Rotary, celebrato a Pompei il trentennale del Programma PolioPlus (VIDEO)

Sono passati ormai 30 anni da quando Rotary International lanciò PolioPlus, la più grande iniziativa...

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Sono passati ormai 30 anni da quando Rotary International lanciò PolioPlus, la più grande iniziativa di sostegno finanziario coordinato del settore privato a livello internazionale in favore della salute pubblica. I rotariani, insieme ad altri partner, hanno contribuito ad immunizzare miliardi di bambini contro la polio.
Nel tourbillon di eventi organizzati per la raccolta fondi, è la volta dello spettacolo “Re Ferdinando e Carolina”, con annesso il concerto della cantante Marina Bruno e del Maestro Giuseppe Di Capua (al pianoforte) nella location del Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei.
Patrizia Esposito
 FOTO DI ANTONIO GARGIULO
Il ricavato, manco a dirlo, sarà devoluto in beneficenza. E già, perché come ricorda l’avvocato Giovanni Merlino intervenuto ai nostri microfoni, “la battaglia contro la poliomielite va condotta con entusiasmo, volontà, determinazione, costanza”. Esordisce così il presidente del Rotary Club Pompei, che poi aggiunge: “Poteva sembrare velleitario negli anni Ottanta combattere questa malattia. Ma le energie profuse nella lotta per debellarla hanno prodotto risultati decisamente soddisfacenti. Siamo ormai ad un passo dalla sua completa eliminazione. Ringrazio quanti negli anni hanno aderito all’iniziativa, oltre, nello specifico, Giulia Di Lorenzo che ha fortemente voluto questa serata pompeiana in cui arte e beneficenza camminano a braccetto”.
Arte, beneficenza e uno spaccato della Napoli che fu, quella del Regno delle due Sicilie. L’aristocratica ed elegante Maria Carolina, cresciuta negli agi e nel lusso della corte austriaca, e il suo rapporto con “il cafone Re nasone” che mangiava con le mani. Ferdinando era cresciuto fra gli scugnizzi napoletani e a stento capiva il linguaggio forbito della figlia di Maria Teresa d’Asburgo, persona dai gusti raffinati che aveva di fronte un sovrano rustico e ben lontano da quell’ideale di nobiltà contemplato all’epoca un po’ in tutta Europa. Un’epoca che non possiamo dimenticare.
“Dimenticare è cosa della mente; ricordare è cosa del cuore”, ne è convinto un altro dei ‘rotariani doc’ presenti al Mattiello, il dott. Nicola Forte che sottolinea “l’importanza delle nostre radici, la nostra identità storica, la vita quotidiana della corte settecentesca napoletana. Siamo testimoni e attori del nostro tempo. Siamo responsabili dei ricordi che abbiamo ereditato. La nostra storia deve avvicinarci al sentimento dell’orgoglio di essere meridionali”.

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