lavoro. Gennaro Mannuzza, noto chef dell’Hotel Vesuvio e dell’Hotel Santa Lucia, è stato centrato in pieno da un’autovettura che ha proseguito indisturbata la sua marcia, accelerando anzi per evitare di essere individuata.

Mannuzza rimane agonizzante sull’asfalto per diverse ore; non è possibile stabilire il lasso di tempo preciso, ma è certo. E’ questo l’elemento ancor più sconvolgente dell’accaduto: Via Marina è una strada frequentata ad ogni ora; se di notte ci sono meno passanti, le auto non mancano mai dunque risulta incredibile che nessuno abbia notato e soccorso l’uomo agonizzante al suolo. Solo in tarda notte una telefonata anonima comunica alla Polizia Municipale quanto avvenuto.

Dopo nove giorni di sofferenza mista alla speranza, Gennaro Mannuzza è stato dichiarato dai sanitari dell’ospedale in cui era ricoverato, cerebralmente morto. I familiari hanno deciso di autorizzare l’espianto degli organi.

L’epilogo della vicenda, che darà nuova vita a persone che ne hanno bisogno, non può però nascondere l’omertà in cui tutta questa orribile vicenda è stata avvolta.

Fonte e Foto: Il Mattino

Coppa del Mondo, secondo posto per Alice Volpe nel circuito di fioretto femminile

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Coppa del Mondo, secondo posto per Alice Volpe nel circuito di fioretto femminile. È la terza volta consecutiva che l’azzurra si posiziona al secondo gradino del podio

SAINT MAUR – Alice Volpi bissa a Saint Maur il secondo posto della gara d’esordio stagionale a Cancun. Nella seconda tappa del circuito di Coppa del Mondo di fioretto femminile, svoltasi sulle pedane francesi di Saint Maur, l’azzurra sale sul secondo gradino del podio al termine di una gara eccellente che la conferma tra le protagoniste assolute della specialità.
Dopo l’argento ai Mondiali di Lipsia2017 ed il secondo posto a Cancun nella prima gara stagionale, l’azzurra continua a subire le stoccate decisive nell’assalto finale. Stavolta a superarla per 15-13 è stata la sudcoreana Hyo Jin Hong, vera e propria sorpresa della gara.
Alice Volpi aveva festeggiato la certezza delle zone nobili del podio dopo il successo in semifinale per 15-14 contro la russa Svetlana Tripapina che aveva seguito quello maturato ai quarti di finale, per 15-13, sulla statunitense Nicole Ross.
In precedenza, la vicecampionessa del Mondo, numero 3 del tabellone, aveva esordito con la vittoria sulla francese Chloe Jubenot per 15-9, proseguendo poi coi successi sulla colombiana Saskia Loretta Van Erven Garcia per 15-6 e sull’altra portacolori degli Usa, Nzingha Prescod col punteggio di 15-12.
Si è interrotta invece ai quarti l’ottima prestazione dell’altra italiana, Chiara Cini. La toscana è uscita sconfitta per 15-11 dal match contro la russa Svetlana Tripapina, fermandosi cosi ai piedi del podio.
Due sudcoreane avevano invece interrotto agli ottavi l’avanzata di Beatrice Monaco e Camilla Mancini. La prima è uscita sconfitta 15-3 conto Chae Song Oh, mentre la frascatana è stata eliminata per 15-11 da Hyo Jin Hong.
Quest’ultima, nel turno precedente, aveva fermato Arianna Errigo sul punteggio di 15-12, mentre la statunitense Prescod aveva sconfitto 15-10 l’altra azzurra Francesca Palumbo per 15-10.
Stop nel primo turno di giornata invece per Martina Batini, eliminata 15-10 dalla cinese Gong, per Olga Rachele Calissi, anche lei fermata sotto ai colpi della sudcoreana Hong Hyo per 15-13, per Martina Sinigalia sconfitta 15-7 dalla russa Abdajhmanova, mentre Elisa Vardaro e Valentina De Costanzo sono state superate rispettivamente per 15-9 e per 15-12 dalle compagne di Nazionale, Francesca Palumbo e Chiara Cini.
Al termine della prima giornata, invece, era stata solo Erica Cipressa a lasciare le pedane francesi. La fiorettista veneta era stata infatti sconfitta nell’assalto del turno preliminare dalla francese Mpah-Njanga col punteggio di 15-4.

COPPA DEL MONDO – FIORETTO FEMMINILE – Saint Maur, 03-04 novembre 2017
Finale
Hong Hyo JIn (Kor) b. Volpi (ITA) 15-13

Semifinali
Hong Hyo Jin (Kor) b. Chae Song Oh (Kor) p.r.
Volpi (ITA) b. Tripapina (Rus) 15-14

Quartl
Chae Sng (Kor) b. Mohamed (Hun) 15-10
Hong Hyo (Kor) b. Jeon Hee (Kor) 15-9
Volpi (ITA) b. Ross (Usa) 15-13
Tripapina (Rus) b. Cini (ITA) 15-11

Tabellone delle 16
Chae Song (Kor) b. Monaco (ITA) 15-3
Hong Hyo (Kor) b. Mancini (ITA) 15-11
Volpi (ITA) b. Prescod (Usa) 15-12
Cini (ITA) b. Jang Yeaseul (Kor) 15-8

Tabellone delle 32
Monaco (ITA) b. Ranvier (Fra) 15-13
Mancini (ITA) b. Samsonova (Rus) 15-10
Hong Hyo (Kor) b. Errigo (ITA) 15-12
Volpi (ITA) b. Van Erven Garcia (Col) 15-6
Prescod (Usa) b. Palumbo (ITA) 15-10
Cini (ITA) b. Mpah-Njanga (Fra) 15-9

Tabellone delle 64
Monaco (ITA) b. Lupkovics (Hun) 15-4
Gong (Chn) b. Batini (ITA) 15-10
Mancini (ITA) b. Chrzanowska (Pol) 15-9
Hong Hyo (Kor) b. Calissi (ITA) 15-13
Errigo (ITA) b. Massialas (Usa) 15-14
Volpi (ITA) b. Jubenot (Fra) 15-9
Palumbo (ITA) b. Vardaro (ITA) 15-9
Abdakhmanova (Rus) b. Sinigalia (ITA) 15-7
Cini (ITA) b. De Costanzo (ITA) 15-12

Tabellone delle 64 – qualificazione
De Costanzo (ITA) b. Soriano (Fra) 15-10
Sinigalia (ITA) b. Ueno (Jpn) 15-11
Calissi (ITA) b. Ito (Fra) 15-8
Mpah-Njanga (Fra) b. Cipressa (ITA) 15-4
Palumbo (ITA) b. Cao (Can) 15-13

Fase a gironi
Martina Sinigalia : 5 vittorie, 1 sconfitta
Chiara Cini: 6 vittorie, nessuna sconfitta
Beatrice Monaco: 6 vittorie, nessuna sconfitta
Elisa Vardaro: 6 vittorie, nessuna sconfitta
Erica Cipressa: 4 vittorie, 2 sconfitte
Olga Rachele Calissi: 5 vittorie, 1 sconfitta
Francesca Palumbo: 5 vittorie, 1 sconfitta
Valentina De Costanzo: 5 vittorie, 1 sconfitta

Classifica (190): 1.Hong Hyo JIn (Kor), 2. Volpi (ITA), 3. Chae Song Oh (Kor), 3. Tripapina (Rus), 5. Ross (Usa), 6. Jeon Hee Sook (Kor), 7. Cini (ITA), 8. Mohamed (Hun).
9. Mancini (ITA), 10. Monaco (ITA), 18. Errigo (ITA), 29. Palumbo (ITA), 34. Batini (ITA), 40. Vardaro (ITA), 49. Calissi (ITA), 50. Sinigalia (ITA), 54. De Costanzo (ITA), 75. Cipressa (ITA)

Lombardia: concorso pubblico per agente di polizia locale

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Comune di Roncadelle (Bs) – concorso per un agente di polizia locale a tempo pieno ed indeterminato

Tutti i dettagli del concorso sono consultabili sul sito istituzionale del comune di Roncadelle al seguente indirizzo.

Scadenza 27 novembre 2017.

 

Le Pagelle di Matera-Juve Stabia

12° giornata di andata del campionato di serie C del girone C allo stadio “Franco Salerno” di Matera si è giocata la partita tra il Matera di Auteri e la Juve Stabia del duo Caserta – Ferrara.

Queste le nostre Pagelle a cura di Mario Di Capua:

Branduani voto 7.5
Abbassata la saracinesca che è stata appena scalfita solo nel finale dove non ha potuto nulla sul tiro ravvicinato di Scognamillo. De Falco se lo ricorderà perchè gli ha parato di tutto e non solo a lui. Un vero protagonista.

Morero voto 6
Il voto è più alto grazie soprattutto a Branduani, ma fino a quando le vespe erano in undici, pochi sono stati i suoi passaggi a vuoto.

Bachini voto 6,5
La sua uscita ha levato un vero baluardo difensivo alla squadra e fino alla sua uscita poche erano state le occasioni per gli avanti materani. Peccato per l’infortunio proprio nel momento migliore.

Nava voto 5,5
Sulle fasce il Matera è stato molto pericoloso e Nava stavolta ha tenuto bene, ma quando la squadra avversaria mette insieme una decina di occasioni, la difesa non può essere immune da responsabilità.

Crialese voto 5
Era una prestazione da 7 con un cross bellissimo per Simeri dopo una grande sgroppata, però intervenire in quel modo, quando era già stato ammonito (anche se ingiustamente), lasciando i suoi compagni in dieci, è stato un errore imperdonabile.

Viola voto 6,5
Segna un bel goal ma non è quello che porta la sua pagella in positivo, bensì la leadership che mostra a centrocampo che lo porta a sostenere la squadra. E’ un atleta di categoria e può essere l’uomo in più nella stagione.

Matute voto 6,5
Fa tanta legna a centrocampo e questo è importantissimo, nel finale cede un pò ma merita la sufficenza

Canotto voto 6
Ottimo il suo apporto, nel primo tempo lancia Simeri per la prima occasione, nella ripresa riesce a tenere sempre gli avversari.

Simeri voto 6,5
Sarebbe stato da sette pieno se avesse trovato il goal, ma lo sfiora in due occasioni e in tutte le migliori azioni delle vespe è presente. Segna il 2-0 che gli viene annullato per un dubbio fuorigioco e meriterebbe un rigore nella ripresa dopo una respinta di golubovic su un suo tiro a botta sicura. E’ un vero combattente, come quando negli ultimi minuti chiude quasi da terzino su Angelo.

Paponi voto 6,5
Parte da lui l’azione del goal, con la sua rifinitura perfetta per Lisi, fa un grande assist anche per il 2-0 di Simeri annullato per off side dubbio. Un vero leader

Lisi voto 7
Finalmente è tornato super Francesco e quel giocatore che l’anno scorso è stato decisivo in tante gare.
Speriamo continui così.
Allievi voto 5,5
Entra e spesso manca dei palloni in maniera incredibile. Nel finale è troppo impreciso.

Strefezza voto 5,5

Qualche buon dribbling ma non sempre preciso. Perde troppi palloni e la squadra non riesce a salire mai, soprattutto nel finale.

Calò e D’Auria senza voto

Caserta voto 6,5
Chi critica Caserta sbaglia, la sua squadra ora somiglia al suo mister perchè mette in campo tutto e il cuore oltre l’ostacolo, e il Matera era un ostacolo durissimo da superare. E’ giovane come allenatore ma cresce come l’amalgama della sua rosa.

Mario Di Capua

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Matera – Juve Stabia 1 – 1. Viola: Felice per la rete personale, stiamo crescendo! (VIDEO)

Luigi Viola ha regalato il vantaggio alla Juve Stabia contro il Matera. Il centrocampista gialloblù ha analizzato il match terminato 1 – 1 ai nostri microfoni.

Queste le sue dichiarazioni:

Segnare fa sempre piacere, soprattutto per un centrocampista che non va molte volte in rete durante il campionato. E’ stato bravo Francesco Lisi a mettermi una palla veramente perfetta. Dispiace per il pareggio del finale, ma nella ripresa abbiamo sofferto un po’; su un campo come questo ci può stare quindi ci portiamo volentieri a casa questo punto.

Abbiamo messo la gara sul pressing e sull’aggressività, perché se fossimo rimasti passivi con una squadra forte come il Matera avremmo perso in partenza. C’è da dire che il gol di Simeri annullato lascia rammarico perché andare sullo 0 – 2 prima dell’intervallo..avrebbe cambiato le cose.

La punizione da cui è nato il gol del pareggio? Io sono certo di non aver toccato il mio avversario ma lui è stato bravo a cadere ed urlare. Ha fatto il suo gioco ma io garantisco di non aver fatto fallo.

Il parapiglia finale? Non so cosa sia successo: io non mi sono avvicinato perché rischiavo sanzioni da parte dell’arbitro quindi sono andato direttamente in panchina. Penso sia un nervosismo normale in certe occasioni.

E’ una prestazione che aumenta la nostra fiducia e che ci consente di allungare la striscia positiva. Mettiamo nel mirino il Francavilla, altro avversario tosto. Il gol? Lo dedico alla mia ragazza, alla mia famiglia ed a tutta la squadra.

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Matera-Juve Stabia, mister Auteri: “Arbitraggio inadeguato e insufficiente: dovevamo vincere!”

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Si conclude sul risultato di 1-1 Matera – Juve Stabia, gara valida per la dodicesima giornata di campionato di Serie C. Mister Auteri ha commentato il match ai nostri microfoni, queste le sue parole:

“Complessivamente abbiamo fatto una buona partita, abbiamo cercato di prenderne il controllo. Ci sono state delle situazioni banali in cui abbiamo concesso delle palle lunghe che la Juve Stabia ha saputo sfruttare. Siamo passati in svantaggio ma la squadra è sempre rimasta lucida, tenendo bene il campo. Le Vespe hanno fatto fatica e, soprattutto verso la fine, si sono chiuse nella loro area di rigore.

Sarebbe stato un delitto perdere questa partita, ci prendiamo questo pareggio ma il risultato equo doveva essere la vittoria. Ci sono state delle situazioni che hanno condizionato la gara. La direzione arbitrale è stata insufficiente e inadeguata, nei minuti di recupero non si è capito cosa sia successo: Branduani e Matute a terra. Dopo il nostro goal abbiamo giocato solo due minuti, forse all’arbitro si sarà fermato il cronometro.

Al di là dei moduli e dei numeri sono soddisfatto della mia squadra, abbiamo diversi giocatori fuori per cui non è neanche facile decidere i giusti cambi. Abbiamo fatto di necessità virtù. Abbiamo un gruppo molto giovane, che deve ancora delinearsi bene, ma il nostro obiettivo è battere tutti: siamo folli”.

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Matera – Juve Stabia 1 – 1. Caserta: Il gol nel finale fa male ma traggo ottime indicazione dalla gara (VIDEO)

Al termine della gara terminata col risultato di 1 – 1 tra Matera e Juve Stabia abbiamo ascoltato Fabio Caserta, tecnico delle Vespe.

L’allenatore è soddisfatto della prestazione dei suoi, nonostante la rete del pareggio incassata nel finale.

Questa le parole di Caserta:

Il Matera sappiamo che è una grande squadra, forse quella che gioca meglio a calcio; è un avversario difficile da affrontare ma siamo stati bravi soprattutto nel primo tempo a non concedere praticamente niente, costruendo tante palle gol oltre alla rete. Peccato aver preso gol proprio sul finale; probabilmente in 11 ci saremmo difesi meglio e sarebbe finita diversamente. Dobbiamo pensare a quanto di buono fatto perché questa gara deve lasciarci indicazioni positive.

I quattro avanti hanno fatto una grande gara, ma il merito è anche di chi sta dietro a coprirgli le spalle. La crescita si nota anche nella naturalezza con cui abbiamo cambiato schema di gioco rispetto al 4-3-3 con cui abbiamo iniziato la stagione. Ringrazio i ragazzi per l’impegno quotidiano e per la grande prestazione di oggi.

L’espulsione di Crialese? Sul secondo giallo l’adrenalina gli ha fatto un brutto scherzo e ci può stare; è la prima ammonizione che dà rammarico perché non c’era. A prescindere da questo lui, come tutti i ragazzi, è cresciuto tanto e questo è il massimo per un allenatore ed il suo staff tecnico.

Secondo Auteri la Juve Stabia ha solo rotto il loro gioco? Mha..ogni allenatore è più concentrato sulla sua squadra e la guarda con più attenzione; non sono d’accordo col Mister perché la Juve Stabia nel primo tempo ha fatto due gol, ha creato quattro palle gol, ha avuto un episodio dubbio in area, quindi… Certamente il Matera ha tenuto più palla tra i piedi ma noi abbiamo fatto il nostro gioco puntando sulle nostre qualità.

Col Francavilla assenti i terzini Dentice e Crialese? Cerco di fare qualche minuto io.. (ride n.d.r). A parte le battute, abbiamo una rosa completa e certamente li sostituiremo a modo, anche se è ancora presto per pensarci. Branduani ha accusato solo una botta mentre per Bachini si tratta di crampi, quindi nulla di grave. Nervosismo finale? Dopo una gara così può succedere ma chiedo scusa a nome della mia squadra se si sono verificati episodi spiacevoli.

Giocheremo in casa quindi punteremo alla vittoria, sperando di poter contare su un pubblico importante. Stiamo crescendo: abbiamo iniziato la stagione con tante incognite ma siamo riusciti a compattarci e a fare bene. Penso che abbiamo sbagliato solo la gara di Bisceglie, dove non abbiamo giocato; per il resto abbiamo sempre avuto l’atteggiamento giusto, a prescindere dal risultato. Dobbiamo continuare così.

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Fiorentina-Roma| Probabili Formazioni

Roma- PROBABILI FORMAZIONI. Domani alle ore 15.00 sarà di scena Fiorentina Roma, Pioli contro Di Francesco. La Roma è pronta ad agguantare l’ennesima vittoria in campionato contro la Fiorentina. Infatti, negli ultimi dieci match nel massimo campionato, contro i viola ha collezionato ben 8 vittorie, un pareggio e una sconfitta (nell’ultima gara).

Di Francesco conferma Dzeko in attacco, Perotti ed El Shaarawy i due migliori candidati per completare il tridente. Indisponibili Schick, Bruno Peres e Karsdrop per infortuni, ma il tecnico giallorosso non rinuncia ad Emerson Palmieri, convocato per questa gara.

Ora diamo uno sguardo ai probabili schieramenti che i due allenatori posizioneranno domani in campo per il  big match.

Probabili formazioni

Fiorentina (4-3-3): Sportiello; Gaspar, Pezzella, Astori, Biraghi; Veretout, Badelj, Benassi; Chiesa, Simeone, Gil Dias.

Allenatore: Stefano Pioli.

Indisponibili: Laurini

Roma (4-3-3):  Alisson; Florenzi, Fazio, Manolas, Kolarov; Pellegrini, Gonalons, Nainggolan; Perotti, Dzeko, El Shaarawy.

Allenatore: Eusebio Di Francesco.

Indisponibili: Bruno Peres, Karsdorp, Schick

Maria D’Auria

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