La Palestina mette radici a Napoli: commemorazione di Ali Oraney VIDEO

La Palestina “mette radici” a Napoli: cerimonia di commemorazione di Ali Oraney. La comunità palestinese...

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La Palestina “mette radici” a Napoli: cerimonia di commemorazione di Ali Oraney. La comunità palestinese chiede sostegno per la fondazione di una associazione a lui dedicata. VIDEO

La Palestina “mette radici” a Napoli:  commemorazione di Ali Oraney

C’era chi lo conosceva da un mese e chi da 30 anni;  chi ha diviso con lui l’angoscia del pogrom e del trapianto in un’altra terra e chi aveva diviso con lui solo il tè alla menta, distribuito anche stamattina, nel rispetto delle norme vigenti, dopo la toccante cerimonia che si è svolta a Largo San Giusso, presso l’Università Orientale, a pochi passi dal bazar “Handala”, che Alì Oraney, morto il 26 settembre scorso, gestiva come fosse un’accogliente casa, un pezzo di Palestina nel cuore della sua seconda patria, Partenope.

Gli amici della comunità palestinese, gli studenti e le studentesse, gli attivisti della rete sociale di Napoli hanno innaffiato con acqua e lacrime l’ulivo piantato in onore di Alì, come simbolo di tenacia, di pace, di resistenza strenua alla siccità che spesso prosciuga e spezza le anime, per continuare a sperare, lottare, programmare la liberazione della Palestina e di tutti i popoli oppressi. Accanto all’albero, una targa in legno, con una frase di Ghassan Kanafani: “Non importa se qualcuno di noi muore; l’importante è che continuerete”.

Tanti gli interventi, che hanno evocato e ricostruito le tappe della lunga militanza di Alì, giunto a Napoli negli anni ’80 e animatore di gruppi giovanili pro-Palestina; tanti i nomi di martiri e partigiani palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, spesso con motivazioni speciose e pretestuose; tanti i progetti lanciati perché il magistero di Alì diventi stimolo a proseguire la lotta, primo tra tutti il crowdfounding per la creazione di una associazione a lui intitolata, ubicata nel suo negozio, che possa diventare centro propulsore di iniziative per la martoriata terra per cui è morto Vik Arrigoni, ricordato da uno studente.

Da domani, chi si darà appuntamento in quel luogo, non dica: “ci vediamo all’Orientale”, né: “ci vediamo a Largo Giusso”, ma: “ci vediamo all’ulivo di Alì”.

Cristina Adriana Botis x Redazione Campania

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