STABIA: un soccorso finito bene; male per una vera crescita della Città

STABIA – L’articolo pubblicato ieri su un soccorso finito bene: “Tragedia sfiorata a Pozzano (Stabia):...

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STABIA – L’articolo pubblicato ieri su un soccorso finito bene: “Tragedia sfiorata a Pozzano (Stabia): …” ha generato una marea di commenti. Taluni attinenti, seri e ragionevoli, altri – troppi – del tutto fuori da ogni contesto e da ogni ragionevole valutazione e della news e del problema che, in essa, veniva denunciato arrivando addirittura a gratuite e volgari giudizi.
Giudizi che sono giunti sino al dare al nostro giornale, e a me scrivente, una patente di “sciacallaggio” sulla quale sorvolo visto che non intendo abbassarmi a certi livelli e a discutere con certe persone che così ragionano e si rapportano. Ma sul resto intendo tornare e provare a ragionare, magari a discutere almeno con quelli tra voi che sono in possesso di una chiave per azionare il cervello prima di mettere in moto la bocca.

OK? Ed allora inizio.

STABIA: un soccorso finito bene; male per una vera crescita della Città

Mi sembra a questo punto importante partire dalle basi e spiegare bene cos’è, o dovrebbe essere, il servizio di emergenza sanitaria 118.
Il 118 è lo storico numero che siamo abituati a chiamare per avere soccorso che a breve, si spera, sarà integrato, anche in Campania, al 112 che è il Numero unico di emergenza europeo, e che sarà quindi qualcosa di molto di più: chiunque lo chiama ha la certezza che, in un lasso di tempo che va dai 20 ai 40 secondi, verrà reindirizzato al servizio di emergenza appropriato, con la priorità corretta.

Per ora però a quanto mi risulta, a Castellammare di Stabia è operante, direttamente, ancora il vecchio caro 118 e, guarda caso, è proprio l’Ospedale Civile San Leonardo ad essere la sede centrale operativa del servizio di emergenza competente per il territorio a sud di Napoli per cui poco o nulla dovrebbe cambiare sull’iter di cui sopra e tempi relativi di attivazione di un intervento, tanto più in sede locale.

Ma veniamo ora ad analizzare le varie fasi che mettono in moto un soccorso d’emergenza ed i tempi codificati dal servizio nazionale della sanità valevoli per tutto il territorio nazionale (o almeno così si presume o millanta):

La durata di una chiamata di soccorso codificata in rosso varia dai 30 secondi ad un massimo di 1 minuto, il tempo di allertamento e partenza del mezzo di soccorso va dai 15-20 secondi, se via radio, al minuto se l’equipaggio è in sede, un mezzo con dispositivi di allarme in funzione percorre 1 km in area urbana in circa 1 minuto, in area extraurbana in 45 secondi.

E qui subentra la struttura operativa sul territorio che, se capillarmente ben distribuita (diciamo quindi con postazioni dislocate, sul territorio, ogni 3-5 km), può darci un tempo di soccorso possibile di 3-5 minuti in centro, di 5-7 minuti in periferia.

A questo studio/programmazione sulla carta va affiancata la situazione locale che va dalle condizioni delle strade, alla (in)civiltà dei cittadini con i loro vari “estrosi” (in verità da gran …. prepotenti e menefreghisti) parcheggi che spesso bloccano un agevole fruire del traffico, se non lo bloccano del tutto per cui la domanda, a questo punto diventa:

Com’è a Castellammare?

Sui parcheggi impropri, stando anche al quanto da tanti indicato come “difficoltà di transito” (e lo hanno fatto unicamente per giustificare ritardi negli interventi e non già per chiedere anche che l’amministrazione si attivi a duramente sanzionare queste persone, e non solo pecuniariamente ma anche con denuncie penali visto che, comunque, concorrono a tardare interventi, magari salvavita) stendiamo, ad ora, un velo pietoso (e vergognoso) senza però omettere di evidenziare che questo modo di pensare di alcuni cittadini, e del loro rapportarsi alla Città, sono elementi che poi “FANNO la Città”. Ma questo è già altro per cui, al momento, soprassediamo e torniamo al Servizio d’emergenza locale e alla sua strutturazione e dislocazione sul territorio.

Quante postazioni con ambulanze pronte ad intervenire ci sono in Città? Francamente, al momento, non sono in grado di quantificarle (ma mi riprometto di farne analisi ed elenco per cui, se qualcuno di voi è in grado di fornirmi dati comprovabili ringrazio sin d’ora) ma, probabilmente, meno del dovuto tenendo conto anche delle “difficoltà” territoriali (e civiche) della Città e del comprensorio sul quale è chiamato ad intervenire la centrale operativa che, ripeto, agisce dall’Ospedale cittadino San Leonardo dove il responsabile della centrale operativa è Salvatore Criscuolo, con 25 infermieri addetti al call center, e può contare sulla seguente struttura:

stabia, sede 118

Un’ultima annotazione “tecnica/economica” va fatta anche per chiarire ancor più che i miei rilievi e le mie “accuse” andavano e vanno alla “struttura” e non già agli operatori che vanno sempre e comunque apprezzati visto che, in particolare infermieri e autisti soccorritori, sono inquadrati come “volontari” con il solo diritto a un rimborso spese di circa 3,5€ l’ora, per turni massacranti e deregolamentati e che inoltre, spesso, lavorano senza assicurazione, con titoli non adeguati, senza accesso a corsi di formazione e a tutte le garanzie di chi svolge lo stesso, identico lavoro come dipendente diretto.

E questo tutti lo sanno; ma nessuno fa niente, come sempre, come in tutto per cui poi, allora, ecco che in presenza di un soccorso dal quale può dipendere anche la vita di chi è vittima di un incidente o accusa un malore che si fa? Si cavilla su quello che Comunque e a Prescindere è un tempo critico e giù a dire:

  • no, sono trascorsi solo 10’ (dato chiaramente assurdo e dato tanto per…., visto che è fuori – e di molto – da ogni standard sia pur ottimale, e Stabia, di ottimale nei servizi, ha ben poco; nulla direi)
  • sono trascorsi 60’ ed anche oltre (eccessivo, si spera, anche questo ma derivante, forse, dalla differenza che comunque esiste tra il Tempo Percepito da chi magari è in ansia per un proprio congiunto, ed il Tempo Reale),

il tutto condito da becere illazioni di manipolazione, da parte mia, della notizia fino all’accusa, peraltro volgare e indice di animo gretto, di sciacallaggio. Bah!

Tutti però convergono su un sol dato che, alla fin fine, costituisce il vero pericolo e problema di questa Città tanto benedetta dalla natura ma altrettanto maledetta da troppi suoi abitanti: con i problemi di circolazione che ci sono a Castellammare è andata già più che bene!

Mauro, questo il nome del malcapitato che ieri ha rischiato la vita sulla spiaggia di Pozzano in attesa di un soccorso, ora sta bene e ne sono lieto. Ma sta bene grazie al prodigarsi di alcuni cittadini buoni anche ad operare, e non solo a parlare, e poi alle prestazioni dei soccorritori una volta che sono potuti giungere sul posto per prestargli il dovuto e qualificato soccorso, non certo per il “Sistema” che, Comunque e a Prescindere, NON è stato per niente solerte come dovrebbe essere visto che, oltretutto, quell’intervento di sicuro non poteva essere stato classificato con codice Verde o addirittura bianco, e nemmeno – credo – Giallo ma Rosso, visto che si trattava di un attacco Epiletttico bisognoso quindi di immediato ed opportuno soccorso al pari di un attacco per Ictus se non addirittura Cardiaco per i quali anche il secondo può fare la differenza tra la vita e la morte, o una menomazione.

Defibrillatore a BresciaQuesta l’unica realtà del caso che sarebbe stata da annotare (come ho provato a fare io) e sul quale far perno per stimolare chi di dovere affinché, ciascuno per le sue competenze, si adoprasse a far sì che, anche a Castellammare, un servizio essenziale garantito altrove anche nei tempi dovuti, fosse parimenti reso disponibile nella nostra Città ed invece, al solito, si ringrazia per le brioches lanciate al popolo (quando va bene) anziché, come all’epoca fecero i francesi, indignarsi, sollevarsi, e pretendere “il pane” ovvero: quanto è loro dovuto in qualità di cittadini e le dovute cure alle loro più preziose ricchezze: la propria salute e la propria Città, entrambe ampiamente bistrattate.

Questo, almeno, è il mio pensiero, e lo è da sempre come da sempre porto con me il dolore del vedere come si continua a distruggere una Città che, grazie alla munifica natura, è Regina delle Acque e Perla del Golfo. Oddio, “è” è un’affermazione impropria e che più realisticamente si dovrebbe usare un “dovrebbe essere” ma si sa, quando le cose si guardano con gli occhi del cuore sono sempre belle. Come si dice: “ogni scarrafone è bello a mamma soia” e Stabia è il mio “scarrafone”, uno “scarafone” che però vorrei fosse realmente bello come lo immagino e come potrebbe essere se solo ci fossero persone serie e competenti a curarsene; ed anche una popolazione tutta degna di rispetto.

Stanislao Barretta

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