Juve Stabia, Leonardo Colucci: l’ingrediente più prezioso è il calore di Castellammare

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Leonardo Colucci, ex allenatore della Juve Stabia, è intervenuto nel corso del programma “Juve Stabia Live Talk Show” che va in onda ogni giovedì dalle ore 20:30 sui canali social ViViCentro.

Le sue dichiarazioni di Colucci sono state raccolte e sintetizzate dalla nostra redazione sportiva:

Giacomo Calò? E’ un giocatore forte, il classico centrocampista con visione di gioco, è bravo sulle palle inattive. Un paio di settimane fa ha fatto un goal bello, poteva fare qualcosa in più, ma alla fine si ottiene ciò che si semina, sfruttando le occasioni del momento. E’ un calciatore che mi è sempre piaciuto.

Il parere sulla serie B

La Serie B attuale è diversa da qualche anno fa, basti pensare alle tante proprietà con presidenza straniera vedi Parma, Palermo, Como.

La Juve Stabia farà valere il vantaggio delle idee. Una squadra organizzata che sa quello che vuole può prendere la ciliegina sulla torta, come Adorante, perchè c’è gente capace di farlo.

Sono convinto che mantenendo l’ossatura e con tre, quattro giocatori mirati al gioco funzionale di Guido può fare un bel Campionato anche in serie B.

Saluto con piacere Enzo Esposito, passando poi per zio Vincenzo e tutti gli altri componenti della cosiddetta squadra invisibile. Sono poco menzionati ma portano avanti la barca. Sono molto legato a loro, quando vedi le persone di cuore ti affezioni ancora di più. Chi è dietro le quinte è il motore di tutto. Li saluto ancora con grande affetto. “

Colucci e la Juve Stabia

L’allenatore sceglie gli undici e poi in base al tipo di partita che vuol fare modifica i ragazzi. Ho letto molte interviste di Guido dove esortava e si complimentava con chi non giocava. Io sono perché noi siamo, alla fine vincono tutti. E’ importante portare la nave al porto. Sono stati bravi tutti, iniziando dal Presidente. E’ stato fatto un miracolo sportivo, meritato. Hanno giocato un buon calcio nonostante l’alta competitività delle altre squadre. La Juve Stabia è stata brava anche a cercare giocatori con una gran voglia, bene tutti ma Guido ha fatto un lavoro eccezionale.”

L’esperienza stabiese di Colucci

La squadra dava tutto in campo. La società ha fatto quello che poteva. I valori erano quelli. Attraverso l’organizzazione conoscevamo i nostri pregi ma anche i nostri limiti. Abbiamo fatto un cammino soddisfacente con il Catanzaro ed il Crotone inarrivabile. Se avessimo vinto con il Pescara, eravamo terzi. Ringrazio i ragazzi per le soddisfazioni che ci siamo presi.

I playoff sono delle partite a sé, strane, bisogna giocarle con la testa. Non c’è una candidata, non riesco ad individuare una squadra, anche perché esiste l’episodio, il var, possono influenzare i risultati.

Avellino, Padova e Torres sono avvantaggiate ma vengono da un mese di inattività. Chi arriva meglio di testa e di gambe può avere delle chance in più.

La squadra che mi ha colpito quest’anno è stata la Juve Stabia, ho seguito delle partite e ho vista che aveva idee ben precise. Riusciva a sviluppare un calcio dinamico, costruendo a tre, alzava Mignanelli, delle volte facendo un calcio da palleggio, saltando il centrocampo, attaccando gli spazi. Anche il Mantova è squadra simile per impianto di gioco. Squadre che hanno associato gioco ed under, come il Cesena, vincendo il campionato.”

Castellammare e la sua piazza

Non scarto nulla. E’ stata tutta una bella esperienza.

L’ingrediente che mi porto nel cuore è il calore della gente. Sono onorato di aver allenato la Juve Stabia, lo dico con più forza perché non ci sono più. Ho sempre voluto accattivarmi la gente con i fatti più che con le parole. Abbiamo sempre dato il massimo per i tifosi.

Porto con me ricordi bellissimi, di una grande città, con tifosi eccezionali che saluto con la frase Post Fata Resurgo, perché lo meritano. Una tifoseria intelligente nel mood inglese. Sono lì ad incitarti sempre, anche durante la rifinitura.

Il grembiule (regalato dalla nostra redazione durante la permanenza a Castellammare n.d.a.) l’ho indossato un paio di volte. Quel regalo è stato bello perché significa tanto. E’ l’espressione e simbolo del rapporto che si è creato. Di solito la conferenza non è un momento piacevole, ma quelle fatte a Castellammare sono state molto serene grazie a voi giornalisti.

La critica costruttiva aiuta, perchè è un momento di confronto.

A me non piace parlare con il senno di poi, doveva andare così!

Lovisa l’ho avuto come direttore sportivo a Pordenone. E’ stata una bella esperienza siamo arrivati ad un passo di compiere l’impresa contro l’Inter in Coppa Italia.

A fine campionato è normale che i calciatori mentalmente staccano la concentrazione. Ci sta, ma ci sta anche che quando vai in campo vuoi vincere. In Supercoppa contro il Mantova la Juve Stabia ha provato ad allenarsi per giocare uomo su uomo perché i lombardi hanno un gioco simile alla Juve Stabia.

Le partite di fine stagione lasciano il tempo che trovano.

Ora bisogna pensare al presente.

Mi auguro di tornare al Menti a vedere qualche partita.

Sul mio futuro posso dire che ho qualche situazione da prendere in considerazione, valuto tante cose, anche la distanza. Mi piacerebbe tornare ad allenare il settore giovanile.

La passione è tanta, la voglia di stare in campo, di vivere lo spogliatoio, ma con serenità!”


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