I casi di reddito di cittadinanza non dovuto: Erario ed Inps, qualcosa non torna

I casi di RdC a soggetti le cui condizioni giudiziarie o patrimoniali li escludevano a...

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I casi di RdC a soggetti le cui condizioni giudiziarie o patrimoniali li escludevano a priori, dimostra un’anomalia nella Previdenza e Fisco.

Ci si è occupati in diversi articoli del Reddito di Cittadinanza, principalmente in senso benevolo ma anche doverosamente al contrario “23 Gennaio 2019 Reddito di Cittadinanza in Sicilia si stima aiuterà con un miliardo di euro migliaia di famiglie in povertà”, “8 Aprile 2019 Reddito di Cittadinanza, già 806 mila le domande. Il caso di una donna e suo figlio nel messinese jonico“, “11 Maggio 2019 Reddito di cittadinanza, scoperti i primi furbetti in Sicilia”, “31 Maggio 2019 Ennesimo caso di indebito reddito di cittadinanza“, “1 Novembre 2019 Lavoravano in nero nel supermercato e due prendevano il Reddito di Cittadinanza”, “31 Dicembre 2019 Quasi 29 mila hanno trovato lavoro con il Reddito di Cittadinanza”, “15 Marzo 2020 Quel Reddito di Cittadinanza che può salvarci l’esistenza economica”, “7 Giugno 2020 Isee: calare la giacenza media bancaria. RdC: renderlo liquido“ e “3 Luglio 2020 Scafati, percettori del reddito di cittadinanza dovranno lavorare per il Comune”.

Sono difatti notori – e continuamente ad essere scoperti da Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza nonché riportati dalla Stampa – i casi di Reddito di Cittadinanza erogato a soggetti le cui condizioni giudiziarie o patrimoniali li avrebbero dovuti forzosamente escludere a priori dal sussidio.

L’ultimo eclatante in ordine di tempo è quello a Marco e Gabriele Bianchi, i due fratelli di 24 e 26 anni, accusati di omicidio volontario per la morte di Willy Monteiro Duarte*, i quali prendevano il reddito di cittadinanza che anche il loro padre avrebbe percepito.

Come pure gli altri due arrestati per l’omicidio di Willy, Mario Pincarelli, 22 anni, e Francesco Belleggia, 23, avrebbero percepito il medesimo sussidio. A fare domanda di un reddito di cittadinanza sarebbero stati i rispettivi capifamiglia che dunque potrebbero essere indagati in caso di dichiarazioni mendaci.

I due fratelli Bianchi sui social ostentavano macchine costose e vacanze in barca, ma per lo Stato i due fratelli erano nullatenenti e avrebbero ottenuto 33 mila euro grazie al sussidio.

La Guardia di Finanza di Colleferro, controllando la situazione dei Bianchi, Pincarelli e Belleggia per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, avrebbe denunciato alla Procura di Velletri quattro persone, due delle quali in concorso, e segnalato all’Inps le stesse per il recupero delle somme percepite indebitamente. In totale, secondo le Fiamme gialle, su 33.075 euro ottenuti dai denunciati ne devono essere recuperati 28.747.

Pertanto – come pure accaduto nel caso persino di mafiosi, ndranghetisti, camorristie anche delinquenti comuni oppure medio-benestanti, che percepivano il Reddito di Cittadinanza – è lampante, tranne per chi non vuole o non può vedere, che il meccanismo con il quale si percepisce il predetto sussidio (e non solo questo ma a detta di molti un po’ tutti gli aiuti cosiddetti sociali e fiscali) fa acqua da tutte le parti, oppure potrebbe esserci in qualche “spicchio” della procedura, l’endemico e risaputo (quanto ufficialmente dissimulato) filo corruttivo all’italiana che da decenni, per opinione comune, è un pilastro del disseminato scambio e clientelismo politico- giuridico-burocratico, sindacale, professionale-sociale che regge l’intero incancrenito sistema consensuale.

Il Reddito di Cittadinanza, così come la Pensione di Cittadinanza, è riconosciuto sulla base delle informazioni rilevabili dall’ISEE e dalla domanda predisposta al fine.

Al momento della presentazione della richiesta per ottenere il reddito di cittadinanza devono esserci determinati requisiti.

La domanda per ottenere il beneficio economico di cui trattasi, si può fare online o scaricando e compilando l’apposito modulo cartaceo per poi presentarlo al Caf o all’ufficio postale. Per la Pensione di Cittadinanza ci si può rivolgere al Patronato.

Quando ci si rivolge ad un Caf – centro di assistenza fiscale – per ottenere assistenza nella compilazione della dichiarazione dei redditi, del modello 730 o per il modello ISEE (indicatore della situazione economica della famiglia) quest’ultimo modello obbligatorio per accedere a diverse agevolazioni e/o prestazioni assistenziali – è importante sapere che la piena responsabilità dei dati contenuti all’interno della dichiarazione resa con eventuali comunicazioni non veritiere, omesse o incomplete, non ricade su chi elabora il documento bensì su colui che lo richiede, ovverosia il contribuente che sottoscrive.

Firmando infatti la dichiarazione, ci si assume la piena responsabilità di quanto dichiarato sui propri documenti e sulla propria situazione economica e patrimoniale. Nel caso il RdC sia richiesto dai genitori per i figli, questi ultimi devono anch’essi sottofirmare la domanda.

Il Caf ovviamente ha l’obbligo, tra le altre cose, di esaminare con attenzione tutta la documentazione che produce il contribuente, conservandone copia per consentire eventuali verifiche da parte delle autorità preposte, e solo dopo procedere alla compilazione della dichiarazione ISEE o altro.

Deve per esempio il Caf, conservare, oltre ai documenti di identità, le autocertificazioni dello stato di famiglia, dichiarazioni dei redditi, estratti conto, visure catastali, ecc.

Detto ciò, è comunque l’Inps che riconosce il reddito e deve verificare entro 5 giorni dal ricevimento della domanda il possesso dei requisiti richiesti.

Inoltre, esistono delle sanzioni e pene, anche rilevanti, per chi presenta delle dichiarazioni false per ottenere il reddito di cittadinanza ed è prevista addirittura anche la reclusione oltre alla revoca del reddito e all’obbligo di restituire quanto percepito indebitamente.

Ora, ci si domanda come sia possibile che nell’era del digitale, nell’epoca delle ‘Banche dati’ incrociate’, chiunque può presentare una domanda mendace e ottenere un sussidio pubblico ?

Da quando è stato istituito anche il Reddito di Cittadinanza – come tanti altri analoghi sostegni sociali, imprenditoriali e nell’impiego pubblico – ogni qualvolta da un accertamento delle Forze dell’Ordine, spesso casuale o nel corso di indagini parallele, emerge uno o più non aventi diritto, si percepisce ovvio, vivendo nel moderno e digitale anno 2020, che la colpa non possa essere solo del tipo di sostegno economico, oppure di chi ha dichiarato il falso, bensì anche degli addetti preposti ai controlli, oppure del sistema previdenziale-fiscale-informatico che dovrebbe preventivamente riconoscere se erogare o negare il beneficio stesso.

Appare quindi lampante che la Politica con rispettive pletore di esperti, ha permesso tutto ciò e ci si augura quanto meno solo colposamente, poiché ha emanato una norma in cui, fatta la legge, l’inganno era implicitamente contenuto (come d’altra parte, si dice, siano da sempre le norme italiane, nazionali e regionali).

Tutto ciò – ma come anche per altri sussidi, bonus, detrazioni e innumerevoli similari agevolazioni – da anni si traduce notoriamente pure in consenso elettorale e mercimonio generale, nonché voto di scambio e di fatto persino favori alla delinquenza e criminalità, ma anche evasione fiscale e necessità di ricorso al debito pubblico, sicché di contro si vessa con estorsioni fiscali gli altri contribuenti.

E mentre si scriveva l’articolo, ancora un ennesimo caso di indebito percettore di reddito di Cittadinanza “19 Settembre 2020 La Guardia di Finanza di Corleone (PA) denuncia indebito percettore di RdC”.

* Willi Monteiro, 21 anni di Capo Verde – faceva il cuoco in un ristorante ad Artena, amava giocare a calcio ed era tifoso della AS Roma – pestato a sangue con calci e pugni nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 in una piazza di Colleferro, paese alle porte di Roma, solo perché era andato in soccorso di un suo amico aggredito da altri giovani e forse perché era pure di colore.  Dispiace molto, troppo, per Willi e per i suoi genitori.

Adduso Sebastiano

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