Elezioni Regno Unito, Labour in crisi. Timori per Brexit

Londra – Il timore serpeggia nel Regno Unito, dove il conteggio dei voti dopo le...

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Londra – Il timore serpeggia nel Regno Unito, dove il conteggio dei voti dopo le elezioni locali di ieri sta mostrando una forte frenata del partito laburista, la principale formazione europeista del Paese. Cosi’, iniziano ora a scrivere analisti e commentatori, l’avanzata dei Tory ma soprattutto gli euroscettici se non eurofobici dell’Ukip di Nigel Farage, sarebbe un indicatore della ‘pancia’ del Regno Unito e potrebbe far prevedere il risultato del prossimo referendum sulla Brexit, in programma il 23 giugno.

Un’eventualita’ spaventosa per David Cameron, il primo ministro Tory che, pur avendo indetto la consultazione referendaria, ha sempre detto di volere il regno di Sua Maesta’ all’interno del recinto comunitario. E un’eventualità preoccupante in vista della tenuta delle istituzioni comunitarie con un eventuale divorzio fra Londra e Bruxelles.

Ma ora, appunto, le urne stanno parlando. E con il Labour che secondo le proiezioni e i primi risultati si avvia a guadagnare solo la città di Londra, perdendo un po’ su tutti i fronti altrove, l’ipotesi della Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, si fa sempre piu’ reale. Gli exit poll effettuati a Londra danno comunque per quasi scontata la vittoria del candidato sindaco laburista, Sadiq Khan, avvocato di origine pachistana, musulmano praticante ma anche favorevole ai diritti gay.

Proprio per aver votato a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso, da parlamentare a Westminster, Khan ricevette nel 2013 diverse minacce di morte, vedendo il suo apparato di sicurezza rafforzato. La vittoria del Labour in una delle piazze europee piu’ importanti e in una metropoli come Londra sarebbe comunque una consolazione per la dirigenza del partito, diviso ora più che mai per quel leader, Jeremy Corbyn, accusato di aver virato troppo a sinistra. Il parlamentare 66enne di Islington che dallo scorso 12 settembre ha preso in mano le redini del partito di opposizione, facendolo virare decisamente a sinistra, perde posizioni soprattutto in Scozia, dove al parlamento nazionale semi-autonomo rischia di passare da seconda a terza forza dell’assemblea, dopo lo Scottish National Party indipendentista e i Tory.

Anche alle elezioni di diversi consigli comunali inglesi finora la formazione laburista ha perso diversi seggi, passati al partito conservatore oppure allo United Kingdom Independence Party di Farage, alleato del Movimento Cinque Stelle italiano all’europarlamento di Bruxelles. Intervistato da Sky News, lo stesso Farage ha detto che “la crescita del mio partito sta arrivando piu’ dal Labour che da altre formazioni”, spiegando come a sua vista e secondo i calcoli e i sondaggi in mano all’Ukip la formazione euroscettica abbia sottratto forze soprattutto al partito guidato da Corbyn. Secondo le previsioni e le proiezioni, il Labour vincerebbe pero’ due elezioni suppletive parlamentari per la riassegnazione di due seggi, quello di Sheffield Brightside e quello di Ogmore, nel Galles meridionale.

“Una vittoria storica”: non ha usato mezzi termini Nicola Sturgeon, leader dello Scottish National Party e ‘first minister’ a Edimburgo, dopo l’affermazione degli indipendentisti scozzesi alle elezioni per il parlamento nazionale, istituzione semi-autonoma ma che comunque nel settembre del 2014 riusci’ a portare la parte del Regno Unito a nord del Vallo di Adriano a un referendum per la secessione, poi clamorosamente perso.
Lo Snp si e’ aggiudicato finora, nel conteggio dei voti, 58 seggi su 129: non e’ detto che arrivi alla maggioranza assoluta (65 seggi), ma comunque si tratta di un risultato importantissimo per la formazione indipendentista. E ora la stampa britannica adombra la possibilita’ che lo Snp arrivi in futuro a proclamare un secondo referendum per staccarsi da Londra, soprattutto in caso di una Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Nel regno di Sua Maestà si voterà sull’Ue il 23 giugno e gli scozzesi, i piu’ europeisti fra i britannici, secondo le previsioni potrebbero arrivare in caso di Brexit a chiedere e ottenere con un’altra consultazione referendaria la piena autonomia. Al parlamento scozzese il partito conservatore e’ finora il secondo per seggi ottenuti, avendo scalzato il Labour dalla posizione. La formazione di Jeremy Corbyn sarebbe arrivata terza, con uno dei peggiori risultati di sempre in terra di Scozia per il partito di sinistra.

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