Se dicessimo la verità: Ultimo capitolo storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata

L’opera di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano attraversa l’Italia raccontando storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata

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L’opera – dibattito di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano sulla legalità attraversa l’Italia raccontando storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata.

Una rappresentazione che deve far riflettere, capire, reagire, uno spettacolo che  parla di globalizzazione, alta finanza, uomini cerniera, ma anche di giornalisti impegnati e testimoni di giustizia. Questa opera è una Produzione del Centro Teatrale Bresciano e non solo.

Prefazione

“Lo spettacolo è una ‘ragionata’ provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire”.

Da queste intenzioni nasce lo spettacolo Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo di Emanuela Giordano e Giulia Minoli, un’opera–dibattito sulla legalità.

Nato da un’idea di Giulia Minoli, Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo vede la drammaturgia di Emanuela Giordano e Giulia Minoli, la regia di Emanuela Giordano, le musiche originali di Tommaso Di Giulio; sul palcoscenico Daria D’Aloia, Anna Manella, Francesca Osso, Simone Tudda, Leonardo Ceccarelli alla chitarra e Paolo Volpini alla batteria.

Una produzione Centro Teatrale Bresciano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione TRG, che gode del patrocinio di Fondazione della Comunità Bresciana.

Da dieci anni Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo attraversa l’Italia raccontando storie di resistenza e lotta alla criminalità organizza. Un testo vivo, che si rinnova e si nutre delle tante vicende e persone che a ogni passaggio ne arricchiscono i contenuti e la drammaturgia.

Le autrici si concentrano sul nostro presente, minacciato da una “distrazione di massa” che lascia ancora maggior spazio al potere criminale, alla “prassi” corruttiva come modus vivendi. Raccontano gli aspetti meno conosciuti del fenomeno mafioso, quelli che riguardano la globalizzazione, l’alta finanza, i cosiddetti uomini cerniera, professionisti accreditati che fanno da tramite tra il crimine e le amministrazioni pubbliche, gli imprenditori in difficoltà e i sempre più spregiudicati sistemi di investimento. Al centro la ‘ndrangheta che si è insediata al Nord Italia, minacciando l’assetto urbanistico del territorio, le sue regole sociali, la sua storia “sana”.

Uno spettacolo potente, dove le storie sono quelle dei figli delle vittime, del giornalismo impegnato, di imprenditori testimoni di giustizia, di professori e associazioni che osservano e studiano il fenomeno, archetipi umani che sintetizzano la complessità di un problema che non può più essere affrontato tracciando con sicurezza una linea di demarcazione tra chi è “contaminato” e chi non lo è.

Le storie di Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo

Deborah Cartisano figlia del fotografo di Bovalino (RC) Lollò Cartisano sequestrato e barbaramente ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1993, impegnata nel raccontare l’importanza della memoria delle vittime.

Cortocircuito associazione culturale antimafia di Reggio Emilia. Nasce come giornalino studentesco indipendente e web-tv per le scuole. Ha messo in luce la penetrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio.

Francesca Grillo giovane cronista della redazione Milano Metropoli del quotidiano il Giorno. Vive e lavora a Buccinasco. È stata una delle poche voci del territorio a scrivere di mafia.

Gaetano Saffioti imprenditore edile calabrese, testimone di giustizia. Ha contribuito all’arresto di molti boss della Piana di Gioia Tauro. Oggi vive sotto scorta.

Maria Stefanelli prima donna testimone di giustizia contro la ‘ndrangheta. Vive sotto protezione dello Stato ed è stata testimone al maxi processo Minotauro, che indaga le infiltrazioni delle cosche calabresi in Piemonte.

Paolo Bocedi è stato uno dei primi imprenditori in Lombardia a ribellarsi alla mafia, ha fondato insieme a Tano Grasso S.O.S. Impresa nel 1991, oggi S.O.S. Italia Libera, associazione di imprenditori uniti nella lotta all’usura e al racket delle estorsioni. Nel giugno 1992 ha subito un attentato di stampo mafioso a Milano. Da allora vive sotto scorta.

Stefania Pellegrini professore ordinario presso l’Università di Bologna, svolge le sue ricerche nell’ambito della Sociologia del diritto.

I suoi interessi scientifici riguardano lo studio del processo civile come fenomeno sociale, l’etica delle professioni giuridiche e l’analisi del fenomeno mafioso e delle strategie di contrasto, di prevenzione e di lotta alla criminalità organizzata.

Ha attivato il primo corso di “Mafie e Antimafie” in una Scuola di Giurisprudenza e da dieci anni dirige il Master di II Livello in “Gestione e riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati alle mafie. Pio La Torre”.

Se dicessimo la verità: Ultimo capitolo storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata è il primo titolo di Oltre l’abbonamento della Stagione 2022/2023 Questo cuore umano del Centro Teatrale Bresciano.

L’opera andrà in scena al Teatro Sociale di Brescia (via Felice Cavallotti, 20) dal 30 novembre al 4 dicembre 2022 – tutti i giorni alle ore 20.30; la domenica alle ore 15.30.

Lo spettacolo è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Gruppo BCC Agrobresciano, Fondazione ASM, Fondazione della Comunità Bresciana Onlus e Intesa Sanpaolo.

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