Napoli, storia di Massimo Aragione: tassista che accanto alle tariffe ha incorniciato la sua laurea

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Laurea di Massimo Aragione : “Mi sono rimboccato le maniche pur di lavorare, sogno un’Italia meritocratica”

Entri in taxi. Posto dietro l’autista. Lui si allaccia la cintura e parte. “Mi piacciono le regole”,  spiega. In una Napoli che è un’esplosione di colori, in una giornata di sole e primavera, l’auto sfila sul lungomare e lo sguardo invece di evadere e guardare il golfo cade sul prospetto delle tariffe. Accanto alle corse, plastificata, come in un quadro, c’è una laureain Sociologia:  “Università degli studi di Napoli Federico II: il dottor Massimo Aragione ha superato l’esame il 10 luglio 2007 con una votazione di 110 su 110 con lode”.

Un tassista laureato. Ma non è questa la notizia. È quella laurea incorniciata. Quella di Massimo Aragione è la storia di un ragazzo nato negli anni ’70, che ha studiato e cercava un posto di lavoro con la sua laurea. Ma alla fine, come dice lui “si è rimboccato le maniche” e ha scelto l’impiego che ha trovato.

La prima domanda è diretta: “Perché esporre la laurea nel taxi, come se fosse appesa in uno studio professionale, in bella mostra?”.

“Per tre motivi – risponde Massimo Aragione – Uno perché questo taxi è il mio studio, il mio lavoro, il posto in cui vivo gran parte della mia giornata. Due: per provocazione rispetto a tutti quelli che dicono che noi ragazzi non abbiamo voglia di fare nulla e che siamo dei bamboccioni. Io mi sono rimboccato le maniche. Ho appeso la laurea alla poltrona del mio taxi e lavoro otto ore al giorno in una città folle, in cui guidare è una vera avventura. E terzo perché spero nel colpo di fortuna, magari prendo un passeggero importante che legge della mia laurea, mi fa un colloquio e mi offre un posto di lavoro”.

Ride il trentanovenne, che si è ritrovato tassista quasi per caso. “È un lavoro che faccio con orgoglio. Mio padre era tassista e ha sempre mantenuto la famiglia. Io ho studiato con i soldi del taxi di mio padre”. E i ricordi diventano presenti: “Io studiavo e studiavo e mio padre mi ripeteva. Non ti preoccupare, fai quello che ti piace. Se ti va male, quando vado in pensione ti prendi il mio taxi. È un lavoro faticoso e alienante, ma almeno hai una certezza”. Massimo Aragione ha provato a giocare la sua carta. Ha lavorato a Verona e poi a Dublino. “Sogno un’Italia meritocratica – continua sorridere- A Dublino ho cominciato a lavorare come cameriere e sono stato assunto in banca. Io credo nell’ “I can do it” . In Irlanda tutto era possibile”. Ma Aragione è tornato a Napoli.

“Ho cercato lavoro e lo cerco tutt’ora, mandando curriculum ovunque, intanto ho preso il lavoro che ho trovato, che ho visto fare a mio padre per tutta la vita, fino a quando non è andato in pensione. Faccio il tassista da 14 anni e ho comprato la mia licenza con un mutuo decennale. Non è facile andare avanti ogni giorno. Non è facile il rapporto con la città, con i colleghi, con i clienti, ma la laurea appesa dietro al sedile mi ricorda però di continuare a sognare in un’Italia meritocratica, in cui chi studia e non molla, va avanti. Io continuo a cercare un lavoro … in una grande azienda magari”.

La corsa è breve. La chiacchierata finisce. Il taxi 3211 scorre via nel traffico. Rimangono le parole di Massimo Aragione (“Io ho voglia di lavorare e non mi arrendo”), rimane quella laurea in bella mostra nel suo ufficio su quattro ruote e rimane il sole di aprile.

EDIZIONE vivicentro.it-sud

vivicentro.it-sud-cronaca / larepubblica / Napoli, storia di Massimo: tassista che accanto alle tariffe ha incorniciato la sua laurea di CRISTINA ZAGARIA

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