Peste suina africana: che cos’è, diagnosi, sintomi, precauzioni

La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali. Altamente contagiosa...

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La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali. Altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Le epidemie hanno pesanti ripercussioni economiche nei Paesi colpiti.

Che cos’è

La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali. Non è trasmissibile agli esseri umani.

È una malattia con un vasto potenziale di diffusione. Un’eventuale epidemia di PSA sul territorio nazionale potrebbe ripercuotersi pesantemente sul patrimonio zootecnico suino con danni ingenti sia per la salute animale che per il comparto produttivo suinicolo e sul commercio internazionale di animali vivi e dei loro prodotti.

L’Organizzazione mondiale per la sanità animale ha inserito la PSA nella lista delle malattie denunciabili: qualunque caso sospetto deve essere denunciato all’autorità competente (Regolamento di polizia veterinaria – DPR n. 320 del 8.2.1954 art.1).

Diagnosi

È causata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, incapace di stimolare la formazione di anticorpi neutralizzanti. Questa peculiarità rappresenta l’ostacolo più importante alla preparazione di vaccini, che attualmente non sono disponibili in commercio.

I sintomi principali negli animali colpiti sono:
  1. febbre
  2. perdita di appetito
  3. debolezza del treno posteriore con conseguente andatura incerta
  4. difficoltà respiratorie e secrezione oculo-nasale
  5. costipazione
  6. aborti spontanei
  7. emorragie interne
  8. emorragie evidenti su orecchie e fianchi.

La presenza del virus nel sangue (viremia) dura dai 4 ai 5 giorni; il virus circola associato ad alcuni tipi di cellule del sangue, causando la sintomatologia che conduce inevitabilmente al decesso dell’animale, spesso in tempi rapidissimi.

Gli animali che superano la malattia possono restare portatori del virus per circa un anno, giocando dunque un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche e per la sua trasmissione. Il virus è dotato di una buona resistenza in ambiente esterno e può rimanere vitale anche fino a 100 giorni sopravvivendo all’interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature. Nel sangue prelevato è rilevabile fino a 18 mesi.

La diagnosi di malattia è effettuata tramite vari esami di laboratorio: immunofluorescenza, AGID test, Fissazione del Complemento, PCR ed ELISA.

Prevenzione

La malattia si diffonde direttamente per contatto tra animali infetti oppure attraverso la puntura di vettori (zecche). La trasmissione indiretta può avvenire attraverso attrezzature e indumenti contaminati, che possono veicolare il virus, oppure con la somministrazione ai maiali di residui di cucina anch’essi contaminati, pratica vietata dai regolamenti europei dal 1980, o smaltendo rifiuti alimentari, specie se contenenti carni suine, in modo non corretto.

Nei Paesi indenni la prevenzione dall’infezione si effettua attraverso il severo controllo dei prodotti importati e la costante sorveglianza sullo smaltimento dei rifiuti alimentari, di ristoranti, navi e aerei.

Nei Paesi infetti il controllo si effettua attraverso l’abbattimento e la distruzione dei suini positivi e di tutti gli altri presenti all’interno dell’allevamento colpito dalla malattia. Fondamentali sono anche la disinfezione, la delimitazione delle zone infette, il controllo delle movimentazioni di suini vivi e dei prodotti derivati, unitamente alle indagini epidemiologiche volte ad individuare l’origine dell’infezione.

Terapia e profilassi

Al momento non esiste un vaccino per la Peste suina africana. Quando si riscontrano uno o più sintomi, tali da far sospettare di essere in presenza di PSA, occorre immediatamente darne comunicazione ai servizi veterinari competenti per territorio.

Dati epidemiologici nazionali e internazionali

Nel 2014 è esplosa un’epidemia di PSA in alcuni Paesi dell’Est della UE. Da allora la malattia si è diffusa in numerosi Paesi.

In Italia, la malattia è presente dal 1978 soltanto in Sardegna, dove negli ultimi anni si registra una netta riduzione del numero di focolai.

Piani di eradicazione e Azioni di controllo

Ogni anno il Piano di eradicazione della PSA è presentato alla Commissione europea, che può procedere al cofinanziamento delle attività.

Raccomandazioni per turisti, allevatori, cacciatori, veterinari:
gettare sempre residui di carne fresca o stagionata di suino in contenitori chiusi

Peste suina africana

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