Castellammare di Stabia ha sempre avuto un debole per i gesti tecnici che infiammano il pubblico, per quelle giocate capaci di risolvere una partita in un istante.Tra queste, il calcio di punizione diretto in porta occupa un posto speciale nel cuore dei tifosi gialloblù.
Il prato dello stadio Romeo Menti è stato testimone di prodezze balistiche che sono entrate di diritto nella leggenda del club, un’eredità di pennellate d’autore che hanno fatto sognare intere generazioni.Stili ed epoche differenti, ma un unico, dolce, obiettivo: gonfiare la rete avversaria.
La memoria corre inevitabilmente a nomi che evocano ancora oggi applausi e un pizzico di nostalgia.Da Gaetano Musella a Silvio Gori, passando per la classe di Gaetano Fontana e la potenza di Michele Menolascina, fino ad arrivare a tempi più recenti con il mancino vellutato di Giacomo Calò.
Artisti del pallone fermo, capaci di trasformare una barriera in un mero ostacolo scenico prima di disegnare una parabola vincente.L’ultimo interprete di rilievo in questa speciale disciplina è stato Daniele Mignanelli, le cui esecuzioni, fossero esse tiri diretti o cross calibrati al millimetro, hanno spesso tolto le castagne dal fuoco alla squadra allora guidata da mister Pagliuca.
La sua rete ad Avellino ne è una delle testimonianze più fulgide.Tuttavia, nel campionato appena concluso, questa gloriosa tradizione sembra essersi interrotta.
Le occasioni da calcio piazzato che hanno portato a un gol si contano sulle dita di una mano, o forse meno.L’ultimo sussulto, quasi un’eco lontana di fasti passati, è stata la zampata di Marco Varnier su un piazzato di Fabio Maistro.
Per il resto, il silenzio.Nessun pallone a scavalcare la barriera e a morire all’incrocio, quasi un’offesa involontaria a quei “dei del calcio” vestiti di giallo e blu che, in passato, hanno abituato i propri tifosi a leccarsi i baffi per giocate fenomenali.
Adesso, con la stagione 2025/2026 alle porte, la palla, o meglio, il pallone da piazzare sul punto di battuta, passa idealmente a Ignazio Abate.Il nuovo tecnico delle Vespe, reduce dall’esperienza con la Primavera del Milan dove ha mostrato un’attenzione particolare alla tattica e allo sviluppo dei giocatori, avrà anche il compito di rispolverare questo fondamentale.
Il lavoro di Abate si concentrerà sull’individuare, all’interno della rosa, chi possa avere nelle corde il colpo magico.La sfida sarà quella di ricreare le condizioni, tecniche e mentali, per tornare a essere letali sui calci da fermo.
I tifosi della Juve Stabia, e più in generale tutti gli amanti del calcio romantico, attendono con speranza.Perché un gol su punizione non è solo un’azione da tre punti; è un diamante che brilla nella memoria, una giocata che, come amano dire i poeti del pallone, “resta per sempre”.
La speranza è che il Menti possa tornare presto ad ammirare e a custodire nuovi, preziosi, diamanti.





