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Juve Stabia, Coppa Italia: Mister Ignazio Abate sceglie i 23 calciatori per la sfida al Lecce. Out Morachioli

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In vista del prestigioso impegno contro una squadra di categoria superiore come il Lecce, militante in Serie A, il nuovo tecnico delle Vespe, Ignazio Abate, ha sciolto le riserve, ufficializzando i calciatori che prenderanno parte alla trasferta.Dall’elenco emerge una rosa completa in ogni reparto, con tre portieri, sette difensori, otto centrocampisti e quattro attaccanti.

Una formazione che cercherà di mettere in pratica le idee del nuovo allenatore, subentrato quest’estate sulla panchina gialloblù.

L’elenco completo dei convocati:

  • Portieri: 1 Confente, 16 Signorini, 23 Boer
  • Difensori: 4 Ruggero, 6 Bellich, 13 Varnier, 15 Baldi, 19 Stabile, 24 Carissoni, 26 D’Amore, 76 Mannini.
  • Centrocampisti: 5 Battistella, 8 Buglio, 10 Pierobon, 37 Maistro, 55 Leone, 77 Cacciamani, 80 Louati, 98 Mosti.
  • Attaccanti: 7 Burnete, 11 Piscopo, 21 De Pieri, 27 Candellone.

Spicca nell’elenco l’assenza di Morachioli, che non prenderà parte alla sfida.La società non ha specificato i motivi della mancata convocazione.

Le scelte di Abate lasciano intravedere la volontà di giocarsi le proprie carte, nonostante il divario tecnico con l’avversario.Sarà un test importante per valutare lo stato di forma della squadra e l’assimilazione dei nuovi schemi di gioco in vista dell’imminente inizio del campionato di Serie B.

La Juve Stabia si presenterà al “Via Del Mare” con l’obiettivo di fare bella figura e, perché no, di sognare un’impresa in una calda notte di mezza estate.

Lecce, Di Francesco: Dalla sfida con la Juve Stabia al mercato, il tecnico non nasconde le sue carte

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Alla vigilia del debutto ufficiale nella stagione 2025/2026, che vedrà il Lecce opposto alla Juve Stabia nel palcoscenico della Coppa Italia Frecciarossa, il tecnico Eusebio Di Francesco traccia un primo, lucido bilancio.L’incontro con le “Vespe” non è solo il primo impegno agonistico, ma rappresenta il banco di prova fondamentale per misurare i progressi di una squadra che sta assimilando le nuove direttive tattiche dopo un intenso ritiro estivo.

La Sfida alle Vespe: Un Test per Verificare la Crescita

Lontano dai formalismi, il condottiero giallorosso ha delineato lo stato attuale della sua formazione, un gruppo in palese evoluzione sia dal punto di vista strategico che atletico. “Stiamo metabolizzando i carichi di lavoro e vedo segnali di crescita incoraggianti”, ha lasciato intendere Di Francesco, sottolineando come la sfida contro la compagine stabiese sarà il primo vero indicatore per valutare quanto i suoi uomini abbiano fatto propri i nuovi concetti di gioco.Pur avendo notato passi avanti significativi nell’ultima uscita amichevole, il tecnico è consapevole che la continuità di rendimento è un obiettivo ancora da raggiungere, un passaggio fisiologico in questa fase embrionale della stagione.La filosofia di Di Francesco per affrontare l’imminente duello è chiara: non esiste un “undici” fisso, ma un collettivo allargato. “Con le cinque sostituzioni a disposizione, il concetto di titolare perde di significato”, ha spiegato, evidenziando come la sua strategia si baserà sulla gestione dell’intero organico.

Le scelte definitive per la gara contro la Juve Stabia saranno dettate dalle condizioni fisiche dei singoli e dalle specifiche contromisure tattiche da adottare, con l’ultima sessione di allenamento che si rivelerà decisiva per sciogliere gli ultimi dubbi.

Mercato e Emergenze: la Concentrazione Resta sul Campo

Inevitabilmente, le dinamiche del calciomercato estivo si intrecciano con la preparazione della partita.Di Francesco ha affrontato con pragmatismo le questioni più spinose, come la situazione legata a Krstovic, ribadendo un principio non negoziabile: chi scende in campo deve onorare la maglia. “Finché un giocatore è qui, pretendo il massimo impegno.Rappresentiamo una tifoseria intera”, ha affermato, mettendo in chiaro che le speculazioni esterne non devono intaccare la professionalità e la dedizione alla causa.Tuttavia, è l’assetto difensivo a rappresentare la principale criticità in vista della sfida con i campani.

Con un solo duo di centrali a piena disposizione, l’allenatore ha ammesso senza mezzi termini la necessità numerica di un rinforzo nel reparto, una situazione nota alla dirigenza e sulla quale si sta lavorando attivamente.Ciononostante, l’urgenza non distoglie l’attenzione dall’obiettivo primario: valorizzare al massimo le risorse attuali per superare l’ostacolo Juve Stabia.

Un Nuovo Inizio e una Nuova Guida

Il tecnico ha concluso il suo intervento ribadendo l’entusiasmo per il suo ritorno nel Salento e la volontà di costruire una squadra fondata sull’organizzazione e sullo spirito di sacrificio. “Il collettivo deve esaltare le individualità, non il contrario”, ha chiosato, indicando nel lavoro di squadra l’unica via per raggiungere risultati importanti.In questo nuovo percorso, la squadra avrà una nuova guida in campo: sarà il portiere Falcone a indossare la fascia di capitano, un ruolo che, come svelato da Di Francesco, il giocatore ha fortemente desiderato e meritato per l’attaccamento dimostrato in questi anni.Un segnale di responsabilità che il tecnico si aspetta di vedere da tutto il gruppo, a cominciare dalla cruciale notte di coppa contro la Juve Stabia.

Dal primo tempo all’ultimo sorso: Borghetti è il gusto che accompagna ogni partita

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Il Campionato di Serie A è pronto a ripartire e, con lui, anche quei riti che per migliaia di tifosi italiani non sono semplici abitudini, ma veri e propri gesti identitari.Dal panino allo stadio fino alle discussioni sulle formazioni al bar, ogni dettaglio della passione calcistica ha un suo sapore preciso.

Tra questi, uno ha attraversato i decenni diventando un simbolo: Borghetti liquore, il liquore di vero caffè espresso, che scalda i cuori dei tifosi prima del fischio d’inizio, durante la partita e dopo l’ultimo gol.La nuova stagione inizia il 23 agosto, e il gusto intenso e corposo di Borghetti è pronto ad accompagnare l’attesa e dare la carica giusta sin dal primo istante.

Borghetti nasce nel 1860 in un bar della stazione di Ancona, dove Eugenio Borghetti dà vita a una ricetta rivoluzionaria, creando un liquore di vero caffè espresso, una miscela avvolgente ed energica, pensata per svegliare corpo e spirito.Una vera “sveglia liquida”, soprannominata lu svejari in dialetto marchigiano, che presto diventa celebre anche fuori dalle stazioni.

È proprio negli stadi, infatti, che Borghetti trova ben presto il suo successo.

La tradizione di gustare un “Borghettino” allo stadio prima della partita diventa un classico italiano.Quel formato comodo, pronto all’uso, racchiude tutta la meraviglia sensoriale di Borghetti: l’aroma inconfondibile del caffè appena estratto, che sprigiona sentori di fave di cacao, cioccolato fondente, nocciola tostata, mandorla e crosta di pane cotto a legna.

La sua ricetta è sempre stata ed è ancora oggi senza compromessi.Ogni fase della sua produzione, dalla selezione dei chicchi, passando per la tostatura e la macinazione, fino al risultato finale è pensata per conservare e valorizzare la purezza e il carattere armonioso del caffè italiano.

Borghetti è lo spirito autentico del tifo italiano: schietto, caldo, identitario. È il gusto che unisce, che si condivide sugli spalti come nei bar, nei momenti di festa o nell’attesa di un gol.Da sempre accompagna la passione per il calcio con la sua intensità avvolgente e la capacità di creare complicità tra amici, tifosi, famiglie.

Un sorso che parla di tradizione e convivialità, capace di accendere l’energia e il piacere di stare insieme.Nel calcio, ogni stagione è una storia da scrivere, ma alcune storie sono già parte del nostro DNA.

Borghetti accompagna da decenni il cuore pulsante dello sport italiano.Dal primo tempo all’ultimo sorso, è la scelta di chi vuole vivere ogni emozione con gusto.

e con il profumo intenso di un liquore che sa parlare al cuore dei tifosi.

Quando il cuore tradisce la testa: il tifo e le scelte nelle scommesse sportive

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C’è un momento, spesso impercettibile, in cui l’amore per una squadra travolge ogni logica.  Il tifoso scommettitore, in quel preciso istante, smette di essere un analista e si trasforma in credente.Questo conflitto interiore tra la fede calcistica e l’analisi oggettiva è una costante per milioni di appassionati che si cimentano con le scommesse sportive.  E se oggi piazzare una giocata è diventato questione di pochi clic, grazie a BetLabel Online, ciò che accade dentro la mente del tifoso resta ancora un enigma affascinante.

Il cuore non accetta quote

C’è un dato curioso, emerso da un’indagine condotta da YouGov nel 2023, che parla chiaro: il 47% degli scommettitori abituali ammette di aver puntato almeno una volta sulla propria squadra del cuore “contro ogni evidenza”.Non per convenienza, non per strategia, ma per puro istinto emotivo.  Il fenomeno ha un nome ben noto agli psicologi comportamentali: “bias del tifo”.In pratica, l’affezione emotiva verso un determinato club porta il cervello a sovrastimare le probabilità di successo, anche quando i numeri, quelli veri, dicono tutt’altro. È come se il pallone diventasse una sfera di cristallo, e ogni partita una profezia.

L’esempio che viene da Napoli

Basta spostarsi idealmente al Maradona, lo stadio dove il calcio è religione, per capire quanto il cuore possa influenzare le scelte.  Nel corso della stagione 2022-2023, in pieno slancio scudetto, le scommesse sul Napoli hanno subito un’impennata impressionante, con una crescita del 34% nelle giocate “1 fisso” anche contro squadre tecnicamente superiori in trasferta.

Molti tifosi partenopei hanno continuato a scommettere sulla vittoria della propria squadra anche dopo l’aritmetica conquista del campionato, quando Spalletti cominciava già a ruotare la rosaù; non importava, il Napoli avrebbe vinto comunque perché “se lo sentivano”.

Quando la testa fa il suo lavoro (e vince)

Ma c’è anche l’altro lato della medaglia: quello di chi riesce a scindere il tifo dal portafogli.Scommettitori che, pur amando la propria squadra, riescono a dire: oggi perdiamo.  Ed è lì che nasce il vero paradosso emotivo: tifare per la vittoria, ma incassare dalla sconfitta.Molti professionisti del betting lo sanno bene.L’ex trader di quote inglese Matthew Benham, diventato poi presidente del Brentford FC, ha più volte dichiarato di non aver mai scommesso sul suo club per non “inquinare” il giudizio.

Eppure, i dati elaborati dalla sua società di analisi, la Smartodds, venivano usati per orientare il comportamento di molti scommettitori professionisti.

L’illusione del “li conosco troppo bene”

Un altro tranello mentale tipico del tifoso scommettitore è la cosiddetta illusione di conoscenza approfondita.  Si crede di sapere tutto: l’undici titolare, gli infortuni, l’umore dello spogliatoio, il modulo preferito del mister.E allora si scommette d’impulso.  Perché “stavolta segna Politano”, oppure “la Juve contro le provinciali si addormenta sempre”.Ma le statistiche, spesso, raccontano un’altra verità.  Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Psychology of Sport and Exercise, i tifosi sovrastimano la probabilità di successo della propria squadra di oltre il 20% rispetto alla media dei pronostici neutri.

I social e l’effetto gregge

E poi ci sono i social, con le loro bollette condivise, i pronostici degli “esperti” improvvisati, gli screenshot celebrativi del giorno dopo.Lì il tifo diventa una giostra impazzita di conferme reciproche.Su Twitter e Telegram si moltiplicano i canali dedicati alle scommesse, spesso gestiti da appassionati (non sempre competenti), che mescolano fede calcistica e calcoli azzardati.

Eppure, nonostante l’elevato margine di errore, quel tipo di contenuto funziona.Perché dà l’illusione di essere parte di una tribù.

Cuore e testa: si può trovare un compromesso?

Forse sì ma serve metodo.  Alcuni consigliano di evitare del tutto le giocate che coinvolgono la propria squadra del cuore.Altri, più indulgenti, suggeriscono di usare stake minimi per queste partite, quasi a considerarle uno sfizio, un gesto scaramantico.  C’è anche chi si affida a software predittivi, per togliere di mezzo l’emotività.Ma la verità è che, finché il calcio sarà emozione pura, sarà impossibile spegnere del tutto il cuore.

SOTTO LA LENTE: Marco Bellich. Il difensore incedibile con il vizio del gol.

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Marco Bellich è nato a Novara il 5 maggio 1999.Alto 188 cm, nasce come difensore centrale di piede sinistro, ma può giocare anche nel ruolo di terzino sinistro.

Inizia la sua storia a Castellammare di Stabia nel 2023, viene infatti acquistato il 25 agosto ’23.All’inizio di quest’estate, voci di corridoio volevano Marco vicino ai biancoverdi, forte era infatti l’interesse dell’Avellino ad averlo in rosa, voci per fortuna smentite poche ore dopo dal nostro DS Matteo Lovisa, che lo ha definito INCEDIBILE.

Qualche giorno dopo, nello specifico il 2 luglio 2025 arriva infatti il rinnovo di Bellich con la Juve Stabia fino al 30/06/2027.

LA CARRIERA
Inizia la sua carriera nella sua città natale, nel club locale del Novara Calcio, per poi passare in prestito per una breve parentesi nella primavera del genoa, dove avrà modo di giocare con ragazzi che faranno il loro esordio in A, un nome che ricordiamo su tutti è quello di Sturaro.Ritorna dopo qualche mese a Novara e viene “promosso” in prima squadra nel 2017, esordendo in serie C però solo nel 2019 contro il Cuneo.

Resta con il Novara fino al 2021, collezionando 21 presenze.Nell’agosto dello stesso anno passa alla Lucchese, squadra militante in serie C girone B.

A Lucca incontra per la prima volta quello che potremmo definire il suo “mentore” Guido Pagliuca.Quell’anno Marco diventa un perno fondamentale della difesa, collezionando infatti 32 presenze e mettendo a segno anche un gol.

Con la Lucchese gioca per la prima volta i playoff di serie C, in quanto la squadra chiude il campionato in ottava posizione.Verrà eliminata al primo turno, a causa della sconfitta contro il Gubbio (1-0).

Si trasferisce nel 2022 a Vicenza, dove firma un contratto triennale fino al 30 giugno 2025.Tuttavia, con la squadra veneta resterà solo un anno, fino al 2023 collezionando 25 presenze.

Nell’agosto 2023 passa alla Juve Stabia, allora militante nel campionato serie C girone C per la sua prima esperienza al sud.A Castellammare ritrova il tecnico Guido Pagliuca, per il quale ritorna ad essere, anche in questa nuova esperienza, un titolare inamovibile.

Castellammare e la Juve stabia saranno per Marco il terreno della sua consacrazione.Nel primo anno a Castellammare, che vedrà poi la Juve Stabia, vincere matematicamente con 3 giornate d’anticipo il campionato di serie C girone C grazie al pareggio ottenuto l’8 aprile 2024 sul campo del Benevento, (So che questa data l’avete bene impressa nella memoria anche voi, ma è sempre bello ricordare certi momenti), il ragazzo si scopre anche prolifico in zona gol.

Segna infatti 8 gol in quel campionato, 2 dei quali, permettetemi di dirlo, pesantissimi, in 2 derby.Nella seconda giornata del campionato, è stato decisivo segnando il gol della vittoria contro l’Avellino, durante la sedicesima giornata, ha firmato la rete decisiva nel derby contro il Benevento.

Grazie ai suoi gol Marco è entrato nella storia del nostro club, diventando il difensore che ha segnato più gol in una sola stagione.Conclude un anno da incorniciare collezionando ben 39 presenze e grazie alle sue prestazioni (non solo i suoi gol) che non passano inosservate, vince il premio miglior calciatore del mese di dicembre 2023 della serie C.

L’anno scorso per la prima volta si trova a mettersi in gioco in un campionato difficile, non per nulla è stato definito come il campionato più equilibrato d’Europa, come quello della serie B italiana, ma lo fa con una crescita e consapevolezza dei suoi meriti caratteristici del leader che è ormai diventato nell’ambiente gialloblù.I numeri dell’anno scorso lo consacrano come una presenza titolarissima al centro della difesa, gioca infatti per 34 partite, per un totale di 2705 minuti.

Non si conferma il bomber della stagione precedente, tuttavia i suoi gol sono, seppur meno numericamente, altrettanto importanti.Da il via, infatti, al grande campionato della Juve stabia, segnando all’esordio contro il Bari, partita conclusasi per 3-1 a favore della squadra campana, e ritrovando la rete nella gara contro il Sudtirol il 6 dicembre 2024, anch’essa finita con la vittoria, questa volta di 2-1, a favore dei gialloblù.

CURIOSITA’
Marco ormai è “uno di noi”, così è stato definito da più tifosi e crediamo anche noi che un po’ sia vero, lui stesso ha sottolineato infatti il legame con la piazza in un post sul suo profilo Instagram a seguito della passata stagione definendola una “stagione straordinaria” e ringraziando la città con lo storico motto “Post fata resurgo”.

Nel dicembre 2024 è stato premiato come “Miglior difensore del girone C dell’anno 2023/2024” durante il festival del calcio italiano tenutosi a “Villa Egidio Events”.Nella scorsa primavera, Bellich ha partecipato ad un meet & greet presso lo store del club, riscuotendo grande successo tra i tifosi: in quell’occasione si è concesso a fare foto, firmare autografi e scambiare qualche chiacchera con i partecipanti, cosicché la città potesse conoscerlo un pò anche fuori dal campo.

La storia di Marco Bellich in gialloblù, finora, è stata sempre e solo fatta di note liete.Noi ci auguriamo che la nuova stagione, che è ormai ai nastri di partenza, (si parte domani con la sfida di coppa Italia Frecciarossa contro il Lecce) possa essere altrettanto (se non di più) soddisfacente e ricca di momenti straordinari e da incorniciare; ma, nel mentre, noi ci godiamo la sicurezza di avere il nostro muro-goleador ancora per un po’ in gialloblù.

Juve Stabia: L’attesa per i tifosi è finita, a Lecce inizia una nuova stagione con Ignazio Abate in panchina

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L’inizio di una nuova avventura porta sempre con sé un misto di emozioni, un’eccitazione palpabile che si avverte in ogni angolo della città.I tifosi sono pronti a riempire nuovamente gli spalti del “Romeo Menti”, a macinare chilometri per sostenere la squadra in ogni stadio d’Italia e a sognare un altro capitolo di gloria per le amate Vespe.

Una Nuova Guida e le Ambizioni di Mercato

A guidare la squadra in questa nuova sfida sarà il tecnico Ignazio Abate, arrivato per raccogliere l’eredità di una stagione trionfale e costruire una squadra capace di competere nel difficile campionato cadetto.

L’entusiasmo è alimentato anche dalle operazioni di mercato, con la società che lavora per allestire una rosa all’altezza, un mix di esperienza e giovani promesse pronte a lottare con il coltello tra i denti.C’è voglia di tornare a sognare in grande, di rivivere notti magiche e di vedere le Vespe affermarsi anche su palcoscenici più prestigiosi.

I primi impegni stagionali prima della sosta prevista per il 7 settembre

La stagione della Juve Stabia si apre con un calendario che promette scintille, un vero e proprio tour de force che metterà subito alla prova la squadra di Ignazio Abate.

Tre impegni cruciali, uno dietro l’altro, che definiranno le ambizioni e il potenziale delle Vespe in vista di un’annata impegnativa.Il mese di agosto si apre con un appuntamento di grande fascino e difficoltà: la trasferta in Coppa Italia al “Via del Mare” contro il Lecce.

Un esordio col botto per Abate, che avrà l’occasione di confrontarsi con una squadra di categoria superiore, misurando fin da subito la solidità del suo gruppo e l’efficacia del suo schema di gioco.La prima partita in Serie B, invece, vedrà la Juve Stabia ancora in viaggio, stavolta in Liguria, contro la Virtus Entella a Chiavari.

Una trasferta ostica, contro una squadra che neopromossa e difficile da decifrare.Sarà un esame cruciale per capire la vera forza e la mentalità di una squadra che ha voglia di stupire.

E infine, il momento più atteso: il debutto stagionale tra le mura amiche del “Romeo Menti” contro il Venezia di Andrea Adorante.Il ritorno a casa sarà un’occasione per abbracciare i propri tifosi e per mostrare di che pasta è fatta questa nuova Juve Stabia.

Il Venezia, con Adorante alla guida, sarà un avversario di tutto rispetto, e la partita si preannuncia spettacolare.Per Ignazio Abate, questo inizio di stagione sarà una vera e propria prova del nove.

In tre partite, il tecnico dovrà dimostrare di aver creato una squadra solida, in grado di reggere l’urto di avversari di alta caratura e di mettere in mostra un gioco efficace e vincente.Un agosto caldo, insomma, che dirà molto sulle ambizioni di questa nuova, entusiasmante, Juve Stabia.

ABATE: è scattata l’ora del primo impegno ufficiale.

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Il tempo delle amichevoli è finito e per la Juve Stabia è scattata l’ora del primo impegno ufficiale, domani sera in Coppa Italia in casa del Lecce.A presentare la gara è mister Ignazio Abate: “Una vigilia bella, arriviamo da un mese di ritiro in cui abbiamo lavorato a testa bassa con alti carichi.

Ora c’è una gara vera, con tensione ed emozione particolare.Sarà gara importante, contro squadra di categoria superiore.

SULLA PARTITA:
“Lecce ha un mix di esperti e giovani, ha un grande allenatore e ci sarà una bella cornice.

Per noi tappa di crescita, ci sarà da soffrire e anche tanto ma sono sicuro che è squadra ha carattere e umiltà per proporre qualcosa.Non perderemo la nostra identità.

Dovremo essere in grado di soffrire quando ci sarà da difendere, con un blocco basso.Sarà importante anche la gestione della palla, il non far respirare l’avversario, conterà trovare subito il giusto equilibrio.

I carichi di lavoro si faranno sentire e a livello numerico non siamo tanti, quindi non avremo tanti cambi”.

SUL SISTEMA DI GIOCO:
“il modulo lo fanno i calciatori.Amo e sono cresciuto con difesa a 4, ma ciò non toglie che potremo difendere a 5.

Contano i principi e lavorare su entrambe le idee.Poi dipende dal mercato, non dico che siamo ancora un cantiere aperto ma abbiamo bisogno di mettere dentro ancora dei tasselli.

Ho un gruppo tanto giovane che dobbiamo far crescere senza caricarli di responsabilità, ma allo stesso tempo devono crescere velocemente”.

SULLA FORMAZIONE:
“Varnier si è allenato con noi solo nell’ultimo giorno.Pierobon ha una infiammazione e va gestito per non perderlo per troppo tempo.

Idem Buglio che pure soffre di una infiammazione”.

SULLA PROSSIMA SERIE B:
“E’ il Campionato più equilibrato e imprevedibile di Europa.In due partite ti trovi dai playoff ai playout.

Serve un grande equilibrio mentale, conterà anche fisico e condizione, ovvero il motore della rosa”.

SUL MERCATO:
“Un attaccante arriverà sicuramente.Sappiamo dove intervenire, bisogna aver pazienza ma allo stesso tempo non ci dobbiamo far distrarre dal mercato ancora aperto.

Cacciamani?Ha già grande gamba e può aiutarci molto”.

infine, SULLA PIAZZA:
“Avverto il calore dei tifosi.Le piazze del Sud ti danno tantissima spinta che devi saper gestire e non farti trasportare troppo.

Non sono abituato a vendere fumo, io penso a lavorare.Noi dobbiamo mantenere la categoria con le unghie e con i denti, perché quando ti ritrovi in certe zone calde devi essere bravo a lottare.

Non è semplice quando cambi 13-14 calciatori quindi si deve resettare e ci vuole tempo.Ma sono fiducioso e bisogna far punti soprattutto in casa”.

Juve Stabia, storia in Coppa Italia: Un’altalena di emozioni, fatta di gioie inaspettate e cocenti delusioni

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Un filo lungo decenni lega le gesta della Juve Stabia in Coppa Italia, un percorso accidentato dove l’entusiasmo ha spesso dovuto fare i conti con la dura legge del campo.I tifosi più maturi ricorderanno la sfida del 1994 contro l’Udinese, un assaggio del grande calcio che si concluse con una sconfitta di misura (0-1), ma che lasciò il seme della consapevolezza di potersela giocare.

Ben più dolce è il ricordo della magica notte dell’agosto 2012, quando le Vespe di Piero Braglia fecero tremare la Sampdoria di Serie A, imponendole un pareggio per 1-1 e superandola poi in un’elettrizzante sequenza di calci di rigore che fece esplodere il “Menti”.Ma la Coppa sa essere anche crudele.

Brucia ancora oggi la delusione patita contro l’Imolese nell’agosto del 2019.Una sconfitta ai rigori che negò al popolo gialloblù un affascinante viaggio a Marassi contro il Genoa, un sogno svanito sul più bello che lasciò un’intera tifoseria con l’amaro in bocca.

Istantanee di un Amore Infinito: Firenze e la Beffa con il Siena

Nel ricco album dei ricordi della Juve Stabia in Coppa Italia, la trasferta a Firenze contro la Fiorentina occupa un posto d’onore, un’istantanea indelebile che continua a far battere forte il cuore dei tifosi.

Fu una notte di fine novembre 2012, una di quelle in cui il calcio sa regalare favole inaspettate.Le Vespe, all’epoca allenate da Piero Braglia, si ritrovarono a sfidare una squadra di Serie A, una corazzata guidata da campioni e con un blasone pesante.

Quella partita non era solo un match ma un’occasione per misurarsi con il grande calcio e per dimostrare che la passione e la grinta potevano fare la differenza.L’atmosfera era elettrica con migliaia di tifosi gialloblù che avevano invaso il settore ospiti del “Franchi”, trasformandolo in un’oasi di entusiasmo e colore.

In campo, la Juve Stabia non si lasciò intimorire dalla differenza di categoria.La squadra lottò su ogni pallone, giocando con il cuore e con la determinazione di chi non ha nulla da perdere.

L’impresa, purtroppo, non si concretizzò con la vittoria – i viola si imposero per 2-0 – ma quella sera le Vespe dimostrarono il loro valore, tenendo testa a una squadra di Serie A e uscendo dal campo a testa alta, tra gli applausi dei propri sostenitori.Una notte altrettanto carica di pathos si visse a Castellammare nell’agosto del 2005.

L’avversario era il Siena, allora militante nel massimo campionato.Le Vespe presiedute da Paolo D’Arco, erano state appena ripescate in C1, vivendo un’estate di grandi speranze.

La partita fu un’autentica battaglia, una sfida dal sapore di Davide contro Golia.Quando il sogno di portare la gara ai supplementari sembrava a un passo, un gol nel finale dell’attaccante argentino Roberto Nanni gelò il “Menti”, fissando il punteggio sull’1-2 e spezzando l’incantesimo.

Una beffa atroce ma anche la testimonianza di una squadra mai doma.

Il Presente si Chiama Lecce: Sognare non Costa Nulla

Ora, il passato si mette da parte e il presente si chiama Lecce.I salentini, squadra che milita stabilmente in Serie A, rappresentano un avversario temibile e un ostacolo sulla carta proibitivo.

Ma la Juve Stabia è pronta a lottare su ogni pallone, a mettere in campo tutta la sua grinta e a sognare un’altra impresa, sospinta dal calore del proprio pubblico.Il calcio, si sa, è imprevedibile e la Coppa Italia, in particolare, è il palcoscenico perfetto per le favole.

Che sia la volta buona per aggiungere un’altra pagina gloriosa a questa storia di passione e battaglie?I tifosi delle Vespe ci credono, pronti ancora una volta a cantare e a soffrire per i loro colori.

Juve Stabia, l’inizio della fine: Il 15 agosto 1999 e il tramonto dell’era Fiore

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Un Ferragosto di quasi un quarto di secolo fa, il 15 agosto 1999, si trasformò in un’arena di speranze e, col senno di poi, di amare illusioni per i tifosi della Juve Stabia.Le “Vespe”, ancora ferite dalla cocente delusione della finale playoff persa contro i cugini del Savoia al Partenio di Avellino, si apprestavano a iniziare una nuova stagione con l’ambizione di lasciarsi alle spalle il passato e puntare dritti alla Serie B.

L’esordio in Coppa Italia contro il Brescia di Nedo Sonetti, squadra di caratura superiore, sembrava l’occasione perfetta per lanciare un segnale al campionato.Sotto un sole cocente, in un “Romeo Menti” gremito di passione, la squadra stabiese compì l’impresa.

Un gol di Davide Di Nicola bastò per piegare le “Rondinelle” e regalare ai tifosi una vittoria di prestigio.L’entusiasmo era palpabile, la sensazione era quella di essere all’alba di una stagione da protagonisti.

Pochi potevano immaginare che quella vittoria, invece di essere l’inizio di una cavalcata trionfale, sarebbe rimasta una delle poche, se non l’unica, vera gioia di un’annata disastrosa.Il destino, infatti, iniziò subito a mostrare il suo lato più crudele.

Un gesto sconsiderato – il lancio di una bottiglietta verso un assistente dell’arbitro – costò alla Juve Stabia una pesantissima squalifica del campo.Il “Menti” divenne un fortino violato e le Vespe furono costrette a un esilio forzato che minò le certezze della squadra per quasi l’intera durata della competizione.

Quel successo estivo si rivelò un fuoco di paglia.Dopo un incoraggiante pareggio esterno contro la Reggiana, iniziò un cammino da incubo in Coppa Italia: le sconfitte contro Pescara (sia in “casa” al San Paolo di Napoli che in trasferta, con un pesante 5-2), Brescia e Reggiana sancirono una mesta eliminazione.

Nonostante le difficoltà in coppa, le premesse per il campionato rimanevano alte.La rosa allestita dal presidente Roberto Fiore era considerata da tutti una delle più forti del girone, costruita con l’obiettivo dichiarato della promozione diretta o, in subordine, attraverso i playoff.

Invece, la stagione si trasformò in una lenta e inesorabile agonia.Un girone di ritorno da incubo vide la squadra sprofondare in una crisi di gioco e di risultati, scivolando pericolosamente fino alla zona playout.

Lo spareggio per la salvezza contro l’Atletico Catania rappresenta ancora oggi una delle pagine più umilianti della storia gialloblù.La sconfitta decretò una drammatica e inaspettata retrocessione in Serie C2, un verdetto che la piazza visse come un affronto.

Quella caduta segnò la fine di un’era.L’ambizioso progetto del presidente Roberto Fiore si sgretolò sotto il peso della delusione e delle difficoltà economiche.

La stagione successiva in C2 fu anonima e travagliata, il preludio al fallimento societario che avrebbe cancellato, ancora una volta, la Juve Stabia dal calcio professionistico.Quel 15 agosto del 1999, con la sua vittoria illusoria, resta così il simbolo di un sogno infranto e dell’inizio della fine di un capitolo indimenticabile, nel bene e nel male, della storia del calcio a Castellammare di Stabia.

L’AZZURRO PENSIERO ESTIVO. Un romantico pensiero macedone. Per Conte la crescita è solo all’inizio

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Il club ha mosso passi concreti per rinforzare la rosa.La pista per Lookman si è riaperta con un’accelerazione verso l’Atalanta e la preparazione di un “contratto stellare”, mentre si valuta anche il possibile ritorno di Elmas.

Il DS Manna valuta anche altre alternative.Per Grealish, l’interesse è serio, ma le negoziazioni con il Manchester City presentano ancora degli ostacoli.

Intanto, si indaga sulla vendita di biglietti falsi per le amichevoli a Castel di Sangro, mentre i tifosi possono acquistare i tagliandi per le gare e seguirle in pay-per-view.L’ultima uscita sarà quella di domani contro i campioni di Grecia dell’Olympiakos.

Astor – Un secolo di tango: quando il Balletto di Roma incontra il cuore dell’Argentina

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Ieri sera, al Teatro Antico di Taormina, “Astor – Un secolo di tango” ha regalato al pubblico un viaggio intenso nella storia e nell’anima di uno dei generi più affascinanti e magnetici al mondo. Una produzione raffinata, sostenuta da un cast artistico di alto livello e da un’orchestra dal vivo che ha reso omaggio alla musica di Astor Piazzolla con passione e rigore.

Da cultrice della danza e della musica, con una direzione di scuola di danza alle spalle e due lauree in conservatorio, ho osservato ogni passo, ogni dinamica coreografica e ogni frase musicale con lo sguardo esperto di chi conosce i meccanismi della scena. Ma a un certo punto, le emozioni hanno preso il sopravvento: mio nonno paterno suonava la fisarmonica, e nelle vibrazioni del bandoneon, è emerso un ricordo personale, ho ritrovato il suono caldo e familiare della mia infanzia. Un frammento di memoria che ha reso la serata ancora più viva e toccante.

Il Balletto di Roma ha dimostrato ancora una volta la sua solidità e versatilità interpretativa. Le coreografie di Valerio Longo hanno saputo alternare momenti di precisione geometrica a frasi di movimento più libere e sensuali, restituendo la dualità del tango: disciplina e passione. La regia di Carlos Branca ha tessuto un racconto visivo coerente, arricchito dalla narrazione elegante di Vincenzo Bocciarelli, che ha accompagnato il pubblico in un viaggio culturale e sentimentale.

L’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, diretta con sensibilità e vigore da Luca Salvadori, ha sostenuto i danzatori con un tappeto sonoro impeccabile. In primo piano, il bandoneon di Mario Stefano Pietrodarchi – autentico protagonista emotivo della serata – ha incarnato la voce stessa del tango, con timbri capaci di passare dalla carezza alla ferita.

L’ingresso dei tangheri Giampiero Cantone e Stefany Ortiz ha alzato ulteriormente la temperatura scenica: la loro connessione fisica e musicale, frutto di anni di esperienza, ha reso tangibile la filosofia del tango, fatta di sguardi, sospensioni e improvvisi cambi di direzione. Il corpo di ballo del Balletto di Roma ha saputo integrarsi armoniosamente, evitando il cliché dell’imitazione sterile e restituendo un’interpretazione personale, rispettosa delle radici ma aperta alla contaminazione contemporanea.

Astor – Un secolo di tango non è stato solo uno spettacolo: è stato un atto d’amore per un’arte che nasce dalla strada e arriva nei teatri più prestigiosi, senza perdere la sua anima. Per me, è stato anche un ponte emotivo con la mia storia familiare e artistica, una conferma che la danza e la musica non vivono solo nei corpi e negli strumenti, ma nella memoria e nel cuore di chi le ama.

Chiunque ami l’arte – che sia tango, danza contemporanea o musica dal vivo – non può perdere un’occasione come questa. Perché il tango, come la vita, non si spiega: si balla, si ascolta e… si vive.

Ancora una volta la Fondazione Taormina Arte Sicilia, nell’ambito del Festival Taormina Arte e sotto la direzione artistica di Gianna Fratta, ha reso possibile una serata di altissimo livello, confermando la sua missione di promuovere cultura e bellezza in uno dei luoghi più suggestivi al mondo.

Mariella Musso – Giornalista pubblicista / Vivicentro 

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Juve Stabia, l’ex Niccolò Fortini e il prestito che valeva una carriera: Dalla Serie B al grande calcio

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Per Niccolò Fortini questa è un’estate da incorniciare.Il giovane difensore della Fiorentina, reduce da un’ottima stagione in prestito alla Juve Stabia, sta vivendo un precampionato da protagonista, respirando l’aria del calcio inglese e guadagnandosi la fiducia di mister Stefano Pioli.

I primi segnali positivi sono arrivati al King Power Stadium, dove Fortini è sceso in campo da titolare nell’amichevole contro il Leicester City.Un’opportunità importante per mettersi in mostra fin dall’inizio e dimostrare di meritare un posto in squadra.

Pochi giorni dopo, il sogno è diventato ancora più grande: il giovane calciatore ha assaggiato il prestigioso prato dell’Old Trafford di Manchester, subentrando nella ripresa del match contro il Manchester United.Queste due esperienze consecutive in stadi leggendari, e contro avversarie di primo livello, non sono casuali.

Sembrano indicare una chiara volontà da parte di Pioli di puntare su di lui.L’ex tecnico rossonero, che ha sempre avuto un occhio di riguardo per i giovani talenti, ha evidentemente notato la crescita del ragazzo durante la sua esperienza alla Juve Stabia, dove ha collezionato 27 presenze in Serie B.

Il percorso di Fortini è un esempio di come un prestito in una categoria inferiore possa essere un trampolino di lancio per una carriera ad alti livelli.Ora, con la fiducia dell’allenatore e l’esperienza accumulata in piazze importanti, il giovane calciatore ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un ruolo da protagonista nella sua prima vera stagione con la maglia della Fiorentina, pronto a respirare l’aria del grande calcio e a calcare palcoscenici sempre più prestigiosi.

Juve Stabia, il giovane cuore pulsante: Attesa e speranza per la nuova annata del settore giovanile gialloblù

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Non solo la prima squadra, ma tutto il mondo giallo e blu della Juve Stabia si prepara a vivere una nuova, entusiasmante stagione.Riflettori puntati sul settore giovanile, vero e proprio cuore pulsante del club e fucina di talenti che, un giorno, potrebbero calcare i campi professionistici indossando la maglia delle Vespe.

Dalla Primavera fino alle categorie dei più piccoli, l’obiettivo è chiaro: formare i campioni del domani, sia a livello tecnico che umano.Il lavoro svolto sui giovani atleti non si limita al campo da gioco, ma si concentra sulla crescita a 360 gradi, trasmettendo i valori sportivi fondamentali come il rispetto, la disciplina e la passione.

La stagione che sta per iniziare si preannuncia ricca di sfide e opportunità.I giovani talenti avranno modo di confrontarsi con realtà importanti, mettendosi alla prova e affinando le proprie capacità.

L’impegno e la dedizione di allenatori, preparatori e staff dirigenziale saranno cruciali per guidare questi ragazzi nel loro percorso di crescita.Il successo della prima squadra, oramai consolidata in Serie B, è un ulteriore stimolo per tutto il movimento giovanile.

I ragazzi sognano di ripercorrere le orme dei loro idoli, e la società è pronta a investire tempo e risorse per coltivare questi sogni.La Juve Stabia crede fermamente nel potenziale dei suoi giovani e sa che da questi vivai possono nascere i protagonisti del futuro.

Il fischio d’inizio è vicino e l’attesa è palpabile: la nuova stagione del settore giovanile sta per cominciare e con essa la speranza di vedere, un domani, questi ragazzi brillare sul grande palcoscenico del calcio.Alla guida della Primavera ci sono i mister Donato Capone e Rosario Chiaiese, che lavoreranno per preparare i ragazzi al salto nel calcio dei grandi.

La squadra Under 17 sarà diretta da mister Michele Sacco, mentre le altre formazioni Under saranno guidate da Eugenio Romano, Francesco Criscuoli e Alessandro Gaveglia.Questi mister avranno il compito cruciale di non solo allenare i ragazzi sul campo, ma anche di trasmettere loro i valori fondamentali dello sport e della vita.

L’obiettivo è chiaro: far crescere atleti di talento e, soprattutto, uomini integri.

Juve Stabia, ufficiale: Tomi Petrovic lascia le Vespe e firma con il Treviso

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Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, si è concretizzata ufficialmente la cessione di Tomi Petrovic dalla Juve Stabia al Treviso.L’attaccante, arrivato in gialloblù solo nel corso di questa sessione estiva, non ha pienamente convinto il nuovo tecnico Ignazio Abate.

In un’ottica di reciproca correttezza e per garantire al calciatore le giuste opportunità di crescita e continuità, la società e il giocatore hanno deciso di comune accordo di separare le proprie strade.

I comunicati ufficiali dei club

La Juve Stabia ha formalizzato l’operazione attraverso una nota ufficiale: “La S.S.Juve Stabia 1907 comunica di aver ceduto in prestito con obbligo di riscatto l’attaccante Tomi Petrovic, classe 1999, al Treviso F.C.

La società desidera ringraziare Tomi per la professionalità, la dedizione e l’attaccamento alla maglia dimostrati in gialloblù, augurandogli le migliori fortune per il prosieguo della carriera.”

Poco dopo è arrivata anche la nota del club veneto.Il Treviso ha accolto con entusiasmo il nuovo acquisto: “Il Treviso FBC è lieto di annunciare l’ingaggio dell’attaccante Tomi Petrovic, classe ‘99, che arriva dalla Juve Stabia in prestito con obbligo di riscatto condizionato al verificarsi di determinate condizioni.

L’operazione gestita dal Direttore Sportivo del Club, Pierfrancesco Strano, porta dunque in biancoceleste una prima punta di spessore e con un importante bagaglio di esperienze tra Serie B e Serie C.”

Le parole della dirigenza del Treviso

Grande soddisfazione è stata espressa da Alessandro Botter, Vicepresidente e Socio di maggioranza del Treviso FBC, che ha sottolineato l’importanza strategica dell’ingaggio: “L’ingaggio di Tomi chiude il nostro mercato nel migliore dei modi.Parliamo di un attaccante importante, con caratteristiche precise che cercavamo.

Ma più di tutto, ciò che ci ha colpiti è stata la sua determinazione nel voler scendere dalla Serie B alla Serie D pur di sposare il progetto Treviso.Una scelta controcorrente che dimostra mentalità, fame e consapevolezza del percorso che vogliamo fare.

Questo tipo di motivazione è ciò che ci serve per affrontare una stagione ambiziosa.”

Botter ha inoltre aggiunto dettagli sulla visione a lungo termine del club: “Con la firma di Petrovic confermiamo una linea societaria ben precisa, ovvero quella di iniziare a costruire il Treviso del futuro blindando i giocatori con contratti pluriennali e anche Tomi, al verificarsi di determinate condizioni, rientra in questa strategia.Ecco perché oggi l’80% della nostra rosa ha già in tasca un contratto biennale, segno che stiamo pensando non solo all’immediato, ma anche a dare continuità e solidità al progetto tecnico.”

Il profilo dell’attaccante

Nato a Tolosa, Francia, Tomi Petrovic è un attaccante moderno di 26 anni, che unisce una notevole prestanza fisica a una tecnica di buon livello.

Alto 1,93 metri, è un centravanti di piede destro abile nel gioco aereo e forte nella protezione della palla.Le sue qualità non si limitano all’area di rigore: è anche uno specialista nei calci piazzati, in particolare punizioni e rigori.

La sua carriera è iniziata nelle giovanili di club prestigiosi come il Sesvete e la Dinamo Zagabria in Croazia.A soli 16 anni ha esordito nel calcio professionistico in Austria, vestendo le maglie di Deutschlandsberger SC, GAK 1902, Rapid Kapfenberg e SV Kapfenberg, con cui ha giocato nella 2.

Liga.Il suo arrivo in Italia è avvenuto con la Virtus Entella, dove ha giocato sia con la formazione Under 19 che in Prima Squadra.

Da lì, ha costruito una solida carriera in Serie C, giocando per Rimini, Pro Vercelli, Lucchese, Lecco, Pordenone, Pontedera, SPAL e Trento, prima del recente passaggio alla Juve Stabia in Serie B.Nel suo curriculum vanta:

  • 17 presenze e 1 gol in Serie B
  • 174 presenze, 27 gol e 9 assist in Serie C
  • 28 presenze e 1 gol nella 2.

    Liga austriaca

  • 6 presenze, 2 reti e 1 assist in Coppa Italia

Depilazione 2025: Le tecnologie avanzate rendono il tutto più veloce, meno doloroso e adatto a tutti di pelle

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Il futuro della depilazione è già qui, e il 2025 si preannuncia come un anno di consolidamento e ulteriore sviluppo per le tecnologie più avanzate che stanno rivoluzionando il modo in cui ci liberiamo dei peli superflui.L’era delle cerette dolorose e delle rasature quotidiane sta progressivamente lasciando spazio a soluzioni sempre più efficaci, confortevoli e, soprattutto, accessibili a un pubblico più ampio.

La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica hanno permesso di superare molti dei limiti che caratterizzavano i metodi tradizionali, rendendo i trattamenti di epilazione non solo più veloci e meno dolorosi, ma anche adattabili a una varietà impensabile di tipi di pelle e colorazioni di peli.Questa trasformazione risponde a una crescente domanda di praticità, benessere e risultati duraturi, spingendo i centri estetici a dotarsi di apparecchiature all’avanguardia per soddisfare le aspettative di una clientela sempre più informata ed esigente.

Il desiderio di una pelle liscia e impeccabile, unito alla necessità di ottimizzare tempo e risorse, ha alimentato lo sviluppo di dispositivi laser e a luce pulsata (IPL) sempre più sofisticati.Questi sistemi non solo promettono una riduzione significativa e permanente della peluria, ma lo fanno con un livello di comfort prima impensabile.

L’attenzione si è spostata dalla semplice eliminazione del pelo a un approccio più olistico, che considera la salute e l’integrità della pelle.L’obiettivo è offrire un’esperienza di depilazione che sia al tempo stesso efficace e delicata, minimizzando disagi e tempi di recupero.

Se si sta considerando di intraprendere questo percorso e si desidera valutarne l’investimento, è utile consultare risorse specializzate come Lasermilano.it  per farsi un’idea dei costi dell’epilazione laser e comprendere meglio le opzioni disponibili.

L’innovazione al servizio del comfort e della velocità

Uno dei progressi più significativi nel campo dell’epilazione avanzata riguarda la velocità e il comfort dei trattamenti.Le nuove generazioni di dispositivi laser e IPL sono dotate di tecnologie che permettono di trattare aree più ampie in tempi ridotti e con una sensazione di calore o pizzicore notevolmente attenuata.

  • Tecnologie a movimento continuo (in-motion): Molti laser moderni operano con una modalità “in-motion”, che consente all’operatore di passare il manipolo sulla pelle in modo fluido e continuo.

    Questo non solo velocizza l’esecuzione del trattamento, ma distribuisce l’energia in modo più uniforme e progressivo, rendendo l’esperienza meno fastidiosa e più tollerabile rispetto ai precedenti impulsi singoli più intensi.

  • Sistemi di raffreddamento avanzati: Il comfort è ulteriormente migliorato grazie a sofisticati sistemi di raffreddamento integrati nei manipoli dei dispositivi.Cristalli di zaffiro raffreddati, getti d’aria fredda o sistemi criogenici pre-raffreddano la pelle prima, durante e dopo l’emissione dell’impulso laser.

    Questo non solo riduce la sensazione di calore, ma protegge anche l’epidermide da eventuali surriscaldamenti, garantendo una maggiore sicurezza.

  • Larghezze di spot maggiori: I manipoli più recenti sono dotati di spot (l’area coperta dall’impulso laser) di dimensioni maggiori.Questo significa che una singola “passata” del laser copre una superficie più ampia, riducendo drasticamente il tempo necessario per trattare zone estese come gambe o schiena.

Adattabilità a tutti i tipi di pelle e peli

Un’altra rivoluzione riguarda l’ampia gamma di fototipi e colori di peli che possono essere trattati con successo.

In passato, l’epilazione laser era meno efficace su pelli scure o peli chiari, a causa del rischio di danneggiare la melanina presente nella pelle o della scarsa presenza di melanina nel pelo.Il 2025 vede il superamento di questi limiti:

  • Laser specifici per pelli scure (Nd-YAG): I laser Nd-YAG, con la loro lunghezza d’onda più lunga, sono ora ottimizzati per penetrare più in profondità, bypassando la melanina dell’epidermide e bersagliando direttamente il follicolo.

    Questo li rende estremamente sicuri ed efficaci anche su fototipi di pelle più scuri, riducendo al minimo il rischio di iperpigmentazione o ipopigmentazione.

  • Tecnologie ottimizzate per peli chiari o sottili: Sebbene i peli molto chiari (biondi, rossi, bianchi) rimangano una sfida, le innovazioni stanno portando a risultati migliori.Alcuni dispositivi sfruttano la luce pulsata con filtri specifici o combinano diverse lunghezze d’onda per aumentare l’assorbimento da parte della melanina residua o di altri cromofori nel follicolo, migliorando l’efficacia anche su peli meno pigmentati. È fondamentale, in questi casi, la valutazione di un professionista esperto.
  • Epilazione per pelli abbronzate: I nuovi laser sono progettati con sistemi che permettono trattamenti sicuri anche su pelli leggermente abbronzate, riducendo i lunghi periodi di astensione dal sole che in passato rendevano l’epilazione laser impraticabile in alcuni periodi dell’anno.

    Tuttavia, è sempre consigliabile una valutazione medica per determinare la sicurezza del trattamento su pelle abbronzata.

Un approccio sempre più personalizzato e professionale

L’avanzamento tecnologico è accompagnato da un approccio sempre più personalizzato e professionale all’epilazione.Non si tratta solo di avere l’apparecchiatura migliore, ma di saperla utilizzare al meglio per ogni singolo individuo.

I centri estetici all’avanguardia offrono:

  • Consulenze dettagliate: Prima di iniziare qualsiasi trattamento, viene effettuata un’analisi approfondita del tipo di pelle, del colore e dello spessore del pelo, della storia clinica del cliente e delle sue aspettative.Questo permette di creare un protocollo personalizzato che massimizzi l’efficacia e la sicurezza.
  • Operatori altamente qualificati: L’esperienza e la formazione dell’operatore sono cruciali.

    Solo un professionista qualificato è in grado di settare correttamente i parametri del dispositivo, riconoscere eventuali reazioni cutanee e gestire al meglio ogni fase del trattamento.

  • Percorsi di trattamento integrati: In alcuni casi, l’epilazione laser può essere integrata con altri trattamenti per migliorare la qualità della pelle o risolvere problemi specifici (come la cheratosi pilare).

In conclusione, il 2025 segna una nuova era per la depilazione professionale.Le tecnologie avanzate non solo stanno rendendo il processo più rapido e confortevole, ma lo stanno democratizzando, rendendolo accessibile a un numero maggiore di persone, indipendentemente dal loro tipo di pelle o dalla colorazione dei peli.

L’investimento in queste soluzioni non è più solo una questione estetica, ma un passo verso un maggiore benessere personale, una pelle più sana e una routine di bellezza semplificata e priva di pensieri superflui.

Juve Stabia, Antonio Amodio: “Serve l’umiltà. L’obiettivo è la salvezza. Sono arrivati giovani interessanti”

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Un periodo di pausa riflessiva per uno dei talenti emergenti più considerati nel panorama dirigenziale calcistico.Antonio Amodio, stratega di mercato di origini stabiesi e figlio d’arte dell’indimenticato capitano gialloblù Roberto Amodio, si trova attualmente libero da vincoli contrattuali.

Una scelta ponderata, non una necessità, dopo le significative esperienze maturate tra la Serie D, con i progetti vincenti di Sorrento e Santa Maria Cilento, e la Serie C, dove ha lasciato il segno con Giugliano e Crotone.Contattato telefonicamente dalla nostra redazione, Amodio ha chiarito la sua posizione attuale. “Nonostante un accordo in essere, ho deciso di interrompere il rapporto con il Crotone per questioni strettamente personali,” ha spiegato il dirigente. “Le proposte che ho ricevuto successivamente non si allineavano con il mio desiderio di intraprendere un percorso di evoluzione professionale.

Preferisco attendere l’opportunità giusta piuttosto che fare una scelta affrettata.La validità di un direttore sportivo, a mio avviso, non si misura solo attraverso i successi sul campo, che ritengo di aver conseguito, ma anche tramite la capacità di generare valore patrimoniale per il club.

In questo senso, la valorizzazione di atleti come Vitale, Felippe, Salvemini e Oviszach rappresenta un motivo di grande soddisfazione”.Il legame con la sua città, Castellammare di Stabia, rimane un punto fermo. “La Juve Stabia occupa un posto speciale nel mio cuore, è la squadra che rappresenta le mie origini,” confessa Amodio. “Apprezzo enormemente il lavoro del direttore Lovisa, un professionista coraggioso che condivide la mia stessa concezione calcistica, incentrata sulla fiducia nei giovani.

L’ambiente, tuttavia, deve avere la maturità di voltare pagina dopo la straordinaria stagione passata.L’obiettivo primario deve essere la permanenza nella categoria, un traguardo da raggiungere con umiltà e pazienza, sostenendo questo nuovo ciclo tecnico”.

Amodio prosegue con un’analisi dettagliata della nuova Juve Stabia: “Abate è un tecnico di grande talento, sono convinto che farà una carriera importante.La partenza di un riferimento come Adorante è stata compensata dall’arrivo di giovani di grande prospettiva.

Ho osservato Cacciamani durante il ritiro del Torino: è un calciatore dotato di una progressione notevole.Stabile ha già dimostrato il suo valore in Serie C con l’Alcione, mentre Mannini, pur non avendo una grande stazza, possiede doti tecniche degne di nota.

De Pieri, per qualità, è un elemento sopra la media, con un controllo di palla e un tocco nello stretto eccezionali.Burnete? È quel tipo di attaccante che può sbocciare da un momento all’altro.

Per i finalizzatori, la componente mentale e la fiducia sono decisive; basti pensare al percorso di Adorante prima della sua esplosione in maglia gialloblù”.Lo sguardo del direttore sportivo si allarga poi al resto della Campania.

Le corazzate e le ambizioni

“Il Benevento si è imposto come il dominatore assoluto di questa sessione di trasferimenti, ingaggiando calciatori di primissimo livello.

La società sannita ha evidentemente fatto tesoro degli errori passati e si candida come la principale favorita per la promozione in Serie B.L’Avellino ha condotto una campagna acquisti altrettanto sontuosa, ma ora si trova di fronte al complesso compito di snellire l’organico per agevolare il lavoro del tecnico.

La fase delle cessioni è spesso più ardua di quella degli acquisti.La permanenza in Serie B, per quanto difficile, è un traguardo alla loro portata”.

Le realtà consolidate e le sfide

“Il Sorrento dovrà affrontare l’handicap di non potersi allenare sul proprio territorio, ma poggia su una società seria e ben organizzata.

Gli innesti di elementi di categoria come Franco, D’Ursi e Plescia, uniti alle idee di un tecnico come Conte, che si era già distinto alla Turris, sono un’ottima base.Stimo profondamente la proprietà del Giugliano, la famiglia Mazzamauro.

Hanno avuto l’intelligenza di confermare un nucleo importante di calciatori e credo raggiungeranno una salvezza serena”.

Situazioni in evoluzione

“La Salernitana deve fare i conti con il peso psicologico di due retrocessioni consecutive.L’arrivo di un direttore sportivo e di un allenatore esperti della categoria è però una garanzia.

La Casertana si sta muovendo in maniera eccellente sul mercato e, dopo un’annata con più ombre che luci, ha le carte in regola per essere una delle sorprese del campionato.Per la Cavese, infine, prevedo un percorso più complesso.

Hanno salutato figure di riferimento come il direttore Logiudice e l’allenatore Maiuri.Sebbene De Liguori conosca bene l’ambiente, la qualità complessiva della rosa sembra leggermente inferiore a quella dello scorso anno, ma la salvezza resta un obiettivo raggiungibile”.

Il disastro ambientale del Parco Nazionale del Vesuvio: prevenzione, aspetti normativi e leggi di riferimento

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Sono ormai 5 giorni che assistiamo ad uno dei più grandi disastri ambientali, Il Parco Nazionale del Vesuvio arde senza sosta.Un’altra estate ed un’altra ferita aperta, come quella del 2017, un monito che doveva guidare le nuove strategie di prevenzione ed intervento.

Quell’estate del 2017 ha provocato danni enormi, 20.000 ettari bruciati, emergenza per 40 giorni tra Giugno ed Agosto.Dalle Testimonianze di vari cittadini, prima del grande incendio, erano stati ravvisati piccoli focolai, presumibilmente gestibili se si fosse intervenuti immediatamente.

Ma tutti sappiamo, ed abbiamo visto poi cosa è successo anche per la forza del vento che soffiava verso nord e quindi riducendo la parte nord e quindi il versante del Tirone ad una completa massa corposa di fiamme incandescenti.Tanta la rabbia dei Cittadini della Comunità del Parco, che invocavano ed invocano ancora, le dimissioni del Presidente del Parco, rammentando una poca prevenzione, ma la cosa ancora più eclatante, le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente, che era in contatto con il Presidente del Parco, riguardo all’evoluzione degli eventi ma ancora più eclatante, è che solo alcuni giorni fa il Ministro Musumeci ha decretato lo stato di emergenza e di mobilitazione nazionale della Protezione civile, tanto che, c’è stato l’intervento dell’Esercito e della Protezione Civile, sul posto sono arrivati anche il Prefetto di Napoli e varie autorità.

Facciamo un po’ di chiarezza anche sotto l’aspetto normativo

Il quadro normativo di riferimento è il Piano Antincendio Boschivo Nazionale, istituito dalla Legge quadro n. 353 del 2000, che raccoglie misure di conservazione e difesa del patrimonio boschivo nazionale.

Il piano prevede un’articolazione in strategie regionali, elaborate sulla base delle linee guida ministeriali, con aggiornamenti annuali e piani triennali per ridurre le superfici boschive percorse dal fuoco.Il Piano AIB ha una validità di 4 anno 2020-2024 e in Particolare del Parco Nazionale del Vesuvio ricadente nel territorio della Regione Campania, ai sensi dell’art.8 comma 2 della legge sopra citata.

La Regione Campania rafforza il proprio impegno nella lotta agli incendi boschivi, approvando due importanti provvedimenti che puntano a prevenire e contrastare i roghi nei prossimi anni.Con la Delibera n. 309 del 24 giugno 2024, la Giunta Regionale della Campania ha approvato il Piano regionale antincendio boschivo (AIB) 2024-2026, destinando 5 milioni di euro tra Province, Città Metropolitana di Napoli e Comunità Montane.

Il programma prevede anche il potenziamento dell’organico con 2.000 nuove unità, allo scopo di migliorare la capacità di intervento sul territorio.A questo si aggiunge la Delibera n. 368 del 16 giugno 2025, che dà il via al Piano regionale 2025-2027 per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi.

Un doppio intervento, dunque, che mira non solo a rafforzare le infrastrutture antincendio e i mezzi a disposizione, ma anche a diffondere azioni di prevenzione, affinché i roghi possano essere fermati prima di danneggiare il patrimonio ambientale e paesaggistico della regione.

Juve Stabia, Alessio Cacciamani. Il gioiello del Torino arriva a Castellammare per incantare il Romeo Menti

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La Juve Stabia si muove ancora sul mercato e piazza un altro colpo dal potenziale enorme: è stato chiuso l’accordo per il prestito secco dal Torino dell’esterno offensivo Alessio Cacciamani, classe 2007.  L’operazione, nell’aria da giorni, è stata confermata dalle parole del DS Matteo Lovisa che ieri a Sky aveva anticipato: “Nelle prossime ore prenderemo il giovane Cacciamani dal Torino in prestito.  Può fare il percorso di Fortini”.  Detto, fatto.  Il calciatore arriverà oggi pomeriggio a Castellammare di Stabia prima della firma sul contratto che lo legherà alle Vespe per la prossima stagione di Serie B.Da domani si metterà a disposizione del nuovo tecnico Ignazio Abate.

Chi è Alessio Cacciamani: dal trionfo Scudetto Primavera all’esordio in Serie A

Considerato uno dei giovani più promettenti del vivaio granata, Cacciamani è stato individuato dalla dirigenza stabiese come l’erede naturale di Fortini, che la scorsa stagione ha lasciato un segno indelebile sulla fascia e nel cuore dei tifosi.  Nato a Jesi il 29 giugno 2007, Alessio muove i primi passi tra Biagio Lazzaro e Fano, prima di approdare nel calcio professionistico con l’Ancona nel 2022.  Con i marchigiani si mette in mostra, trascinando la squadra fino alle semifinali del campionato Under 16 di Serie C.  Le sue prestazioni non passano inosservate e il Torino se ne innamora, portandolo sotto la Mole.  Al suo primo anno in granata, con l’Under 17, il suo nome inizia a circolare in tutta Italia.  Ala sinistra funambolica, dotata di un “doppio passo mortifero” che diventa il suo marchio di fabbrica, colleziona 3 reti al suo esordio.  Ma è nella stagione successiva che il suo talento esplode definitivamente.

Con l’Under 18 diventa un’ira di Dio: i dati parlano di 13 reti in 17 presenze, numeri che gli valgono la promozione in Primavera 1.  Anche con i più grandi, Cacciamani non delude.  Diventa un punto fermo della formazione di Felice Tufano prima e di Christian Fioratti poi, collezionando 18 presenze e segnando un gol pesantissimo e bellissimo nel derby contro la Juventus.  Nel frattempo, trascina l’Under 18 alla conquista di uno storico Scudetto, segnando il gol decisivo in semifinale contro il Cesena e risultando tra i migliori in campo nella finale vinta 2-1 contro la Roma.  La sua crescita esponenziale attira l’attenzione dell’allora tecnico della prima squadra, Paolo Vanoli, che lo convoca per ben 6 volte a partire da aprile 2025.L’11 maggio, Cacciamani vive i 10 minuti probabilmente più belli della sua vita, esordendo in Serie A contro l’Inter davanti ai suoi tifosi.  Si ripeterà una settimana dopo, giocando una ventina di minuti al Via del Mare contro il Lecce.

L’opportunità Juve Stabia e le caratteristiche tecniche

Dopo aver svolto la preparazione estiva con la prima squadra di Marco Baroni, il Torino ha ritenuto che un prestito in una piazza ambiziosa e in un campionato competitivo come la Serie B fosse la scelta ideale per la sua crescita.  Un’esperienza per accumulare minutaggio e confrontarsi con il calcio “dei grandi”, mantenendo il club granata il controllo sul suo cartellino.Destro di piede, Cacciamani predilige agire come esterno offensivo sulla fascia sinistra.  Questa posizione gli consente di sfruttare al meglio le sue qualità nel dribbling e la sua tecnica, permettendogli di convergere verso il centro per calciare in porta o per servire assist decisivi ai compagni.

Una strategia chiara: le Vespe puntano sulla “linea verde”

L’arrivo di Cacciamani si inserisce in una strategia societaria molto chiara.  Sotto la guida di Ignazio Abate, un allenatore che ha fatto del lavoro con i giovani il suo fiore all’occhiello, le Vespe stanno costruendo una squadra che unisce esperienza e talento puro.  Il nome di Cacciamani si aggiunge a una lista di giovani promesse arrivate in prestito: dal nerazzurro Giacomo De Pieri (9 gol in Primavera e un esordio in Champions League), al terzino destro Mattia Mannini (2006) dalla Roma, passando per il centrale Giacomo Stabile (anche lui dall’Inter) e la punta Rares Burnete, capocannoniere dello Scudetto Primavera 2023 con il Lecce e già a segno nelle amichevoli estive.  La Serie B sarà la palestra per questi talenti, e Castellammare si candida a diventare l’ambiente ideale per farli sbocciare definitivamente.  L’avventura di Alessio Cacciamani con la maglia gialloblù è appena iniziata.

Incendio sul Vesuvio, situazione migliora: ultime news

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”La situazione è in miglioramento, si sta lavorando alacremente con lo stesso dispositivo di ieri. Nelle zone in cui il rogo è stato estinto è iniziata l’opera di bonifica e sono state create almeno 5-6 piste tagliafuoco”. Così all’Adnkronos il prefetto di Napoli Michele Di Bari facendo il punto sull’incendio al parco del Vesuvio.

Nel parco del Vesuvio stanno intervenendo da terra, l’Esercito Italiano–Brigata Garibaldi con mezzi speciali per aprire piste tagliafuoco, creando barriere fondamentali per contenere le fiamme e dal cielo, i Canadair della flotta nazionale e gli elicotteri della Regione Campania che effettuano lanci continui di estinguente per domare i fronti più critici. Lo fa sapere su Facebook la Protezione Civile della Regione Campania a cui è affidato il coordinamento delle operazioni.

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Fonte AdnKronos

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Nel parco del Vesuvio stanno intervenendo da terra, l’Esercito Italiano–Brigata Garibaldi con mezzi speciali per aprire piste tagliafuoco, creando barriere fondamentali per contenere le fiamme e dal cielo, i Canadair della flotta nazionale e gli elicotteri della Regione Campania che effettuano lanci continui di estinguente per domare i fronti più critici. Lo fa sapere su Facebook la Protezione Civile della Regione Campania a cui è affidato il coordinamento delle operazioni.

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Fonte AdnKronos