Napoli, Ospedale San Giovanni Bosco a rischio chiusura: un’infermiera scrive al Commissario

Napoli, Ospedale San Giovanni Bosco a rischio chiusura: un’infermiera scrive al Commissario Nei giorni scorsi,...

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Napoli, Ospedale San Giovanni Bosco a rischio chiusura: un’infermiera scrive al Commissario

Nei giorni scorsi, l‘Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli è finito al centro di un nuovo scandalo. Secondo quanto rivelato dal procuratore Giovanni Melillo, gli uomini dell’alleanza formata dai clan di Secondigliano avrebbero controllato per anni tutto ciò che avveniva all’interno del nosocomio partenopeo. Dalle assunzioni alle liste d’attesa, fino agli appalti. La posizione del Governo sembra essere favorevole alla chiusura dell’Ospedale. Una chiusura che non solo causerebbe il sovraccarico delle altre strutture ospedaliere napoletane, ma comporterebbe anche, come logica conseguenza, il licenziamento del personale. L’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate ha pubblicato una lettera scritta da una delle infermiere del San Giovanni Bosco che ha deciso di fare un appello al Commissario affinchè non lasci da soli i medici e gli infermieri che nulla hanno a che fare con quel sistema camorristico:
“Caro Commissario sono un’infermiera dell’ASL Na1, ma prima di tutto sono un’infermiera del San Giovanni Bosco e, capirà bene, che alla Gogna noi ci siamo da N tempo. Io lavoro da 30 anni in quell’ospedale, ci sono nata, ci sono cresciuta e sono diventata una professionista, ed una mamma. Mi creda, è un dolore per me, oggi, sentirmi accomunata ad un mondo che non mi appartiene, sentire dire da un ministro della Repubblica, che il San Giovanni Bosco “deve essere sciolto”…. E con esso quindi anche tutti i lavoratori onesti che in quell’ospedale hanno dato e danno a tutt’oggi l’anima, svolgendo il proprio lavoro tra mille difficoltà? Mi sento davvero umiliata a sentirmi chiamare collusa di un sistema a cui non appartengo… Io pensavo di dover indossare la mia divisa al mattino quando cominciavo il turno di lavoro e di dover dare sollievo alle sofferenze altrui, ed invece, probabilmente mi sbagliavo. Dovevo indossare un’armatura e combattere come un supereroe, ed anziché svolgere il mio lavoro quotidiano, avrei dovuto indagare ed intrigarmi degli affari loschi che altri facevano, e poi fare rapporto chissà a chi….
Non è così che funziona, io sono stata assunta per salvare vite umane non come agente segreto e se lei oggi tiene alla mia dignità ed a quella di tutti i professionisti seri ed onesti del San Giovanni Bosco, ha il dovere di difenderci dalle accuse e dalle calunnie che ci vengono mosse dall’opinione pubblica e da chicchessia. NON CI LASCI SOLI.”

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