Dopo Ferrara e la tempesta emotiva, un’altra sentenza che fa discutere è quella che ha ribaltato una sentenza su una violenza sessuale. Questa volta arriva da Ancona dove però la Cassazione ha subito annullato la sentenza della Corte d’Appello ed ha chiesto di rivedere, per incongruenze e vizi di legittimità, il processo per stupro oggetto della sentenza stessa e che tanto sta facendo discutere.
La sentenza finita sotto i riflettori porta la firma di tre giudici donne della Corte di Appello di Ancona che, con essa, hanno ribaltato la sentenza del primo processo conclusasi con la condanna di due uomini: l’uno, esecutore materiale del presunto stupro, condannato a 5 anni; l’altro, il suo “assistente” che avrebbe fatto da palo, a 3 anni.
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Secondo questi tre esimi giudici (per altro donne) la donna peruviana, presunta vittima, non poteva essere stata tale
- “perché troppo mascolina”,
- “perché chi avrebbe eseguito materialmente lo stupro aveva salvato il suo numero in rubrica sotto il nome vichingo” e, per finire,
- “perché la personalità poco femminile della vittima sembra essere confermata dalla foto allegata alla sentenza”.
il tutto con buona pace, oltre che della decenza, anche della certificazione medica dell’ospedale dove si era recata la peruviana dopo lo stupro denunciato e che ne certificava la “consumazione”.
Insomma, secondo le tre giudichesse, la peruviana non era affatto bella (sic!) e che all’imputato “la ragazza neppure piaceva” per cui, secondo loro, è chiaro che lei si sarebbe inventata l’abuso.
Fortunatamente questa ennesima sentenza che grida vendetta, questa volta, è stata annullata subito dalla Cassazione per incongruenze e vizi di legittimità, tanto che il processo dovrà essere rifatto ma, intanto, un’altra perla va ad aggiungersi al “troppo lungissimo” elenco di aberranti e folli sentenze dal senno di giudici che così sentenziando mettono a serio repentaglio la serietà della giustizia e quindi la fiducia, sempre più trabalante, dei cittadini nei suoi confronti.
A seguire riporto, per l’ennesima volta, un brevissimo corollario di “perle” giuridiche sugli stupri su donne. Fantastiche e schifose sentenze che sembrano finanche assurde ma che invece si son dovute accettare nel corso degli anni:
- Stupro, se non c’è orgasmo non è reato
- Non sei vergine? Lo stupro non è così grave (Questo secondo la famosa Terza Sezione Penale della Cassazione che, con sentenza numero 6329 del 20 gennaio 2006, sentenziò che lo stupro subito dalla ragazzina da parte del patrigno di 40 anni era stato un atto meno grave di altri dato che le giovane non era più vergine).
- Impossibile essere stuprate se si indossano i jeans (La sentenza numero 1636 della Cassazione, del 1999, negò l’esistenza di uno stupro perché la vittima “indossava i jeans”).
- Per lo stupro di gruppo niente carcere (Lo dice Consulta, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 275 comma 3 del codice di procedura penale, come modificato dal decreto legge 11/2009. “Ciò che vulnera i parametri costituzionali – troviamo scritto nella sentenza n.232 – non è la presunzione in sé, ma il suo carattere assoluto, che implica una indiscriminata e totale negazione di rilevanza al principio del ‘minore sacrificio necessario’“).
- ANCORA su Stupro di gruppo: riduzione di pena ai violentatori (sentenza 40565 del 16 ottobre 2012 con la quale la Corte di Cassazione ha deciso che durante una violenza di gruppo, uno sconto di pena deve essere concesso a chi “non abbia partecipato a indurre la vittima a soggiacere alle richieste sessuali del gruppo, ma si sia semplicemente limitato a consumare l’atto”. Insomma, tutto bene se si stupra, l’importante è trovare la vittima già in stato confusionale o immobilizzata da altri).
Poi c’è anche lo “stupro attenuato” (sic) che non prevede nemmeno la detenzione; ecc, ecc, ecc …..
E così si arriva anche ai femminicidi che, ormai, sono quasi quotidiani (ultima statistica porta ad una vittima a giorni alterni), e a tante altre violenze e soprusi che non sto nemmeno ad elencare dato che sono di pubblica conoscenza, solo che li si voglia vedere e ….. ricordare; come accade a me. Ma questo è altro!
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