Abbiamo scambiato alcune veloci battuti con il collega di “CalcioFere”, Emanuele Lombardini.L’argomento del dibattere è stato Ignazio Abate, che nell’ultima stagione ha allenato la Ternana, squadra seguita dal giornalista in questione:
Abate dopo l’esperienza nel settore giovanile del Milan è approdato a Terni per cimentarsi per la prima volta in un campionato non giovanile.
Come fu accolto all’epoca questo allenatore e cosa vi aspettavate da lui?
Abate è un allenatore di talento.Lo ha dimostrato in una piazza difficile come Terni che ha saputo conquistare nonostante l’iniziale scetticismo, sia perché si trattava di un esordiente, sia per il suo gioco moderno e audace, che muove dal basso.
Abate era arrivato con l’obiettivo di vincere il campionato ed era persino riuscito a ricucire una situazione difficile nel momento in cui era stato esonerato, con la celebra riunione notturna e la squadra che lo ha rivoluto a furor di popolo.
Ha pagato, a mio avviso il fatto di puntare molto sugli stessi giocatori, alcuni dei quali sono arrivati stanchi alle partite chiave.
Un derby dominato e non vinto (0-0) e il tracollo di Lucca contro una squadra allo sbando erano il chiaro sintomo che qualcosa si stava rompendo.Ma è un allenatore con la mentalità vincente e da grande squadra: una piazza calda e ambiziosa come quella stabiese sarà un ottimo banco di prova.Inoltre è un tecnico che si informa su tutto anche del passato della squadra.
Quale è stata secondo te la caratteristica prevalente di Abate che ha permesso al tecnico di incamerare 21 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte (5 se contiamo la coppa Italia) in 34 partite di campionato?
Ha saputo imprimere alla squadra un gioco brillante, molto offensivo.Certamente anche grazie ad un reparto avanzato di tutto rispetto (37 gol in 3), ma anche grazie ad una solidità difensiva notevole.
Non c’è dubbio che nel suo caso, aver giocato a grandi livelli fino a non molto tempo fa e poi aver iniziato la carriera da allenatore con una Primavera che vale quanto una prima squadra, lo porti a ragionare “in grande”.Forse la sua dote migliore in assoluto è la capacità di fare quadrato col gruppo nei momenti difficili: a Terni lo ha dimostrato spesso.
Se mi dovessi trovare un difetto di questo allenatore, un qualcosa che ancora manca per poter fare un ulteriore salto cos’è?
Se c’è ovviamente?
Non è un grandissimo comunicatore, non ha un rapporto eccezionale con la stampa e come molti allenatori moderni tende a “chiudersi per non dare vantaggi agli avversari”.Questo alla lunga può essere un problema se come gli auguro, arriverà in grandi piazze dove è necessario rapportarsi in modo diverso sia con i media che con la tifoseria.
Gli manca inoltre, come è evidente, l’esperienza in contesti importanti.
Tatticamente che calcio vi ha fatto vedere Abate?
Tatticamente è un cultore della difesa a 3, con due esterni che corrono tanto e fanno anche la fase difensiva.Davanti gioca col trequartista e due punte o una punta e due sottopunte, a secondo delle situazioni.
Centrocampo di palleggiatori, ma anche lottatori, fondamentale per il suo gioco con costruzione dal basso un portiere abile con i piedi: Vannucchi arrivò a Terni alla seconda di campionato proprio perché la Ternana perse la prima (e ancora prima la coppa Italia) per un errore del portiere (due diversi portieri…)
Quali sono stati i dissidi con la proprietà che hanno determinato il suo allontanamento dopo essere stato in testa alla classifica per alcune giornate?
Abate è arrivato a Terni portato dal DS Capozucca, quando era ancora presidente e patron Nicola Guida.Poi si sono succeduti altri due DS ed è arrivata la nuova proprietà, con la quale Abate non ha avuto mai grandissimo feeling.
I problemi sono iniziati poco dopo l’arrivo di D’Alessandro (giunto alla vigilia dell’andata col Legnago, la famosa gara dell’8-1) e sono andati avanti: non c’era intesa su alcune scelte tecniche.
Abate è stato esonerato alla fine del mercato di riparazione, al momento della composizione delle liste ed è stato richiamato in piena notte, poche ore dopo, su pressione dei giocatori.
Da quel momento, i rapporti si sono però ulteriormente ridotti, è cresciuto il malumore e l’insoddisfazione della proprietà e quando la squadra ha avuto un crollo inatteso soprattutto nelle modalità, il patron ha deciso di cambiare, a poche settimane dalla fine del campionato, rischiando anche molto, perché nessuno sapeva come la squadra avrebbe reagito non tanto all’arrivo di Liverani quanto proprio all’esonero.
Alcuni calciatori, portati dall’ex DG Foresti, erano rimasti esclusivamente per Abate.L’esonero dell’ultimo DS Mammarella – legatissimo ad Abate – è legato anche questo agli stessi motivi.
Pensi sia stata giusta la sua scelta di raccogliere un’eredità importante lasciata da Guido Pagliuca alla Juve Stabia che in due anni ha ottenuto prima una promozione in Serie B con tre giornate di anticipo e poi il quinto posto utile alla disputa dei Play Off?
Abate meritava un’occasione in serie B ed è arrivata una piazza dove comunque si è fatto benissimo.
Per cui l’asticella per lui è molto alta.Si gioca tanto: se farà bene, può essere un trampolino verso la serie A in un tempo relativamente breve.Dovesse fallire avrà altre occasioni ma sicuramente mettere due volte la voce esonero al fianco delle sue prime esperienze senior sarebbe pesante.