Napoli, ad un anno di distanza dalla tragedia della Solfatara resta il giallo della costa fragile

In quella tragedia persero la vita i coniugi Carrer e il figlio Lorenzo di 11...

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In quella tragedia persero la vita i coniugi Carrer e il figlio Lorenzo di 11 anni

E’ passato un anno da quando i due coniugi Carrer e il figlio Lorenzo di soli 11 anni persero la vita nella tragedia della Solfatara. Dopo tanto tempo i cancelli restano ancora e tristemente chiusi e nessun turista è più entrato a visitare l’area vulcanica, solo in lontananza a malapena si vedono gli sbuffi della terra ardente.

In attesa delle decisioni della magistratura, si fa largo l’ipotesi di riaprire in parte il sito ma in condizioni di massima sicurezza. Un complicato mosaico in cui ogni tessera deve incastrarsi tra mille insidie: da un lato ci sono i rilievi della procura di Napoli, che a luglio con i pm Anna Frasca e Giuliana Giuliano ha chiesto al gup Claudia Picciotti di procedere con una nuova perizia tecnica, da affidare a un collegio di periti esperti per fissare il quadro sullo stato di pericolosità del sito conosciuto in tutto il mondo e sulla presunta mancanza di condizioni, anche minime, di sicurezza. Dall’altro lato c’è la richiesta, che arriva dal mondo scientifico e da quello turistico-imprenditoriale e istituzionale, di consentire la riapertura dell’area naturalistica, nella quale si trovano i sensori dell’Ingv per monitorare il bradisisma e la temperatura delle viscere dei Campi Flegrei.

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