Juve Stabia – Marzorati a “30 Minuti con le Vespe”: Qui per centrare i playoff…e che buona la pastiera!

Protagonista della rubrica “30 Minuti con le Vespe”, in onda sulla pagina Facebook ufficiale della...

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Protagonista della rubrica “30 Minuti con le Vespe”, in onda sulla pagina Facebook ufficiale della Juve Stabia, è stato Lino Marzorati. Il difensore gialloblù ha risposto alle domande ed alle curiosità dei tifosi stabiesi.

Queste le sue parole:

Le mie esperienze passate sono state esaltanti e mi hanno permesso di crescere tanto. Forse la parentesi più bella è stata quella del Sassuolo nel 2013, quando abbiamo vinto il campionato di Serie B sotto la guida di Di Francesco, grande tecnico e grande uomo. In quegli anni sono tra l’altro nati i miei figli, quindi ricordo con assoluto piacere quel periodo.

Calcisticamente sono nato nel Milan, nel cui settore giovanile sono entrato a 9 anni fino ad esordire poi in prima squadra. Quella rossonera è stata per me l’università! Ho avuto allenatori come Baresi, Tassotti ecc: idoli assoluti per un difensore. Ricordo benissimo il giorno del mio esordio in prima squadra: ero in quinta superiore ed avevo un professore milanista sfegatato; non andai a scuola ed i miei compagni mi fecero trovare allo stadio uno striscione dedicato a me. Fui richiamato in panchina dopo 70 minuti, sul risultato di 3-1 per il Milan: a pensarci mi vengono ancora i brividi.

Qui a Castellammare mi trovo bene. Sono arrivato alla Juve Stabia con tanto entusiasmo, per essere d’aiuto anche ai più giovani; gli allenamenti ed i ritmi sono molto intensi rispetto a Prato e nonostante i miei 31 anni sto ancora migliorando tanto in questa nuova esperienza. Castellammare è una piazza che vive di calcio, c’è pressione ed è quello che volevo. Venendo da un ambiente molto più familiare come quello di Prato, sentire il trasporto di una città come Castellammare non può che spingermi a dare sempre di più. Volevo tanto una nuova esperienza al sud, dopo quella di Cagliari, e sono più che soddisfatto.

La sconfitta di Cosenza lascia amaro in bocca. Abbiamo forse abbassato la guardia dopo tanto risultati positivi ed evidentemente non possiamo permettercelo. Il mio primo gol con la maglia della Juve Stabia mi fa piacere solo relativamente perché il risultato di squadra conta sopra ogni altra cosa; l’unica nota positiva è aver segnato avanti ai miei familiari, che erano venuti in tribuna a vedermi. Ora si va a Catania con la consapevolezza dei nostri mezzi e con voglia di blindare il quarto posto.

Ho trovato un gruppo solido, serio ma anche divertente. Questo aspetto mi ha aiutato ad integrarmi velocemente e vivendo in hotel con molti dei ragazzi, sta nascendo con tutti un legame forte. Devo essere di aiuto ai più giovani e cerco di dare il mio contributo anche extracampo.

Il girone C è senza dubbio il più difficile della Lega Pro. Nonostante questo, abbiamo possibilità concrete di centrare il quarto posto; dipende da noi ma penso che la Juve Stabia abbia tutte le qualità per continuare a fare bene.

La Curva Sud? Ne avevo un bel ricordo già quando venivo al Menti da avversario, con la maglia dell’Empoli; ora sono contento di godermela da stabiese ma spero a suon di prestazioni positive di portare sempre più gente allo stadio. Ho sempre considerato la Juve Stabia, da avversario, una squadra forte ed importante, tant’è che più volte ha messo in difficoltà il “mio” Sassuolo.

Il calciatore più difficile da marcare? Ricordo un Tevez immarcabile quando lo incontrai con il Sassuolo allo Juventus Stadium: l’argentino era un attaccante devastante ma anche con molta fame. Posso citare anche calciatori come Cavani, Crespo, Adriano, Vieira, Materazzi, Amauri, Dybala, ma anche Immobile, Insigne e Verratti, incontrati in Serie B col Pescara di Zeman: insomma ho marcato grandi avversari e sono ricordi piacevoli.

Fisicamente sto sempre meglio. La condizione cresce ma spero possa arrivare al top in concomitanza con il finale della regular season e con l’inizio dei playoff. Anche l’aspetto fisico sarà un fattore determinante negli spareggi promozione.

La scomparsa di Davide Astori? Quando mia madre mi ha comunicato la notizia, ero in chiesa. Non riuscivo a crederci. Con Davide ci siamo conosciuti nel settore giovanile del Milan e poi ci siamo ritrovati a Cagliari; è un qualcosa che non riesco ancora a concepire. Siamo cresciuti insieme, quando eravamo giovani e non avevamo messo ancora su famiglia..abbiamo condiviso tanti bei momenti insieme. Sono andato ai suoi funerali a Firenze, per salutare lui ed i suoi genitori, persone stupende anche loro.
Una volta che avrò smesso con la carriera da calciatore, mi vedo allenatore ma dei bambini. Più che allenatore direi educatore, perché a mio avviso vanno trasmessi valori umani prima ancora che tecnici ai più giovani.

Sono una persona tranquilla, che passa il suo tempo libero in famiglia, sfiancando e facendosi sfiancare dai bimbi. Ho un maschietto di 3 anni ed una femminuccia di 5 anni: i giorni in cui sono stati qui insieme alla mamma, sono stati davvero stancanti..insieme sono una bomba atomica! Per ora loro e mia moglie sono ad Empoli, ma si trasferiranno qui in vista della prossima stagione, in cui vestirò ancora la maglia della Juve Stabia. Ho un fratello, Elia, ed una sorella, Anna a cui sono molto legato nonostante la lontananza tra noi. Appena possibile ci vediamo, anche insieme ad i miei genitori, che mi hanno sempre seguito, dai tempi del Milan alla Juve Stabia.

Difetti? Forse in alcuni aspetti sono un po’ troppo superficiale, e a volte qualche bugia la dico! Pregi? Penso di essere una persona altruista, che trasmette serenità e valori positivi. Hobby? La bici! Il presidente del Prato, come premio per la salvezza della scorsa stagione, mi ha regalato la sua mountain bike e con quella ho girato le colline di Empoli, Vinci; conto di portarla anche a Castellammare.

Piatti preferiti? L’anatra all’arancia e la pastiera, che ho scoperto qui: anzi è stata una bella botta calorica nei giorni scorsi! Sogno nel cassetto? Essere un buon padre e trasmettere ai miei figli gli stessi valori che ho imparato dai miei genitori. Calcisticamente invece l’obiettivo è lasciare il segno anche alla Juve Stabia.

Numero preferito? Ne ho cambiati tanti, ma il preferito è sempre stato il 6, numero del mio modello di sempre Franco Baresi. Tra i difensori attuali mi piace molto Chiellini, sia per temperamento che doti fisiche e tecniche.

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