Caserta: “Dopo la Supercoppa mi siederò con la Società”

Fabio Caserta è stato ospite a B Magazine, rubrica sul canale youtube della Lega B. Primo approccio mediatico alla cadetteria da neo promosso

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Fabio Caserta è stato ospite a B Magazine, rubrica sul canale youtube della Lega B. Primo approccio mediatico alla cadetteria da neo promosso allenatore del Perugia

Alla domanda sulle avversarie di C attrezzate e costruite per salire e su quelle non certo “materasso”, stuzzicato sulla rincorsa e sul finale al cardiopalma, Caserta ribadisce le difficoltà insite nel Girone B. “Squadre forti e 4/5 concorrenti per vincere il campionato. Vincerlo alla fine, cercando di sfruttare il passo falso del Padova, ha voluto dire che la squadra ci ha creduto sempre. E’ un elemento molto importante. Significa che la mentalità vincente va acquisendosi. Determinante.

– Sul futuro e su come intende prepararsi alla B –

In tutte le società ogni fine campionato l’allenatore si incontra con la dirigenza per programmare futuro ed amozioni societarie. In una piazza così importante bisogna fare le cose fatte bene. Progettare. Perugia è molto esigente, ed io ora ci tengo a preparare per bene la Supercoppa. Il primo nuovo obiettivo è vincere questa. Finite queste partite mi siederò con la Società e valuterò il da farsi.

– Il tiro si è poi spostato sui giovani e le loro prospettive –

Non solo al Perugia, ma in tutto il campionato ho visto dei giovani forti, pronti per il salto di categoria. Da noi ci sono giovani bravi anche di proprietà dell’Atalanta, che è una delle Società che ci lavora tantissimo sù e ne ha tanti forti. Ho Elia che è un ’99 molto forte. E già con me da tre anni. E’ cresciuto tantissimo. Kouan, che è sempre un ’99. Ma ci sono anche altri elementi che han fatto un gran campionato.

– Infine la dedica a moglie e figlie –

E’ a loro che il lavoro fa togliere tempo. Ma la persona a cui ho voluto dedicare la vittoria è un mio collaboratore, che ha avuto un problemino di salute. Il calcio a volte ti fa conoscere persone che ti entrano dentro, nella tua vita, come persone importanti. Non soltanto come collaboratori. Io un collaboratore lo reputo un fratello acquisito grazie al calcio. Io purtroppo ho perso un fratello a 39 anni. Non si può sostituire un fratello, ma per me è una persona molto importante”. 

 

Carmine D’Argenio

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